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Il fenomeno della pedofilia ha raggiunto grandi dimensioni
anche su internet.
La nuova rete di comunicazione telematica è sempre più presa
di mira da personaggi loschi che visitano le pagine web come se
stessero sfogliando cataloghi ricchi di foto, video e merce da
scambiare.
Tanti sono gli uomini che lasciano l’Italia per raggiungere il
Brasile, Cuba e altre mete del turismo sessuale dove possono
agire liberamente, senza paura di essere riconosciuti, dove
approfittano della fame e della miseria dei popoli per
raggiungere i loro scopi immorali. Fenomeni che oggi, grazie ai
mass media, sono emersi in tutto il loro squallore e che hanno
portato alla luce le tristi realtà di tanti bambini rubati ai loro
giochi, alla loro spensieratezza e che purtroppo resteranno
segnati per tutta la vita. A deluderli a volte è un genitore, un
amico della porta accanto, un insegnante, un sacerdote. Figure
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che per il bambino sono importanti, degne di fiducia. Difficile
confessare tutto.
Spesso minacciati, i bambini subiscono per anni. La cronaca ci
racconta di ragazzi che fino all’età adulta sopportano molestie,
violenze sessuali. E purtroppo tanti stupratori di oggi sono
state a loro volta vittime delle violenze del passato.
La famiglia, ma anche le istituzioni, la scuola, hanno il compito
di seguire i bambini vittime di violenza, affinché possano
recuperare quei valori perduti, rubati, calpestati.
È anche molto importante assicurare alla giustizia i
responsabili degli insani gesti commessi, scoprire dove nasce la
devianza sessuale, sconfiggere la rete capillare di commercio
pornografico, fatto di film, foto, dove i protagonisti sono ignari
bambini, a volte nemmeno consapevoli della terribile violenza a
cui sono sottoposti.
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Un impegno collettivo per proteggere i valori dell’essere
umano, per ridare dignità al nostro mando, ormai devastato da
chi non ha coscienza del suo futuro e di quello degli altri.
La pedofilia viene considerata da molti come forma di devianza.
Ma, che significato ha il termine devianza?
È formata da una serie di atteggiamenti o comportamenti di
uno o più individui, che differisce dai modelli comunemente
accettati da una collettività. La devianza costituisce una
violazione più o meno grave di norme sociali e spesso è
testimonianza di un disagio o di un conflitto. Manifestazioni
di devianza che hanno avuto una particolare risonanza in
Occidente sono ad esempio quelle relative ai movimenti di
protesta degli anni Sessanta: abbigliamento eccentrico, capelli
lunghi, vita comunitaria, uso di sostanze stupefacenti ecc. Alla
fine del XX secolo la devianza è stata legata soprattutto al
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fenomeno della criminalità organizzata e agli effetti della crisi
economica e dell’urbanizzazione.
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La devianza si può manifestare anche con azioni molto gravi,
fino ad arrivare a veri e propri reati o crimini. Per il suo
potenziale "eversivo" nei confronti della propria identità
culturale e dell'organizzazione della vita sociale, una comunità
si difende dalla devianza ricorrendo a forme di controllo e a
sanzioni più o meno severe.
La devianza è uno degli effetti più studiati dell'anomia,
termine che per Emile Durkheim indica la mancanza di norme
sociali dovuta ai mutamenti nella divisione del lavoro in
seguito al passaggio dall'economia agricola alla società
industriale. Le teorie della devianza costituiscono un tema
fondamentale nella riflessione sociologica; contributi molto
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Microsoft® Encarta® Enciclopedia Plus 2002. © 1993-2001 Microsoft
Corporation.
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importanti in tal senso si devono, tra gli altri, a Robert Merton
ed Erwing Goffman.
Essendo le norme sociali strettamente legate allo sviluppo di
una cultura, lo stesso fenomeno può essere considerato
anomalo e quindi deviante presso una comunità o una
popolazione e normale presso altre. La poligamia, ad esempio, è
condannata in molti paesi, ma è stata storicamente praticata
presso numerosi popoli ed è ancora lecita per diverse culture.
Alcuni fenomeni possono essere condannati o accettati
nell’ambito della stessa cultura; è il caso dell’omosessualità,
che in alcuni paesi occidentali, pur essendo generalmente
stigmatizzata, è nello stesso tempo tollerata da ampie parti
della società e riconosciuta anche sul piano legislativo.
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Microsoft® Encarta® Enciclopedia Plus 2002. © 1993-2001 Microsoft
Corporation. Tutti i diritti riservati. “Norme e devianza”
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INTRODUZIONE
"NON TOCCATEMI,
NON VOGLIO ESSERE SFIORATA"
Grida per quasi due ore di seguito, terrorizzata. Sul
passaporto, sequestrato a Fiumicino al cambogiano accusato di
essere un trafficante di bambini, c'è scritto che lei ha dodici
anni ma al dottor Danilo Celleno, dell'ospedale "Fate bene
fratelli", e a Patrizia Forleo, ginecologa, basta un'occhiata per
capire che quella ragazzina asiatica è un po' più grande. Bruna
e spettinata,è lei che all'aereoporto ha gridato: "QUELL’UOMO
NON È MIO PADRE!". E' lei che ha salvato gli altri tre."J'ai
peur", "ho paura", piagnucola il bambino più piccolo e scappa
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più veloce di un gatto.Nessuno riesce ad avvicinare quei
quattro ragazzini ora affidati alle cure di un istituto fuori
Roma. Sono sotto shock e se è una cosa che non vogliono sono
le carezze.
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Questo non è un racconto di fantasia, ma è un fatto
accaduto realmente. La violenza contro i "deboli",
compresi i bambini o gli adolescenti, è un male diffuso e
profondo. Non solo in quelle culture in cui si torturano le
bambine con l'infibulazione o altre ignobili pratiche che
nessun costume, tradizione o religione può giustificare;o
si stroncano a bastonate i bambini per renderli deformi e
mandarli a mendicare. Ma anche in paesi come l'Italia,
dove accadono cose mostruose nelle scuole, negli oratori,
negli asili...e nelle famiglie. Non solo, come si sa da
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In www.larepubblica.it editoriale del 3 dicembre 1996
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sempre(ma si tende a tacere), in quelle isolate e arretrate
culture contadine in cui padri, fratelli, zii o cognati
abusano di ragazze adolescenti con la silenziosa
complicità delle madri, ma anche nelle città, anche nei
ceti sociali in cui non manca il benessere e non dovrebbe
mancare un buon livello di cultura. Uno tra gli esempi
più diffusi ed eclatanti è la pedofilia. Nel nostro mondo
la pedofilia è un tabù. Un tabù- semplificando -è un
divieto di ordine morale, che è tanto più severo quanto
più forte è l'impulso a violarlo. Dal momento che la
pedofilia è un tabù, e quindi suscita riprovazione sociale,
i pedofili tendono a nascondersi, a costituirsi in "società
segrete"e a comunicare in codice o attraverso canali
riservati.
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Ma chi è un pedofilo?
Un pedofilo è molto spesso una persona che soffre, in
altri casi è un individuo che, per la sua condizione
sociale e culturale, non sa reagire ai propri impulsi.
Essere pedofilo non è in sè (o non dovrebbe essere in uno
stato di diritto) un reato: il pedofilo, come qualsiasi altro
individuo incline ad atti socialmente disapprovati,
commette reato quando danneggia un'altra persona, è
dunque corretto qualificare come reato ogni atto sessuale
rivolto verso un minore, anche perchè la vittima che
subisce la violenza, nella maggior parte dei casi, non ha
la capacità di reagire e denunciare il reato stesso. Spesso
infatti la vittima è troppo piccola per tradurre in poche
parole l'accaduto, altre volte è costretta dall'abusante
stesso a tenerlo segreto, o si chiude nel silenzio perché si
sente colpevole del fatto. In effetti il bambino o
l'adolescente deve fare uno sforzo molto intenso per
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vincere la tendenza a tacere un'esperienza di cui si
vergogna e di cui si sente in parte responsabile al di là di
ogni elemento reale. Il bambino vittima di
maltrattamento mostra spesso una sintomotologia
composita, aspecifica, che pur, non costituendo una
prova certa che vi sia stato un abuso ai suoi danni,
certamente può costituire un segnale d'allarme per la
famiglia:
ξ riduzione dell'autostima
ξ difficoltà ad amare o dipendere dagli altri
ξ comportamenti aggressivi distruttivi
ξ comportamenti di ritiro
ξ paura di intraprendere nuove relazioni o attività
ξ fallimenti scolastici o cadute del rendimento
ξ abuso di alcool o droga
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Più in particolare il bambino sessualmente abusato può
mostrare:
ξ interesse inusuale verso questioni sessuali
ξ disturbi del sonno, incubi, terrore notturno
ξ ansia, depressione e comportamenti di
isolamento
ξ comportamenti seduttivi nei confronti degli
adulti
ξ sentimenti relativi al proprio corpo vissuto come
sporco o danneggiato
ξ contenuti sessuali o aspetti dell'abuso
rappresentati in giochi, disegni o fantasie
ξ condotte delinquenziali o fughe
ξ comportamenti da suicidio.
Un altro esempio di violenza sui minori è il loro
sfruttamento sessuale a scopo di lucro. Il losco trafficante
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di bambini non dovrebbe essere confuso con il pedofilo,
ma purtroppo il colpevole dei mezzi di informazione
non aiuta la collettività a comprendere i termini del
problema e le sue reali implicazioni
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In http://www.liceo-vallisneri.lu.it/pace/Minori/Pedo.htm