9
 
Introduzione 
 
L�impossibilit� di poter adottare criteri validi per tutti, impone spesso di 
adottare, ancora oggi, presidi terapeutici fondati su basi empiriche. 
Scopo della presente trattazione � di partire dall�analisi delle scienze di 
base nella convinzione che un�intima conoscenza delle strutture di cui si 
parla e dei meccanismi patogenetici che ne determinano il danno rappresenti 
la chiave per un trattamento pi� soddisfacente per il medico e soprattutto per 
l�atleta. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 10
 
 
 
 
 
 
UN PO’ DI STORIA 
(E DI LEGGENDA…) 
 
 
      
 
 
 
 
 
 
“Se potessimo imparare dalla Storia, 
quante lezioni potrebbe insegnarci!” 
 
S. T. Coleridge. Table Talk, 1835  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
a comparsa di una civilt� necessita del contemporaneo verificarsi di 
cinque fattori: intelligenza, vita sufficientemente lunga, bisogni 
culturali, linguaggio, e capacit� di fabbricare e usare strumenti specifici. La 
differenza tra l�uomo e le diverse specie viventi popolanti la terra consiste nel 
possesso da parte del primo di tutti i requisiti necessari alla creazione di una 
civilt�. Alcune specie viventi possiedono anche quattro di tali requisiti (i 
cetacei, per esempio), ma non possiedono arti in grado di maneggiare 
utensili. Pur essendo la mano l�organo che ha differenziato il genere homo 
dalle altre specie, non bisogna dimenticare che � stata l�assunzione della 
stazione eretta con la specializzazione dell�estremit� dell�arto 
L 
 11
 
 
Un po� di Storia (e di Leggenda�) 
 
inferiore a consentire all�arto superiore di liberarsi dal contatto col suolo e 
l�acquisizione di quella versatilit� di funzioni che gli � propria. La necessit� 
di rendere l�uomo capace di 
sfruttare a proprio vantaggio 
la forza di gravit� ha 
richiesto, infatti, una 
profonda modifica 
dell�apparato flessore del 
piede con la comparsa del 
potente meccanismo 
muscolare surale che fa capo 
al robusto tendine d’Achille. 
 Non sar� pertanto azzardato affermare che il tendine d’Achille ha avuto 
una parte rilevante nello sviluppo della civiltà. 
D�altronde, testimonianza di ci� si trova un po� ovunque nell�iter storico 
dell�umanit�. Le prime citazioni riguardanti i tendini si ritrovano addirittura 
nella Sacra Bibbia. In Cronache I: 18,4, viene riferito che Davide, dopo aver 
sconfitto il suo nemico Adad-Ezer, si impossess� dei cavalli di costui, e fece 
loro tagliare i garretti (tendini d�Achille)
1
: anche senza materialmente 
eliminare il nemico, privarlo definitivamente delle sua cavalcatura equivaleva 
a renderlo comunque 
inoffensivo. 
 Nella Bibbia � famoso 
anche il riferimento al forte 
Sansone: pare che i Filistei 
fossero stati costretti ad 
utilizzare delle corde ricavate 
da tendini per neutralizzare il 
potente nemico. Le 
testimonianze relative agli usi di culture risalenti agli albori della civilt� ci 
riferiscono dell�uso quotidiano dei tendini in numerose  
Figura 1: La tenotomia  venne impiegata agli albori 
della civilt� per addomesticare gli animali selvatici. 
Figura 2: La tenotomia venne altres� utilizzata per 
rendere permanentemente inoffensivi i nemici.
 12
 
 
 
Un po� di Storia e di Leggenda 
 
circostanze; l�impiego dei tendini consent� la costruzione delle prime, 
sofisticate armi come archi, frecce, lance, con tecniche che, modificate di 
poco, si sono conservate fino a qualche secolo fa; ci� segn� il passaggio dallo 
stato di civilt� raccoglitrice a quella di cacciatrice. Nella prima fase, 
frequente fu il ricorso alla tenotomia rituale, sia per il mantenimento in 
cattivit� degli animali catturati (fig.1), sia quale metodo per rendere 
permanentemente inoffensivi i nemici impedendo loro di fuggire pur 
mantenendone inalterata la capacit� di lavorare (fig. 2), o ancora per 
costringere individui ritenuti sacri (per lo pi� preda della follia, che si 
riteneva avessero un contatto diretto con lo �spirito�) ad esercitare un effetto 
benefico sulla comunit�.  Testimonianze di ci� si ritrovano numerose in tutti i 
continenti. 
Nella maggior parte dei casi , la tenotomia veniva praticata sul tendine  
    
d�Achille, pi� raramente sui tendini flessori del ginocchio, eccezionalmente 
sull�arto superiore. Del pari eccezionale era il ricorso alla tenotomia negli 
Figura 3: Kerkira (Grecia), Achilleion. Achille ferito a morte dalla freccia di Paride. 
 13
individui di sesso femminile
1
. La storia dei tendini non pu� non comprendere 
una citazione relativa all�eroe greco Achille; la leggenda vuole che il  
 
 
Un po� di Storia (e di Leggenda�) 
 
campione Acheo venisse immerso dalla madre Teti nel fiume Stige, retto per 
il tallone, ottenendo un corpo invulnerabile tranne che nella ristretta zona non 
immersa. Fu cos� che una freccia scoccata da Paride lo uccise.  
Traducendo in chiave reale la leggenda si pu� ritenere che l�eroe 
divenne di fatto vulnerabile nei confronti del nemico a causa della rottura del suo 
tendine calcaneale. La rottura del tendine d�Achille d�altronde, � nota fin dai 
tempi antichi; inizialmente si ritenne che essa fosse inemendabile e pertanto 
fosse causa di disabilit� permanente, ma ben presto si ritenne di poter 
intervenire mediante la riparazione tendinea (Avicenna, ca. 1000 d.C.). Da 
Ambroise Par� in poi (1575) la riparazione chirurgica documentata della 
rottura spontanea o traumatica del tendine d�Achille � storia di tutti i giorni. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 14
 
 
 
 
 
ANATOMIA 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
“La forma è conseguenza della funzione” 
 
J. Wolff. Das Gesetz der Inneren 
Architektur Der Knochen. 1884 
 
 
                                                                                           
 
               
 
 
 
 
 
 
 
 
gni testo d�Anatomia definisce il tendine d�Achille come il pi� 
robusto tendine dell�apparato locomotore (figg.4 e 5). 
 Il tendine d�Achille nasce dalla fusione dei tendini di due muscoli, 
entrambi facenti parte della regione posteriore della gamba, di cui 
costituiscono lo strato superficiale: il muscolo gastrocnemio (muscolo 
bicipite, costituito dai due muscoli gemelli della gamba), e il pi� profondo 
muscolo soleo
2
. Il tendine d�Achille riceve, sulla sua faccia posteriore, fibre 
provenienti dal muscolo soleo fin quasi alla sua inserzione calcaneale. In 
effetti, la lunghezza del tendine del gastrocnemio varia tra 110 e 260 mm, 
mentre quella del tendine del soleo varia tra i 30 e i 110 mm
3
. Esso ha una  
 
O 
 15
Figura 4: Muscoli della regione 
posteriore della gamba e tendine 
calcaneale d�Achille. 
Figura 5: Tendine d�Achille e 
triangolo di Kager. 
 
 
Anatomia 
 
lunghezza media, considerata a partire alla sua estremit� prossimale fino alla 
sua inserzione calcaneale, di 150 mm con  una sezione di quattro. 
Il tendine presenta una forma vagamente a 
clessidra; ha un�origine relativamente ampia, 
va progressivamente restringendosi 
assumendo una  sezione ovalare, massima a 
circa 40 mm dall�entesi; da qui si espande 
nuovamente fino alla sua rigida inserzione 
fibrocartilaginea sul terzo medio della faccia 
posteriore del calcagno
1,4
.  
Le fibre del tendine d�Achille mostrano un 
decorso spirale tale che quelle localizzate inizialmente sul lato mediale, 
divengono, portandosi in basso, posteriori, andando incontro ad una rotazione 
che pu� raggiungere anche 90 gradi
3,5
. Di fatto, l�entit� di tale 
�spiralizzazione� dipenderebbe dal livello della fusione tra gastrocnemio e 
soleo: quanto pi� prossimalmente questa si 
realizza, tanto pi� accentuata essa sar�
3
. Il 
significato di questa torsione sarebbe quello 
di consentire un certo allungamento del 
tendine, allorch� sollecitato in tensione essa 
accumula energia potenziale restituita come 
energia cinetica durante l�appropriata fase 
della deambulazione
6
. 
Qualche Autore ha ritenuto questa 
organizzazione spirale delle fibre come 
capace di generare stress in torsione  e 
microlesioni
7
. 
Come tutti i tendini, anche quello 
d�Achille scorre entro una sua guaina che, tuttavia, diversamente da quella 
dei tendini di mano e piede, ma similmente a quella di altre strutture  
 16
 
 
Anatomia 
 
omologhe, non � di natura sinoviale ma � costituita da un tessuto fibrillare 
areolare lasso denominato parateno (o paratenonio) che agisce come una 
guaina relativamente elastica 
consentendo libert� di movimento al 
tendine. Il parateno � costituito da 
pi� strati, tra i quali si trovano 
mucopolisaccaridi che facilitano lo 
scorrimento reciproco; lo stesso 
avviene tra parateno ed epiteno. Di 
fatto il periteno risulta rivestito in 
profondit� da uno strato di cellule 
sinoviali
8
. Anteriormente (cio�, profondamente), il parateno � costituito da un 
tessuto areolare lasso contenente lobuli adiposi, vasi, e nervi. Tale struttura 
sarebbe responsabile di una sostanziale parte dell�irrorazione del tendine, 
agendo come un mesentere (mesotenonio) (figg.6 e 7). 
Il tendine proprio � rivestitito da una membrana traslucida denominata 
epiteno (o epitenonio); essa � in 
continuit� con la membrana che 
riveste i fasci di fibre tendinee 
terziarie, i fascicoli di fibre 
secondarie e i subfascicoli  di fibre 
primarie; detta membrana porta il 
nome di endoteno (o endotenonio)
1
. 
La funzione dell�endoteno � quella 
di circoscrivere, individualizzandoli, 
i vari ordini di fasci ma anche quella 
di permettere la penetrazione e la 
distribuzione capillare di strutture vascolonervose all�interno del 
tendine
9,10,11
. L�insieme di parateno ed endoteno viene talvolta definita  
 
 
Figura 6: Le �guaine� del tendine d�Achille 
Figura 7: Sezione di tendine d�Achille (A)  
mostrante il parateno ( frecce piccole) e la 
fascia crurale (frecce grandi). 
 17
 
Anatomia 
 
periteno (o peritenonio). Di fatto parateno ed endoteno sono in continuit�, 
come dimostrato dall�osservazione elettronmicroscopica dello scambio di 
fibre tra le due strutture. Non esisterebbero invece scambi di vasi tra di esse. 
Tra epiteno ed endoteno esiste invece scambio di vasi e nervi, oltrech� di 
tessuto adiposo
12
.  
Nel tendine d�Achille, ciascun fascio di fibre terziarie ha un diametro di 
15-400 µ m ed � costituito da un fascicolo di fibre collagene di diametro pari a 
10-40 µ m; quest�ultimo, a sua volta, � costituito da subfascicoli di fibre con 
un diametro di 30-130 nm. (fig. 8). 
 
La vascolarizzazione (fig 9) del tendine d�Achille ha un�importanza 
critica che merita di essere sottolineata, poich� tra le cause del processo 
degenerativo del tendine � stata annoverata la relativa carenza di apporto 
ematico in quella parte del tendine che pi� frequentemente � sede di 
fenomeni degenerativi, cio� quella situata a circa 20-60 mm dalla sua 
inserzione calcaneale
13,14,15,16
. D�altra parte ci� � stato confermato da 
osservazioni medesime fatte su altri tendini, come il tibiale posteriore
17
 e il 
sovraspinoso
18
. 
 
 
Figura 8: Gerarchia dell�organizzazione delle fibre all�interno del tendine. 
 18
Anatomia 
 
Il tendine riceve il suo apporto sanguigno dalle arterie surali, attraverso la 
giunzione gastrocnemio-tendinea; dall�arteria genicolata inferiore laterale, 
attraverso la giunzione soleo-tendinea e dalle arterie tibiale posteriore e 
peroneale, attraverso l�entesi. Secondo qualche Autore
8,19
, il tessuto con il 
quale il tendine entra in contatto anteriormente, occupante il triangolo di 
Kager, a ragione della sua ricca vascolarizzazione, sarebbe quello 
responsabile del maggior apporto ematico al tendine, attraverso il mesoteno. 
In condizioni normali, infatti, i vasi non sembrano attraversare, in altre sedi 
diverse dal mesoteno, il gap tra parateno e tendine. Tuttavia pare che, negli 
atleti, il soleo presenti un basso impianto sul tendine, prossimo al calcagno; 
in questi casi il maggior apporto ematico deriva non dal parateno, ma dal 
muscolo stesso
8
.   
All�interno del tendine, i vasi hanno un decorso longitudinale nel contesto 
dell�endoteno, con numerose
anastomosi. Diversi Autori
hanno sottolineato la
scarsa vascolarizzazione
di quella zona del tendine 
corrispondente, all�incirca,
all�unione tra terzo medio ed 
inferiore
20,21
, come risultato di
esperimenti eseguiti
impiegando tecniche di
iniezione angiografica in
cadaveri. Del tutto recentemente, 
�strom e Westlin
22
 hanno 
dimostrato che la vascolarizzazione 
del tendine d�Achille � 
equamente distribuita lungo tutto il decorso del medesimo, tranne a livello 
della sua inserzione distale.  
 
 
 
Figura 9: Vascolarizzazione dell�Achille. A:
dall�entesi; B: dal mesoteno; C: dalla 
giunzione miotendinea. 
 19
Anatomia 
 
L�innervazione del tendine d�Achille � costituita da fibre sensitive 
dipendenti dai nervi muscolari e dal  nervo surale. Molte di queste fibre 
terminano sulla superficie del tendine e sul peritenonio
1
; quelle che 
proseguono all�interno sono fibre mieliniche ed amieliniche che decorrono 
longitudinalmente accompagnando i vasi e finendo con terminazioni nervose 
libere. Gli assoni mielinici mostrano cinque diversi tipi di terminazioni 
sensoriali afferenti
23
. Questi recettori sono principalmente nocicettori, 
rispondenti cio� a stimoli capaci di danneggiare il tessuto; altri rispondono a 
stimoli dolorosi  e meccanici; altri ancora sono in grado di rispondere anche a 
stimoli chimici (cd. recettori polimodali)
24
. 
 
   Il muscolo gastrocnemio rientra nella categoria dei muscoli bicipiti, 
poich� � costituito da due ventri muscolari unipennati che terminano su un 
tendine comune. La loro origine � costituita da un corto tendine appiattito che 
si inserisce sul rispettivo condilo femorale, appena cranialmente 
all�inserzione dei gusci condilici della capsula articolare del ginocchio. Il 
tendine del capo mediale, il pi� grande dei due, prende origine da un�area 
depressa situata sopra e dietro il tubercolo degli adduttori e da una piccola 
area elevata situata prossimalmente al condilo, nella superficie poplitea  del 
femore; il capo laterale si distacca, invece, da un�area facilmente 
identificabile, situata sulla superficie laterale del condilo, e dalla vicina linea 
sopracondilica; entrambi i capi originano, inoltre, dalla sottostante capsula 
articolare, fungendo, per cos� dire, da muscoli tensori della capsula posteriore 
del ginocchio
2
; come tutti i muscoli tensori capsulari, la loro funzione � 
quella di sottrarre la capsula all'incarceramento entro l�articolazione, in 
questo caso, durante la flessione del ginocchio. Spesso il tendine d�origine 
del gemello laterale contiene un piccolo osso sesamoide (fabella), il cui 
significato teleologico � sconosciuto. 
I due ventri muscolari rimangono separati ad opera della loro inserzione su 
una larga aponeurosi, situata in corrispondenza della loro superficie anteriore; 
questa si riduce d�ampiezza man mano che si dirige distalmente, ispessendosi  
 
 
 20
Anatomia 
 
contemporaneamente, e fondendosi quindi con il tendine del soleo a 
costituire il tendo calcaneus o tendine d�Achille. Dei due capi muscolari, 
quello mediale pu� raramente mancare; meno raramente � presente, invece, 
un terzo capo, ad origine dalla faccia poplitea del femore
2
. 
Il gastrocnemio riceve la sua innervazione dal nervo tibiale (S1-S2), la cui 
distribuzione intramuscolare come anche quella di soleo e plantare � stata 
oggetto di un�elegante studio di Schumacher e coll.
25
. La potenza espressa 
dal gastrocnemio � pari a nove kgm
26
. Coopera con il soleo alla flessione del 
piede; � anche un flessore del ginocchio: nella corsa esso rivela il cosiddetto 
paradosso di Lombard, agendo sinergisticamente ed eliminando l�inerzia dal 
sistema
8
. 
 
Il muscolo soleo � un largo muscolo appiattito, situato profondamente al 
gastrocnemio, la cui origine � costituita dalla testa e dal quarto prossimale del 
perone, dalla linea del soleo e dal terzo centrale del margine mediale della 
tibia, e dall�arcata fibrosa del soleo, tesa tra testa del perone e linea omonima 
della tibia. La maggior parte delle fibre del muscolo, dipartendosi dalla 
superficie posteriore dell�aponeurosi d�origine, si portano obliquamente verso 
il tendine principale, il quale si trova sulla faccia posteriore del muscolo; altre 
fibre, pi� brevi e bipennate, si distaccano dalla sua superficie aponeurotica 
anteriore, gettandosi in uno stretto tendine intramuscolare, che si fonde 
distalmente con quello principale. Quest�ultimo, a sua volta, si fonde con 
l�omologo del gastrocnemio a formare il tendine d�Achille. 
Anche il soleo riceve la sua innervazione dal N. Tibiale (S1-S2)
25
. Esso 
esprime una potenza di 7,4 kgm
26
. È il primo flessore della tibiotarsica. 
 
Un cenno a parte merita il muscolo plantare. Tale organo comprende un 
breve capo fusiforme, lungo circa 70-100 mm, che si distacca dalla porzione 
pi� distale della linea sopracondiloidea laterale e dal legamento popliteo 
obliquo del ginocchio. Le sue fibre continuano con quelle del sottile e lungo 
tendine il quale,  portandosi in basso e medialmente, attraversa lo spazio  
 
 
 21
Anatomia 
 
individuato da gastrocnemio e soleo, e prosegue lungo il margine mediale del 
tendine d�Achille, talvolta fondendosi distalmente con esso. Pur non essendo 
sempre presente, la sua assenza � stata 
notata solo in 160 su 1545 soggetti 
esaminati
27
. Considerata la sua scarsa 
importanza funzionale, non si comprende 
la ragione della sua conservazione nel 
corso dell�evoluzione. 
Il muscolo plantare riceve rami motori 
dal N. Tibiale (S1-S2). � un debole 
flessore del piede e del ginocchio. 
Notevole importanza clinica, oltrech� 
meccanica hanno le borse calcaneali. 
Testut
28
 ne riconosce almeno tre (fig. 10): 
una, costante, situata tra terzo craniale 
della faccia posteriore del calcagno e 
anteriore del tendine, ad evitare ogni 
frizione tra tendine ed osso; questa borsa � presente alla nascita ed ha forma a 
ferro di cavallo, con le due braccia estendentisi distalmente lungo i margini 
mediale e laterale dell�Achille (fig. 11). Le sue dimensioni medie sono di 22 
mm di lunghezza, otto di larghezza e quattro di spessore
29
. Uno strato 
sinoviale nella porzione 
prossimale � in contatto 
con il tessuto adiposo del 
Kager. La sua parete 
superficiale ha una 
struttura fibrocartilaginea, 
mentre la posteriore � 
indistinguibile 
dall�epitenonio. Essa 
contiene una media di 1,22 ml di fluido ricco in ac. ialuronico.  Una borsa 
meno costante � situata tra tendine e fascia; ed una  
 
Figura 10: 1: Calcagno; 2: Talo; 3: 
Tibia; 4: Achille; 5,5�: Guaina; 6: 
Fascia; 7: M: Tibiale Post.; 8: M. 
Flessore Lungo Dita; 9: M. Flessore 
Lungo Alluce; 10: Fascio 
Vascolonervoso Tibiale Posteriore; 11: 
Borsa Retrocalcaneale; 12: Borsa 
Retrotendinea; 13: Borsa 
Sottocalcaneale; 14: Kager. 
Figura 11: Borsa retrocalcaneale. 
 22
Figura 13: I tipi di calcagno. A: iperconvesso; B: normale; 
C: iperconcavo.
 
Anatomia 
 
terza tra fascia e sottocute; questa borsa � avventiziale e si forma a causa 
dell�attrito esterno; � presente nel 50% circa dei casi: � quella responsabile 
del segno clinico del �pump-bump� della 
letteratura anglosassone.  Tutte possono andare 
incontro a infiammazione mimando la 
sintomatologia propria delle entesopatie e/o 
tenopatie achillee (fig. 12) di fatto creando non 
pochi problemi allorch� si debba porre diagnosi 
differenziale tra entesopatie e borsiti, talvolta 
comunque associate. 
Un discorso a parte merita il calcagno. La 
sua tuberosit� posteriore o grande tuberosit� si 
estende dal talamo al margine posteriore. La 
sua forma � variabile in toto, ma quello che 
interessa particolarmente � la forma della 
tuberosit� posteriore. Sono state descritte tre 
variet� pi� comuni: iperconcava, normale e 
iperconvessa
29
. (figura 13). 
La variet� iperconvessa � stata frequentemente associata alla  borsite 
profonda e/o alla entesite achillea. Si parla in questi casi i Morbo di Haglund. 
La valutazione radiografica viene fatta su una proiezione laterale, misurando 
l�angolo di Fowler-
Philip
30
 (fig.14) . 
Questi Autori 
misurarono l�angolo 
tra la tuberosit� 
posterosuperiore del 
calcagno e la superficie plantare dello stesso, valutandolo in 44-69 gradi. 
Valori maggiori di 75 gradi sono considerati patologici (perch� 
frequentemente associati a sintomatologia retropodalica).  
 
 
Figura 12: 1: Tegumenti; 2: 
Fascia; 3: Achille; 4: Tessuto 
areolare; 5,5�,5��: Borse 
superficiali; 6,6�: Borse 
collaterali.