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INTRODUZIONE
Con il presente lavoro si propone una traduzione dal tedesco all’italiano di un
testo di divulgazione scientifica e relativa analisi. Tale traduzione risulta
finalizzata non alla pubblicazione, bensì solamente all’analisi del testo di partenza
e di arrivo, al fine di evidenziare le difficoltà e le problematiche che si riscontrano
nel confronto tra la lingua tedesca e quella italiana. Per tale ragione ogni
riferimento alla cultura tedesca e al funzionamento delle terapie negli Stati di
lingua tedesca viene lasciato tale come nella versione originale.
Il manuale tradotto si intitola Ratgeber Neglect ed è stato scritto dal Professor
Georg Kerkhoff, con l’aiuto di Günter Neumann e di Joachim Neu. Il testo
affronta e spiega la Sindrome da neglect a chi ne è stato colpito e ai parenti del
malato. Questa sindrome, detta anche eminegligenza spaziale unilaterale, è un
disturbo della percezione, che ha come conseguenza l’incapacità a
prestare attenzione a una porzione specifica del campo visivo e del proprio corpo.
È una malattia particolarmente frequente in seguito a ictus ed emorragie cerebrali
e dalla quale generalmente si guarisce dopo la prima fase successiva al danno
cerebrale. La percentuale dei casi in cui il neglect persiste in maniera permanente
è inferiore a quella dei casi di guarigione; di conseguenza le pubblicazioni
sull’argomento sono in prevalenza strettamente tecniche o redatte in lingua
inglese (lingua della scienza), in quanto pensate per esperti.
Il fatto che la lingua italiana annoveri pochi scritti divulgativi a riguardo e le
poche e tecniche informazioni sulla sindrome costituiscono le motivazioni che
hanno sostenuto la traduzione di questo testo.
In base all’analisi del testo Ratgber Neglect si può affermare che si tratta di un
testo di divulgazione scientifica, in cui tuttavia emerge anche la formazione
prettamente tecnica degli autori. Per tale ragione nella prima parte viene
approfondita la pubblicazione scientifica, al fine di analizzare le caratteristiche
che contraddistinguono le sue diverse tipologie testuali, ossia il testo propriamente
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scientifico e il testo di divulgazione scientifica. Tratta inoltre del linguaggio
specialistico adottato per questo genere di scrittura e in seguito si analizza un
tipo specifico di lingua speciale: la lingua della medicina, con le sue differenze
non solo rispetto alla lingua comune, ma anche in un’analisi contrastiva tra
tedesco e italiano.
Nella seconda parte vengono presentati integralmente il testo originale e la
traduzione al fine di permettere un diretto confronto tra i due.
Nella terza parte si sviluppa l’analisi del testo di partenza e del testo di arrivo
secondo il modello funzionalista di Nord, basato sui fattori coinvolti in un testo.
Nel caso del testo di partenza si tratta di un’analisi finalizzata alla traduzione, al
fine di permettere una corretta interpretazione del testo e quindi una resa adeguata
nella cultura d’arrivo. Si esaminano in seguito le strategie traduttive adottate
secondo l’analisi di Kautz, così da evidenziare le principali difficoltà. Il paragrafo
successivo si concentra sugli ulteriori cambiamenti non contemplati da tali
strategie, ma che risultano essere altrettanto rilevanti.
A chiusura del presente lavoro, il capitolo conclusivo e un glossario dei
principali termini più o meno tecnici utilizzati nel manuale tradotto.
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Un concetto fondamentale della traduzione è la competenza traduttiva,
vale a dire “tutto quanto il traduttore ha bisogno di sapere e/o apprendere per
svolgere la sua funzione” (Musacchio 2004, cit. in Scarpa, 2008:249). Da questa
definizione si può dedurre che le conoscenze necessarie al traduttore sono
strettamente legate al testo da tradurre e alle sue peculiarità. Considerata
l’esistenza all’interno di ogni lingua di diversi registri linguistici, dipendenti dal
legame esistente tra la lingua e la situazione in cui viene utilizzata e a cui
corrispondono diverse tipologie testuali, emerge la necessità di adeguare e
approfondire le proprie conoscenze quando si deve tradurre un tipo di testo
specifico di un determinato settore. La traduzione specializzata si occupa proprio
di queste determinate tipologie testuali e la sua qualità non può prescindere
solamente dall’uso di una terminologia adeguata e corretta rispetto al settore.
Vista l’importanza che l’individuazione e la comprensione della tipologia testuale
e del linguaggio utilizzato nel testo rivestono in un processo traduttivo, la prima
parte del presente lavoro offre un’analisi della pubblicazione scientifica e delle
caratteristiche generali delle lingue usata dagli specialisti, per poi approfondire la
lingua della medicina.
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1. La pubblicazione scientifica
Con il termine “pubblicazione scientifica” si intende uno scritto che presenta
oggettivamente un argomento scientifico. Viene considerata come la principale
forma di comunicazione ufficiale della comunità scientifica, in quanto spesso
utilizzata per rendere pubblici i metodi e i risultati delle ricerche. Tuttavia tra le
sue funzioni emerge anche la diffusione del sapere scientifico a coloro che non
possiedono competenze specifiche sull’argomento.
Fachinterne Kommunikation in den Wissenschaften und fachexterne
Wissenschaftsvermittlung befassen sich zwar teilweise mit den gleichen Inhalten,
aber sie gehören zwei unterschiedlichen Kommunikationsbereichen an.
(Niederhäuser, 1997: 108)
Con queste parole, Niederhäuser esprime perfettamente la situazione del genere
testuale della pubblicazione scientifica. Infatti, nonostante essa abbia delle
caratteristiche che la definiscono in maniera rigorosa e il suo contenuto possa
essere sempre lo stesso, è possibile individuare due diverse categorie di testo
distinte prevalentemente in base ai loro destinatari, ossia la comunità scientifica e
i profani. Queste costituiscono due diversi modi di esprimere lo stesso sapere. La
prima categoria presentata è il testo scientifico, che appartiene all’ambito
strettamente scientifico, mentre il testo populärwissenschaftlich è pensato per la
comunità.
1.1 Il testo scientifico
Il testo scientifico e la scrittura per questo utilizzata hanno avuto origine
nell’Europa occidentale del XVII secolo in seguito all’invenzione di un nuovo
meccanismo di pubblicazione: l’articolo scientifico. I primi articoli dell’epoca
“erano lettere erudite inviate ai segretari o ai presidenti delle società scientifiche e
ai direttori o curatori delle riviste, non più a privati, con l’intesa che sarebbero
state pubblicate nella forma originale, o in una versione riscritta dal direttore o dal
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segretario” (Matricciani, 2003:8). Il XIX secolo e la rivoluzione scientifica
portarono al cambiamento necessario per giungere al principio organizzativo del
genere dell’articolo, ossia la struttura canonica. Con la consapevolezza che il
latino, lingua preferita della comunicazione scientifica accademica, avrebbe
costituito un ostacolo alla diffusione del sapere, molte delle pubblicazioni dei
secoli XVII e XVIII erano redatte in volgare, al fine di interessare anche i profani.
Le convenzioni a cui tale genere testuale è sottoposto sono state stabilite dalla
Royal Society (Accademia nazionale inglese delle scienze), la quale sottolineò
l’importanza del metodo di descrizione analitica rispetto allo stile retorico.
Il testo scientifico si rivolge ai professionisti delle scienze, ossia coloro che
conoscono profondamente la materia. A causa di questa sua caratteristica esso non
risulta accessibile per i soggetti esterni al mondo delle scienze, in quanto
difficilmente comprensibile in mancanza di conoscenze specifiche. È
caratterizzato da uno stile rigoroso, ermetico ed essenziale, fortemente legato al
linguaggio specialistico, alle sue peculiarità oltre che al contenuto del testo stesso.
Quest’ultimo rappresenta il nucleo su cui si concentra l’attenzione dell’autore ed è
costituito da una realtà extrasoggettiva che deve poter essere verificabile.
Lo scopo di questa tipologia testuale è trasmettere il sapere scientifico nel modo
più preciso, così da creare rigidi vincoli durante il processo interpretativo ed
evitare la possibilità di altre interpretazioni, che possano risultare distorte.
Per queste ragioni alcune caratteristiche fondamentali del testo scientifico
sono la mancanza di soggettività, che permette di focalizzare l’attenzione proprio
sul processo e sul contenuto, la precisione, la condensazione e la tendenza
all’economia linguistica. Tuttavia il tentativo di ridurre e di comprimere più
concetti in una sola proposizione porta ovviamente alla formulazione di frasi
eccessivamente lunghe e di conseguenza complesse per la comprensione.
Anche la morfosintassi del testo scientifico è legata al tentativo di centrare
l’attenzione sul contenuto e per questo è caratterizzata dalla presenza di
terminologie, di schemi uniformi e codificati di strutturazione del testo, dalla
forma impersonale e dall’uso dell’indicativo presente. Questa forma verbale