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Aurora: sfide, opportunità e criticità di un quartiere gentrificato

Aurora è un quartiere situato a nord della città di Torino: è particolarmente ricco di storia e di sfaccettature, un perfetto caso di studi in quanto attualmente esposto a forti processi gentrificativi che però attecchiscono in maniera settoriale e peculiare rispetto ad altre aree cittadine interessate da dinamiche analoghe. Si tratta di un posto tanto vicino geograficamente parlando al centro cittadino, quanto distante nell’immaginario collettivo di parte della popolazione che lo abita. Storicamente parlando ospita due luoghi cardine della vita dei torinesi: il mercato di Porta Palazzo, in cui tanti abitanti del capoluogo sabaudo si recano ogni sabato a fare la spesa di beni di primo consumo ed il Balon, specializzato nella rivendita dell’usato.
Oltre alla varietà delle proposte offerte, in questi due mercati la composizione sociale è ampissima ed eterogenea: si passa dagli avventori, provenienti da tutte le zone della città, ai residenti, agli ambulanti, per un totale incalcolabile di provenienze e rappresentanze. Vengono così a contatto persone dal trascorso e presente differente l’uno dall’altro, accomunate dalla presenza nel medesimo luogo. Buona parte di Aurora, negli anni, in particolar modo le parti maggiormente vicine alla limitrofa Barriera di Milano e di Piazza della Repubblica,
soprattutto in orario serale, sono state oggetto di diversi epiteti non sempre gentili da parte delle cronache locali: termini quali «Ghetto», «Fortino dello spaccio», «Cuore della malavita e delle tensioni sociali» accompagnavano ed accompagnano ogni giorno la descrizione edulcorata dell’area. All'interno dello studio è approfondito come i processi gentrificativi in Aurora si collocano in modo più ampio nei cambiamenti interni all'immagine della città di Torino voluti dalle esigenze del mercato nazionale e non, che vede protagonisti colossi multinazionali quali Lavazza ed Intesa Sanpaolo. Si propone, come alternativa allo snaturare il quartiere nel suo tessuto sia urbanistico sia sociale, l'investimento sull'educazione dal basso attraverso associazioni locali operative nel no profit, processo tanto auspicato quanto spesso ostacolato proprio dagli enti finanziatori che si prodigano nei loro intenti filantropici spesso rimanenti prettamente nelle progettazioni su carta.

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3 Introduzione Il lavoro proposto è frutto di un periodo di ricerca partito nel febbraio del 2022, in seguito alla frequenza dei corsi proposti dall’Università degli studi di Bologna e dal mio indirizzo di studi. Sono stati particolarmente illuminanti e di ispirazione antropologia politica, antropologia del corpo e della malattia, geografia urbana e geografia umana. Proprio su queste due ultime discipline è ricaduta la mia scelta in merito alla scrittura della tesi finale, in quanto accademicamente e personalmente interessata all’ambito dell’etnografia urbana. Ho scelto nello specifico però di parlare di un contesto a me familiare, in quanto biograficamente e professionalmente vicino. Aurora è un quartiere situato a nord della città di Torino: è particolarmente ricco di storia e di sfaccettature, un perfetto caso di studi in quanto attualmente esposto a forti processi gentrificativi che però attecchiscono in maniera settoriale e peculiare rispetto ad altre aree cittadine interessate da dinamiche analoghe. Si tratta di un posto tanto vicino geograficamente parlando al centro cittadino, quanto distante nell’immaginario collettivo di parte della popolazione che lo abita. Storicamente parlando ospita due luoghi cardine della vita dei torinesi: il mercato di Porta Palazzo, in cui tanti abitanti del capoluogo sabaudo si recano ogni sabato a fare la spesa di beni di primo consumo ed il Balon, specializzato nella rivendita dell’usato ed in cui si può trovare di tutto, dai vecchi giocattoli all’abbigliamento, dai mobili ai libri, fino ad arrivare ai «Ciapapuer», soprammobili dal fascino più o meno discutibile ma senz’altro originali. Oltre alla varietà delle proposte offerte, in questi due mercati la composizione sociale è ampissima ed eterogenea: si passa dagli avventori, provenienti da tutte le zone della città, ai residenti, agli ambulanti, per un totale incalcolabile di provenienze e rappresentanze. Vengono così a contatto persone dal trascorso e presente differente l’uno dall’altro, accomunate dalla presenza nel medesimo luogo. Buona parte di Aurora, negli anni, in particolar modo le parti maggiormente vicine alla limitrofa Barriera di Milano e di Piazza della Repubblica, soprattutto in orario serale, sono state oggetto di diversi epiteti non sempre gentili da parte delle cronache locali: termini quali «Ghetto», «Fortino dello spaccio», «Cuore della malavita e delle tensioni sociali» accompagnavano ed accompagnano ogni giorno la descrizione edulcorata dell’area. Non è mia intenzione in questa sede sminuire o fingere che non esistano delle problematiche tangibili; nello stesso tempo trovo decisamente più importante interrogarsi sulle cause che portano a tutto ciò che viene racchiuso nell’ampio spettro della «delinquenza» piuttosto che ad una condanna diretta aprioristica o ad

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Informazioni tesi

  Autore: Maya Fiori
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Antropologia culturale ed Etnologia
  Corso: LM-1
  Relatore: Elisa Magnani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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Parole chiave

urban planning
gentrification
geografia urbana
emergenza abitativa
diritto alla città
studentification
urban revitalization
educazione territoriale
foodification
postmetropoli

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