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Caratteristiche tecniche di alluvioni sabbiose oloceniche

Inquadramento geologico relativo all’area di Maccarese

La conformazione attuale della piana costiera romana e dintorni è legata, da una parte, all’evoluzione del delta del fiume Tevere, e da un’altra parte, all’impostarsi dell’attività vulcanica del Pleistocene. Il tratto finale del fiume Tevere, alternò periodi di maggior incisione a periodi di arretramento e deposizione dovuto alle variazioni del livello di base con il variare del livello del mare e, nel corso del tempo spostò la sua foce verso mare o verso terra, a nord o a sud lungo la costa. Gli eventi vulcanici, modificarono il paesaggio fisico dell’area: colmarono le depressioni e crearono forme positive e forme negative quali rilievi vulcanici a varia scala, ripiani ignimbritici e depressioni calderiche. I corsi d’acqua subirono continue deviazioni a causa dell’assestamento dei complessi vulcanici e, presero in carico anche i sedimenti di origine vulcanica depositandoli, poi, verso valle. Tutto ciò portò alla formazione della zona di pianura a ridosso dei rilievi ricoperti da rocce vulcaniche. Dunque, l’assetto attuale, è riconducibile all’evoluzione geologica dell’area a partire del Pleistocene.
Fino alla fine del Pleistocene Inferiore l’area della piana era invasa dal mare, vi sedimentavano argille e sabbie calcaree. Tra il Pliocene e il Pleistocene Inferiore si verificarono oscillazioni del livello del mare causate dal susseguirsi di periodi glaciali e interglaciali congiunto al sollevamento della catena Appenninica, determinando temporanee emersioni del fondale marino.
Il sollevamento appenninico continuò durante il Pleistocene Inferiore, come conseguenza, si passò da un iniziale ambiente marino profondo a un ambiente marino epicontinentale fino ad arrivare a un ambiente continentale di tipo fluviale - deltizio e palustre. Si stava definendo il Paleotevere: un fiume che veniva alimentato dalle acque e dai sedimenti dell’Appennino e costituiva, già, un articolato ambiente deltizio, di cui oggi ne rimangono tracce ben visibili nei pressi di Ponte Galeria.
Durante il Pleistocene Medio, ingenti quantità di magma cominciarono la loro risalita dando vita all’attività vulcanica corrispondente alla Provincia Comagmatica Romana e Tosco-laziale. La messa in posto di rocce vulcaniche dei Distretti Vulcanici dei Vicani, Sabatino e dei Colli Albani provocarono continue deviazioni del Paleotevere e conseguentemente lo spostamento della foce dall’area di Ponte Galeria verso sud. In particolare, il Paleotevere fu deviato da una sua prima direzione di scorrimento a ovest del Monte Soratte, dove attualmente scorre il fiume Treia, a est del Monte Soratte lungo il suo corso attuale.
La storia evolutiva più rilevante iniziò circa 20.000 anni fa; a partire da questo periodo si susseguirono varie fasi di stazionamento del livello del mare manifestandosi in differenti tipologie di depositi. Si riconoscono tre principali fasi evolutive: una prima fase in cui il livello del mare è posizionato 120 m più in basso del livello attuale, una seconda fase d’innalzamento del livello del mare fino alla quota attuale e una terza fase in cui il livello del mare è stabile alla quota attuale.
La prima fase evolutiva, la più antica, iniziò circa 20.000 anni fa durante l’ultimo periodo glaciale corrispondente a un basso stazionamento del livello del mare.
Gran parte della piattaforma continentale era emersa e la foce del Tevere era situata in prossimità del ciglio della piattaforma stessa, presumibilmente oltre 10 km più a ovest dell’attuale linea di riva e 120 m più in basso. Il carico fluviale si riversava direttamente sulla scarpata continentale e, a sua volta, incideva creando solchi canalizzati. L’area retrostante, attualmente occupata dalla foce, era invece la sede di una valle fluviale denominata Paleovalle Tiberina.

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Caratteristiche tecniche di alluvioni sabbiose oloceniche

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Karina Mendez
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze geologiche
  Relatore: Gabriele Scarascia Mugnozza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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