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Nel terzo capitolo ci sposteremo dagli Stati Uniti all’Europa, studieremo i primi progetti 
pilota che si sono manifestati in questo scenario, passando dalla Germania, all’Italia, al 
Belgio fino al Regno Unito. 
Qui non suddivideremo più la ricerca per ambiti o reparti, ben si approfondiremo, per 
quanto possibile, ogni applicazione trovata. 
Ricordiamo però che, mentre in USA si parla già di reali applicazioni, in Europa siamo 
ancora allo stadio di progetti pilota, di test per studiarne l’effettivo beneficio al fine di 
una reale applicazione. 
 
 
 
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CAPITOLO 1 
Introduzione sulla tecnologia RFID 
 
RFID, acronimo di Radio Frequency Identification, è una tecnologia per la 
identificazione automatica di oggetti, animali o persone.  
 
Si basa sulla lettura a distanza di informazioni contenute in un tag RFID usando 
appositi lettori. 
Questi TAG sono formati da: 
- un microchip contenente dati; 
- una antenna; 
- una eventuale batteria. 
 
 
 
Fig.1  Un tag RFID 
 
Un tag è in grado di ricevere e trasmettere, tramite radiofrequenze, le informazioni al 
transceiver, il dispositivo atto appunto a leggere e scrivere sul chip. 
 
Una prima classificazione dei tag può essere fatta partendo dalla presenza o meno 
della batteria, avremo quindi tag: 
- attivi: dotati di batteria; 
- semiattivi: alimentati da batterie solo per la parte di trasmissione; 
- passivi: non hanno nessuna fonte di alimentazione interna, ma traggono 
l’energia dall’onda radio inviata dal lettore che li interroga. 
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La tecnologia RFID ha alcuni semplici ma importanti vantaggi rispetto alle tradizionali 
tecnologie di codici a barre e bande magnetiche: ad esempio non è necessario per la 
lettura che ci sia contatto, non deve essere visibile, in base al tipo di chip in uso si 
possono memorizzare informazioni di vario tipo, l’identificazione e la verifica avvengono 
in circa 1/10 di secondo, la comunicazione può essere in chiaro o criptata. 
 
Il Chip è la parte intelligente del dispositivo, costituita da una memoria non volatile 
contenente un codice univoco, il quale viene trasmesso dall’antenna. 
Il tag RFID può essere integrato in vari modi: inserito in etichette; sotto forma di 
adesivo; all’interno di tessere formato carta di credito e fra qualche tempo sarò 
impiantato anche sottopelle. 
Per accedere alle informazioni è necessario un apposito lettore che utilizzi le radio 
frequenze. 
 
Altra classificazione possibile è data dal tipo di memoria che può essere: 
 
- read-only: è permessa solo la lettura delle informazioni contenute. Si usa tale 
tecnologia in sostituzione ai codici a barre coi vantaggi di una maggiore 
affidabilità, l’eliminazione della necessità che l’etichetta 
sia visibile, la possibilità di lavorare in ambienti sporchi 
o contaminati, capacità di resistere all’aggressione di 
agenti chimici ed ambientali e quindi resistere al 
deterioramento, di poter operare in un fluido, dentro 
l’oggetto che si vuole identificare o dentro un 
contenitore (purché non metallico), possibilità di 
leggere decine o centinaia di etichette in pochi secondi; 
- read/write: permette la lettura di informazioni e il loro 
aggiornamento sul chip. E’ quindi possibile tenere 
traccia della storia di un prodotto per essere poi 
utilizzata in modo interattivo. Questi tag risultano utili anche per la generazione 
automatica di bolle o fatture o nella fase di vendita per realizzare inventari real-
time delle scorte o impiegati come dispositivi antitaccheggio. 
 
I vari ambiti in cui al giorno d’oggi trova applicazione questa tecnologia nascente ma in 
rapida diffusione sono: 
Fig.2  Tag RFID 
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- monetica; 
- bigliettazione elettronica; 
- logistica magazzini; 
- logistica trasporti; 
- controllo presenze ed accessi; 
- tracciamento pratiche; 
- antitaccheggio; 
- … 
 
Negli Stati Uniti d’America però si sta diffondendo un nuovo ramo di utilizzazione di 
questa tecnologia emergente nel campo ospedaliero, in particolare per il tracciamento 
dei pazienti e del materiale medico necessario nonché per la sicurezza dei pazienti e 
della struttura. 
 
In questa tesi voglio approfondire maggiormente questa nuova applicazione dei tag 
RFID. 
 
 
1.1 Tecnologia, tag attivi e passivi, componenti 
 
Esistono due tipi principali di tags a radiofrequenza che si distinguono per la presenza 
o meno di una fonte di alimentazione interna: 
 
- Tag passivi: privi di tale fonte interna. È il tipo più diffuso in quanto economico. 
Sono costituiti solo di chip ed antenna. Oltre a ricevere e trasmettere dati, essi 
trasformano l’energia elettromagnetica che ricevono in energia elettrica per 
autoalimentarsi. 
L’auto alimentazione si basa sull’utilizzo di un condensatore. Il transponder (o 
tag passivo) capta le radiofrequenze emesse dal lettore/scrittore e carica il 
suddetto condensatore che, una volta carico, permette al tag di inviare i dati 
contenuti nella sua memoria.  
Il chip, la parte intelligente, può essere formata da un circuito di trasmissione 
del segnale e da una memoria non volatile (ROM) contenente un codice univoco 
che verrà trasmesso all’apparato lettore assieme ad altre informazioni 
 10 
memorizzate al suo interno in fase di costruzione, oppure da un 
microprocessore che elabora i segnali provenienti dai lettori e restituisce loro il 
risultato dell’elaborazione o ancora da una memoria EPROM sulla quale è 
possibile leggere, scrivere e riscrivere informazioni. La frequenza di lavoro di tali 
tags è di 13,56 MHz o di 125 kHz. Le sue dimensioni possono essere molto 
piccole. 
- Tag attivi: contengono una fonte di alimentazione propria, solitamente una 
piccola batteria al litio, la quale, oltre ad alimentare i circuiti di trasmissione, 
può essere utile per alimentare una piccola memoria RAM statica nella quale 
vengono memorizzate alcune informazioni. La differenza sostanziale sta nella 
possibilità, con i tag attivi, di poter usare frequenze più alte e che quindi 
abbiano un raggio di azione più ampio.  
Alcuni tipi di tag attivi lavorano sui 900 MHz, a tale frequenza è disponibile una 
vasta gamma di componenti elettronici economici.  
E’ previsto l’uso anche di frequenze più elevate, nell’ordine dei GHz. 
In Usa si sta pensando di destinare la frequenza di 2,45 GHz a tale tecnologia, 
in Europa vi sono proposte per dedicare la 5,8 GHz. 
 
Per quanto riguarda i lettori/scrittori di tag, questi possono essere di tipo:  
 
- palmare: per poter eseguire un rilievo sul campo; 
- trasportabile: più pesante di un palmare, viene solitamente installato su muletti 
o carrelli; 
- fisso: vengono fissati, non è possibile spostarli. Sono usati per il controllo di 
varchi, di linee di produzione o di specifiche aree di attività. 
 
 
 
Fig.3   
Un esempio di 
lettore palmare 
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Tali apparecchi hanno la capacità di leggere e scrivere su uno o più tag 
contemporaneamente. 
La percentuale di letture corrette al primo tentativo è molto alta, circa del 99,5%. 
 
 
1.1.1.Tabelle riassuntive 
 
Tag Dimensione Range Alimentazione Commenti 
Passivo I più piccoli tag 
(0.4 mm²). Più 
fini di un foglio. 
In USA sono stati 
approvati per 
applicazioni 
sottocutanee.  
Da 10mm a 
6 metri. 
UHF: 3m o 
più.  
Riceve energia 
dalle onde radio 
trasmesse dal 
lettore  
In generale, il range 
dipende dalla 
frequenza, dal 
lettore e 
dall’ambiente. 
868-915 MHz la 
stessa frequenza dei 
cellulari, sono quindi 
possibili interferenze.  
Attivi Dimensioni 
variabili, 
genralmente 
attorno a  2-3 
cm².  
UHF: più di  
50m.  
Batteria Più costosi e grandi 
di quelli passivi.  
WiFi Dipende dal 
fornitore; circa 
5x5x2 cm.  
Più di 100m 
ma in campo 
chiuso 
trovano più 
ostacoli.  
Batteria Usano standard 
802.11b e d.  
Sono migliori per 
localizzazione e 
tracciamento.  
Tab.1  Supply Insight Inc, RFID application in patient tracking [9] 
 
 
 
 
 
 
 
 12 
 
 
RFID - ACTIVE VS. PASSIVE  ACTIVE RFID  PASSIVE RFID  
Energia  Interna al tag Energia trasferita dal 
lettore via radio frequenza  
Batteria  Si No 
Attivazione del tag  Continua Solo dentro al campo di 
lettura del lettore 
Comunicazione Lungo raggio (circa 100 
metri), rete di tags & lettori  
Corto raggio (meno di 3 
metri), non c’è 
comunicazione tra tags e 
lettori  
Multi-Tag Collection  Riusciamo a leggere fino a 
1000 tags all’interno di 
molti metri quadrati 
Si riesce a leggere solo i 
tags nel raggio di massimo 
3 metri dal lettore. 
Capacità del sensore Monitoraggio continuo e 
registrazione delle risposte 
dei sensori con data ed ora  
Lettura e trasferimento di 
dati solo quando il tag 
viene attivato dal lettore  
(senza stampa di data ed 
ora)  
Dati salvati  Grande capacità di lettura 
e scrittura di dati 
direttamente sul tag  
Piccola capacità di lettura e 
scrittura di dati 
direttamente sul tag 
Tab.2  Supply Insight Inc, RFID application in Healthcare [9] 
 
 
 
1.1.2.RFID vs. Codici a Barre 
 
Prima della grande espansione nell’utilizzo degli RFID erano ampiamente impiegati, e lo 
sono tutt’ora, i codici a barre. 
L’AgileSense [12] riporta cenni sul loro uso. Il problema principale è che il 
monitoraggio non è automatico e a distanza, ma bisogna comunque avere di fronte ciò 
che si sta cercando in quanto la lettura viene fatta a distanza di poco più di 1 cm. 
 13 
Inoltre i codici a barre possono diventare illeggibili a causa del deterioramento causato 
dal tempo e dalle condizioni di lavoro. 
 
Gli RFID, dal canto loro, hanno come principale punto di forza il fatto di poter essere 
letti da una distanza minima di 6 metri per quelli passivi a centinaia di metri per quelli 
attivi, non è quindi indispensabile avere materialmente in mano ciò che stiamo 
cercando. Inoltre non si corre il rischio che possano deteriorarsi e che quindi diventino 
illeggibili e possono essere letti anche se coperti o inscatolati. 
 
La Supply Insight [9] sostiene però che i codici a barre non hanno necessariamente 
finito di esistere, ma le due tecnologie possono coesistere. 
I codici a barre si possono impiegare in processi altamente strutturati ed 
ingegnerizzati, mentre gli RFID trovano posto all’implementazione in ampi, caotici e 
non strutturati processi, come gli ospedali, per tenere appunto traccia di materiale 
mobile, e non solo, a rischio smarrimento. 
Con lo svilupparsi poi della tecnologia si scopriranno nuovi campi in cui sarà possibile 
impiegare queste soluzioni al fine di apportare dei miglioramenti. 
 
 
 
 
Fig.4  RFID vs.Codici a Barre 
 
 14 
1.2 Cenni sulle onde radio e sulle onde elettromagnetiche 
 
Nelle trasmissioni radio i segnali elettrici vengono trasmessi attraverso l'aria o lo spazio 
sotto forma di onde radio in bande di frequenze piuttosto strette. 
Un'onda elettromagnetica monocromatica (cioè con una ben definita frequenza e 
lunghezza d'onda) è costituita da un campo elettrico e da un campo magnetico 
mutuamente perpendicolari che oscillano in fase fra loro perpendicolarmente alla 
direzione di propagazione. Quindi un'onda elettromagnetica consiste in realtà di due 
componenti accoppiate: una elettrica e una magnetica. 
In termini energetici, si può pensare l'onda elettromagnetica come un flusso di energia, 
che nel vuoto si propaga alla velocità della luce. Ciascuna delle due componenti 
dell'onda elettromagnetica trasporta la stessa quantità di energia. 
 
 
1.2.1.Caratteristiche 
 
- velocità nel vuoto: è una quantità molto importante della fisica, viene indicata 
con c e vale 300.000 km/s; 
- velocità nei mezzi materiali: in un mezzo omogeneo non conduttore e non 
ferromagnetico, la velocità risulta essere minore di quella del vuoto e vale 
n
c
, 
dove n è l’indice di rifrazione dipendente dal mezzo; 
- lunghezza d’onda: si intende la distanza spaziale fra un punto in un ciclo ed il 
corrispondente punto nel ciclo successivo. Vanno dal millimetro a parecchi 
chilometri; 
- frequenza: il numero di cicli che passa per un dato punto nell’unità di tempo. 
Viene misurata in hertz (Hz). Frequenza e lunghezza d’onda sono legate dalla 
velocità dell’onda nella formula cf =λ  ; 
- ampiezza: si intende il valore massimo che viene raggiunto dall’oscillazione. Le 
ampiezze dei due campi (elettrico e magnetico) sono legate tra loro; 
- intensità: è l’energia che passa attraverso un’area unitaria nell’unità di tempo, 
viene misurata in 
2m
watt
 ed indica l’energia che attraversa in ogni secondo una 
superficie di 1 m2. L’intensità è proporzionale al prodotto delle ampiezze dei due 
campi.