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INTRODUZIONE 
 
Mi è capitato di leggere un po' di tempo fa diversi libri sul postmodernismo e sul 
postmodernismo russo in particolare. Cercando di generalizzare (per quanto 
possibile) le caratteristiche del movimento dal punto di vista letterario, gli autori 
di questi scritti possono essere grossolanamente suddivisi in due grandi 
categorie: quelli che consideravano Vladimir Nabokov come scrittore del periodo 
post-modernista e quelli che lo consideravano come un esempio di scrittura che 
segna una tappa fondamentale verso il postmodernismo, anche se 
assolutamente non paragonabile, in termini di maestria e di perfezione stilistica, 
agli altri scrittori da loro inclusi in questo movimento. 
Il fatto che i rappresentanti di entrambi gli schieramenti fossero concordi nel 
definirlo un vero e proprio maestro della scrittura mi ha incuriosita e indotta ad 
intraprendere la lettura di alcuni suoi romanzi e racconti. 
Occupandomi di letteratura russa ho quindi deciso di prendere in considerazione 
otto romanzi del periodo russo. Per periodo russo si intende il periodo di tempo 
dal 1922 al 1939 in cui l'autore, esule in Europa (Germania, Francia) scrisse le sue 
opere in lingua russa, che abbandonerà quasi interamente nei suoi lavori da 
quando si stabilirà negli Stati Uniti, per diventare uno dei più grandi stilisti di 
lingua inglese. 
Importantissimo per riuscire a cogliere a fondo i messaggi spesso nascosti in libri 
apparentemente molto semplici è indagare sulla sua biografia, almeno fino al 
momento della sua partenza per gli Stati Uniti nel maggio del 1940. Sono due le 
opere che ho tenuto in considerazione più di tutte le altre: l’autobiografia del 
1966 e la raccolta di interviste Strong Opinions (Intransigenze). Ho scelto proprio 
queste opere perché contenevano i ricordi e i pensieri personali dell’autore e 
andavano quindi nello specifico. Le ho ritenute attendibili più delle altre perché, 
è risaputo, Nabokov è stato sempre molto attento ai dettagli e ai particolari, e se 
ne ha conferma dalla primissima pagina dell’autobiografia. Per quanto riguarda le 
interviste, non si pensi che siano un insieme di risposte buttate all’aria davanti ai 
suoi interlocutori. Come condizioni per concedere interviste, egli esigeva ricevere 
dapprima tutte le domande, per le quali preparava risposte elaborate in forma
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scritta. Le domande che non riteneva opportune o alle quali non sapeva dare 
risposte precise le eliminava dall’elenco. Tutte le altre biografie (quella di Field e 
quella di Boyd in modo particolare) sono state altresì molto utili, ma per farmi 
un’idea in generale sullo scrittore e sulla sua opera, e per avere informazioni di 
carattere storico (come per esempio sull’assassinio del padre o sulla vita émigré a 
Berlino).  
E' stato quindi per me indispensabile l'analisi della sua autobiografia, Speak, 
Memory (Parla, ricordo), nella quale parla ampiamente della sua infanzia e 
dell’adolescenza in Russia (“la Russia leggendaria della mia infanzia”). Iniziata nel 
1942 in America in lingua inglese, continuò a scriverla dal 1948 al 1950, e la 
pubblicò nel 1951 con il titolo Conclusive Evidence. Nel 1966 diede alla luce 
l’edizione definitiva, molto rielaborata ed ampliata. Nabokov aveva deciso di 
raccontare soltanto un periodo della sua vita: i primi quarant’anni, dalla nascita al 
maggio del 1940, quando il transatlantico Champlain condusse lui e la sua piccola 
famiglia – la sua sacra famiglia – negli Stati Uniti. 
Il fumaiolo del piroscafo resta vivido nel ricordo dello scrittore ed è l’ultima 
immagine che viene evocata: “… era quanto mai appagante scorgere – scrive 
nelle ultime righe lo scrittore – “fra gli angoli affastellati di tetti e muri, lo 
splendido fumaiolo di un piroscafo affacciarsi da dietro la corda del bucato…”
1
 
Nabokov fa una riflessione in Parla, ricordo a proposito della spiralità congenita di 
tutte le cose in rapporto al tempo: “La spirale è un circolo spiritualizzato – dice. – 
Nella forma a spirale il circolo si svolge, si srotola, smette di essere vizioso; si 
ritrova libero. A una spira ne segue un’altra, e ogni sintesi è la tesi della serie 
successiva. Se esaminiamo la spirale più semplice, possiamo distinguervi tre fasi, 
che corrispondono a quelle della triade di Hegel: chiameremo “tesi” la piccola 
curva, o arco, che avvia la circonvoluzione al centro; “antitesi” l'arco più ampio 
che sta di fronte al primo nel processo di sviluppo di quest'ultimo; “sintesi” l'arco 
ancor più ampio che continua il secondo mentre segue il primo lungo il lato 
esterno. E così via.”
2
 In base a questa teoria definisce così la sua vita: “Una spirale 
colorata in una biglia di vetro: è così che vedo la mia vita. I vent'anni trascorsi 
                                                 
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 Nabokov Vladimir, Parla, ricordo, trad. it. di Guido Ragni, Biblioteca Adelphi 565, Milano 2010,  p. 335 
2
 Ivi, p. 297
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nella Russia natia (1899-1919) coprono l'arco della tesi. I ventun anni di esilio 
volontario in Inghilterra, Germania e Francia (1919-1940) costituiscono l'ovvia 
antitesi. Il periodo passato nel mio Paese d'adozione (1940-1960) forma la sintesi: 
che è una nuova tesi.”
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Ho letto i romanzi sia in lingua originale che in versione tradotta. Le versioni in 
italiano sono tutte traduzioni dall’inglese (Nabokov, con l’aiuto del figlio, tradusse 
egli stesso buona parte delle proprie opere) e sono state ripubblicate quasi tutte 
da Adelphi a partire dagli anni novanta. Si è rivelato molto utile leggere queste 
versioni tradotte in quanto, nelle prefazioni, l’autore dà preziosi suggerimenti, 
dettagli e informazioni bibliografiche sul romanzo che si accinge a leggere. Inoltre 
le opere, buona parte delle volte, sono state non solo tradotte, ma riviste e 
rielaborate da Nabokov stesso; abbiamo quindi spesso due versioni dello stesso 
romanzo, leggermente diverse l’una dall’altra.  
Trattandosi di letteratura dell’esilio si trovano nelle opere molti tratti in comune, 
e sono questi tratti che verranno analizzati nella presente ricerca. C’è da dire che 
si tratta dei primi romanzi scritti da Nabokov, quindi sono spesso storie molto 
semplici. In generale si tratta di storie d’amore, gialli, delitti imperfetti, storie di 
giovani. Ad esclusione di Priglašenie na kazn' scritto nel 1934, cioè nel periodo 
storico in cui Hitler ambisce ad instaurare la cultura nazista, non trattano alcun 
tema sociale. Questo romanzo, appunto perché si differenzia dagli altri, verrà 
preso in considerazione solo superficialmente in questa tesi. 
Quelli che Nabokov introduce già nei primi romanzi sono temi che rimarranno a 
lui molto cari (come il doppio e la memoria) e che svilupperà in seguito nei suoi 
grandi romanzi in lingua inglese.  
Questa  ricerca è così strutturata: dopo una breve biografia sugli anni in Russia (la 
tesi, così come è stata definita dall’autore), si passerà all’argomento “Berlino” 
(l’antitesi) con tutte le notizie necessarie: gli anni passati dall’autore nella capitale 
tedesca, il contesto storico e la vita émigré a Berlino, l’elenco dei romanzi scritti a 
Berlino e la presenza di Berlino nelle opere. Si andranno poi ad analizzare alcuni 
temi ricorrenti nelle opere di Nabokov: la condizione di esuli degli eroi e la 
nostalgia, la costante presenza di elementi autobiografici nei romanzi, la 
                                                 
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 Nabokov Vladimir, Parla, ricordo, op. cit.,  p. 297-298
4 
 
solitudine, il tema del doppio, il potere della memoria sulla vita reale, l’inganno. 
Ho poi analizzato la personalità di alcuni protagonisti delle storie ed ho fatto 
qualche osservazione sullo stile di scrittura di Nabokov. Le descrizioni incluse nel 
capitolo sullo stile sono state selezionate dai vari romanzi, dai quali ne ho scelte 
alcune tra quelle che più mi sono piaciute. 
In appendice ho poi riportato le trame dei romanzi, copiando la struttura del 
saggio su Nikolaj Gogol’ scritto da Nabokov nel 1944. 
Oltre agli aspetti che si andranno ad analizzare nello specifico, sono presenti nelle 
opere alcuni temi ricorrenti, come per esempio il motivo del gioco, che lo si 
ritrova sia in Korol’, dama, valet che in Zaščita Lužina, e il delitto, che si trova sia 
in Otčajanie che in Kamera Obskura che in Korol’, dama, valet. 
Per quanto concerne uno dei romanzi berlinesi, Kamera Obskura, che, sia detto, è 
stato quello che più mi è piaciuto tra tutti, devo ammettere che ho trovato non 
poche difficoltà ad inserirlo nel discorso sulle tematiche che avevo deciso di 
trattare. 
Ci sono però due aspetti nel corso della narrazione che, a mio parere, possono 
riguardare anche Kamera Obskura, di cui uno è reale e l’altro è metaforico. 
L’inganno nella storia c’è eccome: Magda e Robert ingannano in maniera crudele 
e spietata il povero Bruno Kečmar, accecato (in principio, solo metaforicamente) 
dall’amore per la ragazza e quindi incapace di capire che lei lo sta solamente 
usando, accecata (anch’essa metaforicamente) dalla brama di denaro. Nello 
stesso tempo anche lui è un ingannatore, perché tradisce la moglie con Magda e 
di conseguenza tradisce tutta la sua famiglia (il cognato, al quale mente, e la 
figlia, che viene da lui abbandonata senza sapere il motivo). 
L’aspetto metaforico riguarda invece il tema dell’esilio: Bruno, a causa di un 
incidente automobilistico, perde la vista, e questa volta realmente. La sua nuova 
vita nella cecità si può considerare come un esilio, involontario, in un nuovo 
mondo, orribile quest’ultimo, nel quale continuerà ad essere ingannato in 
maniera sempre più violenta. 
E poi, a proposito del doppio in Kamera Obskura è Nabokov stesso che dice di 
non vederne nessuno. “Un amante – dice –  può essere visto come il doppio della
5 
 
persona tradita, ma la cosa è priva di ogni interesse.”
4
  
Il lavorio per questa tesi è stato piuttosto lungo, infatti, ho dovuto rileggere tutte 
le opere diverse volte, seguendo così il detto di Nabokov “un lettore attivo e 
creativo è sempre un rilettore”
5
. 
Considerato a lungo come autore di un solo libro, Lolita, che gli diede fama e 
notorietà e suscitò uno scandalo clamoroso al di qua e al di là dell'oceano, 
Vladimir Nabokov è in realtà uno dei più grandi scrittori del Novecento. Forse il 
vero scandalo, per uno scrittore dallo stile raffinato e scintillante, adorato da un 
numero ristretto di fedeli ammiratori in tutto il mondo, è che in Italia è stato letto 
da pochissimi. 
Anche cercando informazioni su internet non stupisce che la quasi totalità del 
materiale su Nabokov riguardi Lolita. Per esperienza personale, ho notato che 
molti di coloro che mi hanno chiesto su cosa stessi facendo ricerca, alla risposta 
“Nabokov” sono rimasti perplessi. Invece, dopo aver precisato “L’autore di Lolita” 
hanno capito al volo di chi si trattasse. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                 
4
 Nabokov Vladimir, Intransigenze, Biblioteca Adelphi 294, Milano 1994, p. 109 
5
 Nabokov Vladimir, Lezioni di letteratura, trad. it. di Ettore Capriolo, Garzanti, Milano 1992, p. 33
6 
 
1. LA TESI O GLI ANNI IN RUSSIA 
 
“I PROBABLY HAD THE HAPPIEST CHILDHOOD IMAGINABLE” 
 Da un’intervista a Nabokov, 1972
6
 
 
Nato a San Pietroburgo da una nobile famiglia russa il 22 aprile (10 aprile 
secondo il calendario giuliano, adottato in Russia prima della rivoluzione) del 
1899, Vladimir Vladimirovič Nabokov trascorre un'infanzia e un'adolescenza felici 
in Russia, nella residenza di via Morskaja in inverno, e nella tenuta di campagna di 
Vyra d’estate. Nabokov preferisce indicare la sua data di nascita secondo il 
calendario gregoriano perché coincide con quella di Shakespeare. 
Il padre, Vladimir Dmitrevič, noto giurista e politico, continuò lo slancio liberale di 
Dmitrij Nikolaevič (il nonno di Vladimir Vladimirovič, che era stato Ministro della 
giustizia sotto gli zar Aleksander II e Aleksander III) nell’impegno politico contro il 
regime zarista, impegno che con l’avvicinarsi delle rivoluzioni si configurò come 
una vera e propria militanza.
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 Viene arrestato nel 1908 per aver preso parte alla 
protesta contro la dissoluzione della prima Duma, di cui era membro, imposta 
dallo zar, anche se la rottura formale con il regime zarista avvenne già nel 1903 in 
occasione dei pogrom anti-ebrei. 
Dopo la domenica di sangue del 1905 (giorno in cui i soldati della Guardia 
Imperiale aprirono il fuoco contro una manifestazione pacifica di dimostranti 
disarmati che si stava dirigendo al Palazzo d'Inverno per presentare una supplica 
allo zar Nicolaj II) c’era a S. Pietroburgo un forte sentimento repubblicano. Con la 
supplica si chiedeva la promulgazione delle Riforme chieste dal popolo, tra le 
quali la cessazione della Guerra russo-giapponese, un suffragio più ampio, la 
riduzione delle ore lavorative a otto al giorno, eque retribuzioni e la condanna 
delle ore di lavoro straordinario che i proprietari imponevano ai propri 
sottoposti. Il popolo richiedeva una costituzione democratica e lo zar Nicolaj II 
rispondeva con ulteriori repressioni. 
                                                 
6
 Boyd Brian, Vladimir Nabokov: the Russian Years, Princeton University Press, Princeton, New Jersey 
1990, p. 13 
7
 Carosso Andrea, Invito alla lettura di Nabokov,  Mursia, Milano 1999, p. 27
7 
 
Durante l’adolescenza Vladimir Nabokov sviluppa diversi interessi che finiranno 
per segnare la sua vita: la predilezione per Gogol', Flaubert, Tolstoj e Čechov, 
scrittori la cui impronta non è difficile ritrovare nella sua futura produzione 
letteraria
8
, la passione per la poesia e il forte interesse per l'entomologia e per le 
farfalle in particolare. Leggiamo in un’intervista, a proposito degli scrittori che più 
hanno influito su di lui: “Da ragazzo ero un lettore insaziabile. A quattordici anni 
avevo già letto o riletto tutto Tolstoj in russo, tutto Shakespeare in inglese e tutto 
Flaubert in francese – oltre a centinaia di altri libri.”
9
 
La passione per i lepidotteri influenzerà senza alcun dubbio il suo modo di 
rappresentare il mondo e il suo forte gusto per il colore nelle descrizioni (“forse 
da mettersi in confronto con la sua passione, coltivata in giovanissima età, per la 
pittura, oltre all'altra celeberrima passione di sempre per una delle più policrome 
manifestazioni della natura, le farfalle”
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) e diventerà anche una forma di lavoro 
durante gli anni trascorsi negli Stati Uniti, dove divenne collaboratore al Museo di 
entomologia comparata di Harvard. Altri interessi che gli daranno spunti per i 
romanzi sono quelli per lo sport (soprattutto tennis, calcio e boxe) e per gli 
scacchi.  
Durante gli anni della formazione, il genere letterario che in Russia andava per la 
maggiore era senz’altro la poesia: Vladimir non si sottrae infatti al fascino dei 
versi di Puškin, Aleksandr Blok e Ivan Bunin, futuro premio Nobel e ispirazione 
primaria della sua precoce produzione in versi.
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La primissima produzione di Nabokov non furono però versi in russo, ma una 
traduzione di Mayne Reid (scrittore irlandese) in francese all’età di dieci anni
12
. Le 
sue lingue materne erano tre: russo, inglese e francese, che in casa si parlavano 
correntemente. Anzi l’inglese fu la lingua delle sue prime letture, che da bambino 
sapeva scrivere e leggere meglio del russo. Questa sua capacità, o meglio dote, 
nell’apprendere facilmente le lingue straniere gli tornerà sicuramente utile 
                                                 
8
  Carosso Andrea, Invito alla lettura di Nabokov, op. cit., p. 29 
9
 Nabokov Vladimir, Intransigenze, op. cit., p. 67 
10
 Nabokov Dmitrij, in Nabokov Vladimir, Una bellezza russa e altri racconti, Biblioteca Adelphi  520, 
Milano 2008, p. 726 (note ai testi) 
11
 Carosso Andrea, Invito alla lettura di Nabokov, op. cit., p. 29 
12
 Field Andrew, The Life and Art of Vladimir Nabokov, Macdonald Queen Anne press, London 1987, p.     
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8 
 
durante gli anni che visse all’estero. L’inglese si rivelerà anche una forma di 
sostegno finanziario nei primi anni vissuti a Berlino, durante i quali si mantenne 
dando lezioni private. Il fattore della lingua è anche strettamente collegato con la 
condizione di esule; molte volte, infatti, gli esiliati tendono ad isolarsi anche solo 
per motivazioni di tipo linguistico, per ignoranza della lingua del paese ospitante. 
Nabokov, pur avendolo sempre negato (forse per motivi di comodità) imparò 
anche il tedesco negli anni in Germania. 
Come tutti i figli di famiglie benestanti, i suoi primi studi avvennero nelle mura 
domestiche, tramite istitutori e tutori (di una in particolare Nabokov ricorderà le 
letture, il carattere e altro in racconto, Madamoiselle O, che diverrà 
successivamente un capitolo di Parla, ricordo). Verso l’età di undici anni iniziò a 
frequentare l’Istituto Tenišev di S.Pietroburgo, una scuola dai principi molto 
liberali, (non erano ammesse, per esempio, le punizioni corporali e non imponeva 
l’uso di un’uniforme), la più prestigiosa e costosa della città. Gli studi qui 
effettuati risulteranno importantissimi per aver fissato in Nabokov il forte senso 
critico che diventerà fondamentale per il resto della sua vita e per aver sviluppato 
la sua passione per lo scrittore simbolista Andrej Belij. 
Nel 1916 esce il suo primo libro di poesie di stampo simbolista, intitolato Stichi, 
pubblicato a proprie spese in cinquecento copie.  
L’anno successivo cerca di pubblicare il suo secondo libro di poesie, ma riuscì a 
ricevere solo alcune copie del libro via posta in Crimea poco prima di lasciare la 
Russia. 
Ma l'anno 1917 è per la famiglia Nabokov, come per tante famiglie della 
borghesia russa, un anno di cambiamenti radicali ed irreversibili. A seguito della 
Rivoluzione di Febbraio, il padre, che aveva avuto un ruolo attivo nella caduta 
dello zar, viene nominato cancelliere nel governo provvisorio.
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 Ma il governo 
provvisorio di Kerenskij cadde in breve tempo. Dopo essere stato arrestato dai 
bolscevichi fugge in Crimea, dove aveva già mandato la famiglia, anche per 
evitare l’arruolamento nell’armata rossa ai figli Sergej e Vladimir.  
Qui vissero per sedici mesi, fin quando nel marzo del 1919 l'avanzata dell'armata 
rossa non li costrinse ad abbandonare la Russia permanentemente. D.V. Nabokov 
                                                 
13
 Carosso Andrea, Invito alla lettura di Nabokov, op. cit., p. 31
9 
 
entrò a far parte del governo crimeano come ministro della giustizia. 
La Crimea cadde sotto il controllo dei bolscevichi per poco tempo, ma con l’arrivo 
dei tedeschi passò di nuovo sotto il controllo dei Bianchi.  
Il primo successo letterario di Nabokov arrivò in Crimea, dove tradusse una 
canzone tedesca per una cantante russa; pubblicò inoltre almeno tre brevi poesie 
nel giornale émigré “La voce di Jalta” a settembre e ottobre del 1918. Nella 
poesia “La Crimea”, scritta a Londra nel 1921, parla della regione come “una rosa 
che gli è stata presentata da Dio e un posto dove Puškin stava al suo fianco e gli 
sorrideva.”
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Non aveva nessun senso la guerra che si stava combattendo in Crimea, i Bianchi 
erano in una posizione senza speranza contro l’arrivo dei Rossi da nord. 
Resistettero così a lungo solo perché la disorganizzazione della rivoluzione 
richiedeva la presenza dei Rossi su fronti molto più importanti. 
Al tempo della rivoluzione la letteratura russa, che prima era sempre stata 
centrista, essenzialmente di due città (Mosca e S. Pietroburgo) subì un influsso 
positivo di vitalità e calore dal sud, da scrittori come Jurij Oleša e Isaak Babel. 
Mentre era a Jalta Nabokov fece amicizia con il poeta Maksimilian Vološin e fu 
tramite Vološin che venne a conoscenza delle teorie metriche di Andrej Belij, che 
divennero molto importanti nella sua biografia intellettuale.
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A Jalta Nabokov considerò anche l’idea di arruolarsi nell’armata Bianca, ma il 
governo stava per cadere e il padre stabilì che l’ora di lasciare il paese era giunta. 
Iniziò così per Nabokov l'esilio, che influenzerà in modo significativo la sua vita di 
uomo e di scrittore. 
Il senso di codardia per non aver combattuto nell’esercito dei Bianchi Nabokov se 
lo portò dentro per molto tempo, e lo traspose in alcuni suoi personaggi come 
Martyn di Podvig e Smurov di Sogljadataj. 
Dopo aver vissuto in Crimea i Nabokov partono alla volta dell’Europa. Nabokov 
insieme al fratello Sergej studierà per quattro anni a Cambridge mentre la 
famiglia si stabilirà a Berlino. 
 
                                                 
14
 Cfr. Field Andrew, The Life and Art of Vladimir Nabokov, op. cit., p. 54 
15
 Ivi, p. 54, 55