4
Muovendosi nell’ambito dell’analisi del lessico politico, 
l’elaborato esaminerà in primis il fondamentalismo, attraverso 
una indagine diacronica capiremo le origini e le caratteristiche 
generali della corrente religiosa. In seguito ci soffermeremo sul 
fondamentalismo islamico, per conoscere, analizzare e capire i 
pensatori più radicali come Sayyid Qutb e i gruppi storici della 
corrente come i Fratelli Musulmani. Si passerà poi all’analisi del 
termine Jihad  in tutte le sue varianti, e infine si accennerà al 
fondamentalismo cattolico, per effettuare una comparazione con 
quello islamico.  
L’elaborato in seguito, prenderà in esame il gruppo terroristico 
di Al Qaeda, primo vero esempio di iperterrorismo. 
L’iperterrorismo è  un tipo di terrorismo globale in quanto non 
colpisce un singolo territorio ma minaccia il mondo intero 
attaccando ovunque e in qualsiasi momento ed è in questo caso 
religioso perché è di matrice islamica. Ricostruiremo la storia 
dell’organizzazione fin dalle origini, risalenti al periodo dell’ 
invasione sovietica in Afghanistan. Molti militanti 
dell’organizzazione partendo dal fondatore e finanziatore, Osama 
bin Laden, combatteranno con i mujaheddin afgani, contro i 
sovietici. L’ analisi dopo aver tracciato un profilo dell’ideologo del 
gruppo, il medico egiziano Al Zawahri, si soffermerà sull’aspetto 
comunicativo del gruppo. Al Qaeda è un gruppo terroristico 
moderno poichè utilizza telefoni cellulari, computer portatili, siti 
internet criptati, e inoltre ha capito che le nuove guerre sono  
scontri spettacolari in cui la diffusione delle immagini da parte dei 
media è una strategia centrale. E’ il primo gruppo terroristico ad 
avere un proprio telegiornale, è il primo gruppo ad organizzare un 
talkshow televisivo.  
Nel terzo capitolo l’attenzione verterà sul personaggio 
principale del terrorismo islamico, Osama bin Laden. Dello sceicco 
saudita si traccerà prima una analisi della sua vita attraverso la 
conoscenza degli aspetti più nascosti e meno celebri, per 
concentrarsi dopo sul linguaggio  “binladiano”, e l’analisi dei suoi 
 5
discorsi.  
Saranno rimarcati i vocaboli più utilizzati negli interventi dal 
leader di Al Qaeda e ne sarà data una spiegazione, Analizzeremo se 
l’origine di questi termini è coranica o storica. 
      Nel quarto e ultimo capitolo, dopo aver definito il 
«cyberterrorismo», ci si concentrerà  sull’analisi dell’uso di 
Internet da parte delle organizzazioni terroristiche ed in particolare 
del gruppo palestinese Hamas. Verrà in ultimo data una sommaria 
spiegazione delle modalità di registrazione di video e testi da parte 
delle organizzazioni terroristiche e delle modalità di trasmissione in 
rete dei prodotti. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 6
1. IL FONDAMENTALISMO 
 
1.1 LE ORIGINI 
 
Dopo l’undici settembre nuove guerre, nuove paure, nuove 
norme anti-terrorismo e nuove parole, nuovi termini da 
approfondire, da imparare, sono diventati all’improvviso così 
importanti da dover essere appresi.    
 Fondamentalismo è uno di questi nuovi termini, da ricercare 
nel dizionario, dimenticato o semplicemente ignorato dai molti ma 
inflazionato nel momento storico attuale, menzionato e ascoltato 
quotidianamente su qualsiasi organo di comunicazione. 
 Studiare cosa è il fondamentalismo, da dove nasce, significa 
affrontare innumerevoli testi e analizzare numerose pagine, partire 
dall’indagine diacronica, per arrivare all’analisi attuale dei vari 
movimenti, che con il passare dei secoli hanno radicalmente 
modificato il significato pacifico originario, scindendolo in due 
branche, quella più estremista e l’originaria più moderata.  
 Il temine sorge in ambito protestante americano, come difesa 
dei fundamentals della religione, minacciati da quello che era 
percepito fra la fine del secolo XIX e gli inizi del XX come cedimento 
di molte comunità protestanti storiche alla modernità. 
La modernità sosteneva la necessità d’interpretare la Bibbia 
come qualsiasi altro testo storico, seguendo il metodo storico-
critico. Il fondamentalismo sosteneva, invece, la centralità 
dell’interpretazione letterale della Bibbia nella vita
2
.   
                                                 
2
 M. Introvigne, Fondamentalismi. I diversi volti dell’intransigenza religiosa, Piemme, Torino 
2004, cit. p. 18/E. Pace,  R. Guolo,I Fondamentalismi, Laterza, Roma-Bari 2002, cit. pp. 11-12.   
 7
Il primo ad usare questo termine, fu C.L. Laws , direttore della 
rivista conservatrice Watchman-examiner
3
.  
La denominazione fondamentalismo, racchiude divisioni 
interne, che andremo ad analizzare, perchè se dal suo lato 
originario "fondamentalismo" vuol dire «al fondo di una religione, 
alla base di essa»
4
, possiamo notare come nel tempo il suo 
significato abbia acquisito nuove accezioni, quasi tutte più 
negative. 
La prima distinzione da rimarcare non è di tipo etimologico in 
senso stretto, ma più di tipo comportamentale, possiamo trovare 
all'interno dei fondamentalisti una scissione in due categorie: i 
fondamentalisti che scelgono di seguire e praticare devotamente la 
propria fede religiosa, e gli estremisti (tra le cui fila si possono 
inserire anche i terroristi ) che usano la fede per scopi politici, 
portando avanti l'errato assunto che la religione sia politica, dove 
l’obiettivo non è un benessere collettivo, ma il raggiungimento del 
potere da parte di pochi individui
5
.   
Tutti gli estremisti sono fondamentalisti (anche i terroristi, 
soprattutto quelli) ma non tutti i fondamentalisti sono terroristi, 
sembra una frase inutile e superflua ma cela dietro di se numerosi 
significati non poco importanti. 
Non è sempre facile stabilire confini esatti fra chi è 
"conservatore" e quel tipo più "duro" di conservatorismo che è 
chiamato, più propriamente, "fondamentalismo". Nel corso del 
secolo XX, estrapolando alcune caratteristiche dal 
fondamentalismo protestante, la categoria è stata usata per 
identificare movimenti e correnti nell’ambito dell’ebraismo, 
dell’induismo, del buddhismo e appunto dell’islam
6
. 
                                                 
3
 R. Gritti, La Politica del Sacro, Guerini  Studio, Milano 2004, cit. p. 183. 
4
 Ibidem. 
5
 Idem, pp. 184-186. 
6
 Ibidem. 
 8
 In linea generale, tutti i fondamantalismi sono connotati da 
alcuni principi caratterizzanti, come indicato da Enzo Pace e Renzo 
Guolo, quali
7
: 
 
1. principio dell’innerranza del testo, secondo cui il contenuto 
delle Sacre Scritture non può essere né interpretato liberamente né 
sottoposto ad un’analisi critica, ma va accettato nella sua totalità 
per non stravolgere la verità che Esso racchiude; 
2. principio dell’astoricità, ovvero le verità contenute nelle 
Sacre Scritture non possono essere interpretate in base al mutare 
degli eventi storici e al cambiamento delle condizioni sociali; i 
fondamentalismi de-storicizzano il Libro rifiutandone la tradizione 
interpretativa; 
3. principio della superiorità delle leggi contenute nelle Sacre 
Scritture rispetto a quelle formulate da qualsiasi sistema giuridico 
e sociale, in quanto dalla loro applicazione scaturisce un modello di 
società perfetta. Dunque il Libro è concepito come un’enciclopedia 
capace di poter spiegare e interpretare la complessità sociale; 
4. principio del mito della fondazione, cioè la formulazione di 
un vero e proprio mito delle origini, volto da un lato ad affermare il 
primato del sistema di credenza al quale ogni fedele deve fare 
riferimento, dall’altro a evidenziare il profondo senso di coesione 
che unisce tutti coloro che fanno riferimento a tale sistema di 
credenza. 
Molto più rari sono i tentativi di costruire una categoria di 
"fondamentalismo cattolico"; qui, il termine più usato - di origine 
francese - è "integrismo", una parola che quando è stata coniata, 
designava i sostenitori più convinti della lotta del pontefice Pio X 
(1903-1914) contro la corrente del modernismo.  
Il fondamentalismo , perciò non va confuso con l’integralismo, 
il tradizionalismo e il conservatorismo religiosi, anche se spesso, 
oggi, questi termini si utilizzano indistintamente tra loro. 
                                                 
7
 E.Pace, R.Guolo, I Fondamentalismi,  cit. pp.5-6 
 9
«L’integralismo religioso nasce nell’Ottocento all’interno del mondo 
cattolico in seguito al processo di secolarizzazione avviato con 
l’Illuminismo, ed esprime la necessità di riaffermare la funzione 
sociale della religione nella società moderna per poter riconquistare 
un’identità religione»
8
.  
   Il termine "fondamentalismo" si è ormai così dilatato da 
essere, spesso, scarsamente scientifico. Nell’ultima parte del secolo 
XX non sono mancati, tuttavia, apprezzabili tentativi scientifici di 
definire le caratteristiche generali del fondamentalismo, culminati 
in un progetto dell’American Academy of Arts and Sciences, il 
Fundamentalism Project, che ha prodotto cinque volumi pubblicati 
fra il 1991 e il 1995. Tali caratteristiche generali sono riassunte dai 
ricercatori del Fundamentalism Project facendo riferimento sia 
all’ideologia, sia all’organizzazione. 
 Dal punto di vista ideologico il fondamentalismo, come 
abbiamo visto, nasce come movimento di reazione alla 
marginalizzazione della religione; esso è selettivo, in quanto sceglie 
alcuni aspetti della tradizione che vuole difendere e identifica 
nell’ambito della modernità alcuni bersagli da colpire (mentre altri 
aspetti della modernità sono accettati). Il fondamentalismo tende a 
dividere il mondo in "noi" e "loro"; adotta un principio di 
assolutismo e d’infallibilità, riferito alle sue Sacre Scritture; tende 
ad adottare una prospettiva millenarista. 
Dal punto di vista organizzativo, il fondamentalismo -o meglio 
i fondamentalismi- giacché ne esistono specie diverse, tendono a 
considerare i loro membri come un gruppo di "eletti" in lotta contro 
il "mondo" corrotto; stabiliscono frontiere nette fra chi fa parte del 
gruppo e chi ne è fuori; si organizzano in modo piuttosto 
autoritario;  
 
 
 
                                                 
8
 E. Pace, R. Guolo, I Fondamentalismi, cit. p. 8 
 10
ed emanano regole di comportamento che spesso coinvolgono i 
segni esteriori (come gli abiti) e hanno un grande valore simbolico. 
 La reazione contro la marginalizzazione della religione, l’idea 
dell’infallibilità delle Sacre Scritture, e sono alcune caratteristiche 
su cui, seppur con sfumature diverse tutti i musulmani, in genere, 
concordano.  
Il discorso principale del fondamentalista si basa sul puro-
impuro e, come abbiamo detto, sulla reinvenzione del passato, di 
un  passato che in realtà non è mai esistito. 
Ovviamente il riferimento alle leggi sacre è presente in 
maniera importante ma anche qui distorta, in quanto la 
metodologia di selezione dei testi avviene secondo dei canoni 
informali, i testi scelti devono corrispondere al loro progetto 
politico, vengono scelti e modificati affinché possano essere più 
utili alla causa “radicale”. 
   Il fondamentalismo «è allo stesso tempo un fenomeno 
moderno e antico: moderno quanto nasce contestualmente alla 
modernità, come risposta alla secolarizzazione della società e alla 
conseguente crisi di identità che essa comporta; antico perché 
propone una società perfetta corrispondente al mito delle origini»
9
. 
                                                 
9
 E. Pace, R. Guolo,idem,cit. pp .4-5 
 11
1.2. IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO 
 
La categoria di fondamentalismo islamico è stata ampiamente 
costruita facendo entrare in gioco un altro elemento, cui il 
Fundamentalism Project non ha dato rilievo primario, pur non 
ignorandolo: la non distinzione fra religione e politica, e il desiderio 
di ristabilire "l’ordine ideale della Città di Dio" nella città degli 
uomini
10
, attraverso la rigorosa applicazione della legge islamica, la 
shari’a.
11
  
In questi termini generali, non è ancora facilissimo identificare 
il nocciolo del "fondamentalismo" all’interno dell’islam, dal 
momento che è impossibile rintracciare la distinzione, tipicamente 
occidentale, fra religione e politica nella "legge sociale dell’islam", 
infatti i musulmani disposti a sottoscrivere la tesi secondo cui gli 
Stati debbono essere governati da leggi "laiche", prescindendo 
completamente dalla shari’a (la legge islamica sovrana) 
rappresentano una minoranza, scarsamente rappresentativa. 
Quando si parla dell’islam si possono preferire a 
"fondamentalismo" termini diversi come "islamismo" o 
"radicalismo" (quest’ultimo usato da alcuni autori, come vedremo, 
in un senso più specifico, per indicare una corrente all’interno del 
"fondamentalismo") ma il problema di fondo non cambia.  
Sembra, in realtà, che la letteratura scientifica parli di 
"fondamentalismo islamico" in due sensi diversi. Nel primo senso il 
"fondamentalismo islamico" è un tipo ideale (un "idealtipo" nel 
senso del sociologo Max Weber) di pensiero e di atteggiamento, 
secondo le categorie del Fundamentalism Project interpretate in 
senso rigoroso e radicale (diversamente, tutti o gran parte dei 
musulmani sarebbero, per le ragioni accennate, "fondamentalisti"), 
con una particolare insistenza sulle caratteristiche sociologiche che 
rimandano a un attivismo militante.  
 
                                                 
10
 R. Gritti, La Politica del Sacro, cit. p. 207 
 12
In un secondo senso, oggi spesso usato dagli studiosi, 
l’espressione "fondamentalismo islamico" designa invece un 
movimento, che ha uno specifico inizio e un percorso nella storia. 
Si afferma spesso che l’influenza politica del fondamentalismo 
islamico nasce con la Guerra dei Sei Giorni del 1967 e con 
l’emergere della questione palestinese. Tuttavia, i “Fratelli 
Musulmani” avevano già partecipato alla rivolta palestinese degli 
anni 1936-1939 e al conflitto arabo-israeliano del 1948, ponendo 
così la questione di Israele e della Palestina al centro delle loro 
preoccupazioni senza che il ruolo fosse, peraltro, unico.  
Ala “radicale” e ala “neotradizionalista”, sono queste le due 
correnti prevalenti nel sistema dei fondamentalsti islamici, e se in 
comune hanno l’obiettivo da raggiungere, diverse sono le strategie 
per perseguire questo scopo. Per l’ala "radicale" si tratta di una 
"islamizzazione dall’alto", cioè di acquisire subito la titolarità del 
potere politico. Ciò avviene, nella maggior parte dei paesi, tramite 
una rivoluzione o un colpo di Stato, poiché le autorità costituite si 
considerano inadeguate a raggiungere il fine perseguito, mentre in 
altri non è esclusa la partecipazione a elezioni.  
  «Per l’ala neotradizionalista si tratta invece di una 
islamizzazione dal basso»
12
 che prima di affrontare qualunque 
ipotesi di conquista della titolarità del potere  ritiene necessaria 
una paziente opera di nuova diffusione della cultura islamica 
tramite una fitta rete di moschee e la penetrazione delle idee 
fondamentaliste tanto fra gli studenti e intellettuali quanto nel 
mondo del lavoro e delle professioni. 
Per quanto riguarda la corrente radicale, che sostiene 
l’islamizzazione "dall’alto", da un certo punto di vista si potrebbe 
ritenere che il suo trionfo sia stato rappresentato dal successo, nel 
1979 della rivoluzione islamica in Iran guidata dall’ayatollah 
Ruhollah Khomeini (1901-1989)
13
.  
                                                                                                                                     
11
 Testo sacro della religione islamica. 
12
 E. Pace R. Guolo, I fondamentalismi, , cit. p.35 
13
 R. Gritti, La Politica del sacro, cit .p. 206. 
 13
In realtà, tuttavia, la corrente radicale non considera 
unanimemente l’Iran khomeinista un modello, sia per i suoi relativi 
insuccessi in politica interna ed estera, sia per il fatto che molti 
radicali sunniti sono tradizionalmente sospettosi nei confronti 
dell’islam sciita, di cui la Repubblica Islamica dell’Iran rappresenta 
oggi non solo un’espressione, ma una guida internazionale.  
   Peraltro, nel mondo del fondamentalismo islamico, le 
divergenze teologiche e ideologiche s’incontrano spesso con 
problemi politici squisitamente nazionali e regionali, determinando 
rotture fra gruppi che sembrerebbero dottrinalmente affini e, nello 
stesso tempo, strane alleanze, che pure, potrebbero apparire 
difficili. 
Naturalmente, il fondamentalismo islamico non nasce dal 
nulla, fra i suoi antecedenti più o meno immediati va citato almeno 
il movimento di Muhammad Ibn Abdul Wahab (1703-1792) detto 
wahabita, «un tentativo di ritorno all’islam originario separandolo 
da tutte le innovazioni successive»
14
, strettamente associato alla 
formazione della monarchia saudita, di cui il wahabismo diventa 
ideologia ufficiale, senza dimenticare alcuni Stati ex-sovietici 
dell’Asia centrale dove wahabismo è spesso usato come sinonimo di 
fondamentalismo. Il wahabismo, «forma più tipica del 
fondamentalismo puritano islamico, vuole sconfiggere l’ignoranza 
dell’era pre-islamica ed instaurare il regno della parola di Dio 
fondato sulla purezza originale»
15
. 
I gruppi fondamentalisti attuali sono formati non più da 
teologi o sociologi, ma da «tecnici» che cercano di re-interpretare la 
parola di Maometto rifiutando la vecchia tradizione, negando e 
cancellando i quattordici secoli che sono trascorsi dalla morte del 
profeta
16
. 
       Al-Wahhab, identificava le cause della decadenza dell’Islam, 
ovvero delle sconfitte subite dal mondo musulmano, non nel 
                                                 
14
 M.Introvigne, Fondamentalism. I diversi volti dell’intransigenza religiosa, cit. p. 34. 
15
 Idem p. 37. 
16
 Idem, p. 38.  
 14
divario economico-politicomilitare rispetto alle potenze coloniali 
europee, bensì nel tradimento degli ideali e dei valori autentici della 
sharī’a ,la Legge Sacra. 
    Egli affermava la necessità di purificare la fede da tutte le 
pratiche popolari come l’adorazione dei santi, tipica del sufismo
17
, 
che, a suo parere, equivalevano allo shirk, il politeismo praticato 
dalle tribù locali prima che il Profeta le illuminasse; da tutte quelle 
innovazioni (bida), considerate eresie, introdotte 
dall’interpretazione giuridica della Legge Sacra ad opera degli 
ulema
18
; predicando un «ritorno alle fonti», all’autentico messaggio 
coranico.  
    Secondo al-Wahhab solo un ««rinnovato rapporto spirituale 
con i Testi avrebbe consentito una riforma sociale e avrebbe posto 
fine allo stato di decadenza dell’Islam»
19
. 
I radicali islamici o anche «riformatori» vengono chiamati così 
poiché mirano a riformare la loro religione
20
; ma questo termine è 
utilizzato anche per indicare quei movimenti musulmani moderati, 
nati tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, che avevano 
l’obiettivo di «modernizzare l’Islam», ovvero ridurre il gap con il 
mondo occidentale, attraverso l’acquisizione e il dominio delle 
tecniche istituzionali, militari e di produzione, che avevano portato 
l’occidente in auge
21
. 
       La corrente più importante è la Salafiyya fondata da 
Jamal al-Din al-Afghani (1838-1897) e da Muhammad ‘Abdu 
                                                 
17
 Il sufismo si presenta storicamente sotto forma di gruppi religiosi  impegnati a compiere una 
esperienza spirituale volta all’elevazione dell’anima verso Dio, ricorrendo a tecniche di preghiere e 
forme come poesia e canto. I gruppi sufi sono costituiti da un numero ristretto di fedeli che si 
riuniscono attorno ad un capo carismatico che impara loro a raggiunge l’ascesi. Alcuni gruppi 
vivono in isolamento, sui ribat. Cit. in E. Pace,, Sociologia dell’Islam. Fenomeni religiosi e 
logiche sociali, cit. pp. 107-109, 129-136. 
18
 Professionisti della religione che produssero una letteratura specialistica riguardante le questione 
religiose, che includono anche il diritto detto fiqh. Il compito degli Ulema è quello di formulare e 
in caso di interpretare le regole esplicite ed elaborare i principali generali contenuti nei testi sacri. 
Cfr. B. Lewis, Il linguaggio politico dell’Islam (1998), trad. it. B. Amoretti Scarcia, Laterza, 1991, 
cit. pp.33-34.  
19
 E. Pace, Sociologia dell’Islam. Fenomeni religiosi e logiche sociali, Carocci, Roma 
2004,.cit.p.168. 
20
 J. Bruke, Al Qaeda la vera storia(2003), trad. it. da B. Amato, Feltrinelli, Milano 2004, cit. p. 
56. 
 15
(1849-1905), che dall’Egitto si diffonderà in Siria, Algeria, India, 
Tunisia e Marocco
22
. 
      La Salafiyya ritiene che solo attraverso una riforma 
politica ci possa essere la rinascita dell’islam. L’opera di riforma 
consiste in una rivisitazione del pensiero filosofico arabo e persiano 
del passato, nel superamento dell’interpretazione giuridica della 
Legge religiosa, rimettendo in movimento le facoltà della ragione 
nello sforzo di adattamento della Legge alla realtà 
contemporanea
23
. 
Il riformismo si sforza di conciliare la modernità con l’Islam 
cercando di adattare al mondo musulmano alcuni concetti 
occidentali; ad esempio la democrazia viene tradotta attraverso la 
pratica cranica della shura, consultazione
24
.  
Il progetto riformista non si limita però alla sfera politica ma 
pone l’attenzione anche sull’economia, la scienza e la tecnica, 
cercando di «conciliare Islam e razionalità moderna» 
I radicali islamici sono definiti anche salafiti
25
, termine 
utilizzato per indicare tutti quei movimenti che considerano l’Islam 
puro del profeta Maometto e l’esperienza della prima generazione di 
musulmani (salafi, come letteralmente li chiama il Corano e gli 
hadith) come modello sociale da emulare. Secondo Massimo 
Introvigne, studioso di movimenti religioso, esiste oggi una parte 
del fondamentalismo, che potrebbe avere la meglio sull’estremismo 
che tanto penalizza questa religione, infatti secondo lo studioso 
«esiste una parte che io non chiamerei “moderati”: i “neo-
fondamentalisti” vogliono uno Stato fondato sulla legge islamica 
tradizionale (i cui pilastri sono la non uguaglianza delle donne e dei 
non musulmani) anche se perseguono questo obiettivo con mezzi 
non violenti.  
                                                                                                                                     
21
 Cfr. E. Pace,R. Guolo, I Fondamentalismi/ S. P. Hunghtington, Lo Scontro delle Civiltà, cit 
.p.175. 
22
 E. Pace, R. Guolo, ibidem, cit. pp. 33-34; M.Introvigne, Fondamentalism. I diversi volti 
dell’intransigenza religiosa,, cit. p. 56.   
23
 M. Introvigne, ibidem. 
24
 R. Guolo, Il Partito di Dio. L’Islam radicale conto l’occidente, Guerini Associati, 1994, cit. p. 
59. 
 16
Diversi sono i “conservatori”, che considerano la legge islamica 
un orizzonte ideale e non un libro di ricette immutabile, e anche 
sui diritti delle donne e dei non musulmani sono aperti al 
dialogo»
26
. 
 
       
                                                                                                                                     
25
J. Bruke, Al Qaeda. La vera storia, cit. p. 56. 
26
 Intervista da me realizzata con  M. Introvigne, studioso di movimenti religiosi e presidente del 
Cesnur.