3 
 
Introduzione 
“Il Paese più occidentale dell’oriente e il più orientale dell’occidente” 
Con queste parole il poeta inglese Lord Byron definiva la Turchia, una frase che 
penso possa incarnare esattamente quella che è la natura e l‟identità di quel pezzo di 
mondo. Non mi ero mai interessato alla storia e alla cultura del Paese anatolico, le 
mie poche conoscenze in materia erano da riferirsi all‟ambito sportivo, specie 
calcistico, dove le squadre turche sono abbastanza conosciute e competono da anni 
ad alti livelli nelle coppe europee. Negli ultimi anni ero a conoscenza della concreta 
possibilità per Ankara di poter fare il suo ingresso nella Unione Europea, anche se 
non immaginavo che i contatti e le trattative per concretizzare l‟adesione andassero 
avanti da così tanto tempo e con tali difficoltà e lentezza. L‟idea di scrivere una tesi 
di laurea sulla Turchia e sul suo processo di adesione all‟Europa unita, è nata dalla 
lettura, quasi fortuita, di un articolo di cronaca riferito al Paese anatolico. A Kahta, 
una cittadina di 68 mila abitanti nella remota provincia di Adiyaman, è stata uccisa 
una ragazza di 16 anni, Medine, con l‟assurda colpa di frequentare un ragazzo, cosa 
categoricamente vietata in questa zona della Turchia
1
. Il fatto di cronaca è avvenuto 
nel dicembre del 2009 e Katha, come ho poi avuto modo di approfondire nei miei 
studi, è situata nella zona sud-orientale del Paese, quella abitata prevalentemente 
dalla minoranza curda ed anche quella più arretrata e sottosviluppata, dove la 
mentalità islamica conservatrice è fortemente radicata nel vivere quotidiano e un 
delitto assurdo come quello di Medine acquista gli agghiaccianti connotati della 
normalità. La giovane adolescente è stata sepolta viva in una fossa larga un metro e 
profonda un metro e mezzo, ricavata nel pollaio sito nel cortile della povera casetta 
familiare. Aveva le mani legate e le braccia alzate, c‟era terra nella trachea e nei 
polmoni, prova concreta che la giovane respirava ancora quando il suo assassino la 
ricopriva di terra in quella buca. La cosa più toccante in questo delitto, già alquanto 
efferato di suo, è che a seppellire viva Medine sono stati il nonno e il padre, che 
hanno poi confessato di essere stati costretti a farlo perché la giovane frequentava un 
ragazzo di nascosto, senza il consenso familiare e in giro erano stati visti assieme. 
                                                             
1
 I. Vitelli, Medine, 16 anni, sepolta viva, Vanity Fair, n.20, 26 maggio 2010.
4 
 
Un‟adolescente che esce con un ragazzo, i primi baci dati di nascosto per paura di 
quello che poteva essere il giudizio della famiglia e dell‟intera comunità. Un 
oltraggio gravissimo e imperdonabile per quelli che sono i codici comportamentali di 
questa parte di mondo, una rigida comunità islamica in cui il tempo si è fermato al 
VII secolo del profeta Maometto. Cosa ancor più triste è che gli aguzzini di Medine, 
il nonno e il padre, non hanno provato alcun pentimento per ciò che avevano 
commesso, convinti che l‟onta e il disonore causato all‟intera famiglia non fossero 
punibili che con la morte, secondo quell‟ottusa e crudele tradizione che definisce tali 
delitti come “d‟onore”. 
Purtroppo i “delitti d‟onore” sono ancora una piaga che affligge la Turchia, 
nonostante il governo, nell‟ultimo decennio, abbia inasprito le pene per chi si 
macchia di tale delitto, in un costante processo di riforme che vede Ankara 
seriamente impegnata nel volere adeguarsi a quelli che sono gli standards europei, in 
particolare per quanto riguarda i diritti umani. Come riportato dall‟organizzazione 
internazionale “Nessuno tocchi caino”, che si batte in tutto il mondo per l‟abolizione 
della pena di morte, tale pratica «è stata abolita completamente in Turchia grazie ad 
un complesso di emendamenti costituzionali e legislativi. Le modifiche apportate alla 
Costituzione il 7 maggio 2004 hanno cancellato ogni riferimento alla pena di morte 
in essa presente. Inoltre, con le modifiche di legge approvate il 21 luglio 2004, la 
pena capitale è stata abolita per tutte le circostanze»
2
. Un passo ulteriore per 
confermare l‟abolizione totale della pena capitale, la Turchia lo ha compiuto il 20 
febbraio 2006 con la ratifica del 13° Protocollo alla Convenzione Europea sui Diritti 
Umani che abolisce la pena di morte per tutti i reati.  
Essendo a conoscenza dei negoziati in atto fra Ankara e Bruxelles per un futuro 
ingresso turco nel club dei 27, la notizia dell‟uccisione della giovane Medine, le 
modalità così efferate e il coinvolgimento diretto dei suoi familiari, hanno suscitato 
in me la voglia di approfondire la superficiale conoscenza di tale Paese e cercare di 
capire se la strada verso l‟adesione all‟Unione Europea fosse realisticamente 
                                                             
2
 Nessuno tocchi Caino. Contro la pena di morte nel mondo, scheda sulla Turchia,  
http://www.nessunotocchicaino.it/bancadati/schedastato.php?idstato=15000171&idcontinente
=9
5 
 
percorribile. Da una prima ricerca mi sono reso conto che, dal punto di vista 
economico, la Turchia è un Paese in forte ascesa, possiede la 17sima economia più 
grande nel mondo e la 6° in Europa e può contare su un mercato di 72 milioni di 
persone. Secondo quanto riferito dall‟OECD (Organizzazione per la Cooperazione 
Economica e lo Sviluppo) entro il 2017 diventerà il terzo Paese crescente dopo Cina 
e India. Si tratta di uno dei 10 mercati in costante ascesa a livello mondiale ed è 
membro del G-20 attirando 16 bilioni di dollari di diretto investimento estero
3
. Il 
Paese anatolico è membro della Nato fin dagli anni ‟50 e del Consiglio d‟Europa, ha 
uno degli eserciti più attrezzati a potenti a livello mondiale. Dunque mi è parso 
subito chiaro che, dal punto di vista dello sviluppo economico, delle potenzialità 
future in relazione anche  alla popolazione elevata e in costante crescita e del 
prestigio ricoperto a livello internazionale, mi trovavo di fronte un Paese di prima 
fascia. I problemi che deve affrontare la Turchia per vincere la diffidenza e la 
riluttanza europea e poter così entrare a far parte dell‟Unione sono, infatti, di natura 
diversa. La mia ricerca si sofferma su quelle che sono le problematiche e le lacune 
legate al pieno rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani nel Paese, 
soffermandomi sulla libertà di espressione, di pensiero, di associazione e di stampa, 
che devono essere pienamente garantite e tutelate in un Paese che si voglia definire 
come compiutamente democratico e pronto per un ingresso in Europa. Attraverso le 
varie documentazioni del Parlamento Europeo, della Commissione Europea, di varie 
Organizzazioni internazionali che si battono per il rispetto delle libertà e dei diritti 
umani, cercherò di analizzare quello che è il livello di tali diritti e libertà in Turchia e 
di come il Paese si sta comportando per risolvere positivamente le lacune denunciate. 
Mi avvarrò anche di siti internet ed articoli tratti dalla carta stampata, indispensabili 
per essere sempre aggiornati sulle ultime notizie, in un processo di costante riforma e 
modernizzazione che è in continuo divenire e si evolve con rapidità, specie nel corso 
degli ultimi anni, in cui il governo Erdöğan pare dimostrare una grande volontà di 
progresso per allinearsi il prima possibile a quelli che sono i parametri europei. 
                                                             
3
 Dati del sito Turchiaeuropa.com, al link: 
http://www.turchiaeuropa.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=175&lang=it
6 
 
Inizierò il mio lavoro con un capitolo introduttivo nel quale si descrive la nascita e 
l‟evoluzione dell‟Unione Europea, segnata dai grandi cambiamenti e trasformazioni 
intervenuti dagli anni ‟90, che hanno segnato un cambiamento di mentalità e 
prospettive culminate nel Trattato di Lisbona. Un‟Unione più democratica, 
trasparente ed efficace, che si apre all‟adesione dei nuovi Stati europei sorti dopo il 
crollo del blocco sovietico. Descriverò il procedimento che porta all‟adesione di un 
nuovo Paese all‟UE, processo basato sul pieno rispetto dei fondamentali Criteri di 
Copenaghen. Successivamente, nel secondo capitolo, ripercorrerò la storia dei 
rapporti tra Turchia ed Unione Europea, dalla richiesta turca del 1959 di adesione 
alla CEE fino al riconoscimento ufficiale della candidatura turca e l‟avvio ufficiale 
dei negoziati di adesione, deciso dal Consiglio europeo nel dicembre del 2004. Tale 
trattazione verrà preceduta da un breve ma esaustivo excursus storico in cui cercherò 
di raccontare, in pochi passaggi, quelle che sono le tappe fondamentali della 
millenaria storia della Turchia, dal crollo dell‟Impero alla nascita della Repubblica, 
dalla figura di Kemal “Atatürk” all‟attuale governo di Recep Tayyp Erdöğan, al 
comando nel Paese dal 2002 ed artefice della fase cruciale delle grandi 
trasformazioni e riforme interne atte ad adeguare la Turchia a quelle che sono le 
richieste europee. Con il capitolo terzo tratterò nello specifico quello che considero il 
problema principale che la Turchia deve efficacemente affrontare e risolvere per 
potere aderire finalmente all‟UE, ovvero il rispetto delle libertà fondamentali e dei 
diritti umani, come presupposti indispensabili per potersi considerare a tutti gli effetti 
una moderna e compiuta democrazia “occidentale”. Inizierò il capitolo sottolineando 
la basilare importanza che ricoprono i diritti umani nell‟ordinamento internazionale 
ed europeo in particolare, importanza sancita in diversi documenti ufficiali. La 
Comunità Europea era nata con fini che erano prevalentemente di unificazione 
commerciale ed economica; con il suo evolversi e le vicende storiche succedutesi nel 
corso dei decenni, si sono aggiunte l‟importanza della promozione dei diritti 
dell‟uomo, della democrazia e dello Stato di diritto. Obiettivo primario dell‟Unione è 
divenuta la piena tutela dei diritti umani, la lotta ad ogni forma di discriminazione e 
la protezione dei gruppi più vulnerabili quali le donne, i bambini e le minoranze. A
7 
 
questi valori fondamentali e intrinseci nella natura europea, devono necessariamente 
uniformarsi tutti gli Stati che fanno parte dell‟UE e, a maggior ragione, chi aspira a 
farne parte oggi. Valuterò la presenza di problematiche inerenti al pieno 
riconoscimento e pieno rispetto delle minoranze etniche e religiose presenti sul suolo 
turco e problemi legati al pieno esercizio della libertà di espressione e di pensiero, 
con particolare riferimento alla libertà di stampa. Analizzerò tali problematiche 
cercando di capirne la reale portata e come il Paese sta affrontando la situazione per 
ottenere la “promozione” europea, sia dal punto di vista del governo islamico-
moderato oggi al potere e sia dal punto di vista dell‟opinione pubblica e della società 
turca nel suo complesso. Per giungere al “traguardo” di questa lunga e difficoltosa 
corsa ad ostacoli, due mi sembrano, allo stato attuale delle cose, le maggiori ombre 
che minacciano la piena riuscita del processo: l‟occupazione militare di Cipro del 
Nord, risalente agli anni ‟70, con la quale la Turchia ha violato il territorio di quella 
che è una autonoma repubblica, Cipro, già membro dell‟UE. Il secondo problema, 
annoverabile tra i più caldi oggi, è costituito dalla spinosa e controversa situazione 
della minoranza curda. 
Il capitolo conclusivo sarà dedicato proprio al tentativo di analizzare e comprendere 
la situazione della minoranza curda in Turchia, protagonista di una guerra con lo 
Stato centrale che insanguina il Paese fin dalla soppressione dei principati autonomi 
all‟inizio del XIX secolo per opera dell‟Impero ottomano e di quello persiano. 
Minoranza che si considera un popolo autonomo e totalmente distinto dall‟etnia 
turca, che ha lottato per anni e si batte tutt‟ora per l‟ottenimento della propria 
indipendenza e il riconoscimento della nazione del Kurdistan, facendo ricorso anche 
all‟odiosa arma del terrorismo, attraverso la lotta armata del Pkk. Mio obiettivo 
primario sarà quello di cercare di attenermi il più possibile alle fonti in mio possesso, 
cercando di mantenere l‟obiettività necessaria per districarmi in un argomento tanto 
problematico e sfaccettato. Non sarà compito facile ma vedrò dove riuscirà a 
portarmi la mia analisi dei materiali raccolti. Per concludere analizzerò la situazione 
della Turchia, cercando di capire a che punto può essere collocato lo stato del suo 
processo di adesione, facendo un parallelismo con la situazione dei diritti umani, in
8 
 
particolare della minoranza rom, in un Paese che ha già ottenuto l‟adesione effettiva 
all‟UE, per di più in tempi molto rapidi, ovvero la Romania.  
La domanda di fondo che intendo pormi in questo lavoro è se la Turchia possiede, 
effettivamente, la volontà, la maturità e le capacità di proseguire nel suo processo di 
adeguamento ai parametri europei, concentrando i suoi sforzi principalmente 
nell‟assicurare la piena tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali. E, 
contestualmente, se l‟Europa Unita ha realmente e concretamente la volontà di 
accogliere questo grande Paese sulla sponda europea del Bosforo, liberandosi da certi 
timori spesso frutto di affrettati pregiudizi.
9 
 
       Capitolo I 
 Nascita ed evoluzione dell‟Unione Europea 
 
1.1 Dalle origini al trattato di Lisbona 
Appare doveroso iniziare il lavoro partendo da una breve descrizione di cosa 
s‟intende per Unione Europea, riportando le tappe storiche della sua formazione e 
descrivendo le varie fasi che portano all‟adesione di un Paese candidato. Oggi 
possiamo definire l‟Unione Europea come «una partnership economica e politica 
unica al mondo che unisce 27 paesi democratici europei»
4
. L‟Unione Europea viene 
creata allo scopo di mettere fine alle guerre frequenti e sanguinose tra paesi vicini, 
culminate nella seconda guerra mondiale. Le nazioni dell‟Europa occidentale creano 
il Consiglio d‟Europa nel 1949: è il primo passo verso la cooperazione fra Stati che 
porterà, negli anni ‟50, alla creazione della “Comunità europea del carbone e 
dell‟acciaio” (CECA) da parte di Belgio, Francia, Repubblica federale di Germania, 
Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Si comincia così ad unire i Paesi europei sul piano 
economico e politico. Nel 1957 il trattato di Roma istituisce la “Comunità economica 
europea”(CEE), con l‟obiettivo di favorire la libera circolazione di persone, beni e 
servizi al di là dei confini nazionali e la “Comunità  dell‟energia atomica”(Euratom). 
Con l‟adesione della Danimarca, dell‟Irlanda e del Regno Unito, nel gennaio 1973, il 
numero degli stati membri dell‟Unione europea sale a nove. Nel 1981 la Grecia 
diventa il decimo Stato membro dell‟UE, dopo la caduta del regime militare e il 
ritorno alla democrazia nel 1974, seguita alcuni anni dopo dall‟annessione di 
Portogallo e Spagna. Nel 1987 entra in vigore l‟Atto unico europeo. Il 1992 è un 
anno fondamentale per la storia dell‟Europa unita perché viene firmato, a Maastricht, 
il trattato sull‟Unione europea (TUE) che definisce precise norme relative alla 
moneta unica, alla politica estera e di sicurezza e alla più stretta cooperazione in 
materia di giustizia e affari interni. In virtù di tale trattato la denominazione “Unione 
europea” sostituisce ufficialmente quella di “Comunità europea”.  
                                                             
4
 Europa. Il portale dell‟Unione europea, consultabile al link: http://europa.eu/about-eu/basic-
information/index_it.htm
10 
 
Il 1 gennaio 1993 entra in vigore il mercato unico e  la libera circolazione di beni, 
servizi, persone e capitali è ora realtà. Nel 1995 entrano a far parte dell‟Unione anche 
Austria, Finlandia, Svezia ed ex Germania dell‟est, portando il totale degli Stati 
membri a quindici. Nello stesso anno viene firmato l‟accordo di Schengen, che 
inizialmente entra in vigore in sette paesi europei, consentendo ai viaggiatori di 
spostarsi liberamente all‟interno dello spazio Schengen senza dover esibire il 
passaporto alle frontiere
5
. 
Nel 1997 viene firmato il trattato di Amsterdam, che si fonda sui risultati raggiunti a 
Maastricht e definisce i piani di riforma delle istituzioni europee in modo da 
conferire maggiore risonanza all‟Europa a livello mondiale e concentrare più risorse 
sull‟occupazione e i diritti dei cittadini. Nello stesso anno i leaders dell‟UE decidono 
di avviare i negoziati per l‟adesione di dieci paesi dell‟Europa centrale ed orientale: 
Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, 
Slovacchia, Slovenia, Ungheria a cui si aggiungono le isole di Cipro e Malta. 
Un‟altra tappa fondamentale nella storia dell‟Unione è stata la firma del trattato di 
Nizza nel 2001: con esso si apportavano alcune importanti modifiche al precedente 
trattato di Amsterdam, in previsione dell‟adesione di altri Stati. Le novità principali 
riguardano le dimensioni e composizione della commissione, il numero dei deputati 
al Parlamento europeo per ogni Stato membro, la ponderazione dei voti in consiglio e 
l‟estensione del voto a maggioranza qualificata, infine una riforma per rendere più 
flessibile il sistema delle cooperazioni rafforzate tra i paesi membri
6
. 
 Il 1 gennaio 1999 viene introdotto l‟euro, la moneta unica europea, in undici paesi, 
ai quali si aggiungerà la Grecia nel 2001. Inizialmente viene utilizzato 
esclusivamente per le transazioni commerciali e finanziarie, dal 2002 vengono 
introdotte anche le banconote e le monete. Attualmente la moneta unica è adottata da 
diciassette dei ventisette paesi membri. 
                                                             
5
 1990-1999: un’Europa senza frontiere, dal sito europa.eu, al link: http://europa.eu/about-
eu/eu-history/1990-1999/index_it.htm 
6
 Il trattato di Nizza: istruzioni per l’uso, dal sito europa.eu, al link:   
http://europa.eu/legislation_summaries/institutional_affairs/treaties/nice_treaty/nice_treaty_in
troduction_it.htm
11 
 
Nel 2004, otto nuovi paesi dell‟Europa centrale e orientale, Estonia, Lettonia, 
Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, entrano a far 
parte dell‟UE, a questi si aggiungono anche le isole di Cipro e Malta. I paesi 
candidati all‟adesione erano al momento Bulgaria, Romania e Turchia. 
Il primo gennaio 2007 altri due paesi dell‟Europa dell‟Est, la Bulgaria e la Romania, 
entrano a fare parte dell‟UE, facendo salire così il numero degli Stati membri a 27. I 
paesi candidati all‟adesione, con cui sono in corso i negoziati, sono attualmente la 
Croazia, l‟ex repubblica jugoslava di Macedonia, il Montenegro, l‟Islanda e la 
Turchia, mentre i potenziali candidati sono al momento l‟Albania, la Bosnia 
Herzegovina, la Serbia e il Kosovo
7
.  
Appare evidente come il nome della Turchia figuri ormai da diversi anni nell‟elenco 
dei “paesi candidati”, senza essere ancora riuscito ad ottenere l‟annessione nella 
grande famiglia europea ma, anzi, vedendosi scavalcato da paesi come la Romania e 
la Bulgaria che hanno portato a termine il loro iter di adesione in tempi relativamente 
brevi se paragonati ai negoziati che vedono coinvolto, ancora oggi, il Paese della 
mezza luna. Nel proseguo del lavoro si svilupperà questo complesso tema cercando 
di capire quali sono effettivamente le prospettive di Ankara e le sue concrete 
possibilità di ottenere l‟adesione. Fino ad oggi l‟ultima e fondamentale tappa nel 
cammino della costruzione di un‟Europa realmente unita è stato il Trattato di 
Lisbona, entrato in vigore nel 2009. L‟obiettivo era quello di rendere l‟Unione 
Europea più efficiente e trasparente, in grado di rispondere in modo efficace alle 
sfide del mondo di oggi: per affrontare temi quali la globalizzazione, i cambiamenti 
climatici, l‟evoluzione demografica, la sicurezza e l‟energia. 
 
1.2  Il procedimento di adesione all‟UE 
Prima di concretizzarsi in un vero e proprio progetto politico, l‟idea di un‟Europa 
unita era solo un sogno nelle menti di alcuni filosofi e pensatori. Questa romantica 
visione venne poi bruscamente smentita dalle atroci guerre che sconvolsero il 
                                                             
7
 European Commission: Enlargement, dal sito ec.europa.eu, al link:    
http://ec.europa.eu/enlargement/candidate-countries/index_en.htm
12 
 
vecchio continente nella prima metà del „900. Bisogna aspettare la fine della seconda 
guerra mondiale per vedere nascere una nuova speranza; alcuni degli uomini che 
avevano combattuto i regimi dittatoriali sono ora decisi a superare gli odi e gli 
antagonismi nazionali e a porre le basi per una pace duratura e un sentimento di 
fratellanza e collaborazione fra i vari Stati europei. «Fra il 1945 e il 1950 statisti 
coraggiosi come Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide de Gasperi e Winston 
Churchill si impegnano a guidare i popoli dell‟Europa occidentale verso una nuova 
era, un‟era caratterizzata dalla creazione di nuove strutture, basate su interessi 
comuni e fondate su trattati destinati a garantire il rispetto delle leggi e l‟uguaglianza 
fra le nazioni»
8
. 
Dopo la caduta del muro di Berlino, l‟Unione europea ha favorito la riunificazione 
della Germania e, successivamente al crollo dell‟Unione sovietica nel 1991, gli ex 
paesi comunisti dell‟Europa orientale e centrale intraprendono il loro processo di 
graduale integrazione nella grande famiglia democratica europea. L‟Unione europea 
era, fin dalla sua nascita, destinata a crescere; essa è aperta a tutti i paesi democratici 
europei in grado di affrontare le sfide economiche dell‟adesione e di attuarne le 
norme. 
Il processo politico ed economico che costituisce l‟integrazione europea è aperto a 
tutti i paesi d‟Europa disposti ad aderire ai trattati istitutivi e a recepire l‟intero 
acquis comunitario. A norma dell‟articolo 237 del trattato di Roma, ogni Stato 
europeo può domandare di diventare membro della Comunità
9
.  
L‟Unione europea, costituita da sei Stati membri all‟epoca della sua fondazione, nel 
1957, ne conta attualmente ventisette a seguito di cinque allargamenti che si sono 
susseguiti negli anni. Solo in occasione del quinto però, di portata senza precedenti, 
avvenuto in due riprese nel 2004 e nel 2007 per accogliere dodici nuovi Stati 
membri, si sono definiti i contorni di una politica di allargamento propriamente detta 
riunendo, da un lato, i paesi candidati all‟adesione e dall‟altro i potenziali candidati 
dei Balcani occidentali, che vengono inquadrati in un processo di stabilizzazione e 
                                                             
8
 P.  Fontaine, L’Europa in 12 lezioni, dal sito europa.eu, al link:   
http://europa.eu/abc/12lessons/lesson_1/index_it.htm 
9
Cfr. R.  Adam, A.  Tizzano, Lineamenti di diritto dell’Unione europea, Giapichelli, Torino 2010.
13 
 
associazione. Mentre il processo di allargamento ha lo scopo di preparare i paesi 
candidati ad assumere i propri obblighi di Stati membri all‟atto dell‟adesione, il 
processo di stabilizzazione e associazione è invece volto a ravvicinare gradualmente i 
potenziali paesi candidati all‟Unione. Possiamo quindi dire che l‟allargamento è 
fondato su tre momenti: la strategia di pre-adesione, le negoziazioni di adesione e lo 
sviluppo di una strategia di comunicazione. Per poter aderire all‟Unione europea, lo 
Stato richiedente deve rispettare i principi sanciti dal Trattato sull‟Unione europea 
(TUE), comuni agli stati membri e sui quali si fonda l‟UE: la libertà, la democrazia, 
il rispetto dei diritti dell‟uomo e delle libertà fondamentali e lo stato di diritto. 
 A norma dell‟articolo 49 del TUE, ogni paese europeo che desideri aderire all‟UE 
presenta la propria candidatura al Consiglio. Prima di prendere la propria decisione, 
questo deve consultare la Commissione e chiedere un parere conforme al Parlamento 
europeo, che si pronuncia a maggioranza assoluta dei membri che lo compongono. Il 
Consiglio, a questo punto, decide all‟unanimità. Una volta riconosciuto lo status di 
paese candidato al paese richiedente, ciò non contribuisce ad aprire necessariamente 
delle trattative immediate in vista dell‟adesione; per avviare i negoziati veri e propri 
devono essere rispettate determinate condizioni. I negoziati di adesione con altri 
Paesi candidati consistono in Conferenze intergovernative bilaterali (Unione 
europea/Paese richiedente) e incominciano quando essi registrano i requisiti o 
progressi soddisfacenti in termini di conformità a determinati criteri. In particolare, 
per entrare a far parte dell‟Unione, essi devono soddisfare le condizioni politiche ed 
economiche note come “criteri di Copenaghen”: nel 1993 il Consiglio europeo, 
riunitosi a Copenaghen, ha fissato dei criteri generali per poter aderire all‟UE 
(completati durante il Consiglio europeo di Madrid nel 1995) che si possono 
schematizzare in questo modo:   
 Criterio politico: stabilità delle istituzioni a garanzia della democrazia, delle 
leggi e dei diritti umani, rispetto e protezione delle minoranze, tutela delle 
libertà che tipicamente stanno a fondamento di tutte le democrazie come 
libertà di espressione, di associazione, diritto di partecipazione politica, etc.
14 
 
 Criterio economico: l‟esistenza di una consolidata economia di mercato e 
della capacità di operare in un ambiente competitivo all‟interno dell‟UE; 
 Criterio dell’“acquis comunitario”: Il rispetto degli obblighi richiesti per 
aderire all‟UE, compresi quelli nell‟ambito dell‟unione politica, sociale e 
monetaria. Per poter essere considerato idoneo un Paese candidato deve 
dunque accettare e recepire nel proprio ordinamento tutto quell‟insieme di 
fattispecie giuridiche che fanno parte del sistema europeo e che ne 
rispecchiano anche i valori morali e culturali. 
Affinchè il Consiglio europeo possa decidere di aprire i negoziati, deve risultare 
rispettato il criterio politico
10
.  
La capacità di assorbimento dell‟UE rappresenta un altro elemento fondamentale per 
ogni nuovo allargamento. In virtù di tale capacità, l‟ampliamento dell‟Unione deve 
essere in grado di approfondire l‟integrazione attraverso istituzioni e politiche che 
funzionano, per essere in grado di accogliere nuovi membri. Questi ultimi devono, da 
parte loro, essere ben preparati alla nuova condizione di Stato membro; affinché il 
processo di integrazione si concluda positivamente, l‟UE ha bisogno dell‟appoggio 
dell‟opinione pubblica degli Stati membri e dei Paesi candidati. Una volta che i Paesi 
aventi i requisiti di Paese candidato soddisfano tali criteri, si possono avviare le 
trattative di adesione. Il Consiglio europeo decide sull‟opportunità di aprire le 
trattative sulla base del parere della Commissione. 
Nel momento in cui vengono avviate le trattative di adesione, che costituiscono la 
base del processo di adesione, entra in gioco l’acquis comunitario, ovvero l‟intero 
corpo di leggi, politiche e pratiche che nel tempo si sono susseguite e modificate 
all‟interno dell‟UE. Si tratta della piattaforma comune di diritti ed obblighi che si 
sono sviluppati nel corso del processo che ha dato vita all‟Unione Europea e che, 
pertanto, vincolano gli Stati membri. Infatti, per aderire ai Trattati, agli obblighi 
legali e alle politiche adottate, viene richiesto ai Paesi aderenti di adottare tutte le 
misure necessarie ad assicurare la loro applicazione e di riconoscere la supremazia 
                                                             
10
 Dal sito obiettivoeuropa.it, al link: 
 http://www.obiettivoeuropa.it/glossario_termine.asp?id=344