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La ripercussione della crisi economica sui bilanci degli Istituti di Credito

L'Italia nella crisi internazionale

Come si può desumere dal paragrafo precedente, le caratteristiche del sistema bancario italiano hanno allontanato nei primi tempi la crisi. I primi effetti infatti si sono imbattuti sulla economia reale il Pil nel 2008 era diminuito dell’ 1,2%, e proprio da questo anno la macchina Italia non è stata più in grado di crescere; nel 2009, infatti, si assiste ad una caduta drammatica, - 5,5 %, seguita nel 2010 da una modesta crescita del 1,7 %. In questo periodo il Paese ha alternato periodi di stagnazione a veri periodi di profonda recessione, un ulteriore aggravante è quello rappresentato dal fatto che l’economia italiana non era stata al passo degli altri Paesi negli anni precedenti la crisi.

Nel settore privato l’indebitamento era inferiore rispetto agli altri principali Paesi. Le aziende non finanziarie avevano un rapporto fra debiti e prodotto pari al 75 %, circa 12 punti percentuali in meno rispetto la media europea; per le famiglie i debiti rappresentavano il 49 % del reddito disponibile contro il 90 % rilevato nell’ area euro. Nonostante i dati positivi citati il sistema Italia non ha fornito una risposta positiva simile a quella degli altri Paesi dell’ Europa: l’economia italiana era già, a partire dai primi anni 2000, in una profonda crisi strutturale dovuta dall’ingente debito pubblico che si rifletteva nella crescente pressione fiscale che, come si evidenzia nel grafico, è tra le più alte in Europa. La pressione sulle PMI si rivela ancora più alta ed arriva a toccare il 68,3% nel 2013, (total tax rate), l’incidenza tra oneri fiscali e contributivi sugli utili delle piccole medie imprese, una percentuale altissima se si considera che il grande tessuto dell’ imprenditoria italiana è composto da PMI; se poi si confronta questo dato con i principali paesi mondiali, la Francia si attesta al 65,7% gli Usa al 46,7% la Gran Bretagna al 35,8% ne consegue che l’economia reale italiana rappresenta il fanalino di coda nella classifica europea.

Da una classifica redatta da Impresa e Lavoro Centro Studi, che confrontano le nazioni europee in termini di libertà fiscale vediamo nel 2016 che l’Italia è ultima nella classifica dopo nazioni come la Bulgaria, Lituania, Slovacchia, Cipro, Slovenia. Mostrano che in alcuni casi, meno il Paese è industrializzato e maggiore è la libertà fiscale. La percezione in Italia, comunque, è quella che il fisco esercita, una eccessiva pressione; nel 2017 abbiamo assistito ad un recupero record dell’evasione fiscale pari ad oltre 20 miliardi di euro, con aumento del 5,8% rispetto al 2016. “ I numeri ci dimostrano che non è vero che un fisco più vicino ai contribuenti è un fisco più debole con gli evasori fiscali…” Il premier Gentiloni, ovviamente, fa proclami politici ed elettorali, ma da una dichiarazione del Ministro dell’ Economia P.C. Padoan riusciamo a trarre indicazioni maggiori.“ Lo trovo un quadro incoraggiante, la riscossione è in crescita. Non è un fenomeno una tantum, ma strutturale. Questo permette di guardare con maggiore fiducia al futuro…”. Per il ministro, l’area di «maggiore criticità» nel contrasto all’evasione rimane quella relativa all’Iva: “Si tratta di un processo che richiede tempo, ma di anno in anno stiamo facendo passi in avanti…”. Probabilmente da quest’ultime parole del ministro possiamo riprendere la tematica del problemi strutturali evidenziati precedentemente, si evince, quindi, che soltanto con una netta rivisitazione strutturale del fisco si potrà far ripartire in velocità la macchina Italia: maggiori introiti per lo Stato potrebbero tramutarsi in un alleggerimento della pressione fiscale, in maggiori investimenti o nell’abbattimento del debito pubblico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La ripercussione della crisi economica sui bilanci degli Istituti di Credito

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Informazioni tesi

  Autore: Patrizio Cortesini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Costantino Formica
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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