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delinea evidenzia dunque una conoscenza estremamente scarsa e frammentaria della 
Regione Piemonte da un punto di vista lichenologico. 
Si è proceduto pertanto alla raccolta di dati originali in campo focalizzando le 
indagini sia su aree alpine, tradizionalmente meno indagate, sia su zone che 
permettessero un raffronto con i dati pregressi. Il materiale raccolto, più di 1.000 
campioni, è stato preparato ed in molti casi confrontato con materiale proveniente da 
altre Collezioni, principalmente l’Erbario lichenologico dell’Università di Trieste 
(TSB). Il materiale così allestito costituisce il primo nucleo di una collezione 
lichenologica attuale, che affiancherà le Collezioni storiche presenti presso la nostra 
Istituzione. 
Una indagine di tipo floristico come quella condotta costituisce la premessa 
essenziale per poter eseguire altri tipi di ricerche incluse quelle applicative e si rivelava 
dunque indispensabile  prima di intraprendere tali studi. 
L’utilizzo dei licheni nello studio del paesaggio vegetale e nella valutazione del 
grado di naturalità/alterazione di un’area ha una validità ormai largamente riconosciuta 
(PIERVITTORI, 1999). Una fase della presente ricerca è stata dedicata all’analisi della 
flora lichenica epifita in ambienti urbani. I risultati raccolti, oltre ad aver permesso di 
individuare le zone della provincia di Torino caratterizzate da maggiore impatto 
antropico, costituiranno un ulteriore supporto per successive indagini ambientali. 
Tutti i dati originali acquisiti, sono poi stati elaborati congiuntamente a quelli 
bibliografici e d’erbario per giungere ad una prima caratterizzazione della flora 
lichenologica piemontese. E’ stato giudicato utile, a complemento della ricerca, fornire 
un elenco ragionato di tutte le specie licheniche segnalate sul territorio piemontese e una 
bibliografia commentata di tutti i testi, a partire dalla seconda metà del 1700, contenenti 
informazioni floristiche per il Piemonte. 
  11
FINALITA' DELLA RICERCA 
 
L’Italia presenta una elevata variabilità biogeografica che si riflette in una 
considerevole ricchezza floristica, valutata in un recente studio intorno a 2.254 entità 
infrageneriche (NIMIS, 1999), ma ancora scarsamente conosciuta da un punto di vista 
ecologico e corologico. 
Le peculiarità biologiche ed ecologiche dei licheni costituiscono un valido motivo per 
attuare misure di salvaguardia del patrimonio lichenico spontaneo ormai fortemente 
compromesso e alterato in ampie zone del territorio nazionale. La natura simbiotica dei 
licheni inoltre rappresenta un evento biologico particolarmente originale tra gli esseri 
viventi meritevole di studi dal punto di vista fisiologico e che offre a tutt’oggi ampi 
campi di indagine. 
L’impoverimento del patrimonio naturale, e lichenico in particolare, è riconducibile a 
varie origini come i fenomeni di inquinamento atmosferico e le azioni di riduzione di 
vari supporti potenziali (disboscamento, cementificazione ecc.). Come è stato 
ampiamente dimostrato i licheni sono dei preziosi indicatori della qualità e 
dell’evoluzione dell’ambiente e questo può conferire ulteriore importanza ad analisi di 
tipo floristico. Questi organismi possono infatti costituire il primo segnale della 
biodiversità di un luogo e per contro la loro regressione può rappresentare l’altra faccia 
di una evoluzione ecologica negativa. Sebbene il concetto di biodiversità sia ad oggi 
estremamente controverso esso rimane un obiettivo fondamentale nelle ricerche 
ambientali ed ecologiche essendo riconosciuto come un parametro essenziale per la 
gestione degli ecosistemi (NIMIS, 1996). Il presente studio vuole essere un primo 
tentativo di sintesi delle conoscenze per fornire una base di dati sulla diversità della 
flora lichenica in Piemonte. 
Scopo principale di questa ricerca è stato dunque quello di raccogliere dati sulla 
presenza e distribuzione dei licheni in Piemonte e parallelamente incrementare le 
conoscenze con rilievi sul campo, per giungere ad una checklist dei licheni del territorio 
piemontese. 
Una volta completata l’acquisizione dei dati si potrà compilare una “lista rossa” delle 
specie in pericolo sul territorio piemontese e nell’ambiente alpino in particolare. 
Il ruolo svolto dalle Collezioni lichenologiche conservate presso numerose Istituzioni 
pubbliche e private (TRETIACH & VALCUVIA-PASSADORE, 1990) è fondamentale per le 
indagini ambientali. La loro consultazione consente di trarre preziose indicazioni di 
base per ricostruire cronologicamente l’evoluzione del nostro patrimonio naturale. 
Partendo da questi presupposti è stata avviata l’analisi degli exsiccata delle Collezioni 
lichenologiche depositate presso l’Herbarium Universitatis Taurinensis per le quali  
fino ad oggi non si disponeva né di catalogo né di archiviazione. La raccolta dei dati 
d’Erbario consentirà di valorizzare il patrimonio conservato presso il Dipartimento di 
Biologia Vegetale dell’Università di Torino e di renderlo fruibile da un punto di vista 
museale. 
  12
 
 
Effettuata una prima raccolta dati, e considerato il già menzionato ruolo dei licheni 
come indicatori ambientali, si è proceduto alla valutazione del grado di diversità 
floristica in aree urbane per valutare le caratteristiche della flora lichenica in relazione 
alla crescente antropizzazione del territorio e per predisporre un strumento che 
consentirà di programmare successive verifiche su scala regionale. 
La mole di dati acquisiti ha fatto sorgere la necessità di organizzare e rendere 
facilmente accessibile questo patrimonio. A questo scopo è stata realizzata, con 
programmi predisposti appositamente, una banca dati informatizzata. Questo strumento 
potrà consentire in futuro la consultazione delle informazioni relative alle conoscenze 
licheniche del settore Nord occidentale delle Alpi e la loro sintesi cartografica (Fig. 1). 
 
  13
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fig. 1 - Obiettivi e metodi di realizzazione della ricerca. 
Analisi della sezione storica della 
Collezione lichenologica 
 Allestimento della sezione attuale
 
Valorizzare le collezioni 
lichenologiche 
Ideazione e realizzazione della 
banca dati 
Organizzare le 
conoscenze licheniche sul 
territorio piemontese 
Ricerche originali in campo 
Incrementare le 
conoscenze del 
patrimonio lichenico nelle 
Alpi Nord Occidentali 
Analisi della flora urbica epifita 
della Provincia di Torino 
Valutare il grado di 
biodiversità in aree 
antropizzate 
  14
 
 
 
Gestione e informatizzazione 
 
delle conoscenze lichenologiche 
 
 
 
 
 
 
 
  15
INTRODUZIONE 
 
I contributi lichenologici riferibili al territorio piemontese costituiscono un 
importante patrimonio che risulta però sottostimato e poco utilizzato per la dispersione e 
l’inaccesibilità dei dati. E’ possibile migliorare la fruibilità delle informazioni, sia quelle 
già acquisite sia quelle di nuova raccolta, tramite una standardizzazione che permetta 
elaborazioni e confronti con banche dati già disponibili. 
L’analisi e la gestione dei dati è di estrema importanza per qualsiasi ricerca sia essa 
floristica, fitogeografica o ecologica. Come già avvenuto presso altre istituzioni 
universitarie e museali (cfr. Nimis, 1984) si è ritenuto opportuno, tenendo conto degli 
standard disponibili, progettare un sistema informatizzato per la gestione dei dati 
lichenologici fino ad oggi mancante presso il Dipartimento di Biologia Vegetale 
dell’Università di Torino. 
 
La strutturazione di dati in tabelle, rispetto alla formulazione discorsiva delle stesse 
informazioni, permette un accesso più rapido e soprattutto un’analisi più semplice e 
completa dei dati. L’impostazione delle informazioni in questo modo è di facile 
realizzazione per i dati di campo che possono essere raccolti in modo organizzato ed 
omogeneo secondo procedure standardizzate. Estremamente difficoltosa si rivela invece 
la gestione dei dati storici e bibliografici a causa dell’incompletezza e spesso 
dell’imprecisione delle informazioni reperite. 
 
 
 
  16
Obiettivi generali 
 
Il sistema di gestione è stato progettato tenendo conto di alcuni obiettivi generali: 
 
• necessità di organizzare e uniformare le differenti tipologie di informazioni 
reperibili (fonti bibliografiche, collezioni storiche, collezioni attuali, dati di campo, 
informazioni tassonomiche, ecologiche e cartografiche); 
• individuazione delle informazioni rilevanti e delle chiavi di interrogazione (queries) 
per gli archivi; 
• realizzazione di uno strumento per la gestione (caricamento e correzione dei dati) e 
per l’accesso ai dati da parte di utenza differenziata; 
• realizzazione di strumenti cartografici e di sintesi delle informazioni; 
• possibilità di interfacciare il programma con la rete web per una più ampia 
fruizione dei dati da parte della comunità scientifica. 
 
La banca dati è rivolta principalmente a tre tipologie di utenti (Fig. 2): 
 
• la comunità scientifica che può utilizzare i dati per ricerche di tipo tassonomico, per 
studi biogeografici e per la localizzazione di specie e campioni d’erbario; 
• gli enti preposti alla pianificazione territoriale che possono utilizzare le 
informazioni per definire criteri e vincoli per la protezione di aree o habitat 
specifici; 
• gli enti di gestione delle aree protette per ottenere dati recenti ed in continuo 
aggiornamento sul territorio e per valutare emergenze naturalistiche che necessitano 
di interventi di tutela. 
 
  17
Interpretazione e strutturazione dati 
Interfaccia per l’accesso ai dati 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Struttura 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fig. 2 – Organizzazione del sistema di gestione dei dati lichenologici. 
Banca dati lichenologica 
Procedure di interrogazione  
e analisi dati 
Sistemi cartografici 
Analisi cartografiche 
riferite a dati grezzi 
e dati di sintesi 
UTENTI 
COMUNITA SCIENTIFICA, 
UNIVERSITA, 
 ENTI PRIVATI DI RICERCA
ENTI DI GESTIONE 
DELLE AREE PROTETTE
ENTI PREPOSTI ALLA 
PIANIFICAZIONE 
TERRITORIALE 
Informazioni 
bibliografiche 
Collezioni 
storiche 
Rilievi e dati di campo 
Informazioni ecologiche 
e tassonomiche 
Cartografia tematica esistente
INFORMAZIONI DI INPUT 
  18
Struttura della Banca dati 
 
Il sistema di archiviazione prevede la gestione di tre tipi di dato: di campo, di 
letteratura (confermati o meno dalla presenza del campione di riferimento) e d’erbario. 
La banca dati è stata strutturata in modo da poter facilitare il caricamento separato delle 
tre tipologie di informazioni. 
Il programma di gestione è un database di tipo relazionale (RDBMS: Relational Data 
Base Management System). In questo tipo di archiviazione, ogni record (modulo di 
registrazione) contiene informazioni relative ad un solo argomento. I diversi record, e le 
informazioni in essi contenuti, sono collegati tra loro. Questa struttura permette di 
evitare l’inserimento ripetitivo di dati, come ad esempio le indicazioni del nome 
specifico per ogni campione censito. In un sistema relazionale è sufficiente assegnare un 
numero di identificazione al campione (procedura automatizzata), numero che si usa per 
collegare ciascun campione alle informazioni sulla specie. 
Il database è stato elaborato utilizzando il programma Access2 per Windows. La 
parte iconografica è stata gestita separatamente tramite un visualizzatore di immagini 
(Polyview versione 3.0) per non ridurre eccessivamente la velocità di esecuzione del 
programma. 
 
La struttura è costituita da due tabelle principali: una relativa alle specie e una ai 
campioni poste in relazione uno a molti tra loro in modo che ogni informazione della 
tabella specie sia correlabile più volte a quelle della tabella campioni. A queste tabelle 
principali sono poi collegate una serie di tabelle di utilità che contengono diversi elenchi 
d’informazioni disponibili come scelte in menù a tendina nella fase di caricamento dei 
dati (Fig. 3). Questa organizzazione si è rivelata efficace sia nel minimizzare gli errori 
in fase di compilazione delle schede sia nello standardizzare le scelte per le elaborazioni 
sui dati. 
Ogni tabella è strutturata in maniera gerarchica e permette di inserire e consultare 
dati a differenti livelli a seconda delle possibilità di approfondimento richieste dalle 
diverse realtà territoriali analizzate. 
Quando possibile ogni valore all'interno di un campo è stato codificato costruendo 
tabelle contenenti la descrizione ed il codice numerico relativo. L'archiviazione di un 
codice rispetto ad una stringa di testo permette di rendere più agevoli e veloci le 
operazioni di consultazione ed elaborazione dei dati ma costringe l'operatore ad uno 
sforzo per memorizzare informazioni non correlate alle caratteristiche dell'oggetto che 
si sta archiviando. Per ovviare a questo in fase di immissione dati viene proposto 
all'operatore un elenco testuale all'interno del quale scegliere le opzioni, il software 
riconosce ed archivia il codice numerico associato. 
Le due tabelle principali costituiscono la struttura fondamentale del programma di 
archiviazione e permettono attraverso apposite interfacce con l’utente (maschere) di 
aggiungere dati di qualsiasi tipo all’archivio generale.  
  19
Le tabelle di utilità invece sono elenchi allestiti in fase di preparazione del database 
che evitano all'utente la digitazione di informazioni frequentemente ripetute, 
contribuendo così a ridurre le possibilità di errore.  
A queste tabelle si affiancano due sezioni: una relativa alla rappresentazione 
iconografica, sia macro sia microscopica, delle specie licheniche presenti sul territorio 
piemontese ed una, iconografica e testuale, relativa ai rapporti tra licheni e substrato 
litico. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fig. 3 – Struttura del database: tabelle principali e tabelle di utilità. 
  20
Tabelle principali 
 
Le due tabelle che costituiscono l’ossatura del programma sono la tabella specie e 
quella campioni. 
La Tabella specie contiene informazioni tassonomiche, ecologiche e corologiche per 
ciascuna specie lichenica, in quella campioni sono archiviate le informazioni puntuali 
riferibili ad ogni singola raccolta floristica o rilievo (es. localizzazione geografica, tipo e 
origine del dato, caratteristiche ambientali ecc.). 
Viene di seguito descritta analiticamente solo la tabella specie, in quanto i campi 
compresi in quella campioni vengono trattati nei paragrafi relativi all’immissione dei 
dati. 
 
TABELLA SPECIE 
La tabella specie contiene le informazioni generali relative alle caratteristiche delle 
diverse specie licheniche segnalate per il territorio italiano. Un codice identifica ogni 
entità e funge da collegamento con tutte le altre tabelle. Nella standardizzazione delle 
caratteristiche delle specie si è tenuto conto degli standard disponibili ad oggi facendo 
prevalentemente riferimento al database predisposto per la flora lichenica italiana 
(Nimis, 1999). 
Per ogni campo viene elencato il tipo, la lunghezza, i collegamenti con altre tabelle o 
campi e una breve descrizione. 
 
COD_SPE numerico: 10 caratteri 
Questo campo codifica, attraverso un numero di 10 cifre, le entità licheniche presenti 
nella flora italiana. Si tratta di un sistema di ordinamento aperto che permette successive 
integrazioni a seguito di nuove segnalazioni floristiche per il territorio italiano. Il 
numero viene registrato sia nella tabella specie sia in quella dati e serve da 
collegamento tra le due. Il codice è stato strutturato in questo modo: 
le prime tre cifre fanno riferimento al genere, la seconda tripletta alla specie, le due 
coppie successive rispettivamente alla sottospecie e alla varietà. 
Ad esempio la specie Pseudevernia furfuracea v. ceratea ha come codice: 
 
 
 
 
 
 
 
L'ordine seguito per l'assegnazione dei valori numerici è quello alfabetico, nel caso 
in cui non siano presenti sottospecie o varietà il numero inserito di default è 00. Le 
250 
genere 
001
epiteto 
specifico
00
sottospecie 
01
varietà 
  21
entità nuove per il territorio italiano verranno inserite con numeri progressivi successivi 
a quelle già considerate. 
FAMIGLIA testo: 50 caratteri 
La classificazione tassonomica adottata è quella di PURVIS et al. (1992), esiste la 
possibilità di modificare questa impostazione per seguire le più recenti variazioni 
tassonomiche. Per ogni specie è stata inserita l'indicazione della famiglia relativa. 
GEN_SPE_AUT / SUBSP_AUT / VAR_AUT testo: 100 caratteri 
In questi tre campi vengono inseriti i nomi scientifici delle diverse entità licheniche; la nomenclatura 
adottata è desunta da NIMIS (1999) o, nel caso di entità non comprese nel suddetto catalogo, dalle 
pubblicazioni in cui si trova la descrizione della stessa. Per le abbreviazioni degli autori è stato seguito 
KIRK & ANSELL (1992). 
COD_AGGR numerico: 4 caratteri 
Questo codice, assegnabile dall'utente, permette di aggregare gruppi di specie che per 
vari motivi convenga analizzare insieme. La sua principale utilizzazione è quella 
relativa a gruppi di specie tassonomicamente problematiche e non sempre distinguibili 
in dati non originali (es: Rhizocarpon geographicum s. lat., Lecanora subfusca gruppo 
ecc.). 
F_CRES testo standardizzato: 10 caratteri  
Questo campo sintetizza le informazioni relative alla morfologia del tallo lichenico; 
sono state riprese le codifiche proposte per la flora italiana (NIMIS, 1999):  
 
Cr crostoso  
Cr end crostoso endolitico 
Cr pl crostoso placodiomorfo 
Sq squamuloso 
Fol foglioso 
Fol.b foglioso a lobi larghi (tipo Parmelia) 
Fol.n foglioso a lobi stretti (tipo Physcia) 
Fol.u foglioso umbilicato 
Frut fruticoso 
Frut.f fruticoso filamentoso 
 
 Valorizzazione delle Collezioni d’Erbario 45
I valori sono stati preimpostati, la scelta è sempre disponibile tramite menù a discesa 
nella videata relativa ad ogni specie. 
T_COR numerico: 5 caratteri 
Sono state recentemente proposte per la flora italiana le seguenti suddivisioni 
altitudinali (NIMIS, 1999): 
1 fascia eumediterranea, vegetazione sempreverde, boschi a Quercus ilex 
2 fascia submediterranea, vegetazione decidua Querco-Carpineti 
3 fascia mediterranea montana, faggete 
4 fascia oroboreale delle Alpi, vegetazione conifere Picea abies, Larix decidua e Pinus cembra 
5 fascia alpina: vegetazione oltre il limite degli alberi, tundre alpine 
La codifica viene espressa in forma numerica, il range della specie è individuato da 
un intervallo di valori. Per ciò che concerne il territorio piemontese la fascia 
eumediterranea non è individuabile, la fascia submediterranea è presente nel piano 
basale e alla base della catena alpina. La fascia oroboreale montana è sostituita dalla 
fascia subatlantica proposta da Pignatti (1980). 
F_PIEM campo SI/NO 
Indica l'appartenenza della specie considerata alla flora del territorio piemontese. È  
disponibile per l'utente come casella di scelta. I valori di presenza/assenza per il 
Piemonte sono stati preimpostati, è possibile modificarli accedendo dalla videata 
relativa alla specie. 
L_RED_N testo standardizzato: 15 caratteri 
Indica l'inclusione e lo stato di conservazione della specie in liste rosse nazionali 
secondo il "Libro Rosso delle piante d'Italia" (NIMIS, 1992b).  
L_RED_PIEM testo standardizzato: 15 caratteri 
Indica l'inclusione e lo stato di conservazione della specie in liste rosse a carattere 
regionale. Questi elenchi non sono stati compilati in quanto le scarse conoscenze 
lichenologiche del territorio piemontese non permettono ancora la loro redazione. 
pH / I / F / N numerico: 8 caratteri 
In questi campi vengono inseriti gli indici ecologici definiti secondo Nimis (1999). 
Le codifiche numeriche, espresse con un intervallo di valori variabili tra 1 e 5,  
identificano le esigenze delle singole specie rispetto a quattro parametri: pH, luce, 
tenore idrico, tenore di azoto. Le ricerche possono essere effettuate 
indipendentemente per i quattro indici. 
NOTE testo: 250 caratteri 
E' un campo di tipo testuale disponibile all'utente per annotazioni che non trovano 
posto negli altri campi. Non è possibile effettuare ricerche separate all'interno di questo 
campo. 
CHI_IMM  testo 5 caratteri / DATA_VAR  campo data 
Questi due campi si riferiscono all'identificazione dell'utente e alla data di 
compilazione e/o aggiornamento del record. Vengono compilati automaticamente dal 
 Valorizzazione delle Collezioni d’Erbario 46
software nel momento in cui l'utente digita la password nella procedura di apertura del 
programma. 
N_ILL numerico: 4 caratteri FONTE_ILL testo: 25 caratteri 
Sono stati previsti due campi per l'assegnazione di un codice numerico riferito ad una illustrazione 
macroscopica e alla fonte da cui è stata tratta l'immagine (cfr. Rappresentazioni iconografiche pag. 17). 
N_ILL_MIC  numerico: 4 caratteri FONTE_ILL_MIC testo: 25 caratteri 
Analogamente a quanto predisposto per le immagini macroscopiche sono stati previsti due campi per 
le immagini realizzate in microscopia ottica (cfr. Rappresentazioni iconografiche pag. 17).