4
Introduzione 
 
Perché il tempo sembra non passare mai in situazioni di disagio o 
paura? Perché con l’età la nostra percezione del tempo si dilata? Per 
quale motivo quando siamo felici percepiamo lo scorrere del tempo 
molto velocemente? Quante volte ci è capitato di fare affermazioni tipo 
“il tempo non passava mai” o al contrario “è volato!”? Sono questioni 
che affrontiamo tutti i giorni ma alle quali non prestiamo attenzione. Il 
tempo scandisce il nostro fare quotidiano, siamo terribilmente legati 
agli orari dei treni, degli autobus, a prendere un dato appuntamento “in 
orari da ufficio”, a “telefonare ore pasto”, “consegnare entro e non 
oltre”, “consumare preferibilmente entro”, tanto da non rendercene 
conto. La nostra immersione nel tempo è talmente radicata, che il suo 
scorrere così naturale ci fa dimenticare quanto, ad esempio, 
l’invenzione e l’introduzione dell’orologio meccanico abbia nascita 
recente.  
 
Gli antichi poterono capire in che momento della giornata si trovassero 
grazie alla prima forma pratica di conteggio del tempo che consisteva 
in un paletto conficcato nel terreno: la meridiana. Come spesso accade 
per gli ingegni tecnici, anche la meridiana vantò delle migliorie col 
passare del tempo appunto, e fu trasferita in luoghi dove poteva essere 
vista dal maggior numero di persone, piazze e campanili, ed ecco che 
incontriamo un interesse per il tempo sociale e comune, ben diverso 
dal tempo personale che vedremo in seguito. La meridiana aveva però 
un grosso limite, non dava indicazioni senza sole, dunque il passo 
successivo fu la clessidra, dal greco kléptù (io rubo) ed hydùr (acqua); 
in origine si trattava di un contenitore a forma di cono da cui fuoriusciva 
dell’acqua che veniva raccolta in una tinozza sottostante segnata da 
vari livelli, così a seconda del livello dell’acqua si poteva dedurre in che 
momento della giornata si fosse.
1
 Risale al 1200 l’invenzione 
dell’orologio meccanico che pare essere stato in Francia su di un 
1 I greci impiegavano le clessidre in astronomia per calcolare i diametri apparenti del 
sole e della luna in base alla misura dei loro tempi di passaggio.
 5
campanile. Attorno al 1700 le signore di alta società potevano già 
sfoggiare i loro orologi da polso. Fu solo più tardi, nel 1868, che 
l’orologio divenne a buon mercato, per mano dell’inventore Georges 
Rosskopf
2
, uno svizzero di La Chau de Fonds
3
, che semplificando di 
molto la costruzione degli ingranaggi rese l’orologio tascabile molto più 
accessibile! Nel 1922 il signor John Harwood inventò l’orologio
4
 da 
polso a ricarica automatica e nel 1971 la tecnologia digitale portò gli 
orologi a essere considerati oggetti comuni nella vita di tutti i giorni.  
 
 Queste sono solo alcune delle tappe fondamentali che hanno portato 
l’orologio a essere un elemento così presente nella nostra vita 
quotidiana e sociale. Faremo un excursus tra quelli che sono stati i 
passaggi più importanti della trattazione del tempo, dai filosofi greci a 
quelli cristiani, Plotino
5
 e Agostino
6
, per arrivare ai pensieri più recenti e 
di natura scientifica di Newton
7
 e Einstein.
8
  Da sempre, infatti, i più 
2 Georges-Frédéric Roskopv (Niderweiler, 1813 – Berna, 1889), fu un inventore 
tedesco naturalizzato svizzero. Progettò un orologio semplificato composto da 57 
pezzi invece dei 160 pezzi di un orologio convenzionale. Lo chiamò "montre 
prolétaire" e il suo costo non doveva rimanere pari o inferiore al salario di una 
settimana di un operaio. Il suo successo fu trasversale in tutte le classi sociali e ne 
vennero costruiti più di 20 milioni di esemplari. 
3 La Chaux-de-Fonds è una città svizzera del Canton Neuchâtel, nella regione del 
Giura, nota per la presenza di diverse industrie orologiere. 
4 Curiosità: il termine “clock” deriva dal medioevale “clocca“ e significa campana. 
5 Plotino (Lycopolis, Egitto, 204 d.C - Campania 270 d.C), fu filosofo greco e 
massimo rappresentante del neoplatonismo antico. P. è autore delle celebri Enneadi, 
cioè di sei gruppi di nove scritti ciascuno, raccolti da Porfirio. P. riprende le 
formulazioni più tarde del pensiero platonico e sviluppa l'idea della discesa graduale 
dal divino al mondano, dall'Uno al molteplice. Fonte principale per la sua biografia è 
la Vita che di lui scrisse il suo scolaro Porfirio; altri elementi forniscono Eunapio, nelle 
sue Vitae sophistarum, e il lessico di Suida. 
6 S. Agostino (Tagaste, 13 novembre 354 – Ippona, 28 agosto 430), fu filosofo della 
patristica. Studiò retorica a Madaura e Cartagine, e insegnò la medesima disciplina a 
Roma e Milano. Temperamento profondamente passionale, condusse una giovinezza 
piuttosto dissipata; ma poi, dopo laboriose peripezie di pensiero e di cuore, che si 
possono distinguere in quattro tappe (lettura dell’Ortensio di Cicerone, contenente 
un’appassionata apostrofe alla filosofia – Manicheismo – Scetticismo accademico – 
Neoplatonismo), commosso dalle prediche di S. Ambrogio a Milano, si converte al 
Cristianesimo nel 386. 
7 Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642 – Londra, 20 marzo 
1727[1]) è stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo ed 
alchimista inglese. Citato anche come Isacco Newton, è considerato una delle più 
grandi menti di tutti i tempi.
 6
grandi filosofi e scienziati dell’umanità, hanno impegnato il loro “tempo” 
a studiare e cercare di dare una definizione al “tempo” di tutti. Cosa sia 
il tempo, come si articoli e se abbia o meno una consistenza malleabile 
dall’uomo è l’argomento che nei secoli non ha partorito una risposta 
univoca e ha lasciato che il dialogo restasse orfano di soluzione.  
Dopo questa introduzione al concetto di tempo ci inoltreremo nel mio 
ambito di interesse per questa tesi: la percezione del tempo. Affronterò 
l’argomento prendendo in causa non solo l’aspetto emotivo della 
cognizione temporale ma anche quello biologico e approfondirò 
l’esistenza e la collocazione di un orologio biologico insito del nostro 
organismo.  Secondo gli psicologi, la percezione e la conoscenza del 
tempo giocano un ruolo fondamentale per la pianificazione di 
un’azione, come non essere d’accordo? Il cervello pone degli 
interrogativi fondamentali, come ad esempio «quando» iniziare 
un’azione, «quanto» farla durare e «in quanto» si svolgerà il suo 
effetto. Proviamo a pensare ad una semplice azione quotidiana come 
prenotare una fermata sull’autobus, ecco il nostro cervello deve sapere 
quando prenotare la chiamata in previsione della fermata successiva; 
altro esempio è quello della frenata in auto, quando iniziare a frenare e 
per quanto tempo, istintivamente si frena e in poche frazioni di secondo 
il nostro cervello calcola quanto tempo ci vorrà per arrestare il veicolo e 
prenderà in considerazione una serie infinite di circostanze (il suolo, la 
velocità, la presenza di altri veicoli, etc.). 
 
Mi soffermerò sul ruolo svolto dalla corteccia parietale, area del 
cervello deputata alla percezione del tempo e del numero e su come 
lavorino i nostri ritmi circadiani, a questo proposito citerò diversi 
esperimenti apportati da ricercatori di fama internazionale. I ritmi 
circadiani sono i nostri orologi biologici (dal latino circa-diem) che 
oscillano con un periodo approssimativo della durata di un giorno, 
regolando una grande varietà di fenotipi ritmici che caratterizzano il 
8 Albert Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955) è stato un 
fisico e filosofo della scienza tedesco naturalizzato statunitense. Celebre per aver 
mutato il modello di interpretazione del mondo fisico.
 7
metabolismo, la fisiologia; riguardano l’essere umano ma anche la 
stragrande maggioranza degli organismi animali. Vi parlerò poi dello 
Scalar Timing Theory, modello di processamento dell’informazione che 
ha fortemente influenzato la ricerca sulla percezione. É fondamentale 
sottolineare come questi ritmi non siano misurabili da orologi esterni 
ma siano riservati alla sola discrezione delle nostre menti. 
 
Una considerazione importante sarà fatta sulla memoria che 
nell’ambito della psicologia cognitiva viene scissa in due macro aree: 
“memoria retrospettiva” e “memoria prospettica”, quest’ultima fu 
introdotta dal professor Meacham nel 1977. Gli studi ci suggeriscono 
che è la forza dell’associazione attuata tra evento e intenzione che 
determinerà la riuscita mnemonica, la memoria prospettica risulta 
essere molto importante per lo sviluppo della vita sociale, dove ad 
esempio aver dimenticato di fare una telefonata di auguri diventa 
motivo di imbarazzo, così come dimenticare di presentarsi al tale 
appuntamento; per tutto questo, voi direte, esistono agende di ogni 
genere e sorta… e anche questo è vero!
9
 Questo modo di percepire il 
tempo in medias e in retrospettiva è estremamente pratico per la 
gestione e la comprensione reciproca delle nostre attività ma può 
mandarci in tilt se le due prospettive non si trovano d’accordo, vedremo 
come.  
   
La quasi totalità delle culture sviluppa idee comuni su quale sia la 
tempificazione da considerare come fattore comune di accordo, ma 
non per tutte è così, e per smorzare tutta questa seriosità vi farò 
conoscere una tribù dell’Amazzonia che non ha problemi di tempo, per 
quale motivo? Semplicissimo, non ce l’hanno! Non hanno orologi, 
calendario e tanto meno termini come «mese» e «anno»; curioso 
ricordare che, invece, in inglese il termine «time» sia il più usato!  
9 Si tratta del tema dell’esternalizzazione cioè del “portare fuori” dalla mente pensieri, 
dati, etc. per alleggerirla e sgravarla dallo spazio o dal peso di queste informazioni. 
Potremmo dire che annotare i nostri pensieri personali, su fatti accaduti può 
modificare la nostra memoria sul tempo vissuto, poiché la andremmo a fissare nel 
tempo.
 8
Dunque come anticipavo la noia, la paura, l’ansia o la frustrazione 
rallentano il nostro tempo personale; d’altra parte, la gioia, la serenità e 
lo star bene lo riducono. Scopriremo, o meglio, cercheremo di capire in 
che modo le emozioni dilatino o contraggano la nostra percezione del 
tempo e per farlo ci serviremo dell’Attentional Gate Model.  
 
Infine concluderò con l’esposizione di dati da me raccolti attraverso lo 
svolgimento di tre esperimenti sulla valutazione del tempo. 
L’esperimento si articola attraverso tre gruppi di visioni. La prima 
visione “diverse caratteristiche culturali” riguarderà la stima temporale 
passata attraverso il “filtro” della componente culturale. La seconda, 
visione “forti stati emotivi”, sarà basata sulla generazione di stati 
emozionali di grande impatto emotivo e quindi sulla valutazione di 
come questi possano influire sulla stima dello scorrere del tempo. 
Situazione di calma è, invece, quella che ho cercato di riprodurre per il 
terzo gruppo di visione “emotività stabile” grazie alla quale 
analizzeremo i giudizi di durata temporale attraverso i dati raccolti in 
una situazione emotiva di calma.