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Sartre. La fenomenolgia della coscienza, la dialettica della libertà (1934-1943)

Il problema dell’emozione nella psicologia classica

Sartre si impegna a trovare una antropologia, cioê una disciplina tendente a definire l'essenza dell'uomo e la condizione umana. La psicologia utilizza il concetto di uomo senza una indagine critica sull'essere di questo ente; certamente di fronte di questo problema Heidegger valorizzerà in modo originale il termine di Esser-ci. La psicologia fornisce una serie di fatti eterocliti, la maggior parte dei quali è senza connessioni reciproche.

Muovendo da ciò, “che cosa forniranno i principi e i metodi dello psicologo applicati a un caso particolare, per esempio, allo studio delle emozioni?”. L'emozione sarà per loro un accidente e cercheremo il suo principio di intelligibilità nel processo dell'emozione stessa. Sartre, al contrario, vuole impostare, forte dell'insegnamento di Husserl, la sua ricerca in senso fenomenologico partendo dall'analisi del campo trascendentale, ovvero studiando il fenomeno dell’emozione allo stato puro, come cogitatione.
Il sapore delle prime pagine ê squisitamente heideggeriano. L'uomo ê quell'ente ontico-ontologico che si interroga su sé; in tal senso è un ente privilegiato che possiede un certo primato rispetto alla totalità degli enti intramondani.
“Per la realtà umana, esistere è sempre assumere il proprio essere, cioè esserne responsabile invece di riceverlo dal di fuori come fa una pietra”. In questa breve frase Sartre sintetizza la concezione della coscienza che sin qui è venuto a maturare: la coscienza è una realtà che è obbligata a relazionarsi con ciò che essa non è, ma il modo, la qualità della relazione è libera, non è determinata alla maniera di nessi seriali-causali.

Abbiamo un momento ricettivo, ma è sempre assunto da quella perenne attività che è la coscienza con le sue strutture che la riflessione filosofica ostende; strutture trascendentali in movimento. “Questa assunzione di sé implica un'autocomprensione della realtà umana. La comprensione non è una qualità venuta dal di fuori alla realtà umana, bensì la sua propria maniera di esistere […]. Sono innanzi tutto un essere che comprende più o meno oscuramente la sua realtà d'uomo, il che significa che mi faccio uomo comprendendomi come tale.

L'ermeneutica dell'esistenza potrà fondare un'antropologia e questa antropologia servirà da base ad ogni psicologia”. Abbiamo le seguenti questioni: l'emozioni, al pari dell'immaginazione, ê una struttura della mente, della coscienza? Che cosa deve essere una coscienza perché l'emozione sia possibile, forse anche necessaria? Cerchiamo di dirimere i problemi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Sartre. La fenomenolgia della coscienza, la dialettica della libertà (1934-1943)

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Informazioni tesi

  Autore: Ottavio Vito Coppa
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica
  Relatore: Marco Ivaldo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 183

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