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Media e memoria. Considerazioni sul ricordo e sull'oblio nella modernità.

Memoria, storiografia, storia, storiografia della rammemorazione

Proprio perché costruita, la memoria si differenzia dalla storia. “Storia” è l’inanellarsi degli eventi così come sono accaduti, è un recupero ed un’archiviazione degli eventi così come si sono svolti.

La storiografia, con le sue selezioni ed i suoi silenzi, racconta e crea rappresentazioni del passato coerenti con quelle delle classi dominanti e con il nostro universo simbolico di riferimento, cancellando episodi, immagini e fatti che potrebbero turbarne quella plausibilità radicata di cui abbiamo parlato, la coerenza e la trasmissione.

E’ chiaro allora che essa (la storia, quella che viene così indicata sin dall’educazione primaria) sia da noi impropriamente chiamata tale proprio perché, a conti fatti, non consiste nel passato storico in senso “naturale”, ma in ciò che di quel passato è stato opportunamente selezionato ed obliato sulla scorta di interessi, eliminando ciò che è scomodo agli stessi (compito, questo, di tutti i tentativi storicisti) e poi etichettato come “storia”.

Abbiamo altresì detto che questa costruzione non è definita una volta per tutte ma mutevole, poiché cambia nel tempo e a seconda dell’emergere di diversi gruppi detentori di diversi interessi. In accordo con la differenza tra “Storia” e “storia” ad opera di questi differenti gruppi nel tempo, diviene ancora più chiara la natura mutevole (e non fissa, come dovrebbe essere) della storia selezionata per noi, sulla quale poggia e si specchia la nostra altrettanto manipolata memoria degli eventi.

Si noti come queste operazioni di selezione ed oblio richiamino alla mente la stessa dialettica con la quale opera ogni memoria individuale: la somiglianza è innegabile, eppure è opportuno sottolineare che tale similitudine finisce qui, poiché a livello individuale tali operazioni non sono effettuate sulla scorta di strategie intenzionali legate ad interessi di regime più o meno estesi (ma sono, al contrario, inconsce e socialmente acquisite).

Ne concludiamo che ciò che dovrebbe essere oggettivo, ossia ciò che dovrebbe essere Storia, ne porta in definitiva il nome, ma non il contenuto. Memoria e Storia non sono la stessa cosa: entrambe affondano le loro radici nel passato, ma mentre quest’ultima è ferma e tale rimane, la memoria è dinamica poiché lo rielabora sottoponendolo alle esigenze del presente (ciò è vero tanto a livello individuale41 che collettivo), lo modifica, ne omette talvolta gli aspetti più “scomodi” .

Quel che oggi chiamiamo storicismo si lega alla memoria e non alla Storia nella sua totalità ed esattezza: è quel che non manca di notare Walter Benjamin quando accusa i tentativi storicisti di selezionare quel che è funzionale al presente, ordinando il passato secondo gli stessi criteri della memoria collettiva, sua inseparabile compagna. In realtà, per Benjamin, lo storicismo dà rilievo solo a ciò che ha potuto affermarsi, ai “vincitori della storia”.

A questo ordinamento storiografico Benjamin contrappone la sua Storiografia della rammemorazione , ch si propone come compito quello di “spazzolare la storia contropelo”, preoccupandosi a buona ragione di ciò che è invece stato sacrificato dalla corsa di questo “carro trionfale” e non ha lasciato dietro di sé alcuna traccia. Questo progetto rende paradossalmente necessario lo scardinamento di quel continuum della storia che è stato costruito poggiando su esigenze di potere, e che quindi corrisponde ad un continuum degli oppressori. Benjamin contrappone ad esso l’idea di un discontinuum a fondamento della storiografia della rammemorazione e rigetta l’idea di continuum così come è stato delineato poiché, per sua natura, quest’ultimo dovrebbe livellare al suolo ogni cosa.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Media e memoria. Considerazioni sul ricordo e sull'oblio nella modernità.

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Dicosimo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Claudia Gina Hassan
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 113

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