Capitolo I                                                          La Teoria Generale di Keynes e il suo pensiero                                                                                                                                                         
 14 
1.1 Introduzione al pensiero generale di Keynes 
Keynes non concepiva l’economia come una scienza pura slegata 
dalle vicende economiche e dalle questioni politiche; era un economista 
illuminista. Egli credeva limitatamente nel mercato e molto nel ruolo 
dello stato, la cui azione era necessaria per sconfiggere le distorsioni del 
sistema economico e per superare le crisi che colpivano le società 
capitalistiche.  
 
L’opera per la quale Keynes divenne il piø famoso e influente 
economista del suo secolo, fu “La teoria generale dell’occupazione, 
dell’interesse e della moneta”
1
, che è stata il centro e ha dato vita a quella 
che fu chiamata rivoluzione keynesiana.  
 
Essa sancì la fine della teoria neoclassica e in particolare delle 
capacità del mercato di autoregolamentarsi e di trovare al suo interno le 
forze per arrivare alla piena occupazione. 
 
                                                      
1
 Nel primo, breve capitolo della sua opera, Keynes spiega i motivi che lo hanno spinto ad 
intitolarla Teoria generale. Ciò che, secondo l’economista di Cambridge, differenzia la sua 
analisi della macroeconomia da quella fino ad allora prevalente (che egli definisce 
economia classica), sta nel considerare quanto sostenuto dai suoi predecessori come valido 
solo in un caso particolare, un equilibrio non sempre verificato nella realtà. La sua teoria, 
invece, è generale.
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 15 
Secondo i Keynesiani:  
1. non c’era equilibrio di piena occupazione, bensì un equilibrio di sotto 
occupazione: ci può essere equilibrio di mercato, ma non è di piena 
occupazione; 
2. l’equilibrio non era automatico: massimizzazione del reddito nazionale 
e pieno impiego dei fattori produttivi non sono raggiungibili 
automaticamente, per questo c’è bisogno dell’intervento dello Stato in 
economia;  
3. è proprio la domanda pubblica che garantisce l’equilibrio di piena 
occupazione e permette l’impiego dei fattori produttivi. Keynes inoltre 
afferma che è la domanda a determinare l’offerta, e non il contrario.  
 
Egli, infatti, spiegò che per superare la depressione e rimediare ai 
suoi effetti occorreva sostenere la domanda, favorendo la spesa privata e, 
se questa era insufficiente, espandere quella pubblica. Ma soprattutto 
invitava i governi ad elevare il livello degli investimenti al fine di 
utilizzare le risorse produttive disoccupate, anche ricorrendo ad ingenti 
prestiti. In tale scenario, infatti, la finanza pubblica viene ad assumere un 
ruolo decisivo: le manovre dell’erogazione della spesa e del prelievo 
fiscale consentono di incentivare o scoraggiare l’attività dei privati, a 
seconda degli obiettivi che si volevano raggiungere.
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 16 
L’incremento della spesa pubblica comporta uno spostamento di 
risorse dal settore pubblico a quello privato modificando la propensione 
al consumo, la formazione del risparmio, gli incentivi nell’investimento e 
alterando la distribuzione della ricchezza incidendo sul reddito nazionale.  
 
 
1.2 La Teoria Generale 
In essa Keynes pone le basi per la teoria basata sul concetto di 
domanda aggregata. In breve, il livello della domanda aggregata (che in 
un sistema chiuso agli scambi con l’estero è pari alla somma tra consumo 
e investimento, pubblico e privato) in un’economia moderna è 
determinato da una serie di fattori: la propensione marginale al consumo 
(la percentuale di un aumento di reddito che i cittadini scelgono di 
spendere per l’acquisto di beni e servizi) e l’investimento in beni capitali 
(a sua volta dipendente dal tasso di interesse, che ne influenza il costo, e 
dal tasso di rendimento atteso, attraverso il confronto con l’efficienza 
marginale del capitale). Il livello del tasso di interesse è, poi, fortemente 
influenzato dalla preferenza per la liquidità.  
 
Il livello di reddito dipende dall’attività di consumo posta in essere 
dalle famiglie, dagli investimenti, dall’intervento dello Stato
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 17 
nell’economia attraverso la spesa pubblica e dal settore estero, quindi 
dalla domanda globale. Essa è data dai consumi privati ( C ), dagli 
investimenti ( I ), dalla spesa pubblica ( G ), dalle esportazioni ( X ) e 
dalle importazioni ( M ):     
Y = C + I + G + X – M 
¨ possibile incrementare l’occupazione e il reddito soltanto 
attraverso un aumento della spesa per consumi o con investimenti. In 
questo modo la funzione di domanda veniva traslata verso l’alto portando 
l’equilibrio dell’economia verso la piena occupazione. 
 
Keynes afferma che sono giustificabili le politiche destinate a 
stimolare la domanda in periodi di disoccupazione, ad esempio tramite un 
incremento della spesa pubblica. Gli effetti della variazione della spesa 
pubblica si realizzano dando luogo a due fenomeni economici: il 
moltiplicatore e l’acceleratore della spesa pubblica. 
 
Si ipotizzi ad esempio che l’economia versi in una fase di recessione 
caratterizzata da una domanda globale bassa, da risorse economiche non 
pienamente utilizzate e quindi da disoccupazione. Se lo Stato interviene 
con una manovra di spesa pubblica, fa sì che il reddito nazionale salga 
nella stessa misura dell’intervento, e che una parte della forza lavoro
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 18 
disoccupata venga assorbita dai lavori di realizzazione dell’opera 
pubblica. I nuovi lavoratori a loro volta faranno crescere la domanda sul 
mercato di beni e servizi che prima non potevano permettersi, poichØ 
salirà la loro propensione al consumo: ciò spingerà quindi le imprese ad 
accrescere la produzione, e quindi l’offerta, che farà salire ulteriormente 
il reddito nazionale. Si crea così un meccanismo che in poco tempo 
produce un aumento della domanda aggregata moltiplicato rispetto al 
valore iniziale della spesa: si tratta del fenomeno del moltiplicatore della 
spesa pubblica. Piø alta è la propensione marginale al consumo, piø alto 
sarà l’effetto del moltiplicatore.  
 
L’aumento della spesa fa sì che le imprese, per fronteggiare gli 
incrementi della domanda di beni da consumo dei privati, intensifichino 
le attività produttive, e quindi aumentando gli investimenti per l’acquisto 
di macchine e di beni strumentali. Quindi le imprese accrescono la 
produzione assumendo nuova manodopera e facendo nuovi investimenti. 
Dunque cresce la produzione, crescono gli investimenti e cresce ancora la 
produzione: tale processo a catena viene denominato acceleratore della 
spesa pubblica. Le variazioni degli investimenti sono molto maggiori 
rispetto alla variazione della produzione ed in ciò sta il principio 
dell’acceleratore.
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 19 
Queste argomentazioni trovano conferma nei risultati della politica 
del New Deal
2
, varata negli stessi anni dal presidente Roosevelt negli 
Stati Uniti, che gestì direttamente i due eventi alla base del successo delle 
politiche keynesiane, ossia la crisi del 1929 e la seconda guerra mondiale.  
 
                     S,I 
                                                                                    S 
 
 
    
                                                    P                                            I              S = I 
                                        
                                                                                                            
 
                          0                                                                         Y 
 
Fig. 1.1 – Il reddito di equilibrio. 
 
                                                      
2
 Con New Deal (Nuovo Corso) si intende il piano di riforme economiche e sociali promosso 
dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1938, allo scopo di 
risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli Stati Uniti d’America a 
partire dal 1929: il Big Crash. L’intervento dello Stato nell’economia attraverso la 
realizzazione di infrastrutture, creazione di un Welfare State (stato assistenziale) in grado di 
poter sostenere la forza lavoro disoccupata, conseguente aumento della domanda per 
riavviare il processo produttivo furono i cardini dell’opera del primo mandato roosveltiano. 
La Tennessee Valley Authority, il NIRA (National Industrial Recovery Act) promossero la 
creazione di grandi opere pubbliche, linfa per il settore privato e per la forza lavoro. 
L’Agricultural Adjustement Act, la Civil Work Administration, nonchØ il Wagner Act 
furono alcune delle misure stabilite per tamponare il fenomeno e restituire vitalità ad un 
settore vessato dalla stagnazione.
Capitolo I                                                          La Teoria Generale di Keynes e il suo pensiero                                                                                                                                                         
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Il reddito di equilibrio è determinato dall’uguaglianza tra risparmio e 
investimento, vale a dire dall’intersezione tra la funzione del risparmio e 
la funzione dell’investimento. Le due funzioni si intersecano nel punto P, 
dove, dunque: S = I.  
 
I pilastri della teoria keynesiana sono: 
• la preferenza per la liquidità; 
• la legge della domanda effettiva; 
• il moltiplicatore keynesiano. 
 
 
1.2.1 Preferenza per la liquidità 
Nella teoria quantitativa la moneta è vista solo nella sua funzione di 
“intermediario degli scambi”. Il tasso di interesse è determinato nel 
cosiddetto mercato delle merci, ove vengono scambiati risparmio e 
investimento. In questa teoria viene introdotto il movente 
“precauzionale” che soggiace alla preferenza per la liquidità: gli individui 
desidereranno mantenere moneta in forma liquida in maniera 
proporzionale rispetto alla propria ricchezza, per poter far fronte ad