per dare loro un'alternativa migliore.
Introduzione
Il lavoro qui raccolto presenta una breve introduzione sullo 
scenario attuale, sia dal punto di vista socio-educativo che 
museale, per gettare le premesse su cui poi costruire il pro-
getto.
Nasce così StanByMe, un contenitore modulare di arte in 
viaggio che attraversa l'Italia sostando in 20 stazioni ferro-
viarie, una per ogni regione.
Lo scenario delle stazioni è stato preso in considerazione in 
quanto raccoglie al suo interno una moltitudine e una varietà 
di utenti che sarebbe impossibile trovare altrimenti.
Inoltre, come luogo dell'attesa per eccellenza, esso si presta 
Possibilità e alternativa.ad essere una buona sfi da per il posizionamento di un pro-
Sono questi i termini che hanno accompagnato la crescita e getto che, tra gli altri, ha anche lo scopo di creare convivialità.
lo sviluppo di questo progetto. L'intenzione non è quella di svalutare o sostituire il museo, 
Osservando sempre di più il contesto sociale in cui viviamo, anzi il proposito è quello che StandByMe diventi il mezzo con 
ci si rende conto di come manchino situazioni che favorisca-cui il museo stesso possa attirare a sé tutte le persone, anche 
no socialità e convivialità nel contesto urbano.quelle non direttamente coinvolte nel mondo dell'arte.
Alcuni gruppi di designer, come ad esempio Esterni, lavorano L’interazione con un ambiente ricco e stimolante, come po-
proprio in questa direzione, valorizzando lo spazio pubblico, trebbe essere quello di StandByMe, coadiuvato dalle poten-
creando scambi culturali e promuovendo la partecipazione zialità dell'arte contemporanea e dalle tecnologie moderne, 
allargata come motore di ogni progetto.potrebbe arricchire l'immaginazione e la creatività colletti-
Questa tesi si muove nella stessa direzione, utilizzando però va, ma sempre con la condizione imprescindibile che questo 
un mezzo diff erente: l'educazione all'arte.processo si realizzi nell'interiorità di ogni persona.
Educare all’arte vuol dire off rire ad ognuno, attraverso la me-Questa modifi ca interiore, poichè parte dall'intimità di ognu-
raviglia e lo stupore dell’esperienza estetica, la possibilità di no, non è progettabile ma ci si può impegnare per creare si-
sviluppare la propria sensibilità e di raggiungere autonomia tuazioni che ne favoriscano lo sviluppo.
e capacità critica nel leggere e giudicare il mondo circostan-
te, nel comprendere (inteso come prendere con sé), grazie ai 
sensi e al pensiero, quel vissuto estetico per trasporlo nella 
quotidianità. 
In sintesi si vuole dare la possibilità di far incontrare le perso-
ne che solitamente non si confrontano con il mondo dell'arte 
9
opposto della produzione industriale. Parlando di convivia-
Arte e realtà
lità scrive: «ognuno di noi si defi nisce nel rapporto con gli altri 
e con l'ambiente e per la struttura di fondo degli strumenti che 
"L'arte non riproduce il visibile ma lo rende visibile"
utilizza. Questi strumenti si possono ordinare in una serie con-
P . Klee
tinua avente a un estremo lo strumento dominante e all'estremo 
opposto lo strumento conviviale: il passaggio dalla produttività 
alla convivialità è il passaggio dalla ripetizione della carenza alla 
spontaneità del dono. [...] Il rapporto industriale è rifl esso con-
Il disagio sociale 
dizionato, risposta stereotipa dell'individuo ai messaggi emessi 
da un altro utente, che egli non conoscerà mai, o da un ambiente 
artifi ciale, che mai comprenderà; il rapporto conviviale, sempre 
nuovo, è opera di persone che partecipano alla creazione della 
2
Quando si parla di disagio sociale si intende una situazione, vita sociale».
spesso prolungata nel tempo, in cui il soggetto non è in gra-Come si può ben intuire il punto di vista di Illich riguardo alla 
do di utilizzare pienamente le proprie risorse e le opportuni-produzione industriale (o forse sarebbe meglio dire produ-
tà che vengono off erte dalla società. zione seriale), è molto critico: per il sociologo la convivialità 
La conseguenza di questo atteggiamento è spesso l'isola-può essere trovata sostituendo a un valore tecnico un valore 
mento. Il fatto che il disagio sociale individuale venga collet-etico, a un valore materializzato un valore realizzato e quan-
tivamente riconosciuto è un punto fondamentale, in quanto do una società, qualunque essa sia, reprime la convivialità 
viene giudicato meritevole di attenzione sia per la soff eren-al di sotto di un certo livello, diventa un pericolo di povertà 
za che caratterizza il soggetto sia per gli eff etti negativi che culturale.
1
può avere sulla società.Esiste però, secondo l'autore, un modo per accrescere il sa-
Evidentemente è un campo molto ampio considerando an-pere e il potere di ognuno e cioè consentendo all'individuo 
che la diffi coltà di individuare un'unica causa scatenante: di esercitare la propria creatività senza per questo negare lo 
ristrettezze economiche, diffi coltà familiari, età, sesso, ca-stesso spazio d’iniziativa e di produttività agli altri.
renze culturali e diffi coltà di inserimento sociale, sono solo La società conviviale diventava quindi una società nella 
alcune delle cause. quale gli strumenti possono essere utilizzati dalla persona 
Le analisi che sono state fatte su questo tema sono moltepli-integrata con la collettività, e non riservati a un gruppo di 
ci, ma una in particolare è più interessante delle altre perché 
trasversale al campo della produzione industriale. Parliamo 
1
dell'analisi fatta da Ivan Illich.
 Defi nizione tratta dallo studio dell' Orml (Osservatorio sul Mercato del Lavoro) e del Ciriec 
(Centro Italiano di Ricerche e d'Informaziosull'Economia pubblica, sociale e Cooperativa) del 
Questo sociologo austriaco intorno agli anni ' aveva mes-
.
2
so l'accento sul concetto di convivialità, defi nendola come I. Illich, La Convivialità, Red edizioni, , p. 
10arte e realtà
specialisti che li detengono sotto il proprio controllo (Illich tipo di comunicazione più antica, più immediata e univer-
in più di qualche saggio prende delle posizioni molto serrate sale della storia dell'umanità. L'utilizzo del linguaggio della 
nei confronti della scolarizzazione e dell'insegnamento). creatività come mezzo per migliorare le situazioni di disagio 
L’uomo a cui pensava non era quindi un uomo che vive solo sociale non è aff atto una novità, tanto che la Commissione 
di beni e servizi ma anche della libertà di modellare gli ogget-Europea ha promosso il 2009 come “Anno europeo della cre-
ti che gli stanno attorno, di conformarli al proprio gusto, di atività e l'innovazione”.
servirsene con gli altri e per gli altri. Secondo il commissario europeo Ján Figel «la crisi fi nanziaria 
Come capita spesso però, il passaggio dalle ipotesi di cambia-ed economica che è avvenuta sul fi nire del 2008 è il tipo di crisi 
mento al cambiamento non è facile.estrema che richiede una qualità essenziale: la creatività. Ser-
Si dovrebbe iniziare a pensare di «mettere la prima pietra di ve creatività per trovare risposte migliori. Ma la creatività non 
una città immateriale edifi cata nelle due dimensioni natura e cul-è utile solo nelle situazioni di crisi, naturalmente. Creatività e 
3
tura e completata della comunicazione».capacità di innovazione sono dei vantaggi a lungo termine per 
Si pensi al passato e al valore che veniva dato alla natura l'economia, la società, le imprese e i singoli cittadini. L'innovazio-
come forma di linguaggio: la semplice realtà off riva messag-ne e la creatività sono pilastri fondamentali per la crescita econo-
4
gi di ogni tipo che venivano decodifi cati e compresi per ar-mica sostenibile e della società».
ricchire la conoscenza. Invenzioni come la prospettiva, che L’EYCI (European Year of Creativity and Innovation), ha cer-
cambiò radicalmente il modo di vedere il mondo, derivavano cato di accrescere la consapevolezza dell’importanza della 
direttamente dalla codifi ca dei sensi, in questo caso specifi -creatività e dell’innovazione in quanto competenze chiave 
co, della vista.per lo sviluppo europeo. Scopo dell'iniziativa è stato quello 
Secondo questa direzione, e dall'assunto per cui “comuni-di promuovere approcci creativi e innovativi in vari campi 
cazione” è dialogo e non semplice trasmissione di messaggi dell’attività umana e di contribuire ad attrezzare l’Unione 
a senso unico, l'arte deve essere riscoperta, non solo come europea per le sfi de indotte dalla società della conoscenza e 
fonte iconica ma proprio come lettura e reinvenzione della dell’informazione. 
realtà e del mondo naturale e immateriale che ci circonda. È un’iniziativa che abbraccia vari aspetti: oltre a quelli riguar-
Si tratta di uno strumento effi cace per poter realizzare una danti l’istruzione, la formazione, la ricerca e la cultura, l’an-
nuova forma di comunicazione diretta con l'ambiente in cui no coinvolge anche le politiche d’impresa nazionali e regio-
viviamo, oltre che riscoprire le radici della nostra cultura. nali. Il primo documento di riferimento di questa iniziativa è 
Se comunicazione signifi ca mettere in comune, esternare, la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 
esprimere ciò che è dentro la propria coscienza, informare 
gli altri dei propri sentimenti, visioni, conoscenze, progetti, 
3
memorie e soprattutto fare in modo che questi contenuti en-
 M. F. Colonna, Arte, cultura, comunicazione: educazione permanente in Bollettino Telemetico 
dell'Arte BTA00008; Roma, 
trino nella coscienza di altri, la comunicazione artistica con 
4
 J.Figel nel discorso introduttivo del documento Creativity and Innovation Best practices from 
il suo linguaggio, che è la creatività, è stata senza dubbio il EU programmes; Lussemburgo, 
11
arte e realtà
del  Dicembre  sulle “Competenze chiave lungo tutto 
l’arco della vita”. 
La Raccomandazione defi nisce le competenze come «cono-
scenza, abilità e capacità», identifi cando 8 punti di cui gli ulti-
mi 4 sono particolarmente interessanti: imparare ad impara-
re, avere competenze sociali e civiche, possedere uno spirito 
di iniziativa e imprenditoriale, avere consapevolezza cultura-
le e capacità d’esprimersi.
La vera chiave quindi è la creatività e l'arte come sua diretta 
conseguenza. In ogni sua manifestazione è sempre stata la 
più alta espressione umana di comunicazione ed espressione 
della fantasia.
Fin dall'antichità l'arte ha avuto funzioni diverse: decorative, 
imitative, catartiche, espressive, religiose, politiche, fi no a 
5
diventare mezzo di trasgressione o fonte di guadagno.
Ma vi è anche un altro aspetto che è stato lungamente di-
scusso, ed è quello dell'educazione che non considera l'arte 
come oggetto dell'educazione ma come possibile mezzo per 
educare.
Manifesto dell'Anno europeo della 
5creatività e dell'innovazione, 2009
 Raimondo Strassoldo, Forma e funzione; Forum, Udine, , pag.-
12arte e realtà
Educare attraverso l'arte: da Herbert Read a John Dewey
Read scrive: «l'intento dell'educazione può essere soltanto di 
sviluppare, al tempo stesso, la singolarità, la coscienza sociale o 
la reciprocità degli individui. Come risultato degli scambi, l'indi-
Il tema dell'educazione all'arte ha origini lontanissime e vede 
viduo sarà unico e questa unicità poiché è qualcosa che nessun 
per la prima volta un suo riconoscimento sociale nel saggio 
altro possiede, sarà profi ttevole alla comunità. Può trattarsi di un 
"Education through art" di Herbert Read.
modo particolare di sorridere o parlare, e anche ciò contribuisce 
Pubblicato a Londra nel  e tradotto in Italia nel , 
alla varietà della vita. Ma può trattarsi di un modo particolare 
partendo dalla tesi di Platone, chiama in causa: fi losofi a, 
di vedere, di pensare, di inventare, di esprimere un pensiero o 
critica letteraria e fi gurativa, poesia, pedagogia, psicologia e 
un'emozione, e in questo caso l'individualità di un uomo può esse-
3
sociologia per supportare la tesi per cui l'arte può essere la 
re d'incalcolabile vantaggio per l' umanità intera ».
base dell'educazione.
«Come risultato degli scambi», quindi di esperienza, e l'espe-
Tale proposizione veritativa, che analizza la relazione arte-
rienza stessa ci dimostra che nello sviluppo di un individuo 
educazione, si muove in Read entro due ipotesi contrastanti, 
la crescita personale non avviene sempre per passi logici e 
«l'una che si educhi l'uomo a diventare ciò che è, l'altra che si edu-
consequenziali. 
1
chi a diventare ciò che non è ».
Il carattere dell'individuo (e di rifl esso la sua creatività) è il 
Il che signifi ca nel primo caso, che si deve operare per favorire 
risultato del conoscere e del fare e poiché l'arte è l'espressio-
la crescita delle facoltà innate di ogni individuo e che queste 
ne più tipica di questo principio «l'attività estetica è quella che 
si sviluppino in un ambiente che ne consenta la libera espres-
presiede ad ogni umano sviluppo, così del singolo come della col-
sione; nel secondo, al contrario, che la società deve prendere 
lettività e poiché l'educazione non è altro che sviluppo, e sviluppo 
il sopravvento sull'individuo, inducendolo a conformarsi a 
nella e con la società, se ne interferisce che l'arte è il principio 
4
norme comunemente accettate.
attivo di ogni possibile educazione».
E sono proprio queste due strade nettamente contrastanti 
L'arte è quindi un mezzo per lo sviluppo sociale. 
che hanno impedito a questa tesi di essere promossa nel cor-
Read individua però altri interessanti scopi dell'educazione 
so dei secoli. Il motivo è puramente politico in quanto si è 
estetica, alcuni dei quali più degni di nota per il contesto in 
sempre preferito educare i giovani a credere nelle esperienze 
cui lo stiamo trattando. 
passate piuttosto che ad aff rontare direttamente l'esperien-
Anzitutto l'arte invita a salvaguardare l'intensità di tutti i 
za presente.
modi di percezione e di sensazione, oltre che coordinarli tra 
Secondo Argan «lo scopo dell'educazione uffi cialmente imparti-
loro e l'ambiente; mostra come sia possibile esprimere un 
ta non è mai stato quello di abituare l'individuo ad essere pie-
namente se stesso, ma di conformarsi ad una norma statuita e 
2
accettata dai media » .
1
 H. Read, Educare con l'arte; Comunità, Milano, , p.
2
Ma qual è lo scopo dell'educazione all'arte? E perché scegliere Ibidem, p.xi
3
 Ibidem, p.
l'arte come base per la pedagogia? 
4
 Ibidem, p.x
13
arte e realtà
sentimento in forme comunicabili, e quindi trasmissibili agli l'uomo. In un certo senso essa è più vera dell'esperienza e dispiega 
altri; manifesta dei processi d'esperienza mentale, che altri-idealmente le sue giuste implicazioni, separate dalle distorsioni, 
menti rimarrebbero del tutto o in parte inconsci e in questo dalle interferenze, dalle intrusioni accidentali che sorgerebbero 
5
modo dà foggia al pensiero in forme adeguate.nella stessa esperienza concreta ».
Tutti questi scopi, se rapportati ai temi sociali attuali, si cari-Il processo che Lonergan descrive può essere ancora meglio 
cano di un potere straordinario. raccolto se ricollegato ad alcune tesi esposte da John Dewey 
Quante volte nel corso di questi ultimi anni si è sentito par-in "Art as experience" (), dove si identifi cano, nell’atti-
lare di diffi coltà di comunicazione, di scarsa partecipazione vità artistica, gli elementi di maggiore pregnanza e comple-
alla vita sociale, di disinteresse verso l'ambiente, fi no allo tezza dell’esperienza.
sfociare in atti violenti causati dal disagio sociale?Il concetto di esperienza è sempre stato centrale nella con-
cezione pedagogica e fi losofi ca di Dewey, pur assumendo 
Paul Klee disse che «l'arte non riproduce il visibile ma lo rende molteplici connotazioni: teoretica (esperienza e natura), 
visibile» ed è proprio quello che sottolinea Read, aff ermando epistemologica (esperienza e metodo della scienza), esteti-
che si può far fronte a molti problemi con la pratica artistica.ca (caratteristiche dell’esperienza artistica ed estetica), oltre 
Come quello artistico, anche l'educazione è un processo il cui che etica e pedagogica.
contenuto consiste nella capacità di mettere in relazione la Bisogna invece sottolineare che, a diff erenza di Dewey, co-
persona con la realtà ed il suo signifi cato. La dinamica educa-munemente, il termine assume un’interpretazione ridutti-
tiva è infatti una trasmissione di signifi cati.va, facendo consistere l’esperienza nel puro fare, nell’attività 
Bernard Lonergan nelle sue lezioni sull'educazione, tenu-pratica più o meno occasionale, sostanzialmente povera di 
te a Cincinnati nel , parla dell'arte come di un pattern contenuto intellettuale, volta esclusivamente a scopi di frui-
esperienziale. Il fi losofo e teologo canadese, per aff rontare la zione immediata.
questione dell'esperienza fondamentale nell'educazione, de-Nel suo saggio l’esperienza si veste di due aspetti: uno riguar-
scrive la natura propria dell'arte come un particolare modo da il fare e l’operare sulla realtà, l’altro il sottostare alle con-
di comprendere la realtà.seguenze di questo tentativo.
Parla dell'arte come di un esperienza che apre un orizzonte Dal punto di vista della crescita delle capacità e delle cono-
nuovo, presenta qualcosa che è altro, diverso, insolito, miste-scenze individuali, l'esperienza si può considerare eff etti-
rioso, originale, lontano, eppure così vicino.vamente valida quando conduce a stabilire connessioni fra 
Il processo artistico è dunque un'esperienza che implica una entrambi questi due aspetti, quando si scopre che un certo 
trasformazione che riguarda l'oggetto (l'opera), ma anche il procedimento produce certi eff etti e si è consapevoli del 
soggetto stesso. 
Spostando l'attenzione su un altro passaggio di Lonergan, 
egli sostiene che l'arte «è aff errare ciò che nell'esperienza è o 
5 
C. De Carli, Educare attraverso l'arte.Ragionamenti e prospettive. Quali nuove frontiere in C. De 
sembra signifi cativo, rilevante, interessante, importante per Carli, Educare attraverso l'arte. Ricerca, formazione, casi studio; Mazzotta, Milano, , p.
14arte e realtà
perchè e del come, questi, vengono prodotti. Scoprire que-una complessità di fattori che rappresentano delle potenzia-
ste connessioni porta ad attribuire signifi cato alla relazione. lità educative e comunicative, da dover valorizzare a pieno. 
Quindi non è l’azione di per sè educativa, ma è educativa Una presa di coscienza che deve essere comunicata per di-
l’azione che si accompagna a questa consapevolezza delle ventare patrimonio culturale di tutti, compresi gli adulti che, 
6
connessioni che esistono tra il fare e gli eff etti del fare.come i bambini devono essere accompagnati verso questa 
Buona parte della qualità dell’esperienza inoltre è determi-ricerca.
nata dalle condizioni ambientali nelle quali si svolge: condi-
zioni materiali (caratteristiche fi siche, estetiche, funzionali 
dell’ambiente, dei materiali e degli strumenti), condizioni 
sociali e aff ettive (relazioni interpersonali, vita del gruppo, 
atteggiamenti verso altri gruppi, apertura alla realtà ester-
na). L’esperienza subisce un'infl uenza determinante dal pun-
to di vista della sua validità sul piano umano, oltre che dal 
punto di vista educativo specifi co, a seconda delle condizioni 
in cui si sviluppa. 
In Art as experience, Dewey parla dell'esperienza estetica 
come di un esperienza totale. Ritrova nell'opera d'arte l'ef-
fettiva saldatura con la vita, poiché ridà ai sensi il contatto 
con la realtà-verità.
L'attenzione viene posta in maniera particolare ai sensi in 
quanto canali attraverso i quali la persona partecipa diret-
tamente al processo del mondo attorno a lei, e attraverso i 
quali vive l'esperienza. Questi non vengono mai contrappo-
sti all'intelletto in quanto esso stesso è il tramite attraver-
so il quale la partecipazione diventa feconda: i concetti e i 
valori vengono estratti, elaborati, e messi quindi ancora in 
circolazione nella costruzione del rapporto con l' ambiente. 
L'esperienza che si genera dall'interazione dell'uomo con 
l'ambiente, trasforma l'interazione in partecipazione e co-
municazione. 
L'impiego di questa prospettiva educativa-esperienziale, 
come angolo visuale privilegiato dal quale considerare l'arte 
6 
G.Tassinari, L'esperienza nell'educazione; documento del CEMEA (centro di esercitazione ai me-
e la sua produzione, consente di individuare la presenza di todi dell'educazione attiva ) in www.piemonte.cemea.it/documenti/Dew_esp.doc