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La marca commerciale nel settore Food

Il prodotto di filiera e il prodotto biologico

L'offerta di semplici prodotti di filiera, rispetto all'offerta di prodotti biologici, possiede un potenziale di differenziazione inferiore, ma offre vantaggi misurabili nella possibilità di esercitare un controllo più stretto della filiera ed una determinazione più individualizzata delle condizioni di produzione.
Inoltre favorisce una maggiore associazione con l’insegna e quindi potenzialmente una maggior fidelizzazione della clientela, e presenta minori problemi in termini di differenziale di prezzo, mantenendo integra l'immagine di convenienza della grande distribuzione.
Infatti i prezzi di vendita dei prodotti di filiera sono allineati su quelli del convenzionale, anche perché i costi permettono alle imprese di attuare tali politiche di pricing.
Invece il differenziale di costo tra prodotto convenzionale e biologico risulta spesso eccessivo e l'insegna può essere costretta a scegliere se ricorrere a una compressione dei propri margini di profitto per ridurre il differenziale di prezzo di vendita finale, oppure non farlo rischiando che questo risulti un deterrente all'acquisto del biologico (incidendo sulle vendite e quindi sui profitti e più in generale sull'affermazione delle linee a marchio proprio biologiche).
A favore della preferenza verso i prodotti di filiera vi è poi il fatto che si tratta comunque di prodotti sicuri e controllati, quindi anche questi contribuiscono alla costruzione dell'immagine dell'insegna quale garante di sicurezza e qualità.
I prodotti agroalimentari di filiera molto spesso sono prodotti secondo agricoltura integrata.
Questo termine fa riferimento ad un sistema di produzione agricola a basso impatto ambientale e nel rispetto della salute dei consumatori attraverso la minimizzazione dell'uso di prodotti chimici di sintesi e il controllo dell'intero processo produttivo.
L'agricoltura integrata rappresenta un compromesso tra agricoltura convenzionale e quella biologica.
La prima prevede un metodo di coltivazione generalmente intensivo, che utilizza prodotti chimici per la fertilizzazione e la difesa delle piante che può comportare il ritrovamento di residui nei prodotti (che devono comunque essere sotto i limiti di legge) e problemi ambientali.
Perché un prodotto agricolo possa fregiarsi del marchio di agricoltura biologica, al contrario, sarà coltivato senza l'impiego di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi, venendo utilizzata la forza delle leggi naturali per aumentare le rese e la resistenza alle malattie.
L'agricoltura integrata, invece, prevede che si inizi con la scelta dei rimedi considerati più compatibili con l'ambiente, passando poi all'utilizzo di pesticidi chimici solo quando è assolutamente necessario ed inevitabile.
Attualmente le normative e le linee guida che regolano l’agricoltura integrata, sono di carattere regionale e non hanno né un inquadramento nazionale né europeo.
I disciplinari di produzione integrata sono infatti definiti dalle Regioni o altri Enti locali, oppure da Associazioni di produttori.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La marca commerciale nel settore Food

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Informazioni tesi

  Autore: Lucrezia Leoci
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Fabrizio Baldassarre
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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