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In genere, in questo ambito, esistono già proposte di soluzioni per l’accesso alle 
matematiche che, sebbene rappresentino delle grandi promesse, risultano spesso 
inaffidabili.  
Tra queste soluzioni ci sono alcuni sistemi che utilizzano il Braille. Un loro impiego 
nelle università italiane risulta improponibile proprio per i problemi di mancanza di 
standard di cui si è detto prima. 
Per queste ragioni, nel progetto di un ausilio per accedere alla notazione 
matematica, il primo importante passo da fare è stabilire degli standard di 
comunicazione. In base a questi standard, vi potranno essere soluzioni al problema 
che differiranno in base al percorso di analisi seguito. 
 
Con il presente lavoro si propone di realizzare una piattaforma per l’accesso 
alla matematica che comporti i minori cambiamenti possibili nella configurazione 
hardware e software esistente in dotazione al disabile. In tal modo verrà fornito uno 
strumento di utilizzo immediato che non sconvolge le conoscenze e le abitudini del 
videoleso.  
Avendo rilevato che la maggior parte dei videolesi utilizza un PC con screen reader, 
l’output principale della piattaforma è di tipo audio. 
Viene stabilito, inoltre, uno standard di scrittura dei documenti che, per la 
semplicità di utilizzo degli strumenti suggeriti, non va a variare di molto il modus 
operandi di chi scrive. 
 
  11
3.1.1 introduzione ad ausili e disabilità 
3.1.1.1 disabilità 
 In base ad una classificazione messa a punto dall’Organizzazione Mondiale 
della Sanità si adottano le seguenti definizioni: 
- menomazione: qualsiasi perdita o anormalità di una struttura o di una 
funzione psicologica, fisiologica o anatomica; 
- disabilità: stato che si manifesta quando la menomazione porta all’incapacità 
di compiere un’attività nel modo o al livello considerato normale per un 
essere umano; 
- handicap: stato in cui, a causa di menomazioni o disabilità, una persona 
incontra difficoltà nell’adempiere al ruolo normale che la società si aspetta. 
Ne scaturisce, quindi, che la menomazione è riferita a corpo e mente, la disabilità è 
riferita alla persona mentre l’handicap è un concetto sostanzialmente sociale. 
Un ausilio esiste in risposta a determinati bisogni dettati dalla disabilità. 
L’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti dei disabili sono 
regolamentate da leggi dello Stato italiano, in particolare dalla legge n. 
104 del 5 febbraio 1992. Qui si ritrova una definizione di persona 
handicappata:  
“È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o 
sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di 
relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di 
svantaggio sociale o di emarginazione”. 
Scorrendo i vari articoli della legge si capisce come questa sia intesa nel rispetto 
della dignità umana e dei diritti di libertà ed autonomia del soggetto, aspetti che si 
vuole garantire promuovendo la ricerca scientifica, genetica, biomedica ,ecc.. al fine 
della rimozione delle cause invalidanti. La legge garantisce all’handicappato, ed alla 
sua famiglia, un sostegno psicologico adeguato, servizi di aiuto e sussidi tecnici. 
Riguardo all’integrazione scolastica, fra le varie soluzioni possibili viene presentata 
quella di dotare scuole ed università di attrezzature tecniche e sussidi didattici. 
  12
Proprio in questo campo la legge 104 ha subito integrazioni e modifiche mediante la 
legge n. 17 del 28 gennaio 1999 in cui si sancisce che “agli studenti handicappati 
iscritti all’università sono garantiti sussidi tecnici e didattici specifici…”. Ancora, 
la legge indica che “le università, con proprie disposizioni, istituiscono un docente 
delegato dal rettore con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di 
tutte le iniziative concernenti l’integrazione nell’ambito dell’ateneo”. 
È seguendo lo spirito della legge 17 che è stata istituita nell’Università Federico II 
una Commissione di coordinamento per le attività di supporto per gli studenti con 
disabilità, nelle cui funzioni si inserisce il presente lavoro di tesi, intenso come 
sussidio per lo studio delle materie tecnico- scientifiche. 
Le attività di sostegno portate avanti dalla Commissione tendono a ridurre le 
situazioni di handicap per gli studenti svantaggiati a causa di disabilità di vario 
grado: visive, motorie, uditive e malattie croniche. La Commissione ha, in 
particolare, il compito di coordinare gli interventi per:  
- predisposizione di attrezzature tecniche e sussidi didattici idonei ad ogni 
particolare disabile;  
- programmazione di interventi individualmente adeguati;  
- diversificazione degli ausili necessari a seconda della tipologia della 
disabilità;  
- concessione di esonero totale o parziale dalle tasse di iscrizione e di 
contributi universitari, per il caso di determinate condizioni;  
- attivare il Centro di Orientamento Didattico Educativo (nel caso esistano 
problemi relativi alla didattica);  
- attivare il Centro di Counselling Psicologico. 
 
3.1.1.2 ausili 
La realizzazione di una piattaforma matematica acquisisce carattere di ausilio 
se è uno strumento in grado di aiutare un videoleso nell’affrontare i problemi di 
  13
carattere matematico e, in genere scientifico, che fanno parte non solo del bagaglio 
tecnico professionale ma anche del mondo del lavoro. 
Un ausilio è una apparecchiatura, un’attrezzatura o un accorgimento che consente 
alla persona disabile di attivare o di potenziare un percorso di autonomia che rispetti 
le proprie esigenze e possibilità e quelle dell’ambiente che lo circonda. 
Un ausilio tecnico è un prodotto, uno strumento o un sistema tecnologico 
specializzato o di comune commercio che viene utilizzato dal disabile per prevenire, 
compensare, alleviare o eliminare la sua disabilità. Le attrezzature che hanno 
finalità di tipo clinico non sono considerate ausili. 
 Un ausilio può essere costituito da uno o più dispositivi in modo che il 
sistema nel suo complesso presenti degli ingressi adattati, detti interfaccia di input, 
ed uscite, anch’esse adattate, dette interfaccia di output. L’adattamento delle 
interfacce viene fatto in modo da utilizzare al meglio le potenzialità residue del 
disabile a cui si rivolge l’ausilio. 
 Siccome le disabilità si presentano sotto una gamma pressoché infinita di 
quadri funzionali, non esistono soluzioni standard di ausilio che, anzi, vanno quasi 
sempre personalizzate. La personalizzazione può essere fatta attraverso la modifica 
fisica dell’ausilio, in un particolare modo d’uso o di posizionamento, di interazione 
con un dato software, ecc.. 
 In parallelo al concetto di ausilio va considerato il concetto di accessibilità 
inteso come la progettazione dell’ambiente, dei prodotti e dei servizi in modo che 
possano essere fruiti agevolmente da persone con disabilità.  
 
3.1.1.3 ausili elettronici ed informatici – l’informazione in formato elettronico 
In questo lavoro l’attenzione è rivolta agli ausili che permettono l’accesso al 
calcolatore elettronico, in particolare, ad applicazioni matematiche e scientifiche in 
genere. L’informazione in formato elettronico presenta molti vantaggi tra i quali il 
non trascurabile aspetto della flessibilità che si evidenzia sia attraverso la capacità 
di elaborazione sia attraverso la possibilità di assumere diverse forme di output. 
  14
Questo aspetto, legato a diverse possibilità di input, mostra come il personal 
computer e le informazioni elettroniche rappresentino un potente ausilio e 
costituiscono lo strumento che più di tutti consente possibilità di integrazione, 
adattamento e svolgimento di attività altrimenti proibite. 
 I dispositivi di input sono periferiche hardware ed interfacce software; i 
dispositivi di output sono strumenti analoghi ai precedenti usati per la lettura dei 
dati. Tali dispositivi possono rappresentare una barriera tecnologica verso l’uso del 
calcolatore. Basti pensare alla periferica di output principe, cioè il monitor. Ci sono 
persone ipovedenti che non possono utilizzarlo a pieno e persone cieche che, 
invece, non possono utilizzarlo affatto. Queste persone devono utilizzare ausili 
appositamente progettati che esaltino la capacità sensoriali residue, cioè il tatto e 
l’udito. In tale modo l’informazione elettronica, che non si rivolge ad una tipologia 
particolare di utente, è resa disponibile anche per i ciechi. 
 
3.1.1.4 disabilità della vista 
 La disabilità visiva comprende due classi di utenti: 
- ciechi; 
- ipovedenti. 
In base a questa distinzione cambiano le modalità di accesso all’elaboratore perché 
l’accesso si fonda su quelli che sono i residui sensoriali: gli ipovedenti possono, in 
genere, utilizzare il monitor come dispositivo di uscita, anche se mediante 
accorgimenti quali aumento della dimensione del font utilizzato, utilizzo di software 
di ingrandimento, impostazione di colori che migliorino il contrasto della 
presentazione a video; gli utenti ciechi devono, invece, utilizzare dispositivi di 
uscita differenti quali il display Braille, per ottenere una uscita tattile, o un 
sintetizzatore vocale, per ottenere una uscita audio. 
In entrambi i casi l’informazione va ristrutturata in modo da permetterne l’accesso. 
In generale, l’informazione assumerà l’aspetto di righe di testo opportunamente 
formattate. 
  15
3.1.2 ausili per disabili della vista 
 Di seguito, si riporta una breve descrizione dei principali ausili elettronici per 
disabili visivi attualmente in commercio. 
 
3.1.2.1 ausili per non vedenti 
 Gli ausili rivolti ai non vedenti possono essere utilizzati con efficacia anche 
da ipovedenti. Questi sono display Braille, screen reader, stampanti Braille, sistemi 
OCR ed altri apparecchi che vengono descritti brevemente di seguito. 
 
3.1.2.1.1 display braille 
 Il display Braille, applicato ad un qualsiasi computer di solito attraverso una 
porta seriale, permette di trasformare il contenuto di una riga del monitor in un testo 
Braille in rilievo. I comuni display Braille presentano 40 celle, come per i normali 
testi Braille su carta. Ogni cella è formata da una matrice di otto punti che, grazie a 
trasduttori piezoelettrici si alzano e si abbassano a seconda del corrispondente 
carattere a video da rappresentare. La videata è esplorata a gruppi di 40 caratteri 
grazie ad un’apposita interfaccia software di cattura dello schermo. 
Alcuni display Braille si incastrano sotto la tastiera standard; alcuni dispongono di 
tasti per operazioni speciali quali lo scorrimento di tutta la videata, scansione del 
video per parole intere, immissione di tabulazioni, ricerca di stringhe, conoscenza 
delle coordinate del cursore, conoscenza del colore delle scritte. 
 
3.1.2.1.2 sintesi vocale 
Il sistema di sintesi vocale è composto da scheda audio, amplificatore, 
diffusori acustici e da un software che definisce le regole di pronuncia. Si tratta di 
sistemi integrati a software di tipo screen reader per i quali quanto appare sullo 
schermo potrà essere ascoltato dall’utente non vedente. In verità, gli screen reader 
hanno al possibilità di dirigere l’output anche verso un display Braille, ma in questo 
caso, l’attenzione è rivolta all’uscita audio. Il testo a video può essere letto in 
diversi modi: lettura di singoli caratteri o parola per parola, riga per riga, lettura 
  16
continua e scorrevole, lettura con punteggiatura, con indicazioni degli attributi del 
testo, cioè maiuscole, corsivi, punteggiature, lettura con spelling, ecc.. 
 
3.1.2.1.3 stampanti braille 
 Le stampanti Braille sono stampanti che consentono la stampa in rilievo, su 
supporto cartaceo, di un qualsiasi codice ASCII. I vari modelli in commercio si 
differenziano per velocità di stampa ed eventuale possibilità di stampare su ambo i 
lati del foglio senza che i due testi interferiscano (stampa interpunto). La possibilità 
di stampa interpunto è importante in quanto dimezza il peso della carta usata. 
 
3.1.2.1.4 scanner ed ocr 
Usando uno scanner può essere catturata una immagine grafica per 
trasformarla in una informazione digitale. Grazie ai programmi OCR, i caratteri del 
testo stampato su carta vengono riconosciuti ottenendo un testo in formato 
elettronico, in modo da poter eseguire un salvataggio su memoria di massa, una 
stampa in Braille, una lettura attraverso display Braille o tramite sintesi vocale. 
Sebbene scanner ed OCR siano prodotti di uso generale, esistono programmi di 
OCR progettati appositamente per essere utilizzati da non vedenti. Questi sono in 
grado di decodificare il testo anche se il foglio non è stato posizionato 
correttamente, se la scrittura è articolata in colonne, titoli, paragrafi e se vi sono 
disegni, fotografie e tabelle. 
Esistono, ancora, scanner con OCR incorporati a sintetizzatori vocali che 
permettono la lettura istantanea del testo. Si tratta di apparecchi che non hanno 
bisogno di interfacciarsi ad un PC. 
 
  17
3.1.2.1.5 apparecchi portatili 
 Si tratta di apparecchi di piccole dimensioni alimentati a batterie che 
permettono di scrivere, memorizzare e leggere testo. L’immissione del testo avviene 
attraverso una tastiera Braille ad 8 tasti più i tasti di controllo. La lettura avviene o 
mediante sintesi vocale o attraverso display Braille. 
 C’è, poi, l’Optacon, uno strumento composto da una piccola telecamera e da 
una superficie in grado di riprodurre in rilievo ogni forma che viene ripresa dalla 
telecamera. 
 
3.1.2.2 ausili per ipovedenti 
 Gli ausili rivolti agli ipovedenti sono essenzialmente degli ingranditori di 
immagine, come è descritto di seguito. 
 
3.1.2.2.1 videoingranditori 
 I videoingranditori sono apparecchi con un sistema di telecamera a circuito 
chiuso che riprendono una immagine e la ripropongono, ingrandita, su di un video. 
Tali apparecchi consentono la modifica del grado di ingrandimento e l’impostazione 
di diversi tipi di contrasto. Siccome ingrandendo l’immagine viene ridotto il campo 
visivo, l’utente che vuole leggere il testo oltre la finestra visualizzata deve spostare 
il testo sotto l’obiettivo. Questa operazione si compie facilmente grazie ad un 
carrello a scorrimento posto su una slitta sotto l’obiettivo della telecamera. 
 
3.1.2.2.2 programmi di zoom per computer 
I programmi di zoom sono applicazioni software che, aumentando le 
dimensioni dei caratteri sullo schermo, permettono l’uso del calcolatore a persone 
con gravi deficit visivi. Non richiedono di funzionare associati ad apparecchiature 
particolari, possono essere installati su qualsiasi computer e funzionare in 
combinazione con altri programmi. 
  18
L’ingrandimento causa una riduzione dell’area di schermo visualizzata. Utilizzando 
mouse o controlli da tastiera, però, si può selezionare l’area da visualizzare. 
Esistono sistemi a schermo diviso, che si usano con un PC, in cui attraverso un 
sistema televisivo a circuito chiuso in metà schermo compare il testo stampato 
ingrandito e, nell’altra metà, compare il testo che si sta digitando. Questo aiuta 
l’ipovedente ad effettuare il suo lavoro di digitazione senza mai distogliere lo 
sguardo dal monitor. 
 
3.1.3 introduzione alla sintesi vocale 
Ai primordi della sintesi vocale con elaboratore, anni settanta, i calcolatori 
erano in grado di leggere un testo scritto in diverse lingue ma non di sostenere una 
comunicazione uomo - macchina nella quale fosse possibile rivolgere verbalmente 
delle domande all’elaboratore, ottenendo risposte sensate e coerenti alle domande 
poste. 
L’ostacolo principale è costituito dal fatto che l'elaboratore è una macchina 
sintattica e non semantica. Cioè, un computer elabora informazioni secondo precise 
regole sintattiche, ma non è in grado di attribuire un significato ai simboli cioè non 
introduce un concetto semantico. 
Affinché un elaboratore sia in grado di sostenere una comunicazione con un uomo è 
necessario che sia in grado non solo di ricevere un segnale vocale ma anche di 
capirlo. Questo obiettivo è difficile da raggiungere soprattutto se si pensa alle 
molteplici sfumature che si possono dare ad una frase. 
Per consentire ad un elaboratore di parlare, storicamente sono state seguite 
due strade: 
- la creazione di un modello del parlato umano che tiene conto delle diverse 
attività cerebrali e muscolari che portano alla vocalizzazione e alla 
costruzione di frasi di senso compiuto, processo noto come sintesi 
articolatoria; 
  19
- l'utilizzo di piccoli frammenti di parlato umano che, opportunamente 
combinati, consentono di esprimere qualunque concetto, processo noto come 
sintesi per formanti. 
Questi due approcci sono utilizzati ancora oggi e, non essendo esclusivi, si 
combinano in vari modi. 
 
3.1.3.1 la sintesi articolatoria 
La comunicazione tra un essere umano ed un elaboratore, sarebbe possibile 
costruendo dei modelli del parlato umano che, tramite un insieme di regole, 
consentissero ad un calcolatore di esprimere qualunque frase. Quanto più il modello 
fosse rappresentativo del parlato umano, tanto più si riuscirebbe a ricreare un 
parlato dal timbro naturale. Questo richiede competenze di vari settori quali la 
fonetica, la linguistica, l’acustica, l’elettronica e l’informatica. 
I ricercatori del settore hanno dedicato molti studi ai modelli della sintesi 
articolatoria, focalizzando l’attenzione su sintassi, lessico e vocalizzazione. Questi 
modelli tengono conto di come i vari organi del canale vocale umano producono dei 
suoni articolati tralasciando, però, tutti gli aspetti riguardanti le attività cerebrali che 
portano dal concetto alla costruzione di una frase, cioè la rappresentazione 
concettuale e semantica.  
L'insieme di regole da costruire per la sintesi articolatoria è complesso, ma 
richiede poche risorse di memoria. Per questo motivo, dato che in passato la 
memoria era una risorsa scarsa, all'inizio si è lavorato molto sui modelli di sintesi 
articolatoria. Nonostante lo scarso impiego di memoria, però, la sintesi articolatoria 
richiede una notevole capacità di elaborazione. Per questo motivo l'utilizzo di tali 
modelli era comunque limitato solo a computer da laboratorio. 
 
  20
3.1.3.2 la sintesi per formanti 
La sintesi per formanti è una variante della sintesi articolatoria: il modello si 
riferisce alle caratteristiche acustiche del canale vocale in termini di risonanze e 
antirisonanze. Per simulare le caratteristiche acustiche del canale vocale umano, 
vengono usati dei generatori di suono che possono essere: 
- generatori di segnale impulsivo periodico che vanno bene per le vocali; 
- generatori di segnale casuale, rumore bianco, che vanno bene per le 
consonanti. 
Lo spettro dei diversi suoni della voce umana viene simulato mediante 
combinazioni in serie e in parallelo di risuonatori accordati su specifiche frequenza 
chiamate formanti. 
Nel modello della sintesi per formanti vi sono opportune regole che descrivono: 
- le posizioni delle formanti nei diversi fonemi della voce umana; 
- le variazioni delle formanti nel passaggio da un fonema all'altro (co-
articolazione). 
Le regole di sintesi, che descrivono le variazioni delle formanti nel passaggio tra un 
fonema e l'altro, tengono conto del fatto che il suono della voce umana può anche 
essere funzione del suono che verrà prodotto successivamente. La pronuncia di un 
singolo fonema dipende, quindi, da molti fattori quali: 
- pronuncia del fonema precedente e del fonema successivo; 
- l'intera parola; 
- la posizione della parola nella frase; 
- il tipo di frase; 
- il significato assunto dalla frase in un determinato contesto. 
Nel modello della sintesi per formanti è necessario costruire i fonemi attraverso i 
quali un elaboratore possa parlare. I fonemi vengono costruiti come segue: 
- si registrano frammenti di voce umana della durata di alcuni secondi; 
- ogni frammento viene suddiviso in intervalli della durata di l0 o 20 ms in 
modo che il segnale vocale possa ritenersi statisticamente stazionario in tale 
intervallo di tempo; 
  21
- in ognuno di questi intervalli si calcola l’autocorrelazione tra i campioni del 
segnale vocale. Per la stazionarietà, tale autocorrelazione è approssimata 
dalla media; 
- usando i valori di autocorrelazione calcolati in precedenza, si costruiscono 
delle matrici di autocorrelazione; 
- tramite le matrici di autocorrelazione si calcolano i coefficienti di filtri 
predittori lineari. Tali filtri saranno di ordine almeno pari a 10. 
A questo punto, sollecitando il sistema di filtri in serie e in parallelo con un 
generatore di segnale impulsivo periodico per i suoni vocalizzati o con un 
generatore di segnale casuale per i suoni non vocalizzati, ogni filtro predittore 
ricostruisce un fonema. 
In questa procedura il problema fondamentale è quello di suddividere i frammenti di 
voce umana in intervalli di tempo adeguati in modo da troncare il frammento di 
voce in un punto adatto all’estrazione di un determinato suono. Solitamente, il 
troncamento viene effettuato in un punto in cui il segnale vocale è caratterizzato da 
bassa energia ed energia costante (che si verifica a metà, circa, di una vocale). In 
questo modo, una volta ricomposto il segnale vocale, l'orecchio umano non 
percepisce alcuna discontinuità. 
Un altro aspetto importante è la scelta dei frammenti di voce umana. Questi devono 
essere neutri, cioè senza particolari enfasi, per essere adatti alla ricomposizione 
finalizzata alla lettura di testi.  
Il processo di registrazione di frammenti di voce umana e la successiva 
suddivisione in opportuni intervalli temporali è un processo lungo che impone un 
limite al numero di frammenti che si possono memorizzare. Inoltre, la 
conformazione dell’apparato vocale umano dà origine a moltissimi suoni per cui gli 
studiosi del settore si sono accordati per classificare un numero limitato di fonemi 
che potessero rappresentare, più o meno bene, tutti i fonemi.  
D'altro canto, la voce umana non è una semplice sequenza di fonemi, ma un 
continuo di fonemi e di transizioni da un fonema al successivo per cui risulta 
necessario catturare anche le transizioni tra un fonema e l'altro. A tale scopo sono 
  22
stati introdotti i difoni, cioè le concatenazioni tra la seconda parte di un fonema e la 
prima parte di quello successivo. 
La limitazione sul numero di fonemi utilizzati conferisce alla sintesi una buona 
intelligibilità, ma conserva un timbro marcatamente metallico dovuto al fatto che la 
frase pronunciata difetta in diversi punti, cioè 
- manca la giusta distribuzione dei toni; 
- manca un'adeguata collocazione delle pause; 
- le durate di suoni e pause non sono corrette. 
In altri termini, la prosodia, cioè il modo in cui la frase viene pronunciata, è 
imperfetta.  
Per migliorare la prosodia si potrebbe procedere in due modi: 
- utilizzare modelli più sofisticati che tengano conto del modo in cui una frase 
viene formata e vocalizzata a partire dai concetti che si vogliono esprimere 
con la frase; 
- utilizzare un maggior numero di difoni. 
Il secondo modo è più utilizzato in quanto è quello più facilmente e realizzabile. 
 
3.1.3.3 screen reader  
Legati alla sintesi vocale vi sono programmi detti screen reader o lettori di 
schermo che producono la sintesi vocale del testo scritto sullo schermo di un 
computer e presentazione tattile su display Braille. La sintesi viene ottenuta 
convertendo in codice ASCII tutto quello che compare sullo schermo e mandando 
questo codice verso il dispositivo di uscita che può essere un sistema audio o un 
display Braille. 
Se un non vedente fa uso di file di testo, o di programmi che producono file di testo, 
lo screen reader è in grado di leggere correttamente ciò che appare sullo schermo. 
Questo evidenzia come gli screen reader lavorino bene praticamente solo su forme 
di testo lineari, cioè disposte su righe successive. 
  23
Quando, in passato, il sistema operativo standard era il DOS, tutto l’ambiente era di 
tipo testo e gli screen reader non mostravano problemi di funzionamento. Con 
l’avvento delle interfacce grafiche, caratteristiche dei sistemi Windows, si sono 
evidenziate le limitazioni che hanno gli screen reader ad interagire con immagini. 
 
3.1.4 accessibilità 
E’ importante porsi fin dal principio il problema dell’accessibilità in modo da 
evitare l’esclusione dei disabili dall’uso di prodotti e tecnologie tenendo presente 
che possono nascere problemi al livello dell’interfaccia sistema – utente, ed anche 
che in certi casi è sbagliato l’approccio di insegnamento all’uso di tecnologie (IMS 
Global Learning Consortium). 
L’introduzione degli editor di testo, nel suo complesso, ha migliorato la vita degli 
utenti nel senso che errori quali omissioni o errori in parole o frasi non costringono 
alla riscrittura dell’intera pagina. L’utente può cambiare a suo piacere stile e 
formattazione, controllare l’ortografia o sostituire dei sinonimi col un solo click. Da 
questo si intuisce come l’accesso al mondo del lavoro è facilitato per coloro che 
sanno muovesi in questo “ambiente elettronico”. 
 
Software accessibile per utenti ciechi. 
Per evitare di realizzare programmi per ciechi poco accessibili, si deve tener 
presente che questi verranno utilizzati con screen reader. Bisogna tenere conto di 
come funzionano questi ultimi. In particolare vanno utilizzate poche immagini, 
ognuna delle quali deve contenere una didascalia o un’etichetta a cui si potrà 
associare la sintesi vocale, le barre degli strumenti devono essere essenziali e senza 
ridondanze. In genere l’accessibilità aumenta quando 
- documentazione e guida in linea sono progettati per essere capiti mediante la 
sola lettura del testo; 
- descrizioni audio e sincronizzazioni appaiono come un film o comunque 
come un grafico animato;