2) Evoluzione della normativa 
 
L’ordinamento finanziario e contabile degli enti locali è stato accostato all’inizio a quello dello stato 
centrale tramite il D.P.R  19 giugno 1979, n.421, che allineava la contabilità locale a quella statale 
prevista dalla legge n. 468/78
1
. 
Negli anni successivi è stato poi modificato tramite decreti annuali per poi essere  disciplinato per la 
prima volta in maniera organica soltanto a seguito del decreto legislativo del 25 febbraio 1995, n. 77 
il quale aveva riordinato e abrogato tutta una serie di norme e regolamenti che erano stati emanati 
nel corso dei precedenti 80 anni in maniera totalmente disarticolata e disorganica
2
. Questo decreto 
legislativo è poi stato ripreso integralmente e dunque semplicemente riproposto all’interno del Testo 
unico per gli enti locali (TUEL) emanato tramite decreto legislativo n. 267/2000. 
2.1) Il decreto legislativo 25 febbraio 1995, n. 77 
Questo decreto ha introdotto un nuovo ordinamento finanziario e contabile degli enti locali 
apportandone le seguenti modifiche e innovazioni: 
 ξ  Una nuova articolazione del bilancio di previsione, più snello e più leggibile 
 ξ  L’introduzione del piano esecutivo di gestione 
 ξ  L’introduzione del controllo di gestione, con cui si verifica lo stato di attuazione degli 
obiettivi programmati 
 ξ  In generale un sistema di contabilità più vicino alle logiche aziendalistiche provenienti dalle 
imprese private 
2.2) I D.Lgs. 336/1996, 342/1997 e 410/1998 
Questi decreti sono stati emanati per completare la riforma dell’ordinamento finanziario e contabile 
degli enti locale iniziata nel 1995 con alcune variazioni: 
 ξ  Nei piccoli comuni separazione netta tra controllo e gestione 
 ξ  Obbligatorietà del piano esecutivo di gestione anche per gli enti con almeno 15000 abitanti 
 ξ  Accelerazione della procedura di risanamento 
Il D.lgs. 342/1997 prevedeva invece norme per rafforzare gli strumenti di verifica dell’equilibrio 
finanziario dell’ente locale 
2.3) Il testo unico degli enti locali 
                                                 
1
 Per un approfondimento sulla legge 468/78 si può far riferimento tra gli altri ad A. Barettoni Arleri “Dizionario di 
contabilità pubblica” pagg. 35 e seguenti 
2
 S. Arcidiacono ricorda però l’importanza che hanno anche ai giorni nostri gli interventi legislativi formulati durante il  
periodo fascista sul tema della finanza locale, tra i quali il T.U. per la finanza locale del 1931 e il T.U. di legge 
comunale e provinciale del 1934. 
Infine il TUEL ha riunificato tutte le norme riguardanti il sistema contabile degli enti locali 
facendole confluire nella seconda parte (artt. 149 – 269) e, salvo espresse eccezioni, i riferimenti 
agli artt. del D.lgs. 77/1995 contenuti in altre norme devono ora intendersi alle corrispondenti 
disposizioni del Testo unico. 
Il legislatore ha poi deciso di istituire, disciplinandolo tramite il TUEL, un organismo di supporto 
vale a dire l’Osservatorio sulla finanza e la contabilità degli enti locali con dei compiti che saranno 
poi spiegati nel capitolo successivo e che riguardano in primo luogo l’individuazione e la 
promozione di modelli contabili, ma soprattutto la redazione  di principi contabili per gli enti locali 
sulla base dell’esperienza maturata dalle imprese private e dell’unico lavoro svolto su questo tema 
riguardante il settore pubblico e cioè quello svolto dalla commissione Caratozzolo la quale nel 2001 
predispose un documento denominato “ Principi contabili per il bilancio di previsione ed il 
rendiconto generale degli enti pubblici istituzionali”, senza dimenticare naturalmente l’apporto del 
PSC. Ricordiamo infatti che fino al TUEL gli enti locali seguivano per la redazione del loro 
bilancio quei principi che erano previsti anche per il bilancio dello stato. 
Tramite il TUEL c’è stata una prima individuazione di principi espressamente previsti per gli enti 
locali, ma il primo documento ad elencare e spiegare i principi per la redazione e la gestione del 
sistema di bilancio degli enti locali è il framework redatto dall’Osservatorio nel 2002. 
 
3) Organismi nazionali ed internazionali nati per l’individuazione dei principi di 
bilancio per il settore pubblico 
 
All’interno dei singoli stati, ma anche a livello soprannazionale, esistono una serie di organismi il 
cui compito è quello di individuare i principi contabili e i principi per la corretta redazione del 
bilancio sia per gli enti pubblici, locali o economici, sia per le imprese private. 
Per quanto riguarda gli enti pubblici, ed in particolar modo le pubbliche amministrazioni e gli enti 
locali, prenderò in considerazione successivamente due principali organismi: l’ Osservatorio sulla 
finanza e la contabilità degli enti locali in Italia e il Public Sector Committee a livello 
soprannazionale, con una breve introduzione sull’IFAC (organismo internazionale al cui interno 
agisce il PSC) 
Prima di analizzare questi organismi e di evidenziarne la composizione e le loro funzioni principali 
bisogna sottolineare il fatto che esiste una differenza tra ciò che accade in Italia e ciò che invece 
accade in altri paesi: mentre in Italia la presenza di organi incaricati di individuare un sistema di 
principi contabili per la redazione del bilancio degli enti locali è un fenomeno particolarmente 
recente, a livello internazionale questa è una prassi assai più diffusa e già portata avanti da diversi 
anni. 
In America, ad esempio, esiste fin dal 1990 un organo tecnico consultivo, il Federal Accounting 
Standards Advisory Board (FASAB) la cui finalità principale è quella di predisporre principi 
contabili generali per lo stato e le amministrazioni pubbliche centrali, mentre per quel che concerne 
gli enti locali nel 1984 è sorto il Governmental Accounting Standards Board (GASB). 
Guardando alla situazione all’interno dell’Unione Europea, in Inghilterra  l’organismo preposto 
all’emanazione dei principi contabili è l’Accounting Standards Board (ASB) insediatosi nel 1990 
ma  riconosciuto dal companies act  già dal 1985.
3
 
In Italia invece non esisteva, prima della nascita dell’ Osservatorio sulla finanza e la contabilità 
degli enti locali, avvenuta nel 1998, un organismo preposto a queste finalità, lasciando alla legge il 
ruolo di “standard setter” in materia di principi contabili e di redazione del bilancio degli enti locali. 
Va poi fatto notare come i principi individuati dall’Osservatorio “non sono di contenuto imperativo 
ma di ausilio per amministratori ed operatori degli enti locali che così hanno una traccia per le 
azioni da porre in essere”, così come recita l’introduzione al documento contenente i principi 
contabili generali (framework) prima parte del già citato “Principi contabili per gli enti locali” 
redatto nel 2002. 
Va infine aggiunto che altri paesi europei, come Francia e Spagna, si trovano nella stessa situazione 
italiana in quanto lasciano al legislatore nazionale il compito di individuare i  principi cui gli enti 
locali si dovranno poi adeguare. 
Assodato che esistono a livello internazionale delle differenze tra i vari paesi, si può comunque dire 
che l’utilità e la necessità dell’individuazione di un sistema di principi contabili e di bilancio è 
dovuta in tutti i vari contesti a fattori quali: 
 ξ  I processi di aziendalizzazione delle aziende in mano pubblica; 
 ξ  previsione di un sistema di norme tecnico contabili generalmente riconosciute; 
 ξ  utilizzo di modelli contabili articolati sulla determinazione dei valori economici; 
 ξ  definizione di norme comparabili tra i vari paesi (Pozzoli, 2005, pag. 19). 
Obbiettivo, ambizioso ma non irrealistico, è quello di avvicinare i sistemi di bilancio e di gestione 
degli enti locali ai sistemi di natura privatistica, tenendo però conto naturalmente delle importanti 
differenze tra il “mondo privato” e quello “pubblico”, rispettandone quindi le peculiarità. 
3.1 ) L’international federation of accountants (IFAC)
4
 
                                                 
3
Per un approfondimento cfr. M. Pozzoli “Principi contabili ed enti locali: la prospettiva internazionale” pagg. 97 e 
seguenti 
4
Per maggiori informazioni: www.ifac.org 
L’ IFAC è un soggetto giuridico privato a cui aderiscono oggi 157 organismi  tecnico-professionali, 
rappresentativi di 118 stati ed è stato istituito nel 1977 a New York in occasione del XI Congresso 
internazionale di contabilità. 
All’interno dell’IFAC ogni campo di interesse in materia contabile è studiato ed esaminato da 
un’apposita commissione che lavora in completa autonomia sia sotto il profilo tecnico sia sotto il 
profilo scientifico. 
L’organismo politico della fondazione, il Board, ha proprio il compito di garantire questo tipo di 
autonomia, oltre a quella finanziaria ed operativa delle commissioni. 
I principali campi di attività dell’IFAC sono: 
 ξ  etica 
 ξ  contabilità direzionale 
 ξ  formazione 
 ξ  revisione contabile 
 ξ  controllo di qualità 
 ξ  contabilità pubblica 
Essendo i documenti redatti dall’IFAC  degli elaborati tecnici non normativi, l’unico modo per 
poter trovare riconoscimento è un loro richiamo legislativo da parte dei legislatori nazionali. 
Oggi il ruolo principale dell’IFAC è quello di redigere i principi di revisione e altri documenti di 
indirizzo riguardanti la contabilità direzionale lasciando allo IASC, (International Accounting 
Standards Committee), rinominato IASB nel  2001, il compito di individuare i principi contabili per 
le imprese private.