Le città con più di un milione di abitanti sono 170 tra cui la più grande con 30 
milioni di abitanti risulta Chongquing  e producono circa 3,1 milioni di laureati 
l’anno ,di cui  il 53% degli studenti universitari è iscritto a facoltà scientifiche . 
La lingua ufficiale è il Mandarino, che naturalmente risulta la lingua più 
parlata al mondo ,ma constata di vari e diversi dialetti territoriali e  secondo lo 
Human Development Report 2004, il 90,9% della popolazione complessiva 
sarebbe in grado di leggere e scrivere; cifra che cresce al 98,9% tra i giovani in età 
compresa tra i 15 e i 24 anni
3
. 
 
Figura n. 1 - Cartina della Repubblica Popolare Cinese, indicante la suddivisione delle 4 
Municipalità: Pechino,Shanghai  Tianjin,Congqing ; 22 Province  , le 5 Regioni Autonome tra le 
quali il Tibet e lo Xinjiang . Lo status politico di Taiwan rimane oggetto di contenzioso ,secondo il 
                                                 
3
0-14 anni: 20.4% . 15-64 anni: 71.7% .65 in su: 7.9%  
  
 8
governo Cinese sarebbe la 23esima provincia, anche se tale isola dispone di un proprio governo e 
di una propria bandiera (e anche di un proprio nome ossia Repubblica di Cina)  è riconosciuta 
come indipendente da 23 nazioni , che la riconoscono come la sola e legittimo governo dell’ intera 
Cina mantenendo di conseguenza rapporti diplomatici ufficiali . 
 
La valuta avente corso legale nella Repubblica Popolare Cinese  è il 
Renminbi
4
 . L'abbreviazione ufficiale dello standard internazionale ISO 4217 è 
CNY , mentre l'abbreviazione comunemente usata e non conforme allo standard è 
"RMB" ,la cui unità base del è lo yuan . La moneta cinese ancorata strettamente al 
dollaro statunitense  è valutata a 8,11 Renminbi per dollaro .  
La Cina è una Repubblica popolare. Organo Supremo del potere statale è 
l'Assemblea nazionale del popolo
5
 , i cui 2979 membri, sono eletti per 5 anni dalle 
province, dalle regioni autonome, dalle municipalità e dalle forze armate 
dall’unico partito nazionale. L’informazione dei mass media è controllata e la 
censura viene utilizzata come routine , specialmente su internet (oltre 120 milioni 
di utenti del 2006 con una crescita annua abbastanza costante del 20%, fonte 
Computer Industry Almanac) . 
Il processo di democratizzazione risulta ancora molto lento a differenza del 
processo di capitalizzazione che sta cambiando il paese. Infatti fin da prima della 
sua adesione alla WTO, avvenuta nel dicembre del 2001, il Governo cinese ha 
avviato riforme significative del proprio sistema giuridico interno. Ciò nonostante, 
molte questioni devono essere ancora affrontate e risolte per garantire un pieno ed 
effettivo rispetto degli accordi su tutto il territorio della Repubblica Popolare di 
Cina . Da  vent'anni, le autorità cinesi stanno trasformando l’economia da statale 
                                                 
4
 moneta del popolo 
5
 ANP 
 9
ad una di mercato. Le importanti riforme politiche, economiche e legali finora 
introdotte hanno avuto successo, effettuando progressi sempre più vistosi, che 
hanno fatto diventare la Cina  la quarta economia più grande al mondo nel 2005
6
  
appartenere al ristretto gruppo di paesi in via di sviluppo che si trovano su una 
traiettoria di convergenza economica verso i livelli di reddito dei paesi 
industrializzati. 
La Cina ha attirato sul proprio territorio le industrie dei paesi in cerca di 
manodopera a buon mercato, diventando così l'officina manifatturiera del mondo, 
in particolar modo delle imprese asiatiche. L'aspetto veramente sorprendente di 
questa crescita sta nel fatto che il paese è riuscito a mantenere ritmi sostenuti per 
un arco di tempo molto lungo e nonostante una popolazione estremamente 
numerosa. 
 
Tabella 1 – Forza lavoro , fonte World Bank Group 2006 
 
Il PIL viaggia a ritmi superiori rispetto alle medie dei paesi industrializzati e 
in via di sviluppo infatti da 25 anni è in crescita , con una media di 7-8%  con 
previsione decennale di crescita del 7-10% e  nel secondo semestre 2006 ha 
evidenziato una crescita del 10,7%. 
                                                 
6
 dati ufficiali della Banca Mondiale 
 10
Inoltre nel 2005 la parità del potere d’acquisto della Cina è seconda sola agli 
Stati Uniti d’America
7
  e si prospetta che tra il 2030 e 2050 questa possa 
superarla. 
Negli ultimi dieci anni in media il settore primario ha inciso sul totale del Pil 
per circa 14% , ma risulta avere un trend leggermente negativo ,infatti già nel 
2005 incideva per il 12,6% e nel 2006 è sceso all’11.9%. 
Il settore industriale e il terziario invece mostrano avere un trend positivo a 
discapito del primario con incidenza sul prodotto interno lordo nel 2006 
rispettivamente del 48.7% (47.5% nel 2005) e 39% . Le industrie siderurgica, 
tessile e abbigliamento, degli armamenti, dei macchinari per l'edilizia e del 
cemento sono le più importanti del mondo. La Cina è il terzo produttore mondiale 
di tecnologia dell'informazione: computer, hardware, software e apparecchiature 
per le telecomunicazioni; anche il settore dei semiconduttori è in forte espansione. 
Per quanto riguarda l’occupazione riscontriamo molti più occupati nel 
primario , dovuto soprattutto al poco uso di tecnologia nella produzione agricola e 
all’alto tasso di  popolazione 
Le statistiche governative parlano di disoccupazione al 9,8% nelle aree 
urbane e di vasta disoccupazione o sottoccupazione nelle zone rurali. Alcuni mesi 
fa
8
, un giornale cinese calcola che, tenendo conto anche delle zone rurali, la 
disoccupazione totale si aggirerebbe intorno al 20%. 
                                                 
7
 l’Italia risulta all’ottavo posto mondiale 
8
 maggio 2006 
 11
Le partite correnti e il saldo fiscale sono in forte surplus, e le riserve valutarie 
elevate per la notevole espansione degli investimenti esteri diretti. La Cina non ha 
problemi di liquidità e di pagamenti. 
Nell’ultimo ventennio, il reddito è quadruplicato, ma con un PIL pro capite di  
1.900 dollari circa: la Cina risulta pertanto un paese a basso reddito. Le autorità 
vogliono migliorare le condizioni di vita della popolazione, soprattutto di quella 
rurale che è la più ingente, e diminuire il divario tra ricchi e poveri e la 
diseguaglianza di reddito tra la popolazione urbana e contadina e tra le diverse 
regioni del paese. 
Per meglio distribuire la ricchezza, il governo intende riformare i servizi 
sociali, il sistema pensionistico e sanitario in modo da raggiungere tutta la 
popolazione, soprattutto gli agricoltori che ne sono attualmente esclusi. Si 
propone di dirottare gli investimenti dalle zone costiere, privilegiate in passato, 
alle aree interne, dove saranno create e migliorate le infrastrutture, aprendo agli 
investimenti esteri. 
La sfida alla sostenibilità dello sviluppo cinese è l'aumento dei vincoli 
derivanti dai problemi ambientali e dalla crescente domanda energetica sta 
aumentando la dipendenza dalle importazioni soprattutto di greggio, in particolare 
per la scarsità di risorse energetiche e la necessità di ridurre l'inquinamento 
atmosferico. L'utilizzo massiccio di combustibili fossili, quali il carbone ha 
aumentato velocemente le emissioni di anidride carbonica che sono cresciute più 
 12
del doppio rispetto alla media mondiale fino a rendere la Cina primo paese al 
mondo per emissioni di anidride carbonica superando gli Stati Uniti
9
 . 
La forte crescita economica cinese è quindi squilibrata e con molti punti 
interrogativi sulla sostenibilità di lungo periodo. Per far intendere meglio la 
capacità produttiva, attualmente la Cina rappresenta il 1° produttore mondiale di 
carbone con 1/3 della produzione totale pari a quasi 1,5 volte quella degli Stati 
Uniti che è il 2° produttore mondiale, il 1° produttore mondiale di acciaio grezzo 
con una produzione pari a 1,4 volte la produzione dell’EU a 25 e quasi uguale alla 
somma della produzione dei Nuovi Stati indipendenti dell'ex-Urss., Nord 
America, Centro e Sud America;il 2° produttore mondiale di energia elettrica con 
una produzione pari ad 1/3 di quella degli Stati Uniti che è il 1° produttore. 
 
 
 
 
1.2 Il Settore primario 
 
Nell’ambito del processo di crescita economica e di industrializzazione 
avviato dalla Cina, i settori agricolo ed agroindustriale sono quelli chiamati a fare 
il salto di qualità più consistente, per evitare di trasformarsi in un elemento di 
freno del nuovo corso economico. In effetti, a partire dai primi anni ‘90, 
l’autosufficienza alimentare ha cessato di essere l’obiettivo prioritario della 
politica agricola cinese, sostituito dalla necessità di adeguare l'offerta alla 
domanda, migliorando la qualità dei prodotti immessi sul mercato, per soddisfare 
                                                 
9
 rapporto International Energy Agency del 24.04.2007 
 13
al meglio esigenze di consumo più “sofisticate”, espresse soprattutto dai residenti 
dei grandi centri urbani. 
 Mediante l’adattamento del volume e delle caratteristiche della produzione 
agricola alla domanda finale si intende anche ridurre il crescente gap di reddito tra 
le zone urbane, al centro di un rapido processo di sviluppo dell’industria e dei 
servizi, e le aree rurali. Infatti, se, da un lato, il divario nei redditi rende 
disponibile per lo sviluppo dei settori industriale e commerciale un consistente 
serbatoio di forza lavoro a buon mercato, dall’altro costituisce una minaccia 
latente per la stabilità di questo Paese dal punto di vista sociale. 
 
L’agricoltura è da millenni il tradizionale caposaldo dell’economia cinese , 
dovuto soprattutto all’alta  densità demografica e alle condizioni pedoclimatiche , 
orografiche che nella Cina non sono particolarmente favorevoli per lo 
svolgimento dell’attività agricola. 
Dai dati disponibili (2005), messi a raffronto con quelli di vent'anni fa 
addietro: i terreni destinati alle colture (arative e colture arboree) si sono estesi 
notevolmente, passando dal 10 al 14,5%. Anche i prati e i terreni 
permanentemente destinati a pascolo e quindi all’ allevamento sono aumentati in 
superficie da 30 al 42,9%, mentre le aree boschive sono passate dal 13% al 17,5%. 
Gli aumenti registrati per le aree utili sono stati realizzati a spese dei terreni 
precedentemente incolti che infatti, considerando anche i suoli improduttivi, sono 
scesi dal 47 al 25,1% della superficie complessiva. 
 14
Tralasciando per il momento gli usi del suolo diversi da quello strettamente 
agricolo, va notato che il vero e proprio spazio agricolo cinese (agricolo e colture 
arboree), malgrado la crescita notevole che si è vista, non arriva a coprire un terzo 
del territorio nazionale. Inoltre secondo l’ultima valutazione ambientale, condotta 
dall’Amministrazione statale forestale (2006) , il 28% della superficie cinese è 
deserto che non si può coltivare e l’erosione del suolo starebbe già interessando il 
37% del paese, trasformando in incoltivabile circa 2500 chilometri quadrati di 
terra l’anno. Danni dovuti esclusivamente all’attività umana dovuti alla 
deforestazione pastorizia, inquinamento e pressione demografica. Questo dato va 
sempre tenuto ben presente per valutare e apprezzare correttamente la notevole 
produttività dell'agricoltura in quanto anche se è vero che la Cina possiede un 
decimo delle terre coltivabili del globo, deve anche sfamare un quinto della 
popolazione mondiale .  
. L'agricoltura cinese può essere definita di tipo intensivo
10
  , perché i 
contadini, con una cura minuziosa e un lavoro instancabile (un tipo di agricoltura-
giardinaggio), riescono ad ottenere ottimi rendimenti, grazie anche ad un uso 
massiccio di fertilizzante. Le aziende agricole inoltre, sono in numero smisurato, 
200 milioni, ma molto piccole, con una superficie media di 0,65 ettari Un aspetto 
tipico di questo intenso e ininterrotto sfruttamento delle terre è la pratica dei 
raccolti multipli, già attuata in passato e con la quale è possibile ottenere da uno 
                                                 
10
 che spesso risente delle escursioni climatiche – inondazioni e siccità – caratteristiche del 
clima monsonico 
 15
stesso appezzamento più raccolti di riso in un anno: fino a 3 nella Cina 
Meridionale, 2 nel Centro e 1,5 nel Nord.  
Il lavoro nelle campagne, che fino agli anni Settanta era eseguito 
collettivamente nell'ambito delle Comuni Popolari, ha subito nel decennio 1979-
1989 una storica riforma: è stato ripristinato il principio della responsabilità nella 
produzione 
11
  e nel 1999 si è ritornati di fatto alla proprietà privata della terra. 
Per integrare la produzione, sono state recentemente create più di 2000 (nel 
2006) aziende agricole statali, alcune delle quali a scopo sperimentale o per la 
produzione di raccolti destinati ai mercati urbani o esteri. Queste aziende si 
trovano spesso in zone vergini dove la densità di popolazione rurale è bassa e 
dove attrezzature moderne, normalmente poco diffuse, possono essere utilizzate 
con efficacia. Inoltre, la Cina manifesta un forte interesse per l’introduzione in 
agricoltura delle biotecnologie, un campo in cui conduce una ricerca attiva, anche 
se poco pubblicizzata.  L’introduzione di colture Ogm risponde ad un’ottica di più 
generale miglioramento delle rese delle produzioni, una variabile strategica per un 
Paese che ha carenza di terre arabili in rapporto alla popolazione 
complessiva. Allo stesso modo, le colture transgeniche possono essere la 
soluzione al problema  di  un massiccio impiego di fitofarmaci indotto dallo 
sviluppo, di pesticidi in particolare, concorrendo in maniera efficace alla riduzione 
dei costi ed alla protezione dell’ambiente naturale.  Ciò  in  un momento  in  cui 
                                                 
11
 per cui il compenso è proporzionato al prodotto 
 16
anche   in   Cina cominciano a manifestarsi problemi di corretto sfruttamento delle 
risorse naturali e di più generale impatto della modernizzazione sull’ecosistema. 
 
 
 
Figura n. 2 - Tipologie e modalità di coltura in Cina . Fonte China Atlas 2005 
 
 
1.3 Le produzioni alimentari 
Circa l’80% dei terreni agricoli è destinato alla produzione alimentare e i 
seminativi rappresentano la categoria di prodotti quantitativamente più rilevante 
nell’ambito dell’offerta agricola cinese. 
La Cina è il primo produttore mondiale di cereali , con il 20% sul totale della 
produzione del globo. Il riso con 182 di milioni di tonnellate è la principale 
coltura del paese , e viene coltivato nelle zone con precipitazioni più elevate. 
Un altro cereale di cui il paese è primo produttore mondiale è il frumento, 
coltivato nella Cina meno piovosa. Invece  nella Cina settentrionale e in 
 17
Manciuria sono importanti le produzioni di miglio
12
 , sorgo e caoliang (un’altra 
specie di sorgo). Il mais occupa circa il 20% delle aree coltivate; la produzione di 
avena è importante nella Mongolia centrale e nella regione occidentale, 
principalmente in Tibet. 
Altre colture di rilievo sono batate, patate
13
 , ortaggi e frutta, come quella 
tropicale, nell’isola di Hainan, mele e pere nelle province settentrionali di 
Liaoning e Shandong, e agrumi nella Cina meridionale. 
0,00
100.000.000,00
200.000.000,00
300.000.000,00
400.000.000,00
500.000.000,00
600.000.000,00
700.000.000,00
800.000.000,00
900.000.000,00
1.000.000.000,00
Quantità(ton.)
1996 1998 2000 2002 2004 2006
Anno
OUTPUT CINA aggregati agricoli
Vegetali(incl. meloni)
Frutta (escl. meloni)
Cereali
 
Tabella 2  - L’andamento dell’agricoltura per aggregati di prodotto.  Dati FAOSTAT 2007.  
 
 
 
Tra i semi oleosi si coltivano la soia
14
 ,soprattutto nella Cina settentrionale e in 
Manciuria; arachidi, nello Shandong e nello Hebei; sesamo, girasole  nel Sichuan.. 
Uno dei principali prodotti da esportazione è il tè, le cui principali piantagioni 
si trovano nelle aree collinari della valle del Chang Jiang e nelle province 
                                                 
12
 di cui la Cina è il quarto produttore mondiale 
13
 primo produttore mondiale con 66,8 milioni di tonnellate 
14
 di cui è il quarto produttore mondiale 
 18
sudorientali . Lo zucchero viene ricavato soprattutto dalla canna, coltivata nelle 
province di Guangdong e Sichuan.  
La Cina è dunque la  prima produttrice mondiale, oltre ai già citati cereali di: 
mele, grano saraceno , fagioli, meloni, cavoli, castagne, peperoncini, mais 
,melanzane , uova, aglio ,arachidi ,miele , funghi ,cipolle , pesche, prugne, carote ,  
zenzero ,asparagi , pere , cachi , latte di pecora ,anatre, spinaci , patate dolci, tè  , 
pomodori ,noci , frumento , angurie e altre verdure varie 
 19
  
Tabella 3 -Le maggiori produzioni della RPC.   In rosso solo le variazioni negative, in blu le  
produzioni con una variazione positiva del periodo2006/01 rispetto al 2001/1996.Faostat 2007 
 
PRODOTTI
PRODUZ. 2006 
( in tonnellate) 
VAR.% 
2006/01 
VAR% 
2001/1996 
QUOTA% sul 
mercato Globale 
Riso 184.070.000,00   2,8%   -9,1% 28,9%
Mais 145.625.000,00 31,1%   -5,3% 19.5%
Miglio 1.820.900,00 -7,6% -44,9% 5,8%
Segale 783.000,00 16,34% -44,0% 3,6%
Avena 1.160.000,00 30,38% -27,9% 8,3%
Grano 104,470,200.00 10,87% -23,8% 17,1%
Mele 26.065.500,00 30,51%  17,6% 38,4%
Banane 7.053.000,00 29,71% 55,8% 9,2%
Uva 6.375.000,00 70,34%       85% 8,7%
Limoni 783.000,00 92,24% 94,6% 6%
Arance 2.765.000,00 98,22% -44,3% 4,3%
Pesche 7.510.000,00 66,32%  60,1% 43,8%
Pere 11.988.000,00 33,85% 69,1% 61,3%
Ananas 1.400.000,00 18,53%  52,7% 7,7%
Mandarini 13.240.000,00 68,71%  19,4% 51,5%
Castagne 850.000,00 37,95% 99,3% 71.9%
Noci 499.000,00 61,48%  34,3% 29,8%
Asparagi 6.106.000,00 66,65%  63,5% 88,7%
Fagioli 2.431.325,00 41,17%      83% 37,2%
Cavoli 34.826.150,00 47,82% 64,2% 49,9%
Carote e 
rape 8.700.000,00 46,25%      57% 33,4%
Pepe e 
peperoncino 13.031.000,00 32,7% 71,8% 50%
Cetrioli 27.357.000,00 36,8% 72,3% 62,5%
Melanzane 17.530.320,00 24,1% 74,4% 54,8%
Aglio 11.587.000,00 48,1% 39,3% 76,1%
Funghi e 
tartufi 1.510.035,00 74,3% 59,0% 43,19%
Cipolle 19.793.000,00 35,7%      75% 30%
Spinaci 11.612.000,00 59,4% 56,8% 84,61%
Pomodori 32.540.040,00 17,3% 35,9% 25,95%
Angurie 71.220.000,00 33,2% 175,5% 71,40%
 20