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La città dimenticata: il quartiere Angeli e il territorio di Caltanissetta

Il fenomeno urbanistico di questo secolo, mai come oggi, ha profondamente caratterizzato l’espansione delle nostre città e la trasformazione del loro territorio, ma il nostro, è un periodo caratterizzato da profonde contraddizioni e da vari fenomeni sociali, che sovente influenzano negativamente anche i migliori propositi progettuali di sviluppo. La conseguenza diretta di queste logiche porta a considerare alcuni aspetti dell’architettura delle nostre città come qualcosa di avulso dalla storia stessa.
I concetti che accompagnano il divenire della città moderna sembrano decretare il declino inesorabile di un passato rappresentato dai centri storici, patrimonio culturale che sempre più spesso rovina sotto il peso di un dibattito culturale senza fine.
L’opera architettonica intesa come “organismo vivente”, non si può pensare di congelarla, ma allo stesso tempo non si può pensare di distruggerla quando essa non preserva più la sua destinazione d’uso.
La proposta di progetto che matura in seno a queste premesse scaturisce da un’attenta analisi delle relazioni morfologiche, storico economiche e tipologiche che regolano o hanno regolato la parte più antica della città di Caltanissetta, il “quartiere Angeli”, che prende il nome dalla omonima chiesa trecentesca che in esso sorge. L’obiettivo è quello di dare risposta alle esigenze strutturali del quartiere nell’ottica di una riorganizzazione socio-economica e culturale dell’antico borgo e al contempo definire un margine urbano frammentato ed episodico.
L’area relativa al progetto si sviluppa a cavallo della Via Angeli; attorno a piccole piazze irregolari, poste a quote differenti, si attestano edifici polivalenti che accolgono attività culturali, servizi pubblici ai piani terreni e funzioni abitative ai piani superiori. Nella parte bassa della via, una passeggiata panoramica corre su un muro e consente la vista dell’intera rocca di Pietrarossa (luogo su cui sorgeva l’omonimo castello a difesa della città e delle sue terre), che si staglia sul suggestivo scenario della campagna nissena.
In prossimità di uno sperone roccioso, giù per il Vallone della Difesa, è presente un gruppo di case rurali, delle quali si prevede il riadattamento come azienda agrituristica con particolare attenzione per le coltivazioni aromatiche d.o.c. alle quali il terreno è particolarmente adatto.
Nella parte nord occidentale dell’intervento un ampio parcheggio sotterraneo sopperisce alle difficoltà di transito veicolare, dovute principalmente alla larghezza media delle sedi stradali dell’intero quartiere, inoltre, nella parte alta del progetto è presente un centro informazioni, facilmente raggiungibile mediante i frequenti sistemi di risalita, i quali sfruttando diverse configurazioni spaziali, permettono il godimento dei punti di forza del centro storico.

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LA CITTÀ DIMENTICATA IL QUARTIERE ANGELI E IL TERRITORIO DI CALTANISSETTA 1 CALTANISSETTA E LE SUE ORIGINI Non si può stabilire una data certa sull’origine della città di Caltanissetta; gli scavi archeologici effettuati nei dintorni del centro abitato, tuttavia, testimoniano la presenza dell’uomo fin dall’età del bronzo. Sabucina, 1 infatti, rappresenta uno dei primi insediamenti del territorio in esame. Dalle diverse stratificazioni emerse a Sabucina durante le campagne di scavo, pare evidente che popolazioni locali siano venute a contatto con le civiltá greca e romana, e che ne siano state profondamente influenzate. Tra il V ed il IV secolo a.C. esisteva già un insediamento umano sulla altura di Geb el Habib (dall' arabo monte di Habib), 2 a pochi chilometri a sud dell' attuale centro cittadino. Sempre allo stesso periodo risalgono altri villaggi intorno all' odierna città ed ai piedi del castello di Pietrarossa. I luoghi sopraelevati, e spesso delimitati naturalmente da costoni a strapiombo, venivano scelti, dunque, proprio per la loro facile difesa. La condizione socio-economica del territorio, era caratterizzata da attività legate all’allevamento e all’agricoltura e ciò perdurò sino alla dominazione araba (829 d.C.) e continuò poi sino alla conquista normanna (1086). Oggetto dell’esercizio progettuale, è nel caso specifico il primitivo impianto urbano di Caltanissetta, (dal nome arabo Qal-at-nisa o castello delle donne), che coincide con 1 Posta a controllo del medio corso del Salso, fù frequentata fin dall’età del Bronzo. L’abitato indigeno del VIII- VII sec.a.C. entrò ben presto a contatto con i coloni rodio-cretesi di Gela e fù ellenizzata durante il VI sec.a.C. 2 Centro indigeno ellenizzato posto a Sud della città di Caltanissetta, domina da ovest la valle del Salso. Oltre ai resti di una poderosa cinta muraria, si trova nel luogo una necropoli scavata nella roccia risalente alla seconda metà del IV sec.a.C.

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Zizzo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1998-99
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura
  Relatore: Francesco De Simone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 34

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Parole chiave

caltanissetta
mezzogiorno d'italia
degrado urbanistico

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