2
realizzazione delle opere pubbliche mediante la finanza di progetto, sia 
accedendo direttamente al mercato dei capitali. 
Un ruolo molto importante nella ricerca dei percorsi di cambiamento è 
svolto dal programma “Cantieri” del Dipartimento della Funzione Pubblica, 
grazie al quale sono individuate le priorità rispetto alle quali intervenire 
tenendo conto delle  esigenze e missioni delle amministrazioni, con 
l’obiettivo di raggiungere risultati che siano visibili e duraturi, ed in questo 
ambito è da menzionare il progetto “Laboratori d’innovazione” che ha  
sviluppato temi concentrati sull’analisi, attuazione e valutazione delle 
politiche pubbliche, sulle prospettive e gli strumenti del management sullo 
sviluppo di sistemi di comunicazione e di relazione con i partner e i 
portatori di interesse e lo Stato. In quest’ambito, coerente con il mio lavoro, 
s’inserisce il laboratorio di finanza innovativa che nasce con l’esigenza di 
sviluppare e diffondere know – how per il rafforzamento di: emissioni 
obbligazionarie, cartolarizzazioni immobiliari, rinegoziazioni del debito, 
operazioni sui derivati e finanza di progetto e per predisporre una banca 
dati sulle principali esperienze d’innovazione finanziarie e coordinare 
progetti di interscambio di conoscenze e competenze sul tema della finanza 
innovativa tra i vari livelli di P.A. decentrata.  
La finanza di progetto, da parte sua, si è ritagliata un ruolo molto 
importante per il rilancio delle infrastrutture, essendo, quest’ultimo, uno dei 
presupposti principali per consentire lo sviluppo economico e sociale del 
Paese, non risultando adeguate sotto il profilo quantitativo e qualitativo. Il 
divario, esistente fra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione Europea, non 
risulta colmabile in tempi brevi e la marcata riduzione degli investimenti 
pubblici comporterebbe a prefigurare uno scenario di ulteriore arretramento  
nei settori cardine per la modernizzazione di un Paese (infrastrutture, 
trasporti e comunicazione, strutture sanitarie), ma la stessa partecipazione 
 3
all’Unione  Economica e Monetaria ci impone interventi strutturali 
coniugati, però, con la ricerca della massima efficienza e contenimento 
della spesa pubblica. In tale ottica si è visto un crescente interessamento dei 
soggetti privati sia nella gestione diretta dei servizi pubblici sia nella 
partecipazione al finanziamento di opere in un’ottica di collaborazione e 
integrazione, e in questo contesto la finanzia di progetto risulta uno 
strumento di finanziamento capace di coniugare la reperibilità di elevati 
fabbisogni finanziari con ridotti rischi di mercato, grazie al coinvolgimento 
dei soggetti privati per la realizzazione delle opere. Risulta indispensabile, 
affinché il progetto a cui si vuole dare esecuzione possa essere effettuato, 
che questo abbia le capacità di ripagare le risorse impiegate con 
ragionevole attendibilità e che gli attori coinvolti abbiano le capacità e le 
conoscenze e le competenze giuste per sostenere il tempo di attuazione fino 
al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Accanto alle competenze e le 
capacità dei soggetti interessati, gioca un ruolo molto importante anche la 
loro motivazione nel portare a compimento l’opera rispettando tutti i tempi 
prestabiliti. 
Con il presente lavoro si analizza il ruolo della finanza della progetto 
all’interno della Pubblica Amministrazione mettendo l’accento su come 
questa possa essere un importante strumento per la realizzazione di opere di 
interesse generale coinvolgendo tutti i soggetti economici. Nel primo 
capitolo si parlerà dell’evoluzione della Funzione Finanza, essenziale per il 
controllo del debito, mentre nel secondo capitolo, più tecnico, verranno 
presi in considerazioni tutti i passaggi necessari per realizzare un contratto 
di finanza di progetto. Nel terzo capitolo sarà posto l’accento sul quadro 
normativo italiano, mentre nell’ultima parte verrà analizzato un caso 
pratico, il Centro Congressi di Formia, dimostrazione palese di come il 
Comune ricerchi l’efficienza nella realizzazione.    
 4
 
 
 
 
 
CAPITOLO PRIMO 
 
 
 
 
“STRATEGIE DI FINANZIAMENTO 
DEGLI ENTI LOCALI” 
 5
1.1 Evoluzione della Funzione Finanza 
 
L’evoluzione che si è avuta negli Enti locali nell’ambito della funzione 
finanza ha interessato, in maniera più energica negli anni Novanta, 
l’operato tradizionale di Regioni, Province e Comuni, anche di piccole 
dimensioni, i quali sono passati da una gestione finanziaria tradizionale a 
una gestione finanziaria “innovativa”. Il termine innovativo, a scanso di 
equivoci, non vuol dire andare a creare nuovi metodi, più o meno consoni 
al finanziamento delle varie missioni, ma mutare la programmazione e 
gestione finanziaria, andando ad applicare al settore pubblico determinate 
operazioni e logiche di valutazione di investimenti che da sempre fanno 
parte del settore privato, grazie alle quali è possibile coniugare il binomio 
efficacia – efficienza, vale a dire il raggiungimento degli obiettivi prefissati 
minimizzando il più possibile i costi.  
Per avere una visione completa delle varie fasi che si sono susseguite nella 
gestione finanziaria bisogna partire e fare riferimento dalla crisi finanziaria 
degli Enti locali di fine anni Settanta, i cui elementi caratterizzanti sono 
rappresentati: dal ricorso all’indebitamento a breve per rimborsare 
l’indebitamento a medio lungo termine ed il consolidamento successivo, la 
riduzione dell’autonomia impositiva e la stessa concezione di finanza, la 
quale, a sua volta, era contraddistinta: dal ricorso ai mutui a lungo termine 
offerti dall’intermediario istituzionale rappresentato dalla Cassa Depositi e 
Prestiti, ed in pochi e rari casi da istituti di credito, e dalla presenza della 
Tesoreria Unica che non dava la possibilità agli Enti di svolgere 
un’autonoma politica di gestione attiva della liquidità a differenza di 
quanto permesso agli Enti locali operanti negli altri paesi europei. Il 
cambiamento, quindi, va approfondito e analizzato, per consentire 
 6
l’individuazione delle aree di attività della Funzione Finanza e permettere 
di progettare e realizzare le politiche e le strategie di sviluppo della stessa 
funzione.  
In una prima fase gli Enti, soprattutto i Comuni di grandi dimensioni, 
ricorrevano in modo ampio al sistema bancario e sperimentavano, con 
successo, emissioni obbligazionarie collocate direttamente sul mercato, 
destinate a finanziare complessivamente la politica di investimento, e non 
uno specifico progetto. Le capacità che, passando gli anni, si andavano a 
sviluppare nelle relazioni con gli intermediari finanziari, sulla valutazione 
di convenienza delle diverse modalità di finanziamento degli investimenti, 
il lancio e gestione dei prestiti obbligazionari, si sono, purtroppo, 
progressivamente indeboliti nella fase di congelamento dell’indebitamento 
datato 1979, e di rafforzamento della Tesoreria Unica. Pur in presenza di 
numerosi paletti e problemi, è possibile affermare che in questo primo 
periodo di evoluzione e cambiamento è possibile ravvisare deboli segnali di 
interesse allo sviluppo della Funzione Finanza andando a ricordare: le 
convenzioni quadro stipulate tra ANCI, ABI ed ACCRI, sul ricorso al 
leasing finanziario e operativo
1
, un interesse alla gestione e valorizzazione 
economica del patrimonio
2
, operazioni di leasing immobiliare
3
 affidate 
dagli Enti locali alle loro aziende municipalizzate. Conseguenza di questa 
situazione è stata la scelta obbligata all’esternalizzazione, non 
programmata, della gestione finanziaria agli intermediari classici privati e 
soprattutto verso la Cassa Depositi e Prestiti non però controbilanciata dalla 
consapevolezza, da parte degli intermediari classici del ruolo che essi 
potevano ricoprire, passando dall’incarico di semplici tesorieri a diventare 
                                                 
1
 Clarizia Velo, Il leasing pubblico, Giuffrè Editore, 1985 
2
 Esempio indicativo è rappresentato dal progetto Finanziaria casa del Comune di Modena del 1983 per il 
finanziamento degli alloggi da destinare a locazione 
3
 Comune di Milano e ATM per la costruzione di sedi destinate a uffici e centri logistici 
 7
veri e propri consulenti, tramite i quali si poteva offrire assistenza per il 
ricorso e accesso ai mercati finanziari nazionali, consulenza per il 
finanziamento pubblico e privato per le piccole e medie infrastrutture. 
Successivamente si è passati al progressivo rafforzamento di competenze 
secondo una logica di attivazione incrementale (passo dopo passo) della 
Funzione Finanza, e questa fase di transizione può essere utilizzata come 
modello interpretativo per descrivere l’evoluzione negli anni Novanta.  
Alla fine degli anni Ottanta, in un’ottica di ridimensionamento strutturale, 
si verificano alcuni cambiamenti tra i quali: 
 la legge di riforma delle autonomie locali (142/90) che pone 
particolare attenzione all’autonomia decisionale ed organizzativa 
degli Enti ed al ricorso a formule gestionali alternative; 
 la progressiva crescita dell’autonomia tributaria; 
 l’allentamento progressivo dei vincoli alla manovra su prezzi e 
tariffe dei servizi pubblici locali; 
 lo sviluppo dei sistemi di gestione e delle logiche manageriali 
attraverso l’inserimento della contabilità economica, del PEG, della 
contabilità dei costi, il controllo di gestione ed il controllo 
strategico; 
 la normativa (Legge del 23/12/94 n. 724 art. 35 e 37) che ha reso 
possibile dal 1994 il ricorso allo strumento obbligazionario
4
. 
 
Tutto ciò ha comportato: l’adozione di sistemi di analisi di convenienza 
economico finanziaria delle diverse possibilità di finanziamento, l’abituarsi 
a ragionare in termini di piano di investimenti e di ricerca delle possibili 
fonti, l’attenzione da tipologie semplificate di prestiti obbligazionari a 
                                                 
4
 La prima emissione obbligazionaria comunale è stata effettuata dal Comune di Forlì con un BOC per un 
importo di Lit. 12,2 mld 
 8
tipologie più complesse, tra cui va citato l’e–bond collocato sul web, che in 
Italia è stato utilizzato dalla Regione Marche. Le risorse introitate 
attraverso le emissioni obbligazionarie e non immediatamente spendibili 
per la realizzazione delle infrastrutture o degli investimenti previsti, 
possono essere gestite al di fuori del sistema della Tesoreria Unica, 
andando ad utilizzare metodi di gestione attiva della liquidità impiegando 
le risorse eccedenti in operazioni di pronti contro termine o sui mercati 
monetari o finanziari con ricadute positive sugli interessi attivi.  
Le riforme fino a qui menzionate hanno permesso un accumulo progressivo 
di competenze che consentono agli Enti locali di affrontare con successo le 
operazioni di rinegoziazioni del debito, caratterizzate dalla gestione 
dinamica del rischio finanziario, attraverso il passaggio da tassi fissi a tassi 
variabili e dalle operazione sui derivati consentono l’acquisizione del 
know-how necessario per affrontare il mutato scenario economico 
finanziario e le operazioni di valorizzazione e gestione del patrimonio 
immobiliare, attraverso la creazione di fondi immobiliari chiusi o le 
operazioni di cartolarizzazione immobiliare.  
Un discorso a parte deve essere affrontato per quanto riguarda la finanza di 
progetto, anche se fin dall’inizio degli anni Novanta l’interesse degli Enti 
locali è stato molto forte, poiché è ritenuto uno dei mezzi più idonei per il 
coinvolgimento dei privati nelle opere pubbliche di rilevanza nazionale e 
locale, essi non hanno potuto portare a termine operazioni significative a 
causa della relativa normativa continuamente modificata e dal problema di 
trovare centri di consulenza istituzionali capaci di avere un ruolo 
propulsivo forte, relegando tale strumento in una posizione marginale nei 
periodi di incertezza.  
 9
1.2 Le caratteristiche della Funzione Finanza 
 
Nelle imprese private, la funzione finanza, è caratterizzata dalla presenza di 
due aree principali: la Tesoreria e la Finanza strategica. 
La Tesoreria, tra le sue funzioni principali, svolge attività di copertura, 
attraverso operazioni di swap
5
, dei rischi finanziari, collegati all’andamento 
dei tassi di interesse e/o dei tassi di cambio, di gestione attiva della 
liquidità, attraverso la programmazione e gestione del cash flow 
predisponendo il budget di cassa, di gestione dei rapporti contrattuali con 
gli enti finanziari, diversificando la fornitura dei servizi finanziari e la 
costruzione dei rapporti fiduciari, di controllo sulle relazioni esistenti fra le 
politiche di vendita e finanza e più specificatamente della gestione dei 
crediti, valutando il ricorso al factoring e alla cartolarizzazione dei crediti.  
La Finanza strategica, da parte sua, ha come obiettivo primario la 
valutazione economico finanziaria delle diverse alternative di investimento, 
prendendo in considerazione le varie modalità di finanziamento delle 
strategie di sviluppo, ricorrendo al capitale proprio e/o al capitale di debito, 
valutando, nel caso di ricorso al capitale di terzi, vantaggi e costi delle 
diverse tipologie di indebitamento. Competono, a questa area, non in 
maniera residuale,  le strategie finanziarie collegate alle scelte di fusione, di 
acquisizione di nuove società, di rafforzamento della partecipazione 
azionaria, di dismissione di imprese. 
In ambito pubblico, la valutazione delle diverse possibilità di 
finanziamento degli investimenti può essere estesa dalle attuali scelte tra 
emissioni obbligazionarie, mutui della Cassa Depositi e Prestiti e mutui 
                                                 
5
 E’ un’operazione di natura creditizia attraverso la quale i due soggetti contraenti si impegnano a 
scambiarsi per un periodo di tempo predefinito due serie di pagamenti periodici che possono essere 
denominati nella stessa valuta e rappresentare pagamenti di interessi, oppure possono essere espressi in 
valute diverse e rappresentare di contro pagamenti di interessi o veri e propri trasferimenti di capitali. 
 10
presso altri intermediari finanziari ad altre modalità di finanziamento, quali 
il ricorso a mercati finanziari internazionali o i prestiti di risorse finanziarie 
provenienti da imprese pubbliche locali partecipate, e proprio in 
quest’ottica tra le aree di competenza essenziali per lo sviluppo della 
programmazione e gestione finanziaria negli Enti locali vanno menzionate 
la diagnostica e l’audit interno, le politiche di gestione attiva della liquidità 
e la predisposizione di budget di cassa, le simulazioni finanziarie per la 
valutazione dell’impatto dei diversi progetti di investimento, la 
programmazione pluriennale, le valutazioni di politiche fiscali alternative. 
Accanto a queste considerazioni vanno aggiunte altre aree di importanza 
cruciale quali: il supporto alle operazioni di finanza di progetto e la verifica 
finanziaria di formule miste di finanziamento pubblico privato, la gestione 
dell’indebitamento, più precisamente la ristrutturazione dell’indebitamento 
a medio lungo termine e la gestione di quest’ultimo, modalità innovative di 
finanziamento come gli swap, linee di credito con opzioni multiple, crediti 
pluriennali, basate sull’organizzazione di consorzi.  
Attraverso il confronto tra le caratteristiche della Funzione Finanza nelle 
imprese private con le sopra menzionate aree essenziali per sviluppare nel 
settore pubblico concretamente la capacità di poter valutare le diverse 
forme  alternative di finanziamento e impiego delle risorse  è possibile 
individuare le attività caratterizzanti della Funzione Finanza negli Enti 
Locali, si può affermare che la Funzione Finanza pubblica si è articolata su 
tre principali pilastri. 
Il primo è rappresentato dalle strategie finanziarie centralizzate, a livello 
dell’intero Ente Locale, incentrate sulle politiche finanziarie e sull’ 
attenuazione della vulnerabilità finanziaria causata dall’elevata dipendenza 
dai trasferimenti statali e regionali e dalla ridotta autonomia tributaria che 
causavano evidenti tensioni di cassa dovute a mancati e/o a ritardati 
 11
trasferimenti. La manovra di attenuazione della vulnerabilità si basa sul 
rafforzamento della capacità di contrattazione e negoziazione con i livelli 
istituzionali che trasferiscono i fondi, la previsione e l’attivazione dei 
generatori di cassa, che rappresentano aree di attività o ricorso a fonti 
straordinarie di finanziamento della gestione corrente in grado di attenuare 
le tensioni di liquidità, i quali possono essere messi in pratica  andando a 
potenziare le aree di attività collaterali che finanziano aree core o tipiche 
dell’Ente.    
Il secondo pilastro  è  tracciato dalle strategie finanziarie necessarie per le 
diverse funzioni o settori d’intervento dell’Ente riconducibili 
all’introduzione di modalità innovative di finanziamento degli investimenti 
nei diversi settori, da emissioni obbligazionarie il cui rimborso è collegato 
alla gestione della nuova infrastruttura, alla finanza di progetto ed alle varie 
partnership pubblico – privato, al leasing immobiliare ed alle operazione di 
sale & lease back, alle formule di project leasing e di project bonds, alla 
creazione di fondi immobiliari e la stessa cartolarizzazione immobiliare. 
Il terzo pilastro, infine, include le attività a supporto della realizzazione 
delle strategie finanziarie, dalla gestione dei crediti verso terzi, all’adozione 
del factoring ed alla cartolarizzazione dei crediti. 
 
La funzione finanza pubblica 
 
                                       Diagnostica Audit finanziario 
                        Ristrutt. Debito                               Politiche fiscali alternative 
 
                                                                                               
                Gestione                                                                               Simulazione politiche 
                       tesoreria                                                                                          tariffa       
 
                             Programmazione finanz.                       Modalità alternative di finanz. 
 12
 
Una volta individuate le varie aree operative della Funzione spetta ai 
singoli Enti decidere con quali modalità, risorse e in che tempi sviluppare i 
vari progetti di investimento. Numerosi sono i fattori che influenzano le 
singole realtà e in particolare, assume rilevanza la consapevolezza diffusa 
tra gli amministratori tra i ruoli di vertice ed i ruoli direzionali di attuare 
precise scelte organizzative che portano ad individuare uno specifico 
presidio organizzativo della Funzione Finanza e soprattutto le competenze 
e le professionalità necessarie. La Funzione Finanza dovrà acquisire una 
propria identità rispetto alle attività di formulazione dei bilanci revisionali e 
consuntivi ed alla connessa gestione attraverso la contabilità finanziaria; la 
stessa identità dovrà essere affermata e consolidata anche nei confronti 
delle attività collegate al controllo di gestione, dall’individuazione dei 
centri di responsabilità, ai sistemi di budgeting, alla contabilità direzionali, 
ai sistemi di reporting ed alla contabilità economica e in una duplice 
prospettiva, interna e di centro di consulenza esterno, occorrerà delimitare 
bene i confini all’interno dei settori economico finanziari, valutando 
l’opzione di prevedere staff specializzati su pacchetti di attività critici. 
Un ruolo acceleratore nello sviluppo della funzione di programmazione e 
gestione delle risorse finanziarie è rappresentato dalla creazione e 
soprattutto diffusione della conoscenza, delle competenze e delle prassi 
operative a livello dell’intero sistema della pubblica amministrazione 
locali. In questa prospettiva vanno inseriti l’attivazione di veri e propri 
sistemi di knowledge management e gestione della conoscenza sul tema 
della funzione finanziaria. 
Una considerazione di particolare rilevanza è rappresentata dalla crescente 
presa di coscienza sulla rilevanza del cliente amministrazione pubblica 
locale presso gli intermediari finanziari e soprattutto l’attivazione di nuove 
 13
relazioni tra lo stesso sistema bancario e le amministrazioni locali, nonché 
le conoscenze tecniche e applicative degli strumenti di finanza innovativa 
da utilizzare per il reperimento di risorse necessarie al conseguimento degli 
obiettivi di investimento prefissati. 
 
Fattori indicativi per lo sviluppo della Funzione Finanza 
 
 
 
 
 
                         Sensibilità degli Amministratori e vertici aziendali 
                            presidio organizzativo e professionalità interne 
 
 
 
 
Posizione nei                                                                                                   Conoscenze 
confronti degli                                                                                                 del sistema  
interm finanz                                                                                                   Enti Locali 
 
 
 
                              Conoscenza delle tecniche e degli strumenti 
 
 
 
 
 
 14
1.3 Le strategie di finanziamento 
 
Il finanziamento degli investimenti nelle pubbliche amministrazioni, 
abitualmente, è avvenuto ricorrendo a fonti interne proprie delle 
amministrazioni (entrate tributarie, entrate extratributarie ed entrate da 
trasferimenti correnti), alle quali si aggiungevano, qualora non fossero 
sufficienti, risorse raccolte presso il sistema di credito ed intermediari 
specializzati (entrate da accensione prestiti).
6
 L’attività di finanziamento 
era limitata e non richiedeva particolari competenze, poiché era necessario 
solamente che le risorse proprie o derivanti da trasferimento fossero 
sufficienti a coprire le spese correnti e/o in conto capitale e qualora si 
verificava un disequilibrio si ricorreva alla stipulazione dei mutui. Il 
cambiamento che si è verificato negli ultimi anni a livello istituzionale, il 
mutamento del sistema di finanziamento, la riduzione delle risorse 
finanziarie destinate agli investimenti, l’esigenza di risanamento hanno 
contribuito a modificare questa prassi, rendendo necessaria una migliore 
preparazione sulle possibilità e sulle strategie d’investimento - 
finanziamento, ed in tale contesto aumenta la rilevanza di una finanza 
strategica che si prefigge come obiettivo il raggiungimento degli obiettivi 
aziendali e l’individuazione delle risorse disponibili per finanziare 
investimenti in grado di aumentare i livelli di competitività reale.
7
 
Soprattutto nelle pubbliche amministrazioni di piccole dimensioni decisioni 
non pienamente ponderate e affrettate potrebbero comportare seri problemi 
finanziari avendo, successivamente, una ripercussione negative sul livello 
dei tributi e sulle tariffe che l’azienda deve riscuotere, risulta, quindi, 
necessario l’acquisizione di competenze e conoscenze adeguate sulle 
                                                 
6
 Carnevale R., Il finanziamento degli enti locali: specificità, rischi e garanzie, Iceb, Milano, n. 4, 1999 
7
 Di Falco G. Salvi, L’euro nell’amministrazione dell’azienda, Convegno di Torino, pag. 270, 1998 
 15
strategie di finanziamento degli investimenti, andando anche a cercare, 
dove è necessario,  il concorso di capitali privati per la realizzazione delle 
opere pubbliche o accedendo direttamente al mercato dei capitali. 
Le pubbliche amministrazioni che tendono ad utilizzare nuove forme di 
risposta ai problemi finanziari derivanti dagli investimenti sono in continua 
crescita ed è possibile distinguere tre fasi principali che hanno portato a 
questo graduale processo di evoluzione: 
- una fase iniziale, nella quale l’interlocutore principale era costituito 
dalle banche ed in cui la concessione dei prestiti tendeva a 
prescindere dalla validità del progetto e dalla solvibilità della 
pubblica amministrazione. Tale fase inizia con la Legge n. 403 del 
1990 che abolisce l’obbligo, per le amministrazioni pubbliche, di 
ottenimento della preventiva dichiarazione di indisponibilità da parte 
della Cassa Depositi e Prestiti, per il ricorso a prestiti bancari, in tal 
modo il finanziamento privato non è più residuale e l’Ente acquisisce 
maggiore flessibilità nella definizione delle sue strategie finanziarie; 
- una seconda fase inizia con l’emergere di situazioni di dissesto e 
porta ad una profonda revisione delle logiche di realizzazione e 
finanziamento degli investimenti e ad un diverso atteggiamento degli 
intermediari finanziari; 
- un’ultima fase, nella quale le amministrazioni entrano in una logica 
di progettazione finanziaria, che li porta a diversificare il numero dei 
finanziatori degli strumenti utilizzati. 
 
Il passaggio all’ultima fase, deriva dall’esigenza di una maggiore 
collaborazione tra la pubblica amministrazione ed imprese, che comporta 
una maggiore attenzione per la validità dei progetti ed una crescente 
collaborazione pubblico – privato per la realizzazione degli investimenti, e