Introduzione 
 
Il soggetto, sostiene il filosofo, non è poi un foglio bianco che 
attende di scriversi, d’ essere scritto, bensì una tabula plena di 
pre-supposizioni, pre-giudizi, aspettative, ipotesi di senso che 
urtano il testo in un continuo movimento, andirivieni circolare che 
produce conoscenza. 
Anch’ io, come intermediario l’ articolo di una rivista, ho incontrato 
“un certo testo”: Toy generation, Kidults, Gigioneggiare.      
Ovvero : Se Babbo Natale ti porta solo la console,  vuol dire che si 
è tenuto il gioco. 
Cartellone pubblicitario che alloggiava qua e là per la città. 
Sottotitolo o manifesto di un normale, termine preso a prestito per 
rendere quotidianità e frequenza, epifenomeno, che si muove su 
forti gambe di bipedi i quali, hanno optato per una super 
valutazione, non dell’ usato ma dell’ aspetto giovanilistico: 
spontaneità, spensieratezza, divertimento, colore, gioco e 
tenerezza. 
Variabili per diritto, più di possesso di chi temporalmente non ha 
ancora molti anni alle spalle. Variabili assunte come dovere da chi 
invece qualche primavera in più ce l’ ha; il che si traduce, un 
segno per tutti, nell’ addobbo del loro casco con pelose orecchie 
d’ animale o alucce d’ angelo. 
Quel che conta è abbattere le frontiere, non fra stati ma fra età, il 
desiderio di svecchiare un po’ l’ adulto, uomo in giacca e 
cravatta/donna in tailleur, perché si sa: c’ è il bello dentro e il bello 
fuori, il giovane dentro e il giovane fuori. 
Introduzione 
 
Spero, senza grandi pretese, di aver prodotto un testo; una sorta 
di Gestalt ove le parti del campo s’ organizzano secondo totalità 
coerenti, solide, armoniche; gestalt possibili,  tanto più gli elementi 
tendono ad essere vicini, simili, a disporsi lungo una stessa linea, 
a costituire forme chiuse e  a muoversi concordemente. 
L’ intento, la voglia non è di scoprire “la formula che mondi possa 
aprirti” o fornire una spiegazione chiara e distinta, ma presentare 
uno sguardo, piccolo, il mio; recita un detto persiano: avendo già 
due occhi, prendine a prestito altri due. Magari si realizza la 
magia: non vedere meglio, ma diversamente si. 
 
Al volenteroso viaggiatore che volesse saturare il bisogno d’ ogni 
testo d’ esser letto, le pagine a venire offrono:  
- Capitolo primo, Il fluido sociale: accenti su alcuni aspetti della 
nostra società (nonluoghi, cibersfera, famiglie allargate e 
allungate…).  
- Capitolo secondo, L’ uomo, corpo immerso: tentativo di 
raccontare la Toy generation e quello che può starci dietro. 
- Capitolo terzo, Ricerco: voci dal coro dei Kidults; contributo 
empirico. 
Il fluido sociale 
 
Capitolo primo 
Il fluido sociale 
Siamo alla mercede 
 del dispensatore, 
disse il barista 
 che non aveva cornetti. 
Quante grazie 
 sono attese 
in una sola giornata. 
 
R. Minore 
 
Alcuni pittori trasformano 
il sole in una macchia gialla, 
altri trasformano 
una macchia gialla nel sole. 
 
P. Picasso 
 
 
1.  Partendo da Archimede 
 
Il principio di Archimede recita che un corpo immerso in un fluido 
riceve una spinta, dal basso verso l’ alto, eguale al peso del fluido 
che esso sposta. 
E potremmo anche leggerlo in chiave animistico / antropologica, 
come se si trattasse dell’ uomo che nasce e vive nel corpo 
sociale, il quale agisce e reagisce alla sua entrata–passaggio. 
L’ uomo: con Husserl, dotato di intenzionalità. La coscienza, 
corrente di esperienze vissute, è sempre coscienza di qualcosa, 
Il fluido sociale 
 
ossia gli stati mentali sono diretti verso, riguardano un certo stato, 
un qualche aspetto del mondo. 
Con Heidegger, l’ esserci, la cui esistenza si esplica nella cura, 
struttura relazionale che lo porta ad aver cura degli altri e a 
prendersi cura delle cose. Gettato nel mondo, questo diviene il 
termine verso il quale egli trascende, facendone cioè il progetto 
dei propri atteggiamenti e azioni, con la possibilità sia di scegliersi 
e conquistarsi, sia di perdersi. 
Con Kierkegaard, Aut–Aut: “ chi vive esteticamente non fa che 
vedere intorno possibilità; chi vive eticamente vede dappertutto 
compiti”. La vita estetica è vissuta alla continua ricerca, per il 
godimento del singolo istante, senza preoccupazione per il futuro; 
l’uomo la sceglie per sfuggire la noia senza riuscirci, non trovando 
qualcosa che lo soddisfi fino in fondo. La vita etica, possibilità 
diversa, è caratterizzata dall’ impegno, “dal dovere… in sé”, dalla 
decisione di restare sempre fedeli a determinati valori.  
Un uomo che, pur abbracciando l’ ipotesi che la natura gli abbia 
donato una razionalità olimpica, esente da limiti e imperfezione, 
non agisce in base ad essa, ma secondo una “razionalità limitata”: 
soggetto attivo, che seleziona ed elabora le informazioni, esplora 
le situazioni ricorrendo spesso a scorciatoie e semplificazioni, che 
valuta vincoli e potenzialità offerte; raggiungimento così non della 
soluzione ideale quanto “dell’ ottimo locale”, che massimizza le 
opportunità e minimizza i rischi.  Un tattico motivato, il cui 
funzionamento dei processi cognitivi può variare a seconda di 
quanto li origina, della meta verso la quale sono diretti, sotto          
l’ influenza che possono avere contesto, motivazioni ed emozioni. 
Il fluido sociale 
 
L’ uomo e l’ altro, esperienza condensabile in due tratti: il 
perturbante  e l’ oscillazione
1
. 
Il primo è qualcosa simile a un disorientamento di fronte a se 
stessi, uno scarto repentino che rende instabile l’ immagine     
dell’ identità, come quando in una figura consueta, rassicurante, 
ne scorgiamo una insolita e imprevista: l’ inquietante è proprio 
questa doppiezza, duplicazione; l’ altro quindi, il perturbante che 
sconnette ogni riflessione che presuma di bastare a se stesso. 
“L’altro fa sì che noi ci si ri-conosca e ci si possa riconoscere nella 
molteplicità del nostro essere e nelle nostre diversità 
potenzialità”
2
. 
Il gioco osservato da Freud vede un bambino che lancia lontano 
da sé, in modo che sfugga dietro un mobile, sia invisibile, un 
rocchetto, che egli poi riprende tirando il filo: fort / da, tra il qui e il 
là, la presenza e l’ assenza. Il rapporto con l’ altro, 
sincronicamente uguale e diverso, come questa intermittenza, che 
è contemporaneamente piacere e dispiacere; l’ altro, l’ arrivante 
”…infondo già ce lo aspettiamo. Ma dobbiamo agire come se non 
l’ aspettassimo, come se in ogni arrivante che arriva…riuscissimo 
a vedere l’ arrivante assoluto, e ogni volta ci facessimo spaesare 
dal suo arrivo”
3
. 
L’ uomo e il luogo: distinzione fra due elementi difficilmente 
percorribile nel cosiddetto “fare mente locale”, che consente al 
primo di rendere l’ ambiente un “intorno”, divenendone l’ abitante 
e il costruttore. Interazione fra due presenze, triplo processo
4
 che 
                                                 
1
 P.A. ROVATTI, La follia, in poche parole , Passaggi Bompiani, Milano 2000 
2
 L.M. LORENZETTI, Il pensiero della bellezza, Franco Angeli, Milano, 1999 
3
 P.A. ROVATTI, La follia, in poche parole , Passaggi Bompiani, Milano 2000 
4
 F. LA CECLA, Mente locale, per un’ antropologia dell’ abitare, Eleuthera, Milano, 1993 
Il fluido sociale 
 
si apre con la percezione fornita dal corpo, organo spaziale, per 
cui la sensazione, il sentire “di essere qui” è attività di 
conoscenza, apprendimento; prosegue con la definizione del 
luogo ossia posizionamento di boe, punti di riferimento, 
tracciamento di intenzioni e movimenti; chiude con  l’ uso di 
questo stesso spazio, come di uno strumento involucro, protesi 
dalla presenza corporea. 
La mente locale “di luogo in luogo diversa”  può essere posseduta 
perduta e riposseduta in un’ attività continua di percezione 
definizione ed uso: in questo senso noi costituiamo insieme a ciò 
che ci circonda, lo spazio; siamo individui ambientati, dice 
Merleau Ponty: il nostro corpo inerisce allo spazio. 
Orientamento come protezione, una guaina stretta attorno, la cui 
perdita provoca ansietà: perdersi significa essere alla deriva , alla 
mercé delle presenze dei luoghi, senza nessuna di quelle nostre 
sicurezze, “prese sulla realtà, dovute alla consuetudine, alla 
coltivazione dello spazio, al nostro o ai nostri posti nel tessuto del 
reale, che è la nostra cultura, il nostro mondo”
5
.  
Secondo un orientamento che la sociologia denomina 
coessenziale, tra gene e ambiente intercorre un rapporto che non 
può essere inteso quale contrapposizione o predominio di uno 
sull’ altro, bensì come interazione reciproca, interdipendenza tra 
parti. Binomio inscindibile di natura e cultura, termine polisemico 
quest’ ultimo, con più direzioni di senso
6
: 
- Sistema di conoscenza, di credenze socialmente distribuite fra 
il soggetto, gli altri e l’ ambiente: non bagaglio uniforme 
                                                 
5
 F. LA CECLA, Perdersi, l’ uomo senza ambiente, Laterza, Bari, 1988 
6
 L. ANOLLI, Psicologia della comunicazione, Il Mulino, Bologna, 2002 
Il fluido sociale 
 
omogeneo per tutti ma organizzazione di diversità, insieme di 
frontiere, differenze che vanno a produrre senso. 
- Sistema di comunicazione, di segni, che permette all’ uomo di 
rappresentare, significare la realtà, rendendola interpretabile 
attraverso storie, teorie scientifiche, miti, proverbi, creazioni 
artistiche. 
- Sistema di valori, riconducibile all’ esigenza valutativa degli 
individui: al cuore della cultura vi sarebbero i valori, intesi come 
ciò che le persone credono bene o male, giusto o sbagliato, 
desiderabile o indesiderabile; riferimento per scopi perseguibili, 
condotte opportune. 
- Sistema di pratiche che oscillano tra riproduzione, regolarità, 
continuità rispetto al passato e produzione, a sottolineare la 
loro autonomia, le possibili e probabili novità, le variazioni che il 
presente porta potenzialmente con sé. 
- Sistema di mediazione: l’ homo faber, accanto a quello diretto, 
intrattiene con l’ ambiente un rapporto indiretto, mediato      
dall’ impiego di artefatti, distinguibili in primari o cultura 
materiale, dal martello fino ai nuovi mezzi di comunicazione; 
secondari o dimensione ideale degli artefatti ossia 
rappresentazioni mentali, modi di azione ad essi associati e 
infine, terziari, fenomeni o processi fantastico artistici, nelle loro 
svariate espressioni. 
Il fluido sociale 
 
 
L’ uomo occidentale odierno è  corpo immerso nel fluido sociale, 
declinabile in diversi modi: 
viviamo nella postmodernità 
frequentiamo nonluoghi 
abitiamo la cibersfera 
abbiamo una famiglia allungata e allargata 
siamo nella società del benessere