Il fondamento del dovere contributivo e la considerazione del nucleo familiare: una prospettiva comparatistica

Si è più sopra menzionata la distinzione che, su un piano generale, è possibile effettuare tra doveri ed obblighi.A tale struttura pare così rispondere il collegamento del principio di capacità contributiva con il generale dovere di solidarietà previsto dall’articolo 2 della Costituzione. Tale collegamento, consente infatti una “felice sintesi” del dovere di solidarietà con la garanzia della persona, già riscontrabile all’interno dell’art. 53, primo comma, Cost., il quale, chiama “tutti” a concorrere alle spese pubbliche, stabilendo inoltre che ciò deve avvenire “in ragione della loro capacità contributiva”. È dunque in questi termini che, nel nostro ordinamento, l’obbligo tributario concretizza un dovere costituzionale in senso proprio, specificando e precisando il generale dovere di solidarietà stabilito dall’ art. 2 della Costituzione. Tale struttura si pone nell’ottica della percezione del valore comunitario dei doveri pubblici fra i quali rientra il dovere fiscale. In virtù del combinato disposto degli artt. 2 e 53 Cost. è infatti possibile affermare che il dovere tributario non consiste più in uno dei doveri derivanti dalla mera condizione di soggezione rispetto alla sovranità dello Stato, ma è compreso fra i doveri inderogabili di solidarietà cui, in ambito tributario, ciascun contribuente è tenuto ad adempiere in ragione della sua propria capacità contributiva. Inoltre tale connessione escluderebbe concezioni del fenomeno tributario legate ad una concezione atomistica dello Stato o ad una naturaeminentemente commutativa del rapporto fra prestazioni tributarie e compiti dello Stato. Finalità cardine delle democrazie moderne è quella di ottenere un equo contemperamento fra le istanze individuali e l’interesse generale, e, in questo senso sembra muovere, la menzione dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale, effettuata nell’art. 2 della Costituzione, in relazione alla espressa garanzia dei “diritti inviolabili dell'uomo” e delle “formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. In tal senso i doveri richiamati e incombenti sugli individui, trovano fondamento in una visione comunitaristica della convivenza nello Stato. L’enunciazione del principio solidaristico consiste così nel passo fondamentale verso il welfare state, o stato sociale, in cui lo Stato, (anche) tramite le imposte, non solo consente l’esercizio dei diritti di libertà negative come già nello Stato di diritto, ma opera attivamente anche per perseguire fini positivi di giustizia sociale, e tutela attiva dei valori cardine della società. L’affermazione di questa visione solidaristica del dovere fiscale è stata in realtà a lungo contestata nel nostro ordinamento da due orientamenti, uno giurisprudenziale e uno dottrinario. Il primo viene fatto risalire alla sentenza n. 81 del 30 dicembre 1958, nella quale la Corte Costituzionale affermava l’estraneità dell’ art. 2 Cost. alla materia tributaria.