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Capitolo I
Gli Slavi
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I. 1. Il fenomeno migratorio slavo:u na sola etnia, più sviluppi auton omi.
Il più grande gruppo etnico e linguistico in Europa, appartenente alla famiglia
linguistica indoeuropea, è quello degli Slavi, che fa parte, inoltre, del gruppo
linguistico balto – slavo. È stato stimato che il numero degli Slavi nel mondo superi i
trecento milioni. In genere, vengono classificati in tre gruppi principali: gli Slavi
occidentali, cioè Polacchi, Cechi, Slovacchi, Sorabi, Venedi, noti anche come
Lusaziani; gli Slavi meridionali, che includono Serbi, Croati, Sloveni, Macedoni,
Montenegrini, Bosniaci e Bulgari; quello degli Slavi orientali è il gruppo più grande,
comprendente Russi, Ucraini e Bielorussi (o Russi Bianchi). La popolazione slava
vanta un‟antica origine. Stanziata su una vasta area dell'Europa centro-orientale,
dall‟Oder agli Urali, dal Baltico al Mar Nero, dal Caucaso e alla Penisola balcanica,
le prime notizie su di essa risalgono all‟epoca delle grandi migrazioni europee,
attestate dal V-VI sec., ma iniziate qualche secolo prima, che portarono il gruppo
originario a separarsi, a seconda della zona di stanziamento. Si trattò di una vera e
propria dilatazione dello spazio slavo delle origini, con l‟espansione del mondo slavo
verso il Sud, l‟Est e l‟Ovest. Questo movimento ebbe inizio nei secoli V e VI e si
ampliò durante i secoli VII e VIII, ovvero alla vigilia della formazione degli Stati
slavi.
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Il gruppo meridionale si formò a partire dal passaggio del Danubio da parte di
alcuni, all‟inizio del VI sec., e dall‟invasione della Tracia, la Mesia, l'Illiria e il
Peloponneso, e dall‟ingresso nell'Impero bizantino. Lì, isolati dagli altri slavi,
subirono un processo di assimilazione alla popolazione locale. I Serbi e i Croati si
stanziarono sulle coste adriatiche, nella parte occidentale della penisola balcanica,
dove nel Medioevo, vi formarono degli Stati, mentre gli Sloveni, fissati nella regione
alpina, entrarono nelle zone germaniche, assumendone in larga parte i caratteri. Altri
gruppi, rimasti nelle regioni balcaniche orientali, furono raggiunti dai Protobulgari,
ovvero turco-mongoli, che li assimilarono, dando vita ad una precoce organizzazione
politica. Gli Slavi occidentali si stabilirono nell‟Europa centrale e subentrarono, così,
alle popolazioni germaniche. Essi furono staccati dagli Slavi del Sud dalle invasioni
dei Magiari (IX sec.). Quelli che si erano spinti più a ovest, come i Pomorani e i
Sorabi, furono assorbiti dalle popolazioni germaniche, mentre gli altri, Cechi,
Slovacchi e Polacchi, mantennero la loro identità etnica e linguistica. Le migrazioni
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Francis Conte, Gli Slavi. Le civiltà dell'Europa centrale e orientale, [12
a
ed.,] Einaudi, Torino 2002,
p. 23.
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che videro come protagonisti gli Slavi orientali ebbero carattere più imponente e
continuativo ed occuparono sedi di popolazioni di probabile origine sarmatica, scitica
o asiatica, arrivando fino al Volga e al Mar Nero. La relativa dispersione territoriale
di questi ultimi ritardò la loro unificazione politica fino al IX sec. d.C. , quando
avvenne per opera degli scandinavi Vareghi.
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Il cristianesimo, che si diffuse dall‟VIII
sec. d.C. tra Sloveni, Serbi e Croati, nel IX sec. d.C. tra Bulgari e Cechi, nel X sec.
d.C. in Polonia e Russia, introdusse un decisivo fattore di differenziazione culturale.
Cosa accadde? Gli Slavi occidentali, dipendenti da Roma, entrarono a far parte della
civiltà europea occidentale, usando l‟alfabeto latino. Gli Slavi meridionali, tranne
Sloveni e Croati, dipendenti da Bisanzio, si inserirono nella civiltà orientale, quindi
usavano l‟alfabeto glagolitico, poi cirillico.
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La debolezza dei popoli slavi, che
permise una totale differenziazione tra i gruppi, fu la mancanza di una forza unitaria.
La loro diversificazione è stata acuita proprio dalle differenze di confessione
cristiana, romana o ortodossa, e dall'uso dell'alfabeto latino in Occidente e di quello
cirillico in Oriente. Gli Slavi dei Balcani furono, inoltre, influenzati dalla
dominazione turca, accettando in larga parte la religione musulmana. L'origine del
popolo slavo è molto articolata, in quanto ha avuto luogo da numerosi processi di
fusione tra popoli autoctoni e di origine asiatica, tra cui ricordiamo gli Unni e gli
Alani, successivamente i Mongoli, avvenuti intorno al 150 d.C. Si formerà un popolo
non perfettamente omogeneo, che popolerà numerose zone dell'Europa orientale,
schiacciato tra i Bizantini, gli Illiri, i Germani ed i vari popoli barbari. Gli Slavi
parteciperanno in prima persona alla caduta dei Vichinghi e di altre popolazioni. Il
loro livello di vita era semplice e prevalentemente nomade: i primi stanziamenti si
ebbero in Bulgaria e in Polonia. In Russia, gli Slavi si integrarono molto bene con i
Vichinghi di Kiev e nacque la civiltà russa, che si sviluppò nella regione di Mosca. In
Jugoslavia, il processo di crescita etnica si integrò con quello di popolazioni
preesistenti, non senza qualche problema. Anche i Traci della Romania, sottomessa
da Traiano, ebbero notevoli rapporti con il mondo slavo. Ogni gruppo ebbe uno
sviluppo autonomo rispetto agli altri, pur appartenendo alla stessa etnia.
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I Vareghi erano noti agli Slavi dell‟Est col nome di Rus‟.
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Bisanzio: antica città greca, costruita sul Bosforo nel VII sec. a.C. Nel 330 diventa la capitale
dell‟Impero Romano d‟Oriente, con il nome di Costantinopoli.
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figura 1-L‟espansione slava in Europa nei secoli VI e VII.
fonte: Conte F., Gli Slavi. Le civiltà dell'Europa centrale e orientale,[12
a
ed.,] Einaudi, Torino
2002,[68 vol.]
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I. 2. La famiglia slava.
Il primo gradino della “scala” linguistica, che conduce alle moderne lingue
slave, è rappresentato dalla famiglia indoeuropea (A).
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Si tratta di una vastissima
famiglia linguistica, i cui componenti si diffondono dall‟India all‟Europa. La
parentela linguistica tra i dialetti indoeuropei fu dimostrata agli inizi del XIX sec. da
F. Bopp.
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Il termine “slavo” indica quei popoli che parlano lingue appartenenti al
ramo slavo della famiglia indoeuropea. La razza slava si è gradualmente differenziata
in diverse etnie, quelle che oggi rappresentano i vari popoli slavi e le differenti lingue
particolari. La diversificazione può essere schematizzata come segue:
A. Famiglia indoeuropea
B. Gruppo balto - slavo
C. Protoslavo
D. Slavo meridionale E. Slavo
orientale
F. Slavo occidentale
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La famiglia indoeuropea comprende undici gruppi di lingue: 1. il tocario in Asia centrale;2.
l‟indoario;3. l‟iranico;4. l‟armeno;5. l‟ittito e il luvio; 6. il greco;7. l‟italico, rappresentato
nell‟antichità dal latino e dall‟oscoumbro e oggi dalle lingue romanze; 8. il celtico antico e moderno;
9. il germanico orientale, nordico, centrale e occidentale; 10. il baltico; 11. lo slavo, comprendente
l‟antico slavo e le lingue moderne.
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Bopp (Franz) (1791-1867), linguista tedesco, fondatore del metodo della grammatica comparativa
che permise la ricostruzione del prototipo preistorico della vasta famiglia indoeuropea.
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Il linguaggio dei Protoslavi è stato ricostruito teoricamente ed è definito slavo
comune o proto-slavo. Si tratta di un linguaggio unitario, che ben presto dovette
essere minacciato da deboli frammentazioni dialettali, successivamente più definite,
tanto da causare un‟accelerazione della lenta formazione delle singole lingue dei vari
gruppi etnici, che si erano differenziati. La prova dell‟origine dall‟indoeuropeo, in
generale, è data da tratti comuni alle lingue slave, germaniche e romanze, che si
caratterizzano di lessici ampiamente coincidenti, nonostante l‟adozione dell‟alfabeto
cirillico da parte dei popoli slavi di tradizione ortodossa. Iniziando dal latino mater
(madre), si ha l‟aggettivo francese mater-nel (materno) e, tra gli idiomi germanici,
l‟inglese mother e il tedesco Mutter; l‟equivalente si trova nelle lingue slave, con il
russo mat’, che diventa mati in ucraino, bulgaro, serbo-croato, sloveno, ceco, ecc. La
stessa analisi etimologico - comparativa si può applicare a molte altre parole.
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I vari popoli e le varie favelle si sono originate da un unico ceppo e da un‟ unica
lingua, (relazione C-F), assunto che si evince da similitudini che le varie lingue slave
moderne presentano nella loro costruzione grammaticale, e dalla stretta parentela del
loro glossario. Tali similitudini e tale parentela sono evidenti in un passato remoto,
quando le genti slave (Protoslavi) formavano un‟entità linguistica, culturale ed
etnica. La stretta somiglianza delle varie lingue all'interno del rispettivo gruppo slavo
meridionale, orientale e occidentale e dei vari gruppi tra loro, mostra che la scissione
di queste lingue è piuttosto recente. Sappiamo che gli Slavi parlavano ancora lo slavo
comune all‟epoca della loro espansione, cioè intorno al V-VI sec. d.C.
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Francis Conte, Gli Slavi. Le civiltà dell'Europa centrale e orientale, op. cit. , p. 85.