Introduzione 
Il terzo capitolo descrive i modelli utilizzati per misurare le prestazioni di una Wafer Fab, 
il termine di settore per indicare gli impianti di produzione dei circuiti integrati. 
 
Il quarto capitolo introduce l’Operating System Effectiveness, l’indicatore in discussione 
in questa tesi, e ne discute le principali proprietà e potenzialità. 
 
Il quinto capitolo descrive dettagliatamente il metodo con cui utilizzare l’Operating 
System Effectiveness e le analisi che si possono svolgere per individuare periodicamente 
dove agire per ottenere il miglioramento continuo. 
 
Il sesto capitolo presenta un Case Study effettuato presso una società del settore.  
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Applicazione numerica: un caso reale 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
Identificare i vincoli di un sistema utilizzando l’OSE  
 
In questo capitolo cercheremo di strutturare un approccio gestionale con cui migliorare le 
prestazioni di un sistema produttivo individuando le inefficienze e rimuovendole senza 
dover effettuare investimenti specifici, ma solo con una più attenta analisi di dati già in 
possesso di qualsiasi fabbrica e utilizzando risorse umane già presenti. Con questo metodo 
sarà quindi possibile innescare il circolo virtuoso del miglioramento continuo che, come i 
motori potenti, ha bisogno di una certa energia per mettersi in moto.  
Verrà  qui introdotto l’indicatore Operating System Effectiveness - OSE - come misura 
generale per l’individuazione dei vincoli di un sistema: se ne discuteranno principali 
proprietà e possibili applicazioni. 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
 
……… “La teoria dei vincoli si basa sulle leggi naturali che  governano qualsiasi sistema: 
cerca di determinare le cause sottostanti ai problemi e di trovarne delle soluzioni; non si 
limita solo ad affrontare le politiche ed i vincoli fisici di una società industriale, ma può 
essere applicata ad una varietà di campi fra cui gestione dei servizi, ingegneria, quality 
management, sistemi informativi, project management e logistica.” 
………………………………. 
“La teoria dei vincoli introduce principi sui quali costruire le fondamenta di un’impresa 
solida, indipendentemente dal settore in cui opera”. 
 
Il cuore della teoria dei vincoli si focalizza su tre domande fondamentali: 
    Cosa cambiare? 
    In cosa cambiarlo? 
    Come effettuare il cambiamento? 
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Applicazione numerica: un caso reale 
 
Un programma di miglioramento continuo strutturato  
Il programma di miglioramento continuo può essere introdotto facilmente in qualsiasi 
impresa nel giro di poche settimane se nell’impresa sono già presenti gli strumenti di 
misura necessari all’analisi delle prestazioni. 
Implementazione degli Strumenti di Misura 
 
Durante la prima fase dell’introduzione del processo di miglioramento continuo sarà 
necessario verificare l’esistenza di strumenti di misura adatti alla misura delle prestazioni, 
e se già non fossero presenti sarà necessario implementarli. In ogni caso, come punto di 
partenza, si può calcolare in modo approssimato l’indicatore OSE globale del sistema 
produttivo……………… 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
Operating System Effectiveness: 
L’Operating System Effectiveness  è così definito: 
 
*
*
XFC
E
OSE   
 
Equazione 1: Operating System Effectiveness 
 
Il principale vantaggio introdotto da questo indicatore è la sua sinteticità: infatti riassume 
in un numero compreso fra 0 e 1 tutte le prestazioni rilevanti nella gestione di un sistema 
produttivo. 
Indipendentemente dalla definizione dell’OEE e dell’XFC che, come abbiamo visto, sono 
stati più volte rivisitati, l’OSE vale sempre 1 quando il sistema si trova nella condizione 
ideale di perfetto funzionamento e tenderà a zero all’aumentare delle inefficienze. Inoltre 
sfruttando le proprietà dell’OEE e dell’XFC è anch’esso scalabile e può essere usato per 
Applicazione numerica: un caso reale 
descrivere lo stato delle operations di una multinazionale, così come può essere usato per 
descrivere lo stato di una cella di produzione, il che lo rende un ottimo indicatore per 
sintetizzare il risultato finale di un progetto di miglioramento continuo all’interno di 
qualsiasi impresa…………………….. 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
Principali considerazioni sull’OSE 
1. L’OSE può essere usato come parametro di stato del sistema: esiste sempre un OSE 
per ogni valore di E ed XFC e, noti due di questi tre indicatori, è sempre possibile 
ricavare il terzo. 
2. L’OSE è compreso fra zero e uno quindi è utilizzabile in modo molto duttile, sono 
ammessi confronti con altri OSE attraverso medie, produttorie e sommatorie. 
3. L’OSE, essendo composto da un indicatore di efficienza degli asset e da un 
indicatore di efficacia del processo,  può essere comodamente usato come base per 
un sistema di gestione in cui alcuni manager si occupano della gestione di prodotto 
(XFC) ed altri della gestione degli asset (E).  
4. L’OSE è un indicatore basato sul tempo ed è quindi applicabile a qualsiasi tipo di 
produzione, dai servizi all’industria, e darà sempre (valendo uno solo nel caso 
impossibile in cui ∆ = 0) un indicazione della strada migliore da intraprendere per 
ridurre i costi e tempi di produzione. 
 
In termini qualitativi, l’applicazione dell’OSE come metrica di prestazione operativa ci 
permetterà di ridurre i costi, e quindi aumentare il margine operativo, o di ridurre i costi ed 
i prezzi aumentando il throughput del sistema e, così facendo, aumentando di conseguenza  
anche la produttività dei fattori. 
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Una struttura Organizzativa che favorisca il miglioramento continuo 
Gestire il miglioramento continuo significa definire una strategia organizzativa basata sul 
networking interno alla società. Per migliorare è necessario accrescere la frequenza e la 
qualità della comunicazione interna abbattendo le barriere tipiche delle strutture altamente 
Applicazione numerica: un caso reale 
specializzate. Questo approccio non significa de-strutturare l’organizzazione, significa 
formalizzare un processo in cui periodicamente si assiste alla formazione di gruppi di 
persone, kaizen teams, provenienti da background diversi, alle quali viene assegnato un 
problema da risolvere. Il gruppo deve essere in grado di autovalutarsi condividendo che la 
metrica di valutazione adottata è efficace nell’indirizzare il gruppo verso il raggiungimento 
dell’obiettivo. Quando il problema assegnato viene risolto il gruppo si scioglie e i suoi 
membri saranno chiamati a formare altri gruppi a cui verranno assegnati nuovi problemi da 
risolvere, e attraverso questa struttura dinamica dell’organizzazione sarà possibile acquisire 
flessibilità, efficienza e motivazione delle risorse umane. 
Responsabilità 
Utilizzando la metrica OSE sarà possibile suddividere le responsabilità all’interno della 
struttura organizzativa. Adottando un tipo di organizzazione a matrice si assegnerà la 
responsabilità del miglioramento dell’indicatore XFC* ai Value Stream Managers, 
principalmente orientati al flusso di prodotti che attraversa il sistema. La responsabilità sul 
miglioramento dell’indicatore E* spetterà invece ai manager di linea…………………… 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
 
Dopo un certo periodo di rodaggio questo tipo di analisi può facilmente essere integrato nei 
sistemi informativi aziendali………. 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
 
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Applicazione numerica: un caso reale 
 
Applicazione numerica: un caso reale 
 
In questo capitolo verrà presentata un’applicazione numerica della metodologia di analisi 
sin qui discussa. L’obiettivo di questo capitolo è dunque quello di verificare l’efficacia 
della metodologia nell’identificare il vincolo più stringente del sistema. 
Premessa 
La parte sperimentale della presente tesi è stata svolta presso un’importante e nota azienda 
del settore con sede in estremo oriente (Singapore). Prima di discutere il nostro caso reale è 
necessario premettere che, a causa di accordi sottoscritti con l’azienda che ha gentilmente 
fornito i dati, mi è stata concessa una divulgazione solo parziale delle informazioni 
ottenute e dunque alcuni dati sensibili non verranno divulgati. 
Analisi Preliminare del caso considerato 
Come è stato stabilito nel capitolo precedente il punto di partenza dell’analisi deve essere 
una modellizzazione preliminare del sistema produttivo. 
Lo stabilimento visitato appartiene ad un grande gruppo che produce supporti di 
immagazzinamento dati, le fasi di lavorazione del silicio si svolgono principalmente nei 
paesi occidentali, mentre nel sito in oggetto, localizzato in Malesia, vi sono diverse linee di 
assemblaggio, che, da una serie di componenti iniziali, realizzano il prodotto finito da 
inviare ai clienti, principalmente assemblatori di personal computer. 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
 
 ξ  Definire la famiglia di prodotti da studiare e i processi tecnologici………… 
 ξ  Definire le aree di produzione e identificare il numero di ITEM produttivi…. 
 ξ  Definizione degli stati del sistema……….. 
 ξ  Raccolta dei dati………… 
 
Applicazione numerica: un caso reale 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
Presentazione dei Risultati 
Dall’analisi dei dati si è in grado di ottenere i valori medi delle prestazioni del sistema in 
condizione di stabilità (nello steady state). 
Prima di commentare i risultati è utile precisare che non sempre un sistema produttivo si 
trova nella condizione di stabilità, sebbene la teoria affermi che il raggiungimento dello 
steady state sia cosa rapida; in genere interventi esterni sono frequenti e ognuno di questi 
interventi tende ad allontanare dalla condizione di stabilità del sistema piuttosto che 
avvicinare. 
 
Nel grafico seguente sono presentati i valori di Cycle Time e di Process Time..... 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
 
…………….Per studiare meglio le relazioni fra OSE e Lean Index è stata studiata la 
correlazione fra i due indicatori e la correlazione di essi con altre variabili…. 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
 
 …………………è necessario agire direttamente sull’area produttiva in questione.   
 
Si potrebbe operare in due modi: 
 
Un approccio è quello di ridurre l’impatto della variabilità di processo incrementando gli 
operatori trasferendoli da processi più efficienti, riducendo di conseguenza l’utilizzo 
complessivo che a sua volta influisce sul trasferimento della variabilità del tempo di 
servizio allo step successivo. 
 
 
Applicazione numerica: un caso reale 
 
Scomposizione di E* 
A OE Y 
1 0,71 0,94
 
Tabella 1 -  Scomposizione dell'indice Equipment Effectiveness* dell'area A 
 
Un altro approccio sarebbe quello di osservare come anche in questo caso l’indice OE 
risulti particolarmente basso, dando l’impressione che l’organizzazione complessiva del 
lavoro potrebbe essere migliorata anche in questa area produttiva, ottenendo un guadagno 
sia dalla riduzione di utilizzo complessiva sia dalla riduzione della variabilità dovuta a 
procedure di lavoro non sufficientemente standardizzate. 
 
Possibili aree di intervento per il caso in questione 
 
Volendo dare un parere personale sul caso in esame spenderò qualche riga per discutere 
possibili aree di intervento. 
 
In primo luogo si può dire che il sistema di produzione in esame riflette le caratteristiche 
del contesto in cui si trova ad operare: deve inseguire una domanda che si presenta stabile 
nel breve periodo, ma con un trend crescente, e sconta la mancanza di una adeguata 
quantità di manodopera specializzata. 
 
Questi due elementi incidono direttamente sulle prestazioni del sistema. Il primo problema 
è di carattere strutturale del settore elettronico, mentre il secondo è più di carattere locale 
ed è su questo che secondo me sarebbe più utile intervenire. 
 
Una maggiore specializzazione del lavoro renderebbe più rapido il perseguimento delle 
economie di apprendimento necessarie a ridurre la variabilità di lavorazione, ma una 
standardizzazione della sequenza di operazioni da svolgere in ogni mansione sarebbe, 
forse, ancora più efficace nel ridurre la variabilità. 
Attraverso questa riduzione di variabilità sarebbe possibile ritardare eventuali investimenti 
in capacità produttiva aggiuntiva, ottenendo comunque un miglioramento delle prestazioni 
del sistema produttivo, dando quindi un maggiore vantaggio economico. 
Applicazione numerica: un caso reale 
 
In termini pratici ritengo che sarebbe utile analizzare dettagliatamente le azioni che ogni 
operatore svolge nella sua mansione, classificare le azioni in due categorie: 
 
    Azioni a valore aggiunto 
    Azioni non a valore aggiunto non evitabili 
    Azioni non a valore aggiunto evitabili 
 
Queste ultime sono il vero e proprio spreco e vanno eliminate senza remore, il processo 
deve essere pulito e scorrevole. In seconda battuta si devono separare le azioni a valore 
aggiunto da quelle non a valore aggiunto e affidare queste ultime agli operatori migliori, 
che possono risultare pro-attivi nel inventare sistemi semplici che migliorino il processo. 
Il grafico seguente mostra gli indici OE di ogni step produttivo, come si può notare vi sono 
ampi margini di miglioramento sul processo A e sul processo B. 
 
  A B C D E F G Media 
OE 71% 75% 81% 92% 88% 91% 91% 84% 
1-OE 29% 25% 19% 8% 12% 9% 10% 16% 
Tabella 2: Operating Effectiveness 
 
 
 
In particolare ho notato che …………….. 
 
……..(omissis: vedi tesi versione integrale) …………… 
 
……………….Il vantaggio sarebbe che organizzando accuratamente il giro di consegne e 
prelievi si otterrebbe una migliore prestazione in termini OE dell’intero reparto, perché 
ogni operatore, specializzati e non specializzati, trascorrerebbero molto più tempo a 
svolgere attività a valore aggiunto rispetto alla situazione attuale. 
 
Conclusione 
Conclusione 
 
Il tema del miglioramento continuo è destinato ad avere un ruolo sempre più importante…. 
 ………... Il motivo di questa crescente rilevanza è da ricercare nella sempre più accesa 
competizione sui costi di produzione. 
 
 
In alcune fasi produttive la delocalizzazione ha dato certamente un incremento ai profitti 
delle imprese sfruttando il diverso costo del lavoro, ma vi sono altre fasi produttive, quelle 
a maggiore intensità di capitale, in cui la delocalizzazione non sempre è una strada 
percorribile. 
Le fasi produttive in cui viene impiegato più capitale sono anche quelle che presentano un 
maggiore livello di tecnologia, e la delocalizzazione spaventa le imprese che custodiscono 
gelosamente le loro proprietà intellettuali. 
Per questo motivo sempre più imprese cercano metodi efficaci con cui migliorare le 
prestazioni dei sistemi produttivi. 
 
………………. si possono individuare due macro tendenze: da un lato si cerca di ottenere 
il massimo vantaggio perseguendo economie di scala, dall’altro si cerca di migliorare le 
prestazioni dei propri sistemi produttivi attraverso il miglioramento continuo. Il primo 
fenomeno si verifica nel caso di prodotti maturi, in cui la domanda è stabile e presenta 
volumi elevati, la seconda tendenza, invece, è tipica dei prodotti in fase di introduzione: 
bisogna soddisfare una domanda caratterizzata da volumi limitati e da un maggior grado di 
incertezza. 
Durante la fase di crescita del ciclo di vita del prodotto diventa fondamentale la capacità 
delle imprese di trasferire rapidamente le conoscenze acquisite sul processo in impianti di 
produzione di massa, preparandosi per la successiva fase di maturità del prodotto.  
 
 
Un sistema di miglioramento continuo efficace deve essere in grado di identificare le fasi 
produttive in cui è possibile ottenere il maggiore vantaggio con il minimo sforzo, in un 
Conclusione 
tempo limitato. Inoltre, dopo aver individuato l’anello debole del sistema produttivo, è 
necessario intervenire in modo opportuno. 
La capacità di risolvere i problemi tipici di questa industria risiede nell’esperienza di chi 
opera nel settore: in questa tesi ci si è occupati di mettere a punto un sistema che possa 
aumentare la produttività di queste risorse pregiate. 
 
 
Il sistema di miglioramento trattato si basa sul semplice concetto espresso dalla Theory of 
Constraints, in cui si sostiene che in un certo istante di tempo sia sempre possibile 
identificare un vincolo più stringente di altri nell’ottenimento di performance superiori da 
parte del sistema produttivo. 
 
 
La metodologia presentata si distingue in due fasi e procede secondo una logica top down. 
In una prima fase si analizza il sistema produttivo a livello di aree produttive, composte 
tipicamente da macchine simili che svolgono lavorazioni simili, e si identifica l’area 
produttiva più critica; in una seconda fase si studia il sistema a livello di singola unità 
produttiva, cercando di identificare pochi punti critici sui quali intervenire per ottenere un 
miglioramento. In questo modo si dà la possibilità a risorse pregiate di focalizzare le loro 
energie su un numero contenuto di problemi che, se eliminati, rappresentano la maggiore 
opportunità per conseguire un vantaggio competitivo. 
 
 
Nella presentazione di un caso applicativo è stato possibile valutare la metodologia 
proposta in termini quantitativi. Sebbene si sia riscontrata una maggiore efficacia 
nell’identificare i vincoli da parte del metodo di controllo, non è da sottovalutare la 
notevole facilità d’uso degli indicatori proposti e la loro comprensibilità. 
Il caso in questione si è svolto presso un’azienda asiatica del settore, ed è stato molto 
interessante osservare come alcuni fenomeni macroeconomici si riflettano nel micro 
ambiente di una singola linea produttiva. In particolare è stato interessante osservare come 
la ridotta disponibilità di manodopera qualificata richieda una maggiore attenzione alla 
standardizzazione delle mansioni. 
 
Conclusione 
 
Nel caso di cui mi sono occupato uno dei principali problemi riscontrati è stata la logistica 
interna dei materiali. Molti operatori passavano una larga percentuale del loro tempo a 
spostare carrelli dei materiali in lavorazione, e dunque avendo meno tempo a disposizione 
per attività a valore aggiunto. 
La metodologia presentata offre quindi anche la possibilità di effettuare dei benchmarks sia 
interni che esterni all impresa e di avere a disposizioni maggiori informazioni con cui 
prendere la decisione strategica sulla localizzazione. 
Se da una parte infatti l’Asia offre delle opportunità importanti, bisogna sempre tenere 
conto che per sfruttarle pienamente sono necessarie misure aggiuntive in termini gestionali. 
 
Ulteriori approfondimenti sarebbero utili; in particolare il passo successivo di uno studio in 
questa direzione sarebbe l’uso di un simulatore, che darebbe la possibilità di quantificare la 
validità della metodologia a lungo termine.