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Aree interne & caso Sulcis

Il discorso Aree interne è un nodo cruciale che ancora soggiace sulle agende politiche a partire dagli anni 50’. Intervenire oggi sulle aree interne risulta particolarmente prioritario, dal momento che stiamo parlando di territori che rappresentano il 60% della superficie nazionale, dove risiede il 25% della popolazione, all’interno di 14.000 comuni.La strada dei nuovi progetti per le aree interne è stata aperto da un innovativo documento di Fabrizio Barca, attraverso lo studio di una politica per la coesione territoriale, il cui obiettivo è quello di ridurre le disparità regionali intorno a due concetti fondamentali: efficienza che sta a significare il massimo sfruttamento delle risorse, ed equità invece attiene al volere fornire una quantità di benessere economico e sociale uguali a tutta la società. L’intento fondamentale è quello di ricavare grazie a questi due concetti i limiti e le potenzialità che le aree interne presentano; grazie anche al nuovo tipo di agricoltura multifunzionale descritta dalla Nuova politica agricola comunitaria, che ruota intorno agli elementi della qualità diversificazione, e preservazione ambientale. Banco di prova del Progetto Pilota risulta essere il piano Sulcis, stipulato tra diversi enti istituzionali, il 13 Novembre 2012. L’intento del Piano è quello di arginare una serie di fenomeni, specialmente occupazionali e favorire la ripresa economica provinciale. Come vedremo importante ruolo riveste, all’interno del contesto Sulcis, Il Gal Sulcis Iglesiente, Cagliari, Medio Campidano. Carlo Trigilia definisce un’are interna, come un’area carente di servizi primari alla persona, specialmente sanitari, istruttivi e infrastrutturali. Tuttavia evidenzia anche una caratteristica positiva che è quella delle risorse culturali e ambientali presenti all’interno, che se valorizzate costituiscono importante fonte di ricchezza.Nuovo fattore di ricchezza per le aree interne rappresenta il prospetto dell’agricoltura multifunzionale che risulta essere l’unica via percorribile per le imprese al fine di poter competere sui mercati mondiali dovendo affrontare i propositi dei bassi costi di manodopera e di produzione. Essa è incentrata sulla qualità e specificità dei prodotti, la complementarietà del settore agricole con attività no Food e costituisce un forte elemento di preservazione ambientale. La provincia del Sulcis Iglesiente è un territorio che è investito da problemi tipici delle aree interne, quali denatalità crescente, immigrazione della popolazione più giovane, disgregamento dei tessuti produttivi locali, abbandono del settore agricolo, alto tasso di disoccupazione che si aggira intorno al 15%, con un pesantissimo ricorso alla cassa integrazione guadagni. Al fine di porre una soluzione è stato studiato il “Piano Sulcis” dove è stato siglato l’accordo il 13 Novembre 2012 di concerto tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero della Coesione Territoriale, regione autonoma della Sardegna e provincia del Sulcis Iglesiente. Il Piano Sulcis può essere considerato il primo vero e proprio banco di prova del Progetto pilota del 2011. Progetti prospettati nel Piano riguardano:salvaguardia del tessuto produttivo locale, realizzazione di un centro d’eccellenza per il carbone pulito,potenziamento infrastrutturale, bonifiche dei territori altamente inquinati al fine di poter realizzare nuove attività, La creazione di una filiera dell’energia pulita,potenziamento della filiera turistica e della filiera agro-alimentare. Fortemente importante è stata la presenza del Gal Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari, che si è candidato durante l’iniziativa LEADER comunitaria tramite procedura a bando per la realizzazione del piano di sviluppo locale 2007-2013. Esso prevedeva la creazione di un sistema integrato rurale, che fosse in grado di collegare le potenzialità del territorio, al fine di attuare uno sviluppo condiviso e partecipato. Obiettivo del piano di sviluppo del Gal è stato quello di promuovere lo sviluppo del territorio migliorando la sua attrattività incentivando la multifunzionalità delle aziende agricole e la loro integrazione con gli altri settori produttivi, con il fine di incrementare i livelli occupazionali, favorendo anche l’inserimento di giovani e soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro, e arginare il fenomeno dello spopolamento delle aree interne a favore delle aree costiere. L’intento era in pratica quello di creare un distretto rurale, tuttavia questo è apparso da subito irrealizzabile in quanto un distretto è fortemente omogeneo tra settori produttivi, e il Sulcis presentava una forte diversificazione tra settori produttivi. In definitiva evidenziamo come solo una minima parte dei progetti del Piano Sulcis sono stati realizzati ad oggi; ovvero quello delle bonifiche. Per quanto riguarda l’operato del Gal è stato fortemente partecipativo, ma anche qui la concretezza è stato purtroppo minima.

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7 Introduzione Lo scopo di questa tesi è quello di illustrare un problema che oggi investe zone dei diversi territori italiani, ovvero il problema delle aree interne. Si tratta di territori che soffrono di diversi problemi sotto il punto di vista non solo strutturale e infrastrutturale, ma anche economico e di servizi primari al cittadino. A fronte di questi motivi la maggior parte della popolazione più giovane oggi imbocca la via dell’emigrazione, favorendo l’invecchiamento e l’abbandono del territorio, portando quindi il deperimento delle reti produttive locali. Si cercherà di tracciare un prospetto delle possibili soluzioni per arginare il fenomeno, pertanto si analizzeranno gli strumenti con i quali i vari attori -pubblici e privati- si regolamentano per risolvere il problema. Lo sviluppo di queste aree risulta oggi necessario, in quanto non può essere avviata una strategia di sviluppo nazionale che non tenga conto di questi territori. L’estromissione delle suddette aree porterebbe ad un incremento di esclusione sociale, e il conseguente abbandono delle fasce di popolazione più deboli. Questa questione, risulta oggi particolarmente importante e prioritaria per la zona del Sulcis Iglesiente, zona altamente marginale con forte mancanza di infrastrutture e servizi, fortemente gravata dalla chiusura dello storico comparto industriale di Portovesme. L’ingente polo industriale sulcitano forniva, in media, tremila posti occupazionali nel settore metallurgico. Nel 2011, con diversi interventi orientati alle bonifiche delle zone altamente sfruttate ieri e pesantemente inquinate oggi, sono stati attivati dei piani di sviluppo e riqualificazione del territorio, diretti anche alla ripresa del comparto metallurgico in modo da frenare l’emorragia occupazionale. Si potrebbe evidenziare che il Piano Sulcis è stato il primo vero e proprio banco di prova che rientra all’interno del Progetto Pilota. La relazione si apre con una piccola descrizione del rapporto Barca nel primo capitolo, un innovativo documento redatto da Fabrizio Barca, che propone una nuova politica di coesione socio-economica, che si faccia protagonista del superamento delle disparità regionali. Il secondo paragrafo presenta una definizione di aree interne, evidenziando tutte le potenzialità e i limiti che queste presentano. Tiene in considerazione le prospettive di crescita possibili, mettendo in risalto il nuovo concetto di agricoltura multifunzionale, coerente con gli obiettivi posti dalla nuova politica agricola comunitaria (Pac2014-2020). Si conclude il primo capitolo mettendo in evidenza un problema che oggi investe molte città italiane, in particolare del Mezzogiorno, dove sono presenti delle risorse che solo se riconosciute potranno essere attivate e costituiranno importante fattore di ricchezza per la rinascita economica. Il secondo capitolo si apre con un breve excursus sullo sviluppo rurale in Europa a partire dagli anni Settanta ad oggi, mostrando i cambiamenti avvenuti negli ultimi quarant’anni. Nel secondo paragrafo viene illustrato il concetto di governance dopo il rapporto Barca. Proseguendo nella lettura verrà offerta una descrizione dell’iniziativa LEADER Comunitaria e le tre stagioni che la Sardegna ha attraversato, riportando qualche esempio dei progetti regionali attuati. Nel terzo paragrafo vengono evidenziati gli obiettivi della strategia nazionale delle aree interne, stipulata il 9 Dicembre

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Serra
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze dell'amministrazione
  Relatore: Benedetto Meloni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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Parole chiave

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sviluppo economico
agricoltura multifunzionale
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piano sulcis
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aree interne
fabio serra piano sulcis
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rapporto barca

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