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Analisi biomeccanica del piede e Teoria del caos

Postura e arte: la genesi

Le origini da cui trae vita il concetto di postura sono da ricondurre all'ambito delle arti figurative, sebbene possa apparire alquanto scontato il parallelismo fra anatomia e posturologia furono proprio le scoperte anatomiche ad introdurre più tardi le nozioni utilizzate per lo studio della postura umana. Ripercorrendo la storia dell'arte, illustri opere al di là della bellezza e magnificenza figurativa risultano essere efficaci icone dell'analisi strutturale del corpo umano, ovviamente i luoghi comuni propongono artisti come: Leonardo, Vesalio, Tiziano, i quali indubbiamente hanno chiarificato gli studi sul corpo umano, tuttavia la genesi della scienza posturologica acquista la sua esatta definizione da tempi ancor più antichi, degli egizi e dei greci, i quali elaborarono i cosiddetti canoni di proporzionalità. La parola greca kanon, che significa in senso proprio "squadra", "riga" e in senso traslato "regola", "norma", designava nel mondo greco antico la misura base con cui realizzare un'opera, in architettura o in scultura, e che poteva essere ad esempio in una statua il piede o l'apertura delle braccia. Si stabiliva in base al canone una scelta di proporzioni combinate, che permettevano all'artista di giungere alla rappresentazione di un tipo umano ideale.
Secondo le fonti antiche, gli egizi erano soliti dividere il corpo umano in parte uguali, cosicché, nell'esecuzione di una grande statua, gli operai potessero suddividersi il lavoro. In pitture e sculture egiziane incompiute sono state osservate linee combinate in piccoli quadri, che sembrano testimoniare come il procedimento della quadrettatura, in uso ancora oggi, non era sconosciuto agli antichi Egizi. È certo che la rappresentazione del corpo umano era eseguita dagli Egizi mediante elementi sovrapposti e che la ieraticità derivava da particolari convenzioni.
L'unità di misura adottata si pensa fosse costituita dalla lunghezza del piede, di fatti alla civiltà egizia si devono ben tre canoni applicati in epoche diverse:

-Il primo corrispondeva alla divisione in sei parti del corpo umano, ognuna corrispondente alla totale lunghezza del piede;

-Il secondo,dividendo il piede in tre parti, dava un totale di dicianove moduli;

-Il terzo consisteva nella divisione della figura umana in sette piedi dunque in ventuno moduli.

Nel mondo greco il canone originario della scultura è naturalmente empirico: fornito cioè dalla natura stessa; come il piede, la testa, la tesa (= apertura delle braccia e le sue frazioni), il dito, l'avambraccio. I kouroi di Polimede di Argo e gli atlanti dell'Olympeion di Agrigento sono ad esempio costruiti l'uno sul canone testa; gli altri sul canone piede: per i primi si è anche pensato a un prisma quadrangolare la cui altezza è uguale a tre volte lo spigolo della base.
Attualmente la concezione di proporzionalità più recente e che più delle altre conduce ad un proporzione armonica dell'essere umano è costituita dal canone concepito da Fritsch, che fu messo a punto dallo studioso nel 1895 sulla base di quello di Schmidt del 1849. La peculiarità del canone di Fritsch risiede nel fatto che il punto di partenza per la costruzione della figura umana non è la testa, ma la colonna vertebrale, unico segmento del nostro corpo invariabile tanto per le persone basse che per quelle alte. In entrambi i casi la colonna sarà comunque composta di 32/33 vertebre, e l'estensione della stessa corrisponderà alla distanza fra la spina nasale anteriore e la sinfisi pubica, inoltre la spina giacerà sullo stesso piano della base del cranio e la sinfisi su quello delle ossa del coccige. Nonostante quanto esposto possa altresì risultare disgiunto dallo studio della postura in verità si rivelerà utile al fine di comprendere le varie teorie posturali, le quali assimilano l'uomo ad uno, due od una serie di pendolo inversi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi biomeccanica del piede e Teoria del caos

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Informazioni tesi

  Autore: Lavinia Cacciatore
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Podologia
  Relatore: Antonino Sanfilippo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 75

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