BOLOGNA
E
GLI SPAZI PUBBLICI
Introduzione
_______________________________________________________________________________________
I
l palazzo, la casa, la chiesa, la trama dei percorsi,
le strade, i cortili, le piazze nella loro combinazio-
ne di volumi e di spazi, costituiscono l ossatura
della citt ; in questo contesto in continuo divenire
emergono altri elementi: torri, campanili e strutture
fortemente caratterizzate che assumono il significato
di permanenza e di simbolo. Vivere la citt signifi-
ca utilizzare quotidianamente gli spazi pubblici. I
marciapiedi, gli alberi, la strada, la piazza, le faccia-
te degli edifici, le fontane e i monumenti, il parco:
tutto questo spazio pubblico.
Nella storia delle citt europee, lo spazio pubblico ,
prima di tutto, un tessuto di strade, di piazze, di
viali, che sono delimitati da lotti e isolati, spesso
anonimi, che ospitano abitazioni, negozi, uff i c i ,
industrie ecc.. Questo tessuto urbano non si costi-
tuito per caso, ma sempre stato la conseguenza di
una pratica dove la costruzione nasceva dalla ripeti-
zione di un numero limitato di tipi e di modelli,
adattati alla geografia, al clima e ai materiali locali.
Gli spazi pubblici sono luoghi conosciuti da tutti,
servono da simbolo per i cittadini di una citt , sono
dei punti di riferimento per gli stranieri, costituisco-
no l orgoglio e gloria, sono testimonianza dell ar-
chitettura e inoltre in essi si concentra la storia e la
memoria della citt .
L uomo vive ed protagonista di questa scena, vi si
adatta, instaura una serie di relazioni, la modifica
con una gamma di operazioni e invenzioni in conti-
nuo e sempre pi rapido mutamento: sono queste
azioni che animano la scena urbana concepita come
un insieme della realt fisica e dell attivit umana in
tutti i suoi aspetti.
Gli spazi pubblici sono anche natura nella citt , con
gli alberi, con i viali alberati e gli s q u a re s e con i
piccoli parchi di quartiere e con i giardini pubblici.
Tutto ci decoro urbano permanente, stabile,
costruito per durare, ma non assume il significato di
spazio pubblico se non quando vissuto, utilizzato e
riempito da attivit umane.
Il verde dei parchi, i giardini, le fontane, i chioschi,
le insegne, i pali, gli addobbi, sono gli elementi che
denunciano in modo pi immediato le pi diverse
attivit dell uomo; questo mondo eterogeneo di
immagini, di oggetti e decorazioni costituisce l arre-
do della scena urbana.
L arredo non un elemento accessorio: solo rara-
mente e incidentalmente la gente si rende conto che
pu esaltare, ma oggi ancor pi spesso distruggere,
con straordinaria efficacia, le potenzialit di uno
spazio architettonico.
La riscoperta e la lettura di antiche stampe e di vec-
chie foto della citt , ci illumina su un ambiente in
cui gli elementi di arredo costituiscono un fattore di
armonia e di esaltazione dello spazio cittadino.
La gente tende sempre pi ad isolarsi e questo isola-
mento dovuto anche alla forma e alla struttura
delle nostre citt che impediscono la formazione di
una vita associativa in quanto sono sempre meno
utilizzabili, o meglio sono stati quasi del tutto
distrutti quegli spazi pubblici, quelle piazze, quelle
strade, un tempo riservate agli incontri, alla conver-
sazione, alla conoscenza e alla circolazione delle
idee; e a distruggere questi luoghi stato proprio un
inadeguato uso dell automobile che ha di fatto pri-
vatizzato il suolo pubblico.Lo spazio pubblico non
mai un luogo asettico, la presenza simultanea di
tutti questi elementi che gli conferiscono un equili-
brio, che fanno nascere la vita urbana. Ma questo
equilibrio, questo decoro, queste attivit urbane
sono state dimenticate nel ventesimo secolo.
Gli spazi pubblici hanno perso il loro ruolo a causa
di questi sconvolgimenti, i rumori sono diventati
intollerabili soprattutto a causa della circolazione
frenetica, gli alberi non sono pi ben curati, da
luogo di incontro, di attivit integrate, lo spazio
pubblico diventato interamente spazio di circola-
zione e di parcheggio, da collettivo sempre pi pri-
vato e utilizzato soprattutto dalle automobili.
IL CASO DI BOLOGNA OGGI
Vivere a Bologna oggi non significa pi utilizzare
gli spazi pubblici. I luoghi di vita collettiva e urbana
sono diventati degli ostacoli, solo la loro utilizzazio-
ne in automobile ammessa, ma a caro prezzo.
Anche Bologna ha subito uno stravolgimento della
sua struttura urbana e dei suoi spazi pubblici e que-
sto si verificato per trasformarla in una citt di
avanguardia inneggiando alla modernit laddove
non si avevano idee e progetti validi a lungo termi-
ne; le cause di queste trasformazioni sono da attri-
buire a ragioni politiche e sociali e alla assenza tota-
le di cultura urbana e di rispetto culturale.
Dopo la seconda guerra mondiale lo spazio pubblico
bolognese stato stravolto, sono stati letteralmente
distrutti numerosi quartieri senza rispetto della bel-
lezza della citt e del suo patrimonio culturale: la
maggior parte dei viali, delle strade, delle piazze
pubbliche come Via Marconi (gi Via Roma),
Piazza XX Settembre, Via dei Mille, Piazza dei
Martiri hanno cambiato totalmente fisionomia a
favore della circolazione automobilistica e in alcuni
casi contraddicendo e negando la storia di questi
luoghi. La politica sviluppata stata rivolta ad
incrementare la mobilit privata permettendo alle
auto di invadere le strade, le piazze, di snaturare
cortili e slarghi trasformati in parcheggi selvaggi e
abusivi. Le amministrazioni hanno limitato lo svi-
luppo del trasporto pubblico, rendendolo sempre
meno efficiente, meno economico, pi rumoroso e
dannoso per l ambiente. Si continuato ad aumenta-
re il numero dei veicoli pesanti che hanno disgrega-
to e sconnesso le strade e i percorsi del centro stori-
co. Numerosi monumenti e edifici pubblici sono
stati abbattuti senza rispetto per il loro valore cultu-
rale e simbolico, la citt non pi un luogo vivo ed
animato, vive dello z o n i n g, dei centri direzionali,
dei quartieri fieristici, dei centri commerciali e allo-
2
Introduzione
_______________________________________________________________________________________
ra non rimane che percorrere sempre pi in fretta, in
macchina o in bus, questi spazi pubblici vuoti, ina-
nimati e senza luce.
Questo degrado si vede dappertutto, sia nel centro
che nella periferia, centinaia di chilometri di strade e
marciapiedi sono tenuti male e pericolosi, molte
strade sono solo luoghi di parcheggio selvaggio, il
verde pubblico poco curato, i parcheggi occupano
indiscriminatamente le piazze, i pedoni quindi sono
costretti a camminare su i parchimetri e a ridosso
della segnaletica.
Il decoro urbano perde cos tutto il suo significato,
gli uffici potrebbero esserci e invece sono lontani, i
monumenti non sono pi luoghi di ritrovo, le strade
e le piazze soprattutto nel centro storico e nei quar-
tieri pi vecchi diventano il luogo di chi ha il per-
messo per circolare, di chi non usa la macchina, di
chi ormai rassegnato al proprio luogo di vita
(anziani).
Questo degrado generale procura un sentimento di
distacco nei confronti dei luoghi della citt , un
esodo della popolazione lontano dal centro storico,
un esilio forzato ma non voluto nonostante il merca-
to immobiliare proponga finti paradisi, luoghi di
riposo e oasi di verde.
Ci nonostante i piani regolatori prevedono nuove
espansioni, nuove appendici suburbane della citt ,
nuovi dormitori in piena campagna dove mai una
persona sana di mente andrebbe ad abitare se non
fosse costretto: la cultura della citt presente den-
tro di noi in maniera pi o meno latente, occorre
3
risvegliarla e praticarla.
Questa situazione irreversibile? Siamo disposti ad
accettare la distruzione della citt in nome del pro-
gresso? Oppure la citt e i suoi spazi pubblici,
nostro patrimonio culturale e sociale, saranno risco-
perti nel prossimo avvenire? Ricostruiremo gli spazi
pubblici della citt ? E come?
I cittadini rispondono che vogliono rivendicare il
loro diritto alla citt , al rinnovamento urbano e alla
ricostruzione.
Essi vogliono rinnovare la tradizione dello spazio
pubblico nella citt laddove l urbanistica moderna
l ha abbandonata, vogliono ridefinire l immagine
dello spazio pubblico nella prospettiva di un rinasci-
mento della citt e questo deve avvenire grazie alla
collaborazione tra sociologi, ingegneri, abitanti e
amministratori pubblici.
Attualmente non pi sufficiente sfoderare le armi
del progresso e del moderno per ingannare la popo-
lazione e proporre soluzioni banali e sbagliate per
risolvere i problemi della citt . Non si pu pi cre-
dere che complessi modelli matematici o geometrie
telematiche possano far uscire le metropoli dalla
crisi.
La citt stata inventata dall uomo in contrapposi-
zione alla natura selvaggia e alla campagna coltivata
ed l uomo che deve riscoprirla, amarla, rispettarla
e comprenderla come risultato di pi azioni umane
che l hanno abilmente e intelligentemente modellata
e dotata di quelle risorse e di quei valori senza i
quali l uomo non pu vivere.