Introduzione 
maggiori aviazioni dell’epoca, l’opera è divisa in due parti. La prima 
si concentra sull’analisi del pensiero dei più rilevanti esponenti del 
potere aereo del periodo preso in esame, i cui principi rimangono, 
tutt’ora, materia di studio e di discussione tra gli specialisti; la seconda 
invece si concentra sull’aviazione tedesca, statunitense ed inglese, i 
cui sviluppi hanno fortemente caratterizzato la storia del potere aereo 
durante il secondo conflitto mondiale.  
Il primo capitolo prende in esame uno tra i primi teorici del potere 
aereo le cui idee hanno introdotto una prospettiva originale sul modo 
di considerare l’utilizzo dell’aeroplano in battaglia e cioè Giulio 
Douhet. Dopo aver considerato la sua vita, l’attenzione si sposterà 
sulla sua opera principale, il Dominio dell’Aria, in cui il teorico 
italiano ha sintetizzato i principî cardine della struttura teorica da lui 
elaborata. Dalla critica dell’esperienza della prima guerra mondiale 
che ha visto il logoramento della guerra di trincea e l’impossibilità di 
portare a termine azioni decisive, Douhet ha preso spunto per 
sottolineare la capacità innovatrice che l’aeroplano porta sul campo di 
battaglia. Il generale italiano ha preso in esame una diversa modalità 
di attacco sfruttando la rapidità dell’aeroplano quale fattore per 
sorprendere il nemico e concentrare su di esso tutta la potenza di 
fuoco senza alcuna possibilità di difesa; le azioni non avrebbero più 
coinvolto il solo campo di battaglia ma sarebbero state mirate a 
colpire la popolazione per fiaccarne la capacità di resistere e 
costringere il governo nemico alla resa. Dopo aver considerato le 
necessità che Douhet ha posto per poter sviluppare appieno le 
potenzialità dell’aviazione, tra cui l’esigenza di conferirle uno status 
indipendente rispetto all’esercito ed alla marina, si darà infine spazio 
alle diverse critiche che hanno interessato il suo pensiero 
ridimensionandone, di fatto, la possibilità di costituire un paradigma 
teorico del potere aereo. Tali rilievi hanno riguardato, in modo 
particolare, il contraccolpo psicologico degli attacchi sulla 
popolazione – e qui è stata decisiva l’esperienza dei bombardamenti 
strategici in Germania ed in Giappone durante la seconda guerra 
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Introduzione 
mondiale. Dello stesso periodo e sulla stessa linea di Douhet è il 
pensiero dello statunitense William Mitchell, la più famosa e 
controversa figura nel panorama della teoria del potere aereo 
statunitense, preso in esame nel capitolo successivo. L’analisi della 
vita di questo teorico aiuterà a comprendere la base del suo pensiero: 
le numerosissime esperienze all’estero durante la sua permanenza 
all’interno del Signal Corps – il reparto addetto alle comunicazioni 
dell’esercito statunitense – gli hanno permesso di comprendere i 
vantaggi della mobilità ed, in modo particolare, quanto possa essere 
importante sfruttare al meglio la rapidità di movimento di cui 
l’aeroplano rende capaci sul campo di battaglia. Verranno in modo 
particolare poste in risalto le sue capacità di trascinatore dell’opinione 
pubblica nella lotta per la sopravvivenza dell’aviazione terminata la 
guerra, attraverso un’intensa attività pubblicistica volta a guadagnare 
il massimo consenso popolare; la battaglia interforze intrapresa contro 
la marina per permettere all’aviazione di guadagnare uno status 
indipendente e le dimostrazioni pratiche dell’efficacia dei bombardieri 
contro le navi da guerra condotte tra il 1921 ed il 1923 fino al giudizio 
della Corte Marziale che ha, di fatto, messo fine alla sua carriera 
militare. Secondo il generale americano, l’aeroplano, sarebbe stato in 
grado di rivoluzionare la strategia: la possibilità di distruggere il 
territorio nemico bombardando gli obiettivi maggiormente vulnerabili, 
avrebbe dovuto portare ad una radicale riorganizzazione all’interno 
delle forze armate, concedendo all’aviazione quell’indipendenza che 
sarebbe stata basilare per il suo completo sviluppo. L’analisi del 
pensiero di Mitchell coinvolgerà anche lo sviluppo dell’aviazione 
civile, proponendo una grande varietà di utilizzi per uno sviluppo 
completo affinché fosse favorita la sua diffusione come mezzo di uso 
comune. Infine, verrà posto l’accento su una comparazione tra il 
pensiero di Giulio Douhet e quello del generale statunitense, cercando 
di analizzare quanto quest’ultimo abbia effettivamente influenzato lo 
sviluppo dell’aviazione americana nel periodo tra le due guerre 
mondiali.  
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Introduzione 
Così come Douhet e Mitchell hanno avuto un ruolo pionieristico nello 
sviluppo di una nuova concezione del potere aereo rispettivamente in 
Italia ed negli Stati Uniti, Hugh Montague Trenchard lo ha avuto in 
Gran Bretagna, tanto da essere riconosciuto come il “padre” 
dell’aviazione britannica. L’analisi della sua vita e del suo pensiero 
rappresenta l’oggetto del terzo capitolo. La produzione teorica di 
Trenchard non è stata rilevante come quella di Douhet e Mitchell e le 
tracce dei suoi scritti sono molto frammentate e non sono state 
sintetizzate in alcuna opera; ma è stata la sua stessa vita a testimoniare 
l’incessante battaglia che ha condotto all’interno delle forze armate 
inglesi per l’affermazione del potere aereo, sia durante la Grande 
Guerra che nel successivo periodo fino al secondo conflitto mondiale. 
La vita di Trenchard è stata intrinsecamente legata a quella 
dell’aviazione inglese tra le due guerre, a partire dalla leadership del 
Royal Flying Corps durante la Grande Guerra fino ad arrivare alla 
nomina di Capo di Stato Maggiore subito dopo la sua conclusione. 
L’analisi dell’opera condotta da Trenchard nel dopoguerra di 
Trenchard al comando dell’aviazione britannica si concentrerà, in un 
primo momento, sulla battaglia condotta contro i vertici dell’esercito e 
della marina per la sopravvivenza della Royal Air Force come entità 
autonoma ed indipendente, per poi soffermarsi sulla missione 
principale cui il generale inglese ha deciso di dare la priorità assoluta, 
cioè il bombardamento in profondità. Verrà quindi preso in esame il 
processo di formazione del pensiero strategico di Trenchard, il suo 
passaggio da una visione di impiego del potere aereo in guerra 
esclusivamente legata ad azioni di supporto all’esercito sul campo di 
battaglia al totale appoggio della strategia del bombardamento a lungo 
raggio e della distruzione del morale del nemico attraverso l’attacco ai 
suoi centri produttivi ed al logoramento del morale della sua 
popolazione per condurlo alla resa. Infine, si valuterà il contributo del 
pensiero di Trenchard nello sviluppo complessivo della Royal Air 
Force fino alla Seconda guerra mondiale. 
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Introduzione 
La seconda parte della tesi prenderà in esame lo sviluppo delle 
tre aviazioni che si sono maggiormente distinte per la diversità dei 
percorsi teorici intrapresi e che ne avrebbero, in seguito, determinato 
le diverse modalità di strategia all’alba della seconda guerra mondiale: 
la tedesca Luftwaffe, l’inglese Royal Air Force e la statunitense Air 
Corps. Il periodo che interesserà l’analisi dei capitoli comprenderà 
anche il comportamento delle singole aviazioni durante la prima 
guerra mondiale, ideale punto di partenza per un’analisi che andrà 
successivamente ad interessare lo sviluppo nel corso degli anni Venti 
e Trenta.  
Il capitolo IV prende in esame l’aviazione tedesca e la singolarità che 
ha caratterizzato la sua evoluzione: dalla totale smobilitazione 
prescritta dagli alleati dopo la conferenza di Versailles, essa si sarebbe 
poi sviluppata fino a divenire una componente d’importanza primaria 
nella realizzazione della blitzkrieg, arrivando ad un grado di 
preparazione che le aviazioni avversarie avrebbero raggiunto soltanto 
due anni dopo. Dai primi voli dei dirigibili del conte Zeppelin agli 
inizi del Novecento, l’aviazione tedesca si sviluppa rapidamente 
schierando i primi squadroni da combattimento all’alba della Grande 
Guerra, raggiungendo in breve tempo un elevatissimo grado di 
preparazione che dimostrerà durante tutto il corso delle ostilità 
essendo capace di affrontare un’offensiva organizzata in due distinte 
modalità: da un lato, l’appoggio aereo alle truppe impegnate sul 
campo, dall’altro, terrorizzando la popolazione con missioni di 
bombardamento strategico attuate dai dirigibili Zeppelin prima e dai 
velivoli Gotha G-IV poi. L’analisi sarà quindi volta a porre in 
evidenza il percorso che ha condotto l’aviazione tedesca verso una 
“crescita silenziosa”, uno sviluppo clandestino per aggirare i divieti 
imposti dal trattato di Versailles sostenuto durante tutti gli anni Venti 
fino all’avvento del Nazismo, ponendo in risalto, in modo particolare, 
gli sforzi di von Seeckt e dal suo entourage – tra cui Milch e Wilberg 
– dalla costituzione della base aerea in Russia alla collaborazione 
tecnologica con l’aviazione civile, curando, al contempo, la 
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Introduzione 
formulazione di una dottrina ben definita. Tale dottrina non porrà al 
centro dell’attenzione il bombardamento strategico ma, al contrario, la 
cooperazione e la coordinazione dei movimenti con le truppe sul 
campo e sarà presa in esame come una sorta di “ponte” teorico di 
connessione tra la metà degli anni Venti e l’inizio del periodo nazista, 
la cui trattazione conclude il capitolo. Questa efficiente 
organizzazione, creata dal “triumvirato” a capo della Luftwaffe 
durante gli anni Trenta – composto dalle personalità di Göering, Milch 
e Wever – sarà poi compromessa dalle ambizioni personali dei singoli 
e dalle dinamiche interne al regime all’alba della seconda guerra 
mondiale.  
Il Capitolo V tratterà l’evoluzione del potere aereo statunitense sin dai 
primordi dell’aviazione e lungo tutto il delicato periodo tra le due 
guerre. Si noterà come la crescita di questa componente abbia assunto 
dei tratti peculiari che l’hanno distinta dalle altre aviazioni; 
dall’impegno scarsamente incisivo sul fronte della Grande Guerra al 
processo di espansione avviato nel dopoguerra, l’aviazione 
statunitense intraprenderà un deciso processo di sviluppo che porterà 
alla formulazione di una dottrina autonoma e separata dalle 
componenti tradizionali delle forze armate statunitensi, pur non 
dichiarandosi mai totalmente indipendente dalle stesse. Verrà preso in 
esame il percorso che ha condotto l’Air Service dalla smobilitazione 
dell’immediato dopoguerra, alla graduale formazione di una 
“mentalità aeronautica” all’interno della società civile, contestuale alla 
prima formulazione della dottrina del potere aereo da parte dell’Air 
Corps Tactical School. L’aviazione si spingerà, negli anni, verso 
dottrine sempre più distanti dal War Department, e dalla sua volontà 
di limitare la forza di questa componente. La teoria dell’aviazione sarà 
incentrata nella teoria del bombardamento strategico come 
motivazione primaria della sua esistenza fino a giungere, all’alba del 
secondo conflitto mondiale, con mezzi tecnologici adatti al 
perseguimento di questa missione, come il bombardiere Boeing B-17. 
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Introduzione 
Infine, l’ultimo capitolo traccia un profilo dell’aviazione britannica 
dalla costituzione del Royal Flying Corps nel 1912 all’inizio della 
seconda guerra mondiale, con l’intento di evidenziare la struttura 
teorica ed il pensiero dei principali esponenti del potere aereo 
britannico. Lo sviluppo della dottrina è stato condizionato, in modo 
particolare, dagli attacchi dell’aviazione tedesca sul territorio 
britannico attraverso i dirigibili Zeppelin prima ed i bombardieri 
Gotha poi, che hanno profondamente inciso sull’opinione pubblica e 
sui vertici politici inglesi. Di conseguenza, si è elaborata una dottrina 
che vedesse come missione centrale il bombardamento del territorio 
nemico per logorarne il morale della popolazione ed ottenerne la resa. 
Il capitolo prenderà in esame sia il comportamento dei reparti di volo 
inglesi impegnati in Francia durante la Grande Guerra, sia le 
contestuali reazioni provocate in patria dai raid tedeschi. L’analisi si 
soffermerà sulla creazione della struttura teorica del bombardamento 
strategico, ponendo l’attenzione sulle influenze che hanno 
condizionato il perseguimento di determinate scelte strategiche a 
scapito di altre. Al tempo stesso, si cercherà di tracciare un quadro dei 
molteplici scenari coloniali in cui l’aviazione inglese si è trovata ad 
essere impiegata durante gli anni Venti e quanto questi impegni 
abbiano influito sulla sua formazione teorica. Infine, si prenderà in 
esame il percorso di avvicinamento alla seconda guerra mondiale 
ponendo in risalto quanto la mancanza di una visione teorica univoca 
– testimoniata dalle divergenze nel pensiero di tre grandi protagonisti 
dell’aviazione inglese negli anni Trenta, Ludlow-hewitt, Arthur 
Tedder e John Slessor – abbia poi prodotto un gravi carenze nello 
sviluppo tecnico e strategico, sia in senso difensivo che offensivo. 
Le conclusioni della tesi, infine, proporranno un confronto che, da un 
lato sottolineerà le somiglianze e le differenze tra le teorie di Douhet, 
Mitchell e Trenchard mentre, dall’altro, comparerà i percorsi di 
sviluppo intrapresi dall’aviazione tedesca, inglese e statunitense e la 
diversità degli approcci all’alba della seconda guerra mondiale. 
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