gli stakeholders e stockholder (detentori di strumenti 
partecipativi). In sintesi si può dire che un’impresa crea 
valore nel momento in cui il rendimento effettivo del 
capitale investito nell’attività risulta superiore al costo 
medio ponderato del capitale acquisito per il 
finanziamento della stessa attività. La creazione del valore 
dipende da numerosi fattori, i più importanti dei quali 
sono: redditività del capitale investito, costo del capitale 
di credito e un rapporto equilibrato tra capitale di credito e 
capitale di rischio. Di questi sono sicuramente desumibili 
dal bilancio il rapporto tra capitale di rischio e di credito e 
solo approssimativamente il costo del capitale di credito. 
Per quanto riguarda la redditività del capitale investito, la 
tradizionale modalità di misurazione del suo rendimento è 
stato oggetto di forti critiche dalla dottrina, basate sul fatto 
che sarebbe troppo condizionata dalle convenzioni 
contabili(es: ammortamenti, accantonamenti) e dunque da 
valutazioni troppo soggettive per poter essere pienamente 
affidabile. I criteri di iscrizione e valutazione di molte 
operazioni erano troppo spesso frutto di regole inadeguate 
e diverse da Paese a Paese. Ragion per cui l’emanazione 
dei principi contabili internazionali risulta essere una 
tappa fondamentale ai fini della redazione e valutazione 
del bilancio di esercizio. Il regolamento comunitario n 
1606 del 19 luglio 2002 prevede l’applicazione dei 
principi contabili internazionali e obbliga tutte le società 
della UE, quotate in un mercato regolamentato, a redigere, 
al più tardi  partire dal 2005, il bilancio consolidato 
conformemente agli IAS. Le transizioni dal sistema di 
bilancio disciplinato dalle norme del codice civile, 
 2
integrate dai principi contabili nazionali, a quello 
IAS/IFRS è espressamente regolato da un apposito 
principio, l’IFRS 1
2
: 
 
“il punto di partenza è la predisposizione di uno stato 
patrimoniale di apertura in conformità agli IAS/IFRS, 
riferito alla data di transizione, i quali, possono essere 
diversi da quelli usati precedentemente dall’azienda. Le 
rettifiche contabili conseguenti, derivanti operazioni 
precedenti a transizione, sono imputate direttamente agli 
utili portati a nuovo (o, se del caso, ad altra voce del 
patrimonio netto). L’IFRS1 rende facoltative alcune 
esenzioni e obbligatorie alcune eccezioni. Iniziamo con le 
esenzioni: è possibile non applicare retroattivamente gli 
IAS/IFRS per la contabilizzazione di alcuni fatti o 
circostanze (aggregazioni aziendali, valutazioni di 
elementi al fair value, attività e passività di controllate, 
contratti assicurativi ecc…), poiché si tratta di operazioni 
in corso di svolgimento nelle quali la ricostruzione dei 
valori potrebbe comportare rilevanti difficoltà operative. 
Infine, per quanto riguarda le eccezioni, l’IFRS 1 
proibisce l’applicazione retrospettiva degli IAS/IFRS 
nelle seguenti circostanze: cancellazione di attività e 
passività finanziarie, contabilizzazione delle operazioni di 
copertura, stime, attività classificate come possedute per 
la vendita e attività operative cessate. Tutto ciò per evitare 
comportamenti errati o non corretti al fine di non 
                                                 
2
 Sui problemi applicativi AA.VV, Guida ai principi contabili 
internazionali. Il bilancio di transizione, Il sole 24 ore, marzo 2005. 
 3
compromettere l’informativa di bilancio. Il passaggio agli 
IAS/IFRS produce numerosi effetti sulle analisi di 
bilancio: 
 ξ  i valori attribuiti a singole poste di bilancio, in 
particolare, quelle maggiormente investite dalla 
rivoluzione contabile internazionale (leasing finanziario, 
immobilizzazioni ecc..) prima e dopo la riforma derivano 
da logiche valutative profondamente differenti; 
 ξ  l’entità del reddito di esercizio e del capitale prima 
e dopo la riforma è determinato con logiche differenti; 
 ξ  le riclassificazioni di bilancio effettuate da analisti 
esterni si fondano su schemi ufficiali che sono, prima e 
dopo la riforma, radicalmente differenti tra loro; 
 ξ  gli indici di bilancio calcolati sui medesimi 
aggregati di valori determinati prima e dopo la riforma, 
possono accostare grandezze che tra loro differiscono per 
effetto sia della dinamica aziendale che del variare dei 
criteri di rilevazione e valutazione di quegli aggregati 
intermedi.” 
 
Origini storiche, principali finalità e 
destinatari delle analisi di bilancio 
 
Anche se in Italia l’interesse per lo strumento “analisi di 
bilancio” si è manifestato dopo la seconda guerra 
mondiale, negli ultimi 15 anni ha conosciuto uno sviluppo 
senza precedenti in dottrina e prassi per effetto di 
numerose circostanze intervenute nel frattempo: 
standardizzazione dei bilanci pubblicati dopo 
 4
l’emanazione del d.lgs. n 127/1991, tecnologie strutturate 
di calcolo ( software di analisi di bilancio), l’applicazione 
degli accordi di Basilea 2 che impone alle banche 
meccanismi di rating delle aziende da affidare, basati 
essenzialmente sugli indicatori di bilancio. 
Le analisi di bilancio trovano così utili campi di 
applicazione: nel fornire i valori segnaletici degli 
andamenti economici, finanziarie patrimoniali ai fini 
dell’autodiagnosi; nell’accertamento, operato dagli istituti 
bancari, della capacità di credito delle imprese affidate 
ecc… 
Tutte queste finalità sono riassumibili in un concetto: 
“diagnosticare in tempi ragionevolmente contenuti lo stato 
di salute di un’impresa, diagnosi richiesta da tutti i 
potenziali soggetti portatori di interessi." 
Questi soggetti, comunemente chiamati stakeholders sono, 
in estrema sintesi: soci dell’impresa, finanziatori esterni, 
fornitori, clienti, concorrenti, dipendenti e sindacati, 
stampa e pubblica opinione, sia attuali che potenziali. 
 
Analisi esterne e analisi interne 
 
Una prima distinzione va fatta tra le cosiddette analisi 
esterne e interne. Le prime trovano il loro supporto 
informativo nei bilanci, negli altri documenti destinati a 
pubblicazione e nelle notizie provenienti da fonti diverse 
circa l’azienda, il settore di appartenenza, i legami con le 
altre società e così via. Quelle interne sono effettuate da 
soggetti che, oltre ad essere in possesso dell’informativa 
 5
esterna, possono accedere a numerosi fonti aziendali come 
la contabilità analitica, il budget, l’organigramma ecc…e 
sono effettuate tipicamente dal management per finalità di 
controllo gestionale. Le analisi di bilancio per indici sono 
nate come analisi esterne per valutare la performance delle 
imprese e risultano essere più complesse di quelle interne 
per i già citati problemi di attendibilità.  
 
La comparazione degli indici di bilancio: 
comparazione nello spazio e nel tempo 
 
Le analisi mediante gli indici sono sostanzialmente 
costruite con il seguente meccanismo: si determinano gli 
indici di un’azienda e si mettono in relazione con gli 
standard di settore ovvero con indicatori desiderabili dagli 
stakeholders. Così si può riuscire a comprendere se 
l’impresa ha una performance buona o cattiva in assoluto 
ovvero in rapporto con le altre imprese nello stesso 
settore. Questa comparazione viene definita comparazione 
nello spazio. Ugualmente gli indici di bilancio di 
un’azienda vengono comparati con gli indici della stessa 
azienda ma riferiti a periodi precedenti per comprendere 
l’evoluzione della performance aziendale. In questo caso 
siamo in presenza di una comparazione nel tempo. 
Abbiamo detto che la finalità della comparazione nello 
spazio è quella di formulare un giudizio di base sullo stato 
di salute dell’impresa in senso assoluto e relativo
3
. Per 
                                                 
3
 C.Caramiello, F. Di Lazzaro, G. Fiori, Indici di bilancio – Strumenti 
per l’analisi della gestione aziendale, Giuffrè, Milano, 2003. 
 6
poter esprimere un giudizio di tipo assoluto sulla 
performance è necessario che esistano parametri di 
riferimento che abbiano una validità assoluta nello spazio 
e non sempre ciò accade. Tuttavia vi sono alcuni casi nei 
quali questi indici standard sono sicuramente di grande 
aiuto. Per esempio è del tutto evidente che se un’azienda 
presenta un bilancio con un importo dei debiti finanziari 
50 volte superiore all’importo del patrimonio netto, 
quest’azienda risulta troppo indebitata in senso assoluto. 
Ovviamente dovranno poi essere trovate ed interpretate le 
ragioni di questo indebitamento per capire se la situazione 
è rimediabile: resta il fatto che l’indebitamento è in quel 
momento eccessivo.  
Altrettanto importante, tuttavia, è la formulazione di un 
giudizio relativo sullo stato di salute di un’impresa basato 
sulla comparazione della sua performance con quella di 
imprese concorrenti o comunque appartenenti allo stesso 
settore. In altre parole si tratta di stabilire se l’impresa sia 
in condizioni migliori o peggiori rispetto ai suoi principali 
competitori. Il giudizio relativo integra e rafforza quello 
assoluto: per esempio, se un’impresa risulta molto 
indebitata in senso assoluto ma è meno indebitata rispetto 
alla media delle imprese del settore, è ovvio che il 
giudizio sulla sua performance debba essere rivisto in 
senso meno negativo. Tale comparazione può essere 
effettuata confrontando gli indici dell’impresa da 
analizzare con: gli indici delle principali imprese 
concorrenti e gli indici riferiti alla media del settore di 
appartenenza. 
 7
Anzitutto non sempre le banche dati che offrono questo 
servizio sono aggiornate. Il problema più rilevante però è 
un altro: per poter utilizzare proficuamente questi indici di 
settore è necessaria un’accurata verifica sulla metodologia 
di calcolo utilizzata che deve essere la stessa che l’analista 
sta utilizzando per la sua analisi. In caso contrario il 
confronto perderebbe notevolmente di significatività e 
rischierebbe di compromettere i risultati dell’analisi. 
Anche la comparazione nel tempo rappresenta un 
momento essenziale dell’analisi di bilancio. Essa consiste 
nello studio dell’evoluzione dello stato di salute nel 
tempo. Si tratta di verificare se gli indicatori più recenti 
rappresentino un miglioramento o un peggioramento 
rispetto alla situazione pregressa dell’impresa. Anche 
questo tipo di comparazione integra e rafforza le 
indicazioni provenienti dalla comparazione nello spazio. 
Per esempio, se un’impresa è molto indebitata in senso 
assoluto, ma il trend dell’indebitamento risulta in costante 
miglioramento, ciò rappresenta un sicuro elemento di 
conforto per l’analista. 
 
L’impostazione del lavoro di analisi dei 
bilanci 
 
Le analisi di bilancio costituiscono un processo logico che 
consente di attribuire significato ai numeri che compaiono 
nel bilancio di esercizio. Si pone l’esigenza quindi di 
individuare ed analizzare i principali step che devono 
almeno prevedere: 
 8
 ξ  studio preliminare del mercato in cui opera 
l’impresa da analizzare: è infatti noto che la performance 
futura di un’impresa dipende da variabili endogene ed 
esogene. L’analisi di bilancio consente di studiare quasi 
esclusivamente le variabili endogene, cioè quelle legate 
alla struttura economica, finanziaria e patrimoniale 
dell’impresa. Le variabili esogene sono però altrettanto 
importanti in quanto la performance di un’impresa 
dipende in modo fondamentale anche dalle prospettive 
generali del settore in cui essa opera; 
 ξ  lettura del bilancio di esercizio e l’espressione di 
un giudizio di attendibilità su di esso. Tale fase tende ad 
accertare l’attendibilità convenzionale dei valori di 
bilancio in relazione alle norme di legge ed ai corretti 
principi contabili; 
 ξ  riclassificazione del bilancio di esercizio. Si 
rende necessaria in quanto i bilanci redatti secondo le 
norme di legge non sempre sono idonei a fornire le 
informazioni necessarie per il calcolo degli indicatori; in 
quanto le finalità degli schemi legali di bilancio non 
sempre coincidono con le esigenze degli analisti. Appare 
necessaria dunque, un’operazione di ristrutturazione degli 
schemi di bilancio e dei valori che esso contiene 
consistente nel convertire la struttura finalizzata alla resa 
dei conti in quella finalizzata all’analisi; 
 9