5 
 
Mahatma Gandhi 
 
Il periodo storico in cui ci troviamo potrebbe essere definito come un momento di 
tende nz iale be ne sse re p e r il mondo c osidd e tt o “ s vil uppa to” in c ui le a tt ivi tà pr a ti c a t e quotidianamente, come farsi una doccia o prendere la macchina per spostarsi, non 
trovano grandi limitazioni se non quelle poste dalla nostra stessa volontà. 
Eppure, nello stesso momento in cui nel Mondo Occidentalizzato si svolge una 
g iorna t a qua lunque, da l l’a lt ra pa rte de l P iane t a (o for se più vicino di qua nto pensiamo) milioni di esseri umani combattono la propria battaglia contro condizioni 
di vita “ se nz a dig nit à ” e “ se nz a r isorse ” . 
Per sensibilizzare giovani e adulti di tutto il mondo verso la necessità di un futuro più 
equo ed armonioso che rispetti il prossimo e le risorse del pianeta le Nazioni Unite 
hanno lanciato una campagna globale, il Decennio dell'Educazione allo Sviluppo 
Sostenibile
1
. 
I l fa tt o c h e mol ti ig no rino l’e sis tenz a di que sto ge ne r e di c a mpa g n e g i usti fic a lo 
scopo della stessa: valorizzare il ruolo dell'educazione, e più in generale degli 
strumenti di "apprendimento" c om e l’ istruzione scolastica, la formazione 
professionale e i messaggi dei media nella diffusione di valori e competenze orientati 
a uno sviluppo sostenibile.  
L a sc e lt a de ll ’a r g omento de riva d a ll a pr o fonda n e c e ssi tà di rispost e a ll e numer ose problematiche che affliggono il pianeta e che derivano dalla non curanza generale 
con cui ci si approccia al più semplice dei temi emersi dagli ultimi dibattiti mondiali. 
L ’ a pprof ondim e nto d e ll a sost e nibi li tà in a mbi to turist ico è da to da ll a posizione 
ambivalente di chi scrive, studentessa e operatrice del turismo allo stesso tempo. 
È proprio per le contraddizioni emerse dal confronto di teoria e pratica della 
sostenibilità turistica che è nata la volontà di analizzare il fenomeno dalle sue origini, 
estrapolando i principi basilari, le incoerenze e i meriti, per poterne valutare come la 
sua applicazione si concretizza attualmente. 
                                                           
1
 DESS - 2005/2014 
Introduzione 
 
“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”
6 
Ne ll a pr im a pa rte de l lavor o, “ S vil uppo S ostenibi le” , si ripe rc or re a tt ra ve rso i maggiori trattati e vertici mondiali la storia del concetto di sostenibilità: dalla prima 
definizione della Commissione Brundtland fino al Vertice di Johannesburg del 2002. 
Ne ll ’a na li si de i pr incipa l i doc umenti pr odott i a l t e rmine de ll e va rie c on fe r e nz e se ne sottolineano i concetti innovativi, ma anche le carenze dovute alla mancanza direttive 
seriamente restrittive. 
Ne l ti tol o de ll a se c onda se z ione, “ Tur ism o e S ost e nibi li tà: un bino mi o pos sibi le” , si dà enfasi alla necessità di integrazione del turismo ai principi di sostenibilità in 
qualità di settore in grado di mobilitare un gran numero di persone con impatti di 
a lt re tt a nto g ra nd e port a ta: c on l’ a pprof ondim e nt o de g li int e rve nti int e rn a z ionali sul tema e l a pr e se ntaz ione di un e mbl e matico c a s o it a li a no, l’Assoc iaz ion e I talian a Turismo Responsabile, si dimostra la possibilità tangibile della convivenza 
de ll ’a spetto m e ra m e nte e c onomi c o c on que ll o più pr of onda mente e ti c o de l turism o. 
L a t e rz a pa rt e , “ Effetti del Turismo e Indicatori di Sostenibilità ” , è giustificata dalla 
considerazione che “ la re sponsabili tà ric hiede c onosc e nz a ” e si propone di analizzare 
alcune dei principali indicatori per la valutazione della sostenibilità di sistemi 
turistici.  
È la sezione più ampia poiché contiene una descrizione degli effetti del turismo sulle 
dimensioni ambientale, sociale ed economica e degli indicatori di sostenibilità 
evidenziandone caratteristiche e modalità di creazione: per ogni impatto negativo si 
forniscono una serie di indicatori in grado di misurarne la portata e di fungere da 
sistemi di allarme e mezzi di risoluzione. 
Infine, non poteva mancare un esempio pratico di attuazione dei principi di 
sost e nibi li tà: il tour ope r a tor Hote lP lan, tr a mi te l’ a de sione a va rie ini z iative soli da li e ne l pr oge tt o de l mar c hio TCl ub, è sim bolo di so s tenibil it à , non solo a ll ’in ter no de ll e destinazioni turistiche in cui opera, ma per la totalità di stakeholders con cui si 
relaziona.
7 
 
 
 
 
Parte I  
 Sviluppo Sostenibile: parole e fatti
8 
Capitolo 1. I trattati internazionali  
 
 
1.1. La Conferenza di Stoccolma  
 
I l c on c e tt o di “ S vil uppo S ostenibi le” na sc e da ll ’e sig e nz a globale di far fronte alle 
c onse g ue nz e d e g li sti li di vit a c h e l’uomo ha a dott a to pe r de c e nni e i qu a li potre mm o 
de finire c on un a meta fo r a “ c ro c e e de li z ia” . 
I n un’e po c a di riassestamento
2
, le associazioni internazionali prendono coscienza 
delle problematiche scaturite dal legame ambiente-sviluppo e iniziano a guardare a 
tali que sti oni sott o un’o tt ica int e g r a ta in c ui e c onomi a , socie tà e a mbi e nte ha nno stesso peso e rilevanza nel raggiungimento della sostenibilità. 
Il primo passo in questa direzione, è compiuto da 113 S tati a de re nti a ll ’O NU a ll ’inte rno d e ll a C onfe re nz a sul l’Ambiente Uma no di S tocc olm a
3
. 
Lo scopo che tale Conferenza si propone, è quello di fornire ai popoli uno strumento 
in grado di guidarli alla conservazione e al mig li or a mento de ll ’a mbi e nte um a no . 
Ne l pr e a mbol o de ll a c on se g u e nte “ Dic hiar a z ione de ll e Na z ioni Unite sull ’a mbi e nte 
umano” , sono messi in evidenza alcuni concetti cardine del nuovo approccio 
proposto: 
 
- “L’uomo è al tempo stesso creatura e artefice del suo ambiente ” – si 
a c quisi sc e la c ons a pe vol e z z a di un ra pporto di “ ne c e ssi tà r e c iproc a ” in c ui uomo e a mbi e nte sono a l tempo stesso i fa utori e i risult a ti de ll ’a z i one de ll ’uno sull ’a lt ro e div entano, perciò, interdipendenti; 
- “L’uomo deve continuare a scoprire, inventare, creare e progredire” – si 
rileva c h e l’int e nto de l c a mbi o di pr ospetti va non è que ll o di li mi tar e l’a z i one umana, quanto piuttosto di indirizzarne correttamente i potenziali, posto che 
“la capacità dell'uomo di trasformare il suo ambiente può apportare a tutti i 
                                                           
2
 N e gli a n n i ’ 70 a lcun i im p o rta n ti e v e n ti e b b e ro lu o go : in izia n o i ra p p o rti p o lit ico-commerciali tra 
USA e Cina, esplode lo scandalo Water gate e la domanda internazionale di greggio cresce 
notevolmente provocando aumenti sia del costo del petrolio a barile che delle barriere e dei controlli 
imposti sulla commercializzazione da parte di compagnie estere; 
3
 Stoccolma, 5-16 giugno 1972;
9 
popoli i benefici dello sviluppo, ma se applicato erroneamente o 
avventatamente, lo stesso potere può provocare un danno incalcolabile agli 
esseri umani e all'ambiente”; 
- “Nei paesi in via di sviluppo la maggior parte dei problemi ambientali è 
causata dal sottosviluppo (…) nei paesi industrializzati i problemi ambientali 
sono collegati all’industrializzazione e allo sviluppo tecnologico” – si 
e videnz ia la pr of onda dist inz ione d i in ter a z ione de ll ’uomo c on la na tura tra paesi in via di sviluppo e paesi industrializzati per trasmettere la necessità di 
interventi non standardizzati, ma al contrario costruiti ad hoc in base alla 
situazione in essere. 
- “Approfondendo le nostre conoscenze possiamo assicurare a noi stessi e alla 
nostra posterità, condizioni di vita migliori ” – si rende necessaria la 
conoscenza per compiere azioni consapevoli e ciò è possibile attraverso la 
divulgazione e la condivisione degli obiettivi comuni al mondo intero, 
giacché “affinché questo scopo possa essere raggiunto, sarà necessario che 
tutti, cittadini e collettività, imprese e istituzioni a ogni livello, assumano le 
loro responsabilità e si dividano i compiti”. 
 
In conformità a tali assunti, nella Dichiarazione sono stilati ventisei Principi 
attraverso i quali s’inquadra la questione ambientale in connessione alle 
problematiche sociali e d economiche. 
Nonostante il c onc e tt o di “ S vil uppo S o stenibi le ” ve ro e pr oprio sia introdotto in 
seguito alla Conferenza di Stoccolma, in questa sede ne vengono tracciate le linee 
guida: av vien e l’a ff e rma z ione de i pr incipi di li be rtà e di ug u a g li a nz a e de l diritt o di tutti ad adeguate condizioni di vita che prevedano la preservazione delle risorse 
naturali (intesa come una maggiore attenzione al mantenimento di risorse non 
rinnovabili e un uso responsabile di quelle rinnovabili). 
Ovviamente, per il raggiungimento dei diversi obiettivi, si auspica a una 
c oope ra z ione t ra l e r a pp re se ntanz e poli ti c he de i va ri S tati c h e e vit i l’ a c c re sc im e nto del divario tra paesi in via di sviluppo e paesi industrializzati: vengono fornite 
indicazioni riguardo alla pianificazione dello sviluppo che deve essere 
economicamente vantaggiosa tanto quanto ecologicamente corretta.
10 
 
In seno alla Conferenza, inoltre, prende vita l’United Na ti ons Environme nt 
Programme (UNEP), organismo istituzionale che opera in coordinamento con altri 
Programmi, Organismi e ONG e la cui missione è così riassumibile: 
“fornire una guida e incoraggiare la cooperazione nella cura dell’ambiente 
ispirando, informando e permettendo a nazioni e popoli di migliorare la qualità 
della loro vita senza compromettere quella delle generazioni future”. 
 
 
1.2. Our Common Future 
 
Sulla scia di questo clima di cambiamenti, nel 1983 le Nazioni Unite istituiscono la 
C omm iss ione Mond iale pe r l’Ambiente e lo S vi luppo (C ommissione Brundtland
4
) 
a ff idandole l’ e labor a z io ne di "un’agenda globale per il cambiamento” che 
racchiudesse definizioni, principi e protagonisti facenti parte del progetto di 
sostenibilità. 
La presentazione del rapporto non tarda ad arrivare e nel 1987 v iene pubbl ica to “ Our C omm on F uture ” a tt ra ve rso c ui si de c re ta la pr im a de finiz ione, in or dine t e mpora le, di sviluppo sostenibile: 
 
« Lo Sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i 
bisogni del presente senza compromettere la possibilità 
delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni ». 
 
In sostanza, la definizione di sostenibilità impone importanti cambiamenti di 
approccio e di considerazione del rapporto tra ambiente naturale e sviluppo; si 
suggerisce un utilizzo responsabile delle risorse che ne permetta un godimento senza 
soluzione di continuità : è un c onc e tt o c he “ pone limiti, per non avere limiti ”. 
S’ int roduc e , fina lm e nte , un’a tt e nz ione a li ve ll o intra-generazionale e inter-
generazionale che garantisca a tutti indistintamente lo stesso livello di benessere 
(inteso in termini di qualità della vita). 
                                                           
4
 Dal nome del Presidente, il primo ministro norvegese Gro Harlem Brundtland;
11 
I l r a pporto si di vide in tre pa rti ch e d e sc rivono le nuove sfide pe r l’ umanità: 
 
- Parte I – Preoccupazioni comuni: si traccia un qua dr o d’ insi e me in c ui si 
citano le conseguenze degli attuali stili di vita, i propositi che lo sviluppo 
sost e nibi le si pone e la r il e va nz a de ll ’e c onomi a int e rna z ionale ; 
- Parte II – Sfide collettive: inerenti a popolazione e risorse umane, 
sicurezza alimentare, specie ed ecosistemi, energia, industria e problema 
urbano; 
- Parte III – Sforzi comuni: si afferma l’imp or tanz a di un’a z ione c oll e tt iva nella gestione dei beni comuni internazionali, nel mantenimento della 
pa c e e ne l g a r a nti re la sic ur e z z a e lo sv il uppo tut e l a ndo l’a mbi e nte: 
 
« We are unanimous in our conviction that the security, well-being, and 
very survival of the planet depend on such changes, now ». 
 
È evidente che a partire da tale rapporto, e continuando il percorso intrapreso dalla 
C onfe re nz a di S tocc olm a , si a vvia un’import a nte mobi li taz ione da pa rte de g li organismi internazionali verso le problematiche ambientali e verso 
l’a pprof ondim e nto de l c onc e tt o di svil uppo sost e nibi le qua le c hiav e a ll a r isol uz ione (o perlomeno al controllo) delle cause del degrado ambientale. 
 
 
1.3. La Conferenza di Rio 
 
Proprio sulla strada tracciata a S tocc olm a , a ve nt’a nni di dist a nz a , s i svol g e l a Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo
5
 di Rio (UNCED, United Nation 
Conference Environment and Development), alla quale partecipano 183 paesi, 
numerose organizzazioni governative e circa 2400 membri di organizzazioni non-
governative (ONG).  
                                                           
5
 3-14 Giugno 1992, Rio de Janeiro, Brasile
12 
L ’o r g a niz z a z ione e i pa rt e c ipanti a uspi c a no alla redazione di una serie di documenti 
in grado di gettare le b a si pe r l’imp e g no g lobale , tra c ui un a “ C a rta de ll a Te rr a ” in cui si riassumano i diritti/doveri di Stati e individui che rappresenti una sorta di 
Costituzione Ecologica mondiale di base. 
Dalla Conferenza, come si vedrà nei paragrafi seguenti, prenderanno forma una serie 
di documenti, vincolanti e non, ma comunque di grande impatto tra cui: la 
Dichiarazione di Rio, le Convenzioni su Clima e Biodiversità, la Dichiarazione sulle 
F or e ste e l’A ge nda 21. 
 
 
1.3.1. La Dichiarazione di Rio 
L e tant e diver g e nz e e me rse tra Nor d e S ud a ll ’inte rno de l summ it , porta n o a l rinvio 
della redazione della “ C a rta de ll a Terra
6
” c he possa ra ppre s e ntar e un vincolo 
giuridico, per fare posto a una dichiarazione di intenti politici per il futuro, la 
“Dichiarazione di Rio ” pe r l’ a ppunto. 
Lo scopo, come si attribuisce a questo codice di comportamento etico ambientale, è 
quello di “instaurare una nuova ed equa partnership globale, attraverso la creazione 
di nuovi livelli di cooperazione tra gli stati”. 
La Dichiarazione contiene ventisette principi che ripresentano e affinano i concetti 
affermati a Stoccolma; tra le principali asserzioni: 
 
- c e ntra li tà de ll ’uomo ne ll o “ svil uppo sost e nibi le” ; 
- responsabilità degli Stati nei confronti delle proprie risorse; 
- necessità di eliminazione della povertà; 
- collaborazione globale; 
- livellamento delle differenze tra Nord e Sud del mondo; 
- nuova politica di prevenzione che si basi sul principio precauzionale
7
. 
 
                                                           
6
 L a Carta d e lla T e rra v e n n e fin aliz za ta e q u in d i la n ciata co m e “ Carta ” n e l 2000 d alla Commissione 
della Carta della Terra, un organismo internazionale indipendente. 
7
 “In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l'assenza di certezza scientifica assoluta non deve 
servire da pretesto per rinviare l'adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, 
dirette a prevenire il degrado ambientale
13 
Lo sviluppo sostenibile assume, a questo punto, le caratteristiche di concetto 
integrato, che pone l’ a c c e nto sulla necessità di coniugare le tre dimensioni di 
Ambiente, Economia e Società, poiché è evidente l’inca pa c it à de ll a sola a z ione 
ambientale di esaurire la sfida: ogni piano o politica di intervento, 
infatti, devono rispondere a una visi one d’ insi e me e de finire sia im pa tt i e c onomi c i sia sociali e ambientali. 
 
 
1.3.2. Le Convenzioni su clima e biodiversità 
 
Tr a i va ri doc umenti ri sult a nti da ll ’U NCED, gli unici a rivestire una rilevanza 
giuridica sono le due Convenzioni che si rivelano entrambe storicamente 
fondamentali ma fallimenti se valutate per gli scopi specifici. 
 
La Convenzione sui cambiamenti climatici, tr o va l’a ssenso di be n 153 pa e si, con 
l’a stensione di un pa e s e di rileva nte pa trim onio forestale come la Malaysia. 
Attraverso questo documento si tenta di diffondere la conoscenza tra Stati delle varie 
ti polog ie di e mi ssi oni di g a s n e ll ’a mbi e nte e delle capacità di assorbimento esistenti, 
per avviare in seguito una fase di ricerca sulle conseguenze provocate da tali 
emissioni e attuare un programma di attenuazione. 
Tuttavia avendo posto come principio base il mero impegno alla riduzione delle 
emissioni di g a s c li malter a nti ne ll ’a tm osfe r a , e non essendoci alcun riferimento 
a ll ’obblig o di rispe tt a re de ll e sc a de nz e tempor a li , la C onve nz ione ris ult a poc o 
incisiva, seppur innovativa e ricca di buoni propositi. 
Vedremo nel Paragrafo 1.4. che tale Convenzione fungerà da base per il Protocollo di 
Kyoto del 1997. 
 
La Convenzione sulla biodiversità, sebbene altrettanto rilevante ai fini della 
sostenibilità, subisce il parere contrario degli USA, astenutisi dalla firma, che 
lamentano un eccessivo favoritismo nei confronti dei paesi del Sud nella ripartizione 
dei costi e dei benefici fra paesi detentori e paesi utilizzatori.