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Analisi statistica del mercato automobilistico in Italia

Stato dell'arte del settore automobilistico

Ogni anno nel mondo vengono prodotte più di 50 milioni di automobili, un lavoratore ogni sette viene impiegato per la sua fabbricazione e commercializzazione. Sebbene sia il bene più costoso dopo la casa, tutte le famiglie nei paesi industrializzati (Nord America, Europa e Giappone) ne possiedono almeno una. Si può affermare, senza timore di essere smentiti, che nessun prodotto nella storia ha mai avuto un così profondo impatto contemporaneamente sugli stili di vita, sull’ambiente, sui luoghi di lavoro e di residenza.
L’industria automobilistica è stata, ed è ancora, bersaglio principale del-l’attività regolatrice dei governi: dalle leggi sulla sicurezza e dell’inquinamento, agli accordi economici sul carburante e alle iniziative di riciclaggio. Questo considerando che da sempre rappresenta l’industria manifatturiera della nazione, non solo per la sua grandezza ma anche per l’indotto ad essa collegato (si pensi ad esempio alle industrie produttrici delle componenti o a quelle delle materie prime).

Se si considera, ad esempio, il caso dell’Italia bisogna sottolineare che nel 2001 il settore automobilistico rappresentava il 5% circa del valore aggiunto dell’intera industria manifatturiera con il 22% di entrate tributarie.
Oggi, però, il settore dell’automobile, dalla produzione alla vendita, è sicuramente uno dei più colpiti dalla crisi degli ultimi anni. La crisi economica ha frenato l’acquisto di automobili nuove e, di conseguenza, si è verificato un netto rallentamento nelle immatricolazioni. Molti economisti, pensano che negli anni venturi si camminerà a piedi, come si faceva una volta.
In tempo di crisi, non sono solo le abitudini a cambiare ma anche la percezione della realtà subisce una distorsione: il rapporto fra gli italiani e l’auto si modifica. Secondo un’indagine commissionata dalla Europe Assistance all’istituto di ricerca indipendente SWG, su un campione rappresentativo, è un’Italia un po’ indifferente alle quattro ruote.

A seconda delle regioni considerate il rapporto con la propria auto passa dall’attaccamento imprescindibile dalle ristrettezze economiche all’indifferenza totale. Il minimo comune denominatore è la maggiore attenzione al portafoglio, che non manca di condizionare gli acquisti degli italiani in tutti i settori. A tutto ciò si aggiunge il caro carburanti e assicurazioni. In Trentino e Liguria l’auto addirittura non è indispensabile, mentre in tutte le altre regioni continua a essere un bene importante se non di prima necessità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi statistica del mercato automobilistico in Italia

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Bruschetta
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Scienze Statistiche
  Corso: Statistica per le applicazioni
  Relatore: Romina Gargano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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