6
CAPITOLO 1. LA SCLEROSI MULTIPLA
1.1 Aspetti generali ed epidemiologici
La sclerosi multipla (SM) è una patologia infiammatoria cronica che, nella sua forma più
tipica, è caratterizzata da lesioni disseminate nella sostanza bianca del sistema nervoso
centrale
1
.
Può manifestarsi in persone di qualsiasi età e condizione, ma è più frequente nelle donne (il
doppio dei casi rispetto agli uomini).
Inizia prevalentemente in età giovanile, tra i 20 e i 40 anni, il periodo della vita più ricco di
progetti per il futuro, anche se esistono casi in età successiva e casi di sclerosi multipla
pediatrica, più raramente in bambini sotto i 10 anni (Figura 1)
Charcot ne delineava nel 1868 già gli aspetti clinici e neuropatologici, quali le multiple aree di
demielinizzazione sparse nel SNC, con predilezione per le vie lunghe e la sostanza bianca
periventricolare, midollo spinale, nervi ottici, tronco cerebrale e cervelletto. Tali aree sono
dette placche e sono presenti a vari gradi di evoluzione (la SM è anche detta “sclerosi a
placche”).
1
Lenzi G., Di Piero V., Padovani A., 2013.
Figura 1 Bilancio sociale 2013. SM nel mondo
7
Il decorso di questa malattia è imprevedibile, ma più spesso si caratterizza per ricorrenti
episodi di sofferenza del SNC che tendono in un primo momento alla regressione spontanea,
ma che con il passare del tempo sono responsabili dell’insorgenza di danni non più reversibili.
Dopo anni la malattia assume tipicamente un andamento progressivo, senza o quasi
esacerbazioni.
Si tratta di una patologia autoimmunitaria, come oggi ampiamente dimostrato, di una patologia
cioè in cui il sistema immunitario attacca l’organismo e nello specifico la mielina del SNC. Il
meccanismo autoimmunitario è secondario a una risposta dell’organismo a un evento “trigger”
(verosimilmente un virus) che determina il riconoscimento di antigeni mielinici da parte dei
linfociti T, in individui predisposti allo sviluppo della patologia
2
La prevalenza della malattia non è uniforme, poiché è diffusa tra le popolazioni europee e
nordamericane, mentre è rara nelle popolazioni asiatiche e africane. Una cosa importante è che
il rischio di malattia aumenta con la latitudine, essendo maggiore nei paesi più freddi lontani
dall’equatore(100-200/100.000) e minore nei paesi caldi (5/100.000). Esistono eccezioni come
la Sicilia o la Sardegna, dove la frequenza è incredibilmente alta
3
1.2 Cause della Sclerosi multipla e aspetti fisiopatologici
Benché la causa della SM non sia ancora del tutto chiarita numerose evidenza suggeriscono che
si tratta di una malattia autoimmune alla cui insorgenza concorrono alcuni fattori.
Oggi si ritiene che la SM sia il risultato dell’azione di un agente ambientale (un virus nella
maggior parte dei casi) che scatena una condizione latente in soggetti predisposti, ma con una
aggressività diversa a seconda di molti fattori, come il clima dell’ambiente (la SM è diffusa nei
paesi più freddi).
Esistono molte evidenze scientifiche che dimostrano che i fattori genetici possono avere un
ruolo importante nell’aumentare il rischio di sviluppare la SM. Numerosi studi hanno infatti
evidenziato che i parenti di primo grado di persone affette da SM hanno un rischio 20 volte
maggiore di sviluppare la malattia rispetto alla popolazione generale. Inoltre i gemelli
monozigoti (gemelli identici) di persone affette da SM hanno un rischio globale del 40% di
sviluppare la malattia, mentre i gemelli dizigoti (gemelli diversi) hanno un rischio pari al 4%,
2
Favale E., Loeb C., 2003.
3
Bergamini.
8
simile a quello della popolazione dei fratelli di controllo. Questa suscettibilità alla malattia
potrebbe essere collegata a una costituzione genica particolare, che favorirebbe una risposta
immunitaria non adeguata e non protettiva, nelle persone a rischio.
Anche fattori esterni, come le infezioni, soprattutto virali, sono stati chiamati in causa come
scatenanti l’insorgenza della malattia, in base al fatto che possono modificare la risposta
immunitaria in soggetti predisposti. Le infezioni possono avere un effetto sfavorevole anche
sul decorso della malattia, aggravando i sintomi già presenti o favorendo una nuova
riacutizzazione.
L’aumento della temperatura corporea che si determina durante le infezioni può inoltre
disturbare la trasmissione degli impulsi nelle fibre nervose già lesionate e avere quindi un
effetto aggravante sui movimenti, con un aumento della debolezza.
Alcuni dati, non ancora confermati unanimemente, hanno evidenziato come il tipo e la quantità
di grassi presenti nell’alimentazione possano alterare la formazione della mielina nella sostanza
nervosa. In particolare in Norvegia è stato notato che negli agricoltori, che hanno
un’alimentazione particolarmente ricca di grassi animali (ad esempio il burro), si ha una
maggiore incidenza di SM rispetto ai pescatori. E’ stato anche osservato che una dieta basata su
grassi di origine vegetale (ad esempio olio d’oliva) a cui venga aggiunto acido linoleico, è in
grado di ridurre moderatamente il numero delle riacutizzazioni della malattia.
Nonostante le numerose ricerche effettuate, non c’è ancora nessuna certezza sulle cause della
SM. Tuttavia, attualmente gli studiosi che si occupano di SM ritengono che alla base della
malattia vi sia un’alterazione del sistema immunitario. Nel nostro organismo il sistema
immunitario si occupa di si occupa di riconoscere le proprie cellule da quelle estranee,
difendendo la propria “unicità” e attaccando, per questo motivo, tutte le cellule che non
riconoscono come appartenenti al proprio organismo. Nel caso della SM è come se
l’organismo, non riconoscendo più la propria mielina, la considerasse come una sostanza
estranea a combattere e dalla quale difendersi (malattia autoimmunitaria).
Il ruolo dei meccanismi immunitari è supportato da diverse evidenze, tra cui il riscontro di
cellule infiammatorie nelle placche attive (quelle di recente insorgenza), soprattutto di linfociti
T helper, e la correlazione con alcuni antigeni del sistema maggiore di istocompatibilità
(MHC). Il ruolo di questo sistema rende ragione anche di una importante componente genetica
9
nella patogenesi di questa malattia, come si evince anche dal fatto che la malattia ha frequenza
10 volte maggiore tra i gemelli monozigoti rispetto a quelli dizigoti.
I mediatori chiave della patologia sarebbero i linfociti T attivati in periferia dall’agente
infettivo. Sembrerebbe che a questo punto il principale antigene contro cui si scatenerebbe la
reazione immunitaria sia la proteina basica della mielina (MBP). Affinché possa avvenire il
processo è necessario che questi linfociti T attraversino la barriera emato-encefalica
4
.
Il processo di demielinizzazione, distruzione cioè degli oligodendrociti, non è dovuto
all’azione citolitica diretta dei linfociti CD4 o CD8 ma all’azione dei macrofagi, che sono in
grado di produrre citochine capaci di determinare un danno diretto sulla mielina. I macrofagi
inoltre mediano la fagocitosi delle cellule della mielina, grazie soprattutto alla mediazione di
anticorpi anti-mielina, la cui presenza è stata dimostrata nei pazienti con SM
5
.
La malattia interessa primariamente la sostanzia bianca dell’encefalo, del midollo spinale e dei
nervi ottici. Si possono osservare sin dagli stadi iniziali di malattia anche fenomeni di atrofia
cerebrale e midollare.
La SM è caratterizzata dalla presenza di numerose aree di demielinizzazione (“placche”), a
localizzazione prevalentemente perivenulare (vicino i vasi venosi), disseminate nel contesto
della sostanza bianca del SNC. Le placche sono preferenzialmente distribuite a livello dei
ventricoli laterali e del pavimento del quarto ventricolo, ma il midollo spinale, il tronco
cerebrale e i nervi cranici non sono risparmiati. Sebbene le placche interessino soprattutto la
sostanza bianca, la sostanza grigia è spesso coinvolta. Le placche di vecchia data appaiono
grigiastre, sclerotiche e ben delimitate, mentre quelle recenti appaiono soffici e caratterizzate
da un colorito più roseo della sostanza bianca circostante.
Microscopicamente la placca è caratterizzata dalla presenza di cellule infiammatorie, danno
mielinico e rarefazione assonale, alterazioni peraltro non distribuite uniformemente. L’aspetto
istologico infatti varia in base all’epoca dell’instaurazione del danno e si hanno infatti placche
“attive” o “precoci” (caratterizzate da un ricco infiltrato infiammatorio), placche “inattive” (di
lunga data, in cui prevale la gliosi fibrillare) e placche “ombra” (caratterizzate da un parziale
tentativo di rimielinizzazione)
6
.
La mielina è formata da concentrici avvolgimenti della membrana plasmatica degli
oligodendrociti attorno all’assone e ha la funzione di isolare l’impulso nervoso che si propaga
rapidamente lungo l’assone.
4
Lenzi G., Di Piero V., Padovani A,. 2013.
5
Romagnani S.,Emmi L., Almerigogna F., 2000.
6
Lenzi G., Di Piero V., Padovani A,. 2013.