3
 I quattro secoli che sono trascorsi dall’arrivo delle prime persone  d’origine 
africana  in territorio americano
2
 sono stati un lungo e  tragico susseguirsi di 
gravissime privazioni dei diritti umani.  Sebbene nel 1865, al termine della Guerra 
Civile, il presidente Lincoln abbia sancito, con l’introduzione  nella costituzione 
americana del Tredicesimo Emendamento, l’abolizione della schiavitù in tutto il 
territorio nazionale, il fenomeno del razzismo non è affatto scomparso, anzi, dopo 
l’emancipazione si è perfino  rafforzato. I membri della comunità afroamericana non 
sono certo rimasti inerti a tutto questo e nel corso degli anni hanno lottato con forza e 
determinazione perché avvenisse un riconoscimento effettivo, e non solo teorico,  dei 
loro diritti.   
 Il primo dopoguerra e gli anni Venti del Novecento hanno rappresentato una 
delle fasi cruciali di questa lunga lotta combattuta dai neri, ma non solo, in nome 
dell’uguaglianza sociale e per abbattere definitivamente le barriere della 
discriminazione razziale. Durante la Prima Guerra mondiale  si era diffuso negli Stati 
Uniti un clima di fiducia e speranza nei principi e nelle istituzioni democratiche che 
aveva coinvolto anche la minoranza nera. Molti uomini di colore, combattendo nelle 
file dell’esercito americano una guerra in favore della libertà  e 
dell’autodeterminazione dei popoli, erano tornati in patria vittoriosi e fermamente 
convinti che la loro grande prova di coraggio e patriottismo avrebbe finalmente 
garantito a tutta la comunità nera il riconoscimento dei propri diritti civili ed un 
generale miglioramento della propria condizione economica e sociale. Tuttavia 
l’immediata ripresa dei  linciaggi e delle brutalità ai danni degli afroamericani fece 
svanire in poco tempo tali certezze. La grande delusione andò comunque ad 
alimentare un clima di tensione sociale  che favorì l’emergere all’interno della 
                                                 
2
 I primi fra loro a raggiungere le colonie americane arrivarono a Jamestown, Virginia,  nel 1619 a 
bordo di una fregata olandese. In un primo momento essi non vennero utilizzati come schiavi, bensì 
come servi a riscatto. Perciò  dopo un determinato periodo di tempo  riconquistarono la propria libertà.    
 4
minoranza nera di  numerosi movimenti di protesta e di lotta. Vennero fondate 
associazioni ed organizzazioni che pur lottando per lo stesso obiettivo  affrontarono la 
questione razziale da  prospettive differenti e talvolta antitetiche. Gli esponenti 
riformisti della comunità afroamericana optarono per una strategia “integrazionista” e 
proposero una politica di collaborazione con i bianchi in modo da favorire un rapido 
inserimento dei neri nel sistema politico ed economico statunitense allora vigente. 
Diversamente, una parte della minoranza di colore fu convinta dal trionfo della 
rivoluzione bolscevica che il modello comunista rappresentasse la soluzione ideale per 
ottenere il riconoscimento dei propri diritti e l’emancipazione economica dalla 
schiavitù capitalista.   
 All’interno di questo vivace panorama politico si distinse per originalità e  
controversia la vicenda del nazionalista nero Marcus Garvey, un giamaicano che 
fondò e fu leader indiscusso della Universal Negro Improvment Association 
(Associazione per il Miglioramento Universale dei Neri). Anche se le attività e gli 
obiettivi della sua associazione erano di carattere internazionale ed i suoi sostenitori 
sparsi in diversi continenti del mondo, fu negli Stati Uniti che Garvey  riscosse 
maggior successo.  L’UNIA si impose in brevissimo tempo come il primo grande 
movimento di massa nero della storia statunitense -alcuni storici sostengono che 
l’associazione nei periodi di massima adesione annoverasse tra le sue file sei milioni 
di membri ed altrettanti simpatizzanti- ed il suo leader in meno di un decennio, tra il 
1918 e il 1927, riuscì ad influenzare il pensiero di molti afroamericani come pochi 
altri uomini riuscirono a fare nel corso di un’intera vita.  Giunto negli Stati Uniti nel 
pieno del processo d’immigrazione d’intere famiglie di colore dalla realtà rurale del 
Sud a quella industriale del Nord, Garvey vi trovò  il clima ideale per diffondere tra i 
neri un messaggio fondato su concetti d’orgoglio, solidarietà ed autodeterminazione 
 5
razziale il cui eco risuona tuttora in alcuni ambienti politici afroamericani. Il suo 
contribuito è stato determinante per lo sviluppo nella comunità nera statunitense di 
una consapevolezza di razza che se in passato ha permesso ai neri un generale 
miglioramento della propria condizione oggi costituisce il fondamento ideologico di 
quei movimenti che si battono in favore dell’uguaglianza sociale. Il presidente 
dell’UNIA propose agli afroamericani e a tutte le popolazioni nere del mondo una 
duplice soluzione per risolvere il problema della discriminazione razziale: da una 
parte la gestione diretta d’imprese ed attività commerciali in modo da garantirsi 
l’indipendenza economica dai bianchi, dall’altra la creazione nel continente africano 
di un grande stato libero ed indipendente dalle potenze coloniali europee. Tuttavia la 
crociata nazionalista e separatista finì per condurre Garvey verso un declino rapido e 
spettacolare  quanto fu la sua stessa ascesa. Le sue contraddittorie scelte  politiche lo 
isolarono e lo contrapposero agli altri capi carismatici  della comunità afroamericana, 
mentre la sua retorica, a tratti violenta ed aggressiva, attirò l’attenzione delle autorità 
coloniali europee e del Ministero della Giustizia statunitense. Nel 1925 Garvey venne 
arrestato per frode postale e due anni dopo deportato dagli Stati Uniti. Fu quello un 
duro colpo per l’UNIA, che si sfaldò in pochissimo tempo, ma soprattutto per il suo 
presidente che dopo aver tentato più volte di rilanciare il movimento nel 1940 morì in 
solitudine e dimenticato da tutti.    
 Ciò non sorprende se si pensa che anche nel corso degli anni Venti,  nonostante 
la popolarità tra la comunità afroamericana e la capacità  d’attirare nel bene e nel male 
le attenzioni dell’opinione pubblica statunitense,  Garvey era completamente ignorato, 
oltre che dagli studiosi bianchi, anche  dagli intellettuali neri. Quelle rarissime volte 
che quest’ultimi si riferivano al giamaicano era per sottolinearne l’opportunismo o 
altri aspetti negativi. Così quando nel 1925 Alain Locke pubblicò in The New Negro 
 6
uno studio sulla nuova immagine dell’individuo afroamericano, solo un piccolo 
accenno venne fatto riguardo il ruolo certamente determinante del movimento 
nazionalista nero. Dopo la deportazione del giamaicano le cose cominciarono a 
cambiare. Nel 1927 il docente di Harvard Benjamin G. Brawley iniziò a discutere di 
Garvey e del suo movimento nel testo scolastico A Short History of the American 
Negro. Lo stesso Brawley nello studio sulla letteratura afroamericana proposto nel 
1937 con la pubblicazione di The Negro Genius sottolineò l’influenza di Garvey sulla 
letteratura del cosiddetto “Harlem Renaissance”. Nel 1930 l’autore afroamericano 
James Weldon Johnson riconobbe apertamente in Black Manhattan l’importanza di 
Garvey e del suo messaggio d’orgoglio razziale nel processo di rinascita  della 
comunità nera statunitense, così come fece nell’opera The Negro, Too, in American 
History (1938) anche Merl R. Eppse. 
 Nel corso degli  anni Quaranta e Cinquanta grazie all’interesse di alcuni 
intellettuali di colore proseguì l’opera di rivalutazione del garveysmo. Lo storico Joel 
A. Rogers dedicò al presidente dell’UNIA uno dei capitoli del suo libro World’s Great 
Men of Color (1946), mentre  Arna Bontemps e Jack Conroy scrissero del giamaicano 
in una sezione del loro studio, They Seek a City, sulle rinnovate aspirazioni della 
comunità afroamericana. L’importanza del garveysmo fu rilevata anche dall’illustre 
storico John Hope Franklin che già nella prima edizione dell’opera From Slavery to 
Freedom (1947) affermò: “its significance lies in the fact that it was the first mass 
movement among African Americans and that it indicated the extent to which they 
entertained doubts concerning the hope for first-class citizenship in the only homeland 
they knew.”
3
 
                                                 
3
 J. Hope Franklin -A.A. Moss, From Slavery to Freedom, Alfred A.Knopf, NY 1947, p. 397. 
 7
 Nonostante rispetto agli anni Venti l’interesse degli storici per il garveysmo 
fosse certamente cresciuto, fino alla metà degli anni Cinquanta alla vicenda 
dell’UNIA e del suo presidente non vennero dedicati studi  approfonditi. Il prolungato 
silenzio fu interrotto solo nel 1955 dallo studioso americano  E. David Cronon con la 
pubblicazione di Black Moses: The Story of Marcus Garvey and the Universal Negro 
Improvment Association.
4
 Il libro venne presentato nella sua prima edizione quando 
erano ancora molto pochi gli studiosi interessati alla storia della popolazione nera del 
Nuovo Mondo.  Lo stesso autore ne era consapevole tanto da sentirsi obbligato nella 
prefazione a giustificare in qualche modo  questo suo particolare interesse per la 
materia.   
 Il vero e proprio dibattito storiografico su Garvey ed il garveysmo ha preso piede 
solo a metà negli anni Sessanta in coincidenza, e non è un caso, con tre importanti 
momenti storici: l’inizio del processo di decolonizzazione del continente africano, la 
conquista dell’indipendenza delle popolazioni di colore delle isole caraibiche ed, 
infine, l’affermazione negli Stati Uniti di leader nazionalisti neri,  Malcolm X su tutti, 
che nei loro discorsi si rifacevano  all’orgoglio razziale ed ai progetti  separatisti tipici 
della politica di Garvey.  
 Da allora l’interesse degli studiosi di tutto il mondo nei confronti del presidente 
dell’UNIA è  progressivamente aumentato. In Giamaica la sua immagine,  per lungo 
tempo pubblicamente denigrata dal governo, è stata totalmente rivalutata  tanto che 
oggi Garvey è considerato il vero padre dell’indipendenza nazionale. A Kingston, la 
capitale, gli è stata intitolata una strada ed è stata collocata una sua statua all’interno 
del parco pubblico. Nel 1964, in occasione del rientro in patrie delle sue spoglie, gli è 
stato riconosciuto il titolo onorifico di eroe nazionale.  
                                                 
4
 Per ogni ulteriore informazione sulle opere citate si rimanda alla relativa sezione bibliografica.  
 8
Egli, inoltre, è un venerato profeta dei numerosi seguaci del movimento politico-
religioso  del Rastafarianesimo.   
 Negli Stati Uniti l’interesse nei confronti di Garvey e della sua politica è invece 
improvvisamente rinato nel momento in cui i portavoce del Black Power hanno 
iniziato a ricordare nei loro discorsi il nome del presidente dell’UNIA  e ad elogiarne  
la strategia politica. Fondamentale è stato anche il contributo di Amy Jacques Garvey, 
la seconda moglie del giamaicano, che, oltre ad aver mantenuto per molti anni intensi 
rapporti di collaborazione con i nazionalisti neri dell’Africa e del continente 
americano, ha reso possibile, grazie alla pubblicazione di Garvey and Garveysm e di 
Black Power in America  nel 1968, una conoscenza più approfondita del pensiero del 
marito.           
  La stessa Amy Jacques Garvey ha curato la pubblicazione di The Philosophy 
and Opinions of Marcus Garvey, un’opera che per anni è rimasta l’unica raccolta di  
scritti e  discorsi del nazionalista nero disponibile sul mercato. Tuttavia oggi la sua 
validità è messa in forte discussione dagli studiosi per il suo carattere 
intenzionalmente propagandistico e apologetico.  Il primo dei due volumi venne 
pubblicato infatti nel momento in cui, agli inizi del 1923, Garvey era impegnato nella 
ricerca di sostegno per la sua battaglia legale contro il governo statunitense. Per dare 
un’immagine il più liberale possibile del giamaicano era necessario quindi non 
includere nella raccolta i discorsi e gli articoli dal carattere più radicale. La strategia 
revisionista venne adottata anche per la pubblicazione, nell’autunno del 1925, del 
secondo volume. Allora Garvey, che stava scontando i cinque anni di detenzione nel 
carcere di Atlanta, non poteva permettersi passi falsi se voleva ottenere la 
commutazione della pena. Egli stesso, come ha ricordato la moglie in Garvey and 
Garveysm, volle inviare copie gratuite del testo a Senatori e Deputati del Congresso 
 9
nel tentativo di suscitare l’interesse del mondo politico americano. E’ evidente 
pertanto che l’intera opera presenta dei difetti che bisogna attentamente valutare ogni 
qualvolta si prende in considerazione i suoi contenuti.  
   A partire dal 1983,  grazie all’incommensurabile lavoro di Robert Hill, lo 
studio su Garvey e l’UNIA ha potuto compiere grandi passi avanti. Hill, infatti, in 
qualità di direttore del progetto di ricerca del Centro di Studi Africani dell’Università 
della California The  Marcus Garvey and Universal Negro Improvment Association 
Papers, ha curato la mastodontica raccolta di tutto il materiale su Garvey e la sua 
associazione allora disponibile. Sono stati recuperati più di trentamila fra documenti 
d’archivio e manoscritti originali provenienti da diverse fonti e concernenti la vita del 
nazionalista giamaicano dalla nascita sino alla morte; attualmente sono stati pubblicati 
dodici dei venti volumi previsti. Ogni volume contiene lettere e manoscritti di Garvey, 
pamphlet, rapporti dell’FBI, trascrizioni di discorsi, articoli di giornale, dispacci 
diplomatici  e tutto quant’altro si riferisce direttamente o indirettamente al pensiero e 
all’azione del giamaicano. Inoltre nel primo volume è stata inserita da Hill una 
preziosa introduzione allo studio del garveysmo.    
 Nonostante il gran lavoro di Hill, è necessario sottolineare che ancora oggi il 
materiale originale sui cui lavorare per dare una corretta valutazione di Garvey  non è 
sufficiente. La mancanza di fonti dirette rende lo studio su Garvey e l’UNIA ancora 
molto difficile. Il Dipartimento della giustizia statunitense ha infatti sequestrato, e 
successivamente distrutto, tutti i registri dell’associazione nel momento della 
condanna del giamaicano. Altro materiale è andato perso inoltre in seguito ai contrasti 
interni all’organizzazione, mentre  la maggior parte dei documenti personali di Garvey 
è andata distrutta durante i bombardamenti su Londra del 1941 e 1942. 
 10
 Comunque gli studiosi del movimento garveysta sono numerosi ed in aumento. 
Il più prolifico fra tutti è certamente il professore di storia e cultura afroamericana 
Tony Martin. Egli, a partire dal 1976, ha pubblicato una collana di libri per The New 
Marcus Garvey Library che oggi costituiscono un punto di riferimento essenziale per 
chi voglia studiare la travagliata storia del nazionalista giamaicano e della sua 
associazione. Martin non ha indirizzato la sua ricerca in un’unica direzione ma in 
diverse,  evidenziando così aspetti  che altri storici non hanno indagato. Così se in  
Race First ha saputo ben delineare i fondamenti ideologici della politica garveysta, in 
altre opere come Literary Garveysm e The Poetical Works of Marcus Garvey ha 
voluto  sottolineare il contributo diretto di Garvey nel processo di “rinascimento” della 
cultura nera in atto negli anni Venti del Novecento. Probabilmente in alcune occasioni 
l’analisi storica di Martin manca d’obiettività e tende a sottovalutare gli errori  del 
presidente dell’UNIA; ciò non toglie tuttavia il valore del contributo di questo 
studioso alla storia del garveysmo.    
 Un altro dei  principali studiosi del movimento garveysta è Rupert Lewis. 
Nell’opera Anti-Colonial Champion egli  ha voluto sottolineare tutte le espressioni del 
carattere anti-coloniale dell’azione di Garvey. Particolare attenzione ha posto sulla 
carriera politica del presidente dell’UNIA una volta rientrato in patria nel 1927. 
Lewis, inoltre, ha pubblicato Marcus Garvey: Africa, Europe, the Americas e Marcus 
Garvey: His Work and Impact. Questi libri raccolgono i contributi degli storici e degli 
studiosi che hanno partecipato a due conferenze internazionali su Garvey e il 
garveysmo: la prima organizzata nel 1973 dall’African Association Studies of the West 
Indies  e la seconda ospitata nel 1987 dall’University of West Indies in occasione del 
centenario della nascita del presidente dell’UNIA.  
 11
  Il dibattito storiografico sul garveysmo è in continua evoluzione ma non ha 
ancora interessato studiosi europei e più specificatamente italiani. Anche se molto 
spesso la vicenda del nazionalista giamaicano è accennata nelle opere biografiche su 
più recenti e conosciuti politici afroamericani, come Malcolm X e Martin Luther 
King, oggi il suo nome è per lo più sconosciuto agli storici e nessun libro che lo 
riguardi è stato pubblicato nel nostro paese. Questa analisi rappresenta dunque la 
prima indagine in lingua italiana su questo protagonista della storia afroamericana.      
 Pertanto si deduce che per l’elaborazione di questa tesi sono state consultate 
soprattutto opere in lingua inglese. Per quanto concerne le fonti dirette, sono stati di 
fondamentale importanza i primi quattro volumi della già citata collana curata da 
Robert Hill. Questi testi sono stati scelti perché prendendo in considerazione il 
periodo tra il 1887 e il 1924 ci hanno consentito di ricavare interessanti  informazioni 
sul periodo di maggior impatto del garveysmo.   Di particolare utilità per l’analisi del 
periodo giovanile di Garvey, del rapporto con i genitori e della fondazione dell’UNIA 
si è rivelato lo scritto autobiografico The Negro’s Greatest Enemy redatto nel 
settembre del 1923 durante la sua detenzione in carcere. Per comprendere appieno 
tutti gli aspetti del sistema organizzativo su cui si reggeva l’associazione, 
dall’organizzazione delle divisioni all’elezioni dei suoi rappresentanti, si è dimostrato 
invece un valido  punto di riferimento la Constitution and Book of Laws. D’altra parte 
i numerosi articoli di giornale scritti dallo stesso Garvey, pubblicati per la maggior 
parte sul Negro World, e le trascrizioni dei suoi discorsi  sono state molto utili per 
comprendere tutti gli aspetti della sua strategia politica; di pari interesse ed importanza 
per rendersi conto del modo con il quale il governo statunitense e le autorità coloniali 
agissero e si ponessero  nei confronti del nazionalista giamaicano sono stati  i rapporti 
degli agenti investigativi federali. 
 12
      L’altra fonte diretta adottata per l’elaborazione di questa tesi è stata l’opera in 
due volumi curata da Amy Jacques Garvey  Philosophy and Opinions of Marcus 
Garvey. E’ necessario rilevare in ogni modo che le già notate lacune  di quest’opera e 
il fatto che la maggior parte del suo materiale sia stato inserito anche nel lavoro di 
Robert Hill  ci hanno portato ad un suo moderato impiego.  
 Essenziale per una corretta interpretazione storica di Garvey e della sua 
associazione è stato comprendere l’evoluzione generale del contesto politico, 
economico e sociale statunitense nel periodo bellico e negli anni Venti.  Utili in questo 
senso si sono rivelati tre testi: The Limits of Liberty, American History 1607-1980 di 
Maldwin A. Jones, The Great Republic: A History of the American People di John L. 
Thomas e Anxious Decades. America in Prosperity and Depression di Micheal E. 
Parrish.
5
 Per la più specifica analisi della realtà afroamericana e dei diversi movimenti 
politici  neri degli anni Venti ci si è avvalsi invece dello studio  di John Hope Franklin 
e Alfred Moss Jr.  From Slavery to Freedom – A History of African American. 
L’esame ed il confronto tra le diverse posizioni dei maggiori esponenti politici neri 
contemporanei di Garvey è stato fondamentale per riuscire a inquadrare correttamente 
la posizione del nazionalista all’interno del movimentato scacchiere politico 
afroamericano del tempo. A questo scopo sono stati utilizzati due testi: Black Leaders 
of the Twentieth Century pubblicato nel 1982 da J. Hope Franklin e August Meier, e 
African American Political Thought edito da Cary D. Wintz.  
 Per la comprensione più specifica della vicenda di Garvey e della sua 
associazione sono state impiegate numerose opere monografiche. Una delle più 
interessanti e complete è stata certamente The World of Marcus Garvey pubblicata nel 
                                                 
5
 Tutte le tre opere sopraccitate sono state tradotte e pubblicate in italiano:  The Limits of Liberty nel 
1984 con il titolo di Storia degli Stati Uniti d’America (Bompiani); The Great Republic nel 1988 con il 
titolo di La nascita di una potenza mondiale (il Mulino); Anxious Decades nel 1995 con il titolo L’età 
dell’ansia (il Mulino). 
 13
1986 dalla studiosa statunitense Judith Stein. L’autrice, a differenza d’altri storici, non 
ha voluto considerare lo sviluppo del movimento nazionalista  solamente come un 
fenomeno a sé stante, ma piuttosto come un processo inserito nel  generale contesto 
economico, politico e sociale delle comunità nere di tutto il mondo. A suo avviso, 
infatti, le dinamiche di sviluppo  dell’UNIA  e del suo programma appaiono alquanto 
caotiche se non vengono prima comprese le peculiarità che contraddistinsero la 
situazione nelle differenti zone d’espansione dell’associazione garveysta. L’indagine 
storica della Stein, inoltre,  non ha voluto tralasciare, per lo stesso motivo di cui sopra, 
l’analisi della situazione politica ed economica mondiale precedente e contemporanea 
a Garvey. La studiosa statunitense ha sapientemente osservato: “Underlyng the 
UNIA’s politics was a profound social upheavel that affected all parts of the black 
word. This phenomenon cannot be reduced to racism.”
6
        
 Oltre all’apprezzabile lavoro di Judith Stein, è necessario sottolineare che per 
l’elaborazione di questa tesi sono stati di grande validità i numerosi e già citati volumi 
pubblicati da Tony Martin per la Majority Press. Marcus Garvey: Hero, un testo fatto 
apposta per introdurre gli studenti delle scuole superiori allo studio del garveysmo, ha 
fornito indicazioni schematiche sulla travagliata vita di Garvey; Race First è servito a 
delineare i dogmi fondamentali della dottrina garveysta e a chiarire quali furono i 
rapporti tra i nazionalisti neri e gli altri schieramenti politici del tempo; African 
Fundamentalism e Literary Garveysm ci hanno aiutato nella comprensione 
dell’influenza dell’UNIA nel processo di risveglio culturale della comunità 
afroamericana.  
 Nel trattare del complesso rapporto tra nazionalismo nero e sinistra politica 
statunitense ci siamo avvalsi del contributo dell’opera di Philip S. Foner e James A. 
                                                 
6
 Judith Stein, The World of Marcus Garvey, Race and Class in Modern Society, Louisiana State 
University Press, Baton Rouge, 1986, p. 4. 
 14
Allen  American Communism and Black Americans, A Documentary History, 1919-
1929. Importante per la comprensione della strategia politica del partito comunista 
americano e delle diverse organizzazioni sindacali sono state le opere di Malcolm 
Sylvers Politica e ideologia del comunismo statunitense e Sinistra politica e 
Movimento operaio negli Stati Uniti. 
 Il contributo di questo materiale bibliografico è stato necessario per  realizzare 
un’indagine approfondita sulla storia della Universal Negro Improvment Association e 
il pensiero di Marcus Garvey. Abbiamo scelto però di concentrare la nostra attenzione 
su un periodo limitato di tempo, ovvero dal 1916 al 1927, perché è stato in questo 
particolare  momento storico  che l’organizzazione garveysta riuscì ad assumere un 
ruolo importante all’interno del panorama politico afroamericano e a coinvolgere nei 
suoi ambiziosi progetti ampi strati della minoranza nera statunitense. In questo lasso 
di tempo Garvey, seppur interessandosi alle condizioni della popolazione nera di tutto 
il mondo, visse negli Stati Uniti ed operò principalmente dal quartier generale di New 
York . Egli diventò il massimo rappresentante di quella  fazione “separatista” della 
comunità afroamericana che, non credendo nella possibile integrazione dei neri in una 
società come quella americana dominata economicamente e politicamente dai bianchi, 
si scontrò duramente con i neri di idee liberali o di stampo socialista. Perciò l’analisi 
della sua breve ma intensa esperienza statunitense ci porterà  ad indagare 
indirettamente anche sulle condizioni  della minoranza nera negli anni Venti e sulle 
soluzioni proposte dagli altri leader afroamericani al problema tragico della questione 
razziale.  
 I cinque capitoli che compongono questa tesi sono strutturati affinché, giunti alla 
conclusione, si possiedano sufficienti elementi per stabilire l’importanza ed il valore 
storico del movimento garveysta e del suo leader.  La prima parte del nostro studio è 
 15
stato perciò dedicata alla biografia di Garvey. La vita del giamaicano è stata tutta un 
continuo susseguirsi d’eventi  che lo hanno portato dal piccolo centro rurale di 
St.Ann’s Bay ai grandi palcoscenici della politica internazionale. Egli nacque in 
Giamaica, diventò una personalità importante negli Stati Uniti e morì in Inghilterra.  
Nel  secondo capitolo, nel delineare i fondamenti del  pensiero di Garvey, abbiamo 
voluto rilevarne le influenze ideologiche e il continuo processo di mutamento che esso 
subì nel corso degli anni. Indispensabile è stato comprendere la sua personale 
interpretazione della religione, della cultura e della storia.   Il terzo capitolo è stato 
invece dedicato all’attività propagandistica dell’UNIA, in particolare al settimanale 
Negro World, e alle vicende della Black Star Line, l’impresa commerciale il cui 
destino segnò anche il fallimento più generale dell’associazione. La politica pan-
africana è stata argomento  del quarto capitolo; qui si è trattato specialmente del 
tentativo di “colonizzazione” della Liberia e della penetrazione dell’ideologia 
garveysta nell’ambiente politico sudafricano. Nell’ultimo capitolo abbiamo 
approfondito quali furono le relazioni tra Garvey e gli altri leader della comunità nera 
statunitense del tempo per capire quale sia la collocazione più corretta del  
nazionalista giamaicano all’interno del panorama politico afroamericano. La prima 
parte della conclusione è stata invece riservata all’analisi del difficile rapporto tra il 
governo statunitense e l’UNIA. In questo modo abbiamo voluto sottolineare quanto 
l’azione repressiva delle autorità americane abbia contribuito al crollo repentino del  
movimento di massa. L’importanza storica e l’influenza odierna del garveysmo sono 
stati temi affrontati nella seconda e conclusiva parte.