INTRODUZIONE 2
Q ue s t a t e s i di l a ure a m a g i s t ra l e i n i ng e g n e ri a pe r l ’a m bi e n t e e i l t e rri t or i o s i propo ne di s t udi a re l ’ a c qui fe ro s upe rfi c i a l e de l fondo v a l l e de l T o c e , in Valdossola.
P e r que s t ’obi e t t i v o è s t a t o de c i s o non s ol o di m i s ura r e l a s ogg i a c e nz a i n t ut t i i pozzi o
pi e z om e t ri c h e fos s e ro d i s poni bi l i , m a a nc he d i proc e de re c on l ’a n a l i s i c h i m i c a de l l e acque.
P e r c a r a t t e ri z z a re l ’ a c qui f e ro d e v ono e s s e re prodotte delle carte del Campo di Moto
d’i ns i e m e d e l l ’a c qu i fe ro della valle, riportanti le isopiezometriche d e l l ’a c qu i fe ro
superficiale, gli assi drenanti e gli spartiacque sotterranei, tutti calcolati a partire dai dati
di soggiacenza. È stato deciso di produrre una carta relativa ad un periodo di magra ed
una ad un periodo di piena.
Con i dati chimici che vengono ottenuti dalle analisi in laboratorio di alcuni campioni di
acque (sia sotterranee, sia superficiali) raccolti, devono essere prodotte alcune carte
d’i s oc onc e nt r a z i one d ei principali composti e di alcuni metalli. Questo per poter
identificare le rocce in cui tali acque scorrono e per poter valutare lo stato qualitativo (e
la vulnerazione) de l l ’a c qui fe ro.
GLOSSARIO ESSENZIALE DI IDROGEOLOGIA 3
ACQUIFERO: strato di suolo permeabile saturato d'acqua.
FREATIMETRO: strumento composto di un cavo elettrico centimetrato, alimentato a
batteria ed impermeabilizzato, capace di emettere un suono (e/o un segnale luminoso)
quando la sua estremità sensibile (sonda) viene a contatto con i l pe l o de l l ’ a c qua ,
chiudendo il circuito elettrico. È utilizzato per stabilire la soggiacenza di un acquifero.
PIEZOMETRO: opera idraulica a sviluppo verticale che consente di individuare la quota
piezometrica di una massa liquida , n e l l a f a t t i s pe c i e de l l ’a c qu i fe ro . Quelli installati per il
m oni t ora g g i o de l l ’a c qui fe ro , si presentano interrati ad eccezione del boccapozzo
lucchettato. Sono finalizzati al campionamento o al monitoraggio di alcuni parametri
de l l ’a c qua de l l ’a c qu i fe ro. G e ne ra l m e nt e d i un di a m e t ro i nfe r i ore di que l l o de l poz z o non è dotato di propri sistemi di sollevamento d e l l ’a c qua .
POZZO: opera idraulica a sviluppo verticale, interrata per la più parte, finalizzata
a l l ’e m ung i m e nt o di a c qu a da l l ’ a c qui f e ro a t t ra v e rs o l ’ut i l i z z o di una pom pa . N e e s i s t ono
svariate tipologie a seconda, ad esempio, de l l ’ut i l i z z o: potabile, industriale o domestico.
SHAPEFILE: lo Shapefile ESRI è un formato vettoriale georeferito di registrazione di
identità geometriche (punti, linee o aeree) e delle loro informazioni associate, utilizzato
per sistemi informativi geografici, in generale GIS.
SOGGIACENZA: distanza c om pre s a t ra i l pe l o l i b e ro de l l ’ a c qua n e l l ’ a c qui f e ro e i l boccapozzo (oppure, raramente, il piano campagna).
NOTE SULLA REDAZIONE DEL DOCUMENTO 4
N e l l a r e da z i one d i que s t o doc um e nt o c i s i ri fe ri s c e s ov e nt e a l l ’i ns i e m e de i poz z i e de i piezometri che sono stati studiati. Al fine di alleggerire il testo, dove non fosse
necessario alla comprensione o dove non fosse necessario distinguere le due installazioni
i dri c he , c i s i ri fe r i s c e i nd i s t i nt a m e n t e a i ‘p oz z i ’, om e t t e ndo l a pa ro l a pi e z om e t ri , appunto
pe r a um e n t a r e l a s c orr e v ol e z z a de l l ’e l a bor a t o.
I l fi um e T o c e , c he s c orr e ne l l ’om on i m a v a l l e , scenario di questo studio, è oggetto di una
disputa toponomastica cui bisogna fare riferimento: il nome viene oggi per lo più
coniugato al maschile: il Toce; tuttavia nei dialetti locali e tra gli abitanti della zona
viene spesso identificato con il femminile: la Toce. Per la redazione di questo documento
ci atterremo alla modalità che più sta prendendo piede negli ultimi anni, quella del
maschile; senza tuttavia dimenticare l ’i m p ort a nz a de g l i us i l oc a l i n e l l a t oponom a s t i c a .
Tutte le cartografie o le elaborazioni grafiche su fondo cartografato presenti sono Nord-
orientate.
Tutte le foto sono state scattate dal candidato, salvo diversa indicazione, così come sono
state redatte dal candidato tutte le carte tematiche, salvo quelle ove risulta indicata una
fonte differente.
Abbreviazioni utilizzate nel testo:
A R P A = A g e nz i a Re g i ona l e pe r l a P rot e z i one de l l ’A m bi e nt e
CTR = Carta Tecnica Regionale
D.L. = Detection Limit
VCO = Provincia del Verbano Cusio Ossola
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 5
La Valdossola è la valle lungo la scorre il Fiume Toce, interamente compresa nella
Provincia del V.C.O., Regione Piemonte. Il bacino idrico di questo fiume ha
un’estensione di circa 1.780 km
2
, ricadente per il 10% in territorio svizzero. Gli affluenti
principali sono, in riva sinistra, i torrenti Isorno e Melezzo Occidentale e in riva destra, i
Torrenti Devero, Diveria, Bogna, Ovesca, Anza e Strona.
Figura 1 : Le attuali provincie del Piemonte, in rosso il V.C.O. e in giallo la parte di pianura
interessata da questo studio.
Il bacino del Toce (Figura 3) è caratterizzato da valli di origine glaciale, con versanti
assai scoscesi, che confinano con le piane alluvionali lungo le quali scorrono il corso
d’a c qua principale ed i suoi affluenti, alcuni dei quali a carattere stagionale. I ripidi
pendii che cingono la Valdossola ne hanno, nei secoli, fatto un comodo corridoio per
l ’a c c e s s o a l l a P ianura Padana, ma hanno anche separato nettamente questa valle da
N
quelle adiacenti, di difficilissimo collegamento diretto.
Il Fiume Toce ha origine dal lago del Toggia, a quota 2191 m s.l.m., nella piana di Riale,
in alta Val Formazza, e dopo aver affrontato le spettacolari cascate omonime (Figura 2)
e, attraversata la pianura alluvionale della Valdossola, sfocia nel lago Maggiore.
Figura 2: Le cascate del Toce. Foto di Luca Meroni http://luca-photopassion.blogspot.it
Tutti gli affluenti sono caratterizzati da ampie conoidi di deiezione sul fondovalle, che
t e s t i m on i a no l ’a t t i v a a z i one e ros i v a ne l l e pa rt i a l t e de l ba c i no e l ’a z i one di t ra s port o nel
tratto mediano.
Figura 3: Il bacino del Po in generale (in alto) e il dettaglio del bacino del Toce (sotto). Fonte:
Autorità di bacino del fiume Po, 1995.
La zona che interessa questo studio (Figura 4) è la maggior parte della pianura
alluvionale pe rc ors a da l fi um e , a pa rt i re da a l c uni c hi l o m e t ri a m ont e de l l ’a b i t a t o di Domodossola fino alla foce.
Figura 4: Particolare dei capoluoghi di comune della Provincia del VCO: la zona di studio è
contornata in rosso. Evidenziati in az z u r r o i c or s i e gl i s p e c c h i d ’ ac q u a p r in c ip al i.
Si tratta di una zona pianeggiante caratterizzata da una modesta attività agricolo-
pastorale e un’elevata presenza di piccole industrie, in particolare legate alle attività
estrattive, numerose nella zona, alla floricoltura e alla lavorazione dei metalli. Inoltre vi
sono alcune grandi industrie chimiche da anni installate in zona, responsabili di svariati
episodi d’inquinamento delle acque, sia superficiali, sia sotterranee.
L ’a re a i nt e re s s a t a da l l o s t ud io è compresa a Nord tra i torrenti Diveria e Isorno (affluenti
in destra e in sinistra, che si gettano entrambi nel Toce a l l ’ a l t e z z a de l l ’a bi t a t o d i P re g l i a ,
a Nord di Domodossola) e la foce del fiume, compresa tra gli abitati di Feriolo e
Fondotoce. Si tratta di una zona di 68 km
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, che si sviluppa lungo il corso del fiume per
una lunghezza di circa 40 km. La valle ha uno sviluppo tendenzialmente Nord-Sud e i
limiti Est e Ovest della zona interessata dallo studio sono le falde delle montagne che
formano la valle. Il fondovalle ha una quota compresa tra circa 300 m s.l.m. a Preglia e
193 m alla foce del fiume. I limiti meridionali d e l l a z ona s ono ra ppre s e n t a t i d a l l ’ a bi t a t o di G ra v e l l ona , da l l e fa l d e de l M ot t a ron e fi no a l l ’ a bi t a t o di F e ri ol o, s ul l e s ponde d e l Lago
Maggiore. Sulla sponda sinistra l ’a bi t a t o di M e rg oz z o e i l Montorfano rappresentano il
l i m i t e d a l l ’ a re a c he i n s e g ui t o s i e s t e nde inglobando parte del l ’ a bi t a t o d i F ondot oc e , fino
alle sponde del piccolo canale che collega il Lago di Mergozzo con il Lago Maggiore,
unico resto del periodo in cui (fino a circa cinque secoli fa) i due laghi erano uniti. Nella
cartografia seguente (Figura 5) è rappresentato un ingrandimento sul limite Sud della
z ona d’i nt e re s s e , ne i pre s s i de l l a fo c e de l T oc e , si può notare come il Montorfano
(plutone granitico posto al centro della valle) non vi sia incluso, proprio perché non
appartenente (sia geologocamente che altimetricamente) al fondovalle.