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Introduzione
Un terzo della nostra vita viene trascorsa dormento; questo è il motivo centrale che ha spinto molti
studiosi ad interessarsi nell’ultimo secolo al sonno e in particolare al mondo dei sogni. Le prime
teorizzazioni in materia onirica furono fatte da Freud, e molti altri a seguire. In anni recenti, invece,
si è andata diffondendo la cultura dei sogni lucidi, ovvero la coscienza da parte dell’individuo di
essere in un sogno e di poterlo gestire a prescindere dalle leggi fisiche che governano la realtà e del
corpo fisico. Harvey de Saint-Denys coniò il termine “onironauta” per indicare i sognatori lucidi. Gli
studiosi Frederik Van Eeden e Stephen LaBerge lasciarono dettagliate descrizioni di questi particolari
tipi di sogni rendendo così l’argomento di comune interesse. L’oggetto di questa tesi è l’utilità che il
sogno cosciente possa avere nella vita delle persone. La spinta primaria che porta l’uomo ad
approfondire la ricerca e la pratica di questo fenomeno risulta essere la necessità del controllo totale
che si intende ottenere della propria vita. Tale percorso viene sviluppato lungo un continuum storico
e un approfondimento di alcune culture del sonno. Il sogno lucido risulta essere uno strumento
terapeutico, anche se i pareri sono tuttora discordanti. Questi sogni sono anche un buon segno della
coscienza di sé che non solo pervade il momento di veglia ma anche il mondo onirico; può
rappresentare sia un sistema di monitoraggio che uno stato di percezione costante di sé, trasposto al
momento del sonno.
Nel primo capitolo il punto focale è il sogno. Questa attività psichica che pervade il sonno ha assunto
già dalla Preistoria una certa rilevanza, assumendo diversi significati nelle culture dei Greci, dei
Sumeri, nei miti e nelle religioni. Viene anche esplorato il sogno con le relative interpretazioni
simboliche che Freud, Jung e le posteriori correnti di interesse hanno sviluppato.
Nel secondo capitolo viene definito cos’è il sogno lucido ed approfonditi i tecnicismi, in particolare
i diversi gradi di lucidità che si può avere in un sogno lucido e le tecniche di induzione. Questi tipi di
sogno hanno un potere terapeutico soprattutto per quanto riguarda le fobie e le ansie. In questo
capitolo sono presenti anche diversi esempi di sogni lucidi.
Il terzo capitolo affronta il tema sotto una luce quasi antropologica, legata a diverse culture, seguendo
un percorso temporale. Migliaia di anni fa nel buddhismo tibetano si diffonde un tipo di letteratura
legata al sonno (tesori dei sogni). Lo sviluppo di maggiore attenzione e presenza nello stato onirico è
la chiave del lavoro sui sogni. In questa cultura, il sogno lucido non è come per l’ormai estinta
popolazione dei Senoi la strada diretta per la trasformazione, ma è un aspetto dello sviluppo della
consapevolezza. Secondo gli sciamani, invece, nei sogni si gioca con la possibilità di poter accedere
ad altri mondi dotati di differenti dimensioni.
Il quarto e ultimo capitolo, oltre a presentare le conclusioni, mostra le sfide che gli studiosi dei sogni
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hanno dovuto affrontare per fa sì che questo fenomeno fosse accettato dalla comunità scientifica,
quindi, i conflitti e le ricerche.
Ciò che vuole sottolineare questo elaborato è come l’uomo realmente cosciente di sé riesca a portare
attenzione a se stesso e al circostante anche nel sonno, quindi, non vivere passivamente rispetto al
materiale dei sogni che l’inconscio propone, bensì diventare produttore e attore protagonista della
propria vita onirica imparando ed evolvendosi.
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1 Il Sogno.
1.1 Il Sogno nella Storia Antica.
Il sogno è l’attività psichica che si sviluppa durante il sonno. Fin dai periodi primordiali della civiltà
l’uomo ha provato interesse per l’attività della mente del sognare. Non è stato, infatti, difficile
interpretare il disegno in carboncino, trovato in una delle Grotte di Lascaux (Francia), come la
rappresentazione di ciò che la persona ricordava del proprio sogno. Il periodo storico di cui parliamo
è la Preistoria e già da allora gli individui, come se fosse un taccuino, utilizzavano le pareti per poter
portare nello stato di veglia quelli che erano stati i propri sogni. In questa testimonianza è possibile
leggere la rappresentazione fantastica dell’autore dell’uccisione di un bisonte durante una battuta di
caccia (“realizzazione del desiderio”, direbbe Freud, 1900).
Arrivando poi al 2000 a.C., invece, è possibile riconoscere la prima testimonianza scritta del ricordo
di un sogno. Questo documento si trova all’interno di uno dei primi libri creati dal genere umano,
scritti su tavolette di creta asciugata al sole: l’Epopea di Gilgamesh
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. Gilgamesh sogna di combattere
contro Enkidu, ma riconoscendone la forza lo porta davanti la madre, la quale identificandolo come
gemello di Enkidu, lo adotta. La madre (dea-sacerdotessa) riconosce il sogno come profetico.
L’interpretazione del sogno come profezia viene ritrovato anche con i Sumeri e il rituale
dell’incubazione. Questa pratica prevedeva che una persona dormisse per una notte in un luogo sacro
e che il giorno seguente raccontasse a colui che interpretava i sogni ciò che eventualmente
rappresentava. Riprendendo l’usanza dell’incubazione, i Greci provavano a dormire in una grotta o
in un bosco o nel tempio di Ascelpio (dio della medicina) con il fine di sognare; consultando in seguito
l’esperto di oniromanzia (arte divinatoria dell’interpretazione dei sogni) i Greci ricevevano indietro
interpretazione di cura e guida spirituale. Tra i più importanti esponenti dell’oniromanzia troviamo
Artemidoro di Daldi, il quale ritieneva che un’interpretazione dei sogni fosse possibile, discostandosi
però dalle spiegazioni magiche che tanto andavano in voga a suo tempo. Egli è il primo a scrivere un
libro sull’argomento, chiamato proprio L’Interpretazione dei Sogni. Questo libro, però, non ha nessun
carattere scientifico. Al suo interno vengono elencati dei sogni dando poi una lettura simbolica della
materia onirica basandosi anche su avvenimenti storici del tempo. Quest’opera viene tramandata di
generazione in generazione; e il primo a riprendere l’argomento è Sigmund Freud, nel 1899, con la
sua Interpretazione dei Sogni.
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Tavolette rinvenute a Ninive nel 1852 nella biblioteca di Assurbanipal.
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Le nozioni più antiche all’interno della letteratura greca riguardanti i sogni vengono date dall’Iliade:
un sogno di natura ingannevole viene ordinato da Zeus (capo sovrano degli dei) indirizzato ad
Agamennone; un altro sogno di tipo profetico viene descritto nel decimo libro del poema; è presente
anche un accenno a due anziani interpreti di sogni (Euridamente e Merope di Percole). Inoltre, nella
letteratura greca è presente Morfeo, la divinità del sonno, figlio di Ipno e Notte. Una variante
dell’immagine di Morfeo è presente nell’Iliade e nell’Odissea, infatti è presente anche un’altra
divinità, Oniro, che riassume in sé le caratteristiche di Ipno e Notte. Morfeo durante la notte prendeva
le sembianze delle cose e delle persone sognate. Nei sogni con forme umane egli portava con sé
sempre un mazzo di papaveri con cui sfiorava le palpebre di chi dormiva donando loro realistiche
emozioni. Nelle opere di tipo pittorico Morfeo veniva rappresentato spesso nell’azione di abbracciare
suo padre Ipno.
Anche la Bibbia è ricca di relazioni con i sogni: nell’Antico Testamento, ad esempio, il faraone egizio
sogna sette vacche grasse e sette vacche magre. Nessuno è in grado di interpretare il significato del
sogno fino all’arrivo di Giuseppe che legge il sogno come una profezia proveniente da Dio: sette anni
di siccità seguiranno a sette anni di abbondanze. Un’altra bellissima diafania
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presente nella Bibbia è
un sogno fatto da Mosè che riguarda la descrizione che fa di se stesso Dio, “Io sono colui che è.” (La
Sacra Bibbia), rivelatoria di una certa realtà mai vista prima così chiaramente. Nel Nuovo Testamento
Claudia Procula, moglie di Ponzio Pilato, tramite un sogno comprende che Gesù non doveva essere
condannato alla crocefissione.
Passando alla mitologia norrena del XIII secolo, invece, nei principali testi di Snorri Sturluson
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il dio
Baldr compie dei sogni premonitori riguardanti la sua morte che vengono poi confermati dal padre
Odino.
Nel correre della storia è stata sempre più abbandonata la strada del sogno-profezia e abbracciata, da
Freud in poi, l’idea del sogno come materiale inconscio, inteso anche come elementi non processati
dalla mente cosciente.
1.2 Sigmund Freud e la sua Interpretazione dei Sogni.
<< Kant scrisse: “Il pazzo è un sognatore da sveglio.”
Krass: “La pazzia è un sogno nella veglia dei sensi.”
Shopenhauer definisce il sogno come una breve follia e la follia come lungo sogno.
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Riconduzione di fatti terreni ad un intervento divino.
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Poeta, storico e politico islandese. Scrisse opere come l’Edda poetica e l’Edda in prosa.