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L'inquisizione medievale e il sistema inquisitorio

Nascita Inquisizione Vescovile

Papa Lucio III
Quanto, in precedenza predisposto non fu abbastanza,e sei anni più tardi, salito al papato Papa Lucio III,congiuntamente alla presenza dell’imperatore Federico Barbarossa, tenne un sinodo a Verona con principi e prelati della civiltà. Il 4 novembre 1184 , anno del Concilio, venne emanata la decretale “Ad abolendam diversarum haeresium pravitatem”, un decreto, una costituzione di una importanza enorme, fu ritenuta fino a quel momento la più grande misura contro gli eretici, che riprese nella sostanza quanto stabilito da Alessandro III.

Attraverso questa bolla, il Papa proclamava la scomunica verso tutti gli eretici Catari, Patari, Umiliati, contro coloro che predicavano in modo libero, contro coloro che insegnavano in modo diverso dal credo della Chiesa a riguardo i sacramenti di eucaristia, celibato, matrimonio, battesimo.

Vennero colpiti ugualmente coloro che in qualche misura proteggevano e difendevano questi insorti. I detentori del potere a qualunque livello dovevano, pena la scomunica, obbligatoriamente punire chiunque si fosse scoperto eretico. Chierici o monaci giudicati eretici venivano privati dei loro poteri, dei loro privilegi, dimessi dai loro incarichi e consegnanti al braccio secolare; laici non in grado di dimostrare la propria innocenza venivano portati davanti alla giurisdizione civile per essere giudicati e lasciata libera di giudicare la loro pena.

La lotta contro l’eresia accomunava esponenti laici e chiericati, entrambi persuasi dal fatto che il male diventava sempre più incurabile e necessitava di essere perseguito in tutti i modi possibili presenti nel contesto sociale. Questa costituzione nasce con lo scopo di trovare gli eretici, che non si dovevano più reprimere, ma ricercare.

È l’origine stessa dell’Inquisizione, o precisamente l’inizio di quella che viene chiamata Inquisizione episcopale, stante il fatto che il compito di perseguire gli eretici venne posto sotto l’autorità dei vescovi, incaricati dal papa di visitare due volte l’anno personalmente le loro diocesi o attraverso commissari da loro inviati, in modo tale da perseguire gli eretici di propria iniziativa attraverso una propria inchiesta personale sulla base di semplici indizi, voci, che potessero provenire dalla gente del luogo,tenuta a sua volta a denunciare chiunque fosse un sospetto eretico, si dovevano individuare gli eretici, isolarli e segnalarli alle autorità laiche per sottoporli alle previste sanzioni, da una voce si poteva procedere.

Il termine "inquisizione" deriva dal verbo latino inquirere, che significa "investigare", "indagare", e da questo momento la procedura d’ufficio viene consacrata quale regola generale. Un grande potere affidato ai vescovi, ma che non diede i frutti sperati, in quanto gli eretici perseguiti potevano sfuggire al controllo, spostandosi di diocesi in diocesi, creare conflitti di attribuzione, perdite di tempo, che specie nel medioevo (dove le notizie non venivano di certo trasportate con la rapidità di oggi giorno) aveva un ruolo essenziale, in quanto non c’erano gli stessi mezzi odierni per far arrivare le notizie e nel frattempo tutto poteva venire perso, dimenticato, passato.

Un altro motivo del fallimento maggiore rispetto al precedente, lo si può rilevare dal fatto che proprio i vescovi, alcun dei quali vescovi-conti(detentori di potere civile), per paura stessa di reagire nel luogo in cui vivevano,scesero a compromessi con le famiglie più in vista e potenti del luogo, preferendo il loro quieto vivere, continuando nella amministrazione dei propri interessi anziché sottostare alle direttive di Roma. Si comprese a questo punto come non solo una parte del clero, della nobiltà fosse contaminata da questi movimenti e che allo stesso modo dunque gli stessi vescovi, provenienti dall’aristocrazia, non brillavano certo per le loro virtù sacerdotali, ma più per una sete di cupidigia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'inquisizione medievale e il sistema inquisitorio

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Biasioli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Giuseppe leziroli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 102

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