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Le donne immigrate nel mercato del lavoro italiano

I motivi delle migrazioni delle donne

I motivi che portano le donne a lasciare il loro paese sono vari. Alcuni sono comuni a quelli dei loro connazionali uomini, come ad esempio, motivi di tipo economico, culturale o per richiesta di asilo politico.

Altri, invece, sono tipicamente femminili, come il ricongiungimento familiare con il marito emigrato qualche anno prima, o per il fatto che le donne non accettano e non condividono più determinate tradizioni del paese di origine: esse, nei loro paesi, sono spesso relegate a condizione subalterna e, quindi, vogliono fuggire dai ruoli che la cultura di appartenenza attribuisce loro. Altri motivi riguardano anche la rottura dei legami familiari dovuti a divorzio o ripudio (Op. Cit.Cambi, Ulivieri, Campani – 2003).

Le donne, spesso, scelgono di lasciare il proprio paese perchè hanno il desiderio di emancipazione personale. Questo desiderio nasce dalle notizie, alle volte falsate, che ricevono dai media o da terze persone, relativamente ai paesi Occidentali, che vengono presentati come luoghi dove potersi facilmente realizzare.

Da un’indagine svolta sull’immigrazione egiziana a Milano (Ambrosini), si può notare come, la scelta migratoria da parte delle donne, non è solo dovuta a motivazioni di tipo economico, quali disoccupazione o povertà. Le donne egiziane in genere migrano prevalentemente per altri motivi, per esempio il desiderio di libertà o il rifiuto di sposare uomini scelti e imposti dalla famiglia.

Indipendentemente dal motivo che porta le donne ad emigrare, alla base vi sono sempre i legami familiari, che svolgono un ruolo importante nelle migrazioni femminili. È la famiglia, infatti, che si mobilita per organizzare e sostenere la partenza della donna e sceglie, all’interno del nucleo familiare, colei a cui spetterà il compito di realizzare i progetti familiari, come l’acquisto di una casa, l’avvio di un’attività lavorativa o la scolarizzazione dei fratelli minori. I legami familiari sono presenti anche nel caso di partenza per ricongiungimento con il marito già emigrato (Op. Cit. Cambi, Ulivieri, Campani – 2003).

Un altro aspetto che differenzia l’immigrazione femminile da quella maschile, riguarda le modalità di arrivo e le loro condizioni di inserimento. Come abbiamo già accennato, le modalità di arrivo delle donne straniere in Italia, si realizzano attraverso tre differenti percorsi: il ricongiungimento familiare, l’arrivo da sole per lavoro e l’arrivo insieme ai loro mariti. In base a queste differenti modalità di arrivo, le condizioni di vita e la qualità dell'inserimento sono diverse.

Per esempio, le donne che giungono in Italia per ricongiungimento con il marito sono più avvantaggiate rispetto a quelle che partono da sole. In primo luogo, perché riescono a raggiungere l’Italia più facilmente grazie alla mediazione del marito, emigrato qualche anno prima. Inoltre, sanno dove andare e come muoversi; hanno già una casa e la situazione economica raggiunta dai loro mariti in questi anni permette loro di avere il tempo di conoscere il nuovo paese e ambientarsi.

Tutto questo riduce, per queste donne, la sensazione di disorientamento iniziale; il loro arrivo risulta essere meno traumatico, in quanto, sono più protette e sicure. In genere, queste donne vengono relegate al ruolo di “moglie” e di cura della casa e questo, in alcuni casi, può portarle a chiudersi al mondo esterno, rimanendo attaccate alle tradizioni del loro paese. In questo caso, il loro inserimento all’interno della società Occidentale risulta più difficile, perché la cultura degli stati ospitanti è troppo differente dalla loro ed esse faticano ad accettarla (Lagnena -1999).

In altri casi, invece, le donne emigrate al seguito del marito riescono ad integrarsi nella società occidentale, infatti, sono sempre più numerose quelle che, pur essendo immigrate al seguito del marito, sono disposte ad inserirsi nel mondo del lavoro. Anche nel caso in cui le donne migranti non si inseriscono nel mercato del lavoro, il loro ruolo risulta determinante, in quanto, contribuiscono con il lavoro domestico, la cura e l’assistenza dei propri familiari, a rendere i costi di produzione della famiglia più bassi di quelli della forza lavoro autoctona.

Ciò consente agli stranieri di poter continuare ad accettare salari inferiori, anche dopo essere stati raggiunti dalla famiglia. Inoltre, la presenza femmine permette di ridurre l’utilizzo dei servizi sociali e di Welfare compensando, in tal modo, le loro difficoltà di accesso a tali servizi (Strategie migratorie al femminile).

L’immigrazione femminile dal punto di vista giuridico è, in genere, più regolare rispetto a quella maschile. Ciò è dovuto all’esistenza di maggiori opportunità di inserimento per le donne straniere nel mercato del lavoro, per via della grande richiesta di occupazioni prettamente femminili. Inoltre, si è notato che, mentre gli uomini partono alla ventura, senza avere una meta precisa e si muovono di più sul territorio, le donne, invece, al momento della partenza sanno già dove andare e cosa fare, grazie alle reti di solidarietà femminili create dalle connazionali partite precedentemente.

La decisione di partire e il distacco dai propri familiari è più drammatica per le donne rispetto agli uomini, perché esse sono più consapevoli della irreversibilità delle loro scelte (Op. Cit. Cambi, Ulivieri, Campani – 2003). Le donne hanno un ruolo fondamentale nei processi migratori, anche se non sono loro stesse ad emigrare, in quanto, contribuiscono al progetto in varie forme. Sono esse che spesso suggeriscono agli uomini di partire, attivano reti di aiuti economici, si occupano di far circolare le informazioni utili a facilitare l'integrazione nel paese straniero e fungono da mediatrici tra i due paesi, mantenendo i contatti con chi è partito (Op. Cit. Lagnena - 1999).

La migrazione comporta, per le donne, l’assunzione di maggiori capacità decisionali relative alla propria vita, a quella dei figli e della famiglia. Mentre nel paese di origine la loro vita era regolata da ruoli, comportamenti controllati e gestiti all’interno del gruppo familiare, con la migrazione esse si ritrovano a vivere maggiori responsabilità e a dover prendere importanti decisioni. Inoltre, la migrazione per molte donne si colloca in momenti cruciali della loro vita, ad esempio il passaggio alla vita adulta, la partenza dopo il matrimonio, la nascita dei figli, e, quindi, il soggiorno nel nuovo paese le espone a forti mutamenti relativi ad aspetti fondamentali dell’identità personale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le donne immigrate nel mercato del lavoro italiano

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Informazioni tesi

  Autore: Stefania Loiudice
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Sociologia
  Relatore: Maria Gabriella  Sforza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 137

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