Skip to content

Donne inglesi in Australia agli albori della colonia: i memoriali di Ada Cambridge e Rosa Praed tra bush e aborigeni

Gli aborigeni: “A population reduced to the category of otherness”

La popolazione aborigena in Australia è stata decimata dalla colonizzazione europea, iniziata nel 1788. Gli insediamenti dei bianchi ebbero un impatto immediato sullo stile di vita degli indigeni, in quanto i coloni si assicurarono le migliori sorgenti d'acqua, le posizioni più riparate e l'accesso alla pesca.

Gli aborigeni reagirono in vari modi alla loro presenza, ma l'ostilità crebbe quando gli europei cominciarono a trasformare il territorio abbattendo alberi, costruendo steccati e introducendo animali che resero inutilizzabili le fonti d'acqua e che mutarono le caratteristiche della fauna e della flora autoctona. Privata della terra e colpita dalle malattie infettive trasmesse dagli europei, la popolazione aborigena venne decimata; i modi di vita tradizionali furono sovvertiti e i sopravvissuti cominciarono a vivere ai margini delle nuove comunità europee.

Si calcola che la popolazione aborigena si ridusse di circa il 90% tra il XIX secolo ed il XX secolo a causa dei contagi di malattie trasmesse dai coloni europei. Nell'arido centro del continente, dove vissero piccole comunità distribuite su un'area molto vasta, il declino della popolazione fu meno marcato e le comunità aborigene poterono continuare a vivere in qualche modo secondo le loro abitudini fino alla fine del XIX secolo e, in alcuni casi, anche fino al secolo successivo.

Tuttavia i coloni europei si addentrarono nel continente appropriandosi di piccole ma vitali parti del territorio per il loro uso esclusivo ed introducendo pecore, conigli e bovini, che, esaurendo le aree fertili, minarono la capacità della terra di sostenere le specie locali, vitali per l'economia aborigena. È interessante a questo proposito vedere il diverso rapporto instaurato dalle due scrittrici con i nativi australiani dovuto al fatto che la Cambridge li conobbe da adulta mentre la Praed fu in contatto con essi fin dalla nascita.

Ada Cambridge nel suo memoriale dedica poco spazio ai Blacks: essi vengono descritti brevemente e, rispetto ad altri argomenti quali il paesaggio o l’insediamento in Australia, sembrano passare in secondo piano. L’autrice, prima di partire per l’Australia, sostiene che: “cannibal blacks […] appeared to be grim facts”. Dunque li considera a priori come un mistero incerto, oscuro e sinistro di cui in Europa non si sapeva molto. Vi è un accenno successivo a essi nel capitolo “The second home”, nel quale la Cambridge parla degli aborigeni con un tono misto tra disprezzo, paura e pietà:

What alarmed me much more […] were the blacks, which at that time wandered into one’s life as they never did afterwards. Some remnants of the river tribes remained about their old haunts, apparently in their old state of independence. I had seen them from the deck of the steamer, squatting on the banks in their ‘possum skins, or fishing naked from a boat that was simply a sheet of bark as torn from the tree.

L’autrice è dunque allarmata da questa vicinanza con i nativi e prova disprezzo e compassione nei loro confronti. Questo sentimento si rintraccia nel modo in cui parla dei loro tentativi di adattarsi alla civiltà dei bianchi: They trailed about the streets in some of the garments of civilisation, grinning amiably at the white residents, on the look-out for any trifles of tabacco or coppers […] They are hideous creatures, poor things, and their attempts at European costume did not improve their appearance.

L’autrice li definisce creature abominevoli, povere, che nonostante il tentativo di adattarsi ai costumi europei, non riescono ad ogni modo a migliorare il loro aspetto. Influenzata dai racconti dei missionari che aveva letto in Inghilterra da bambina che narravano episodi di cannibalismo e altre storie terrificanti, la Cambridge descrive la paura che prova quando sola a casa vede un aborigeno fuori dalla porta. Ma ben presto le sue paure vengono placate poiché il black: “Only wanted bacca, or an old rag of clothes, or a penny, or a bit of meat – bacca first, always; and there was nothing savage about him except his looks”.

Nonostante l’autrice in un primo momento sembri dare una connotazione negativa nei confronti dei nativi, di seguito però appare evidente anche la curiosità che prova per questo popolo così diverso. Infatti scopriamo ch’ella ha perfino visitato i loro campi: “I was deeply interested in seeing them at such close quarters, and studying their strange habits and customs; it was a valuable and picturesque experience”. Poi però, ammette anche di essersi indispettita quando una black woman entra di notte in casa sua, mossa probabilmente dallo stesso tipo di innocente curiosità, e la osserva insieme al suo bambino, ai suoi vestiti, ai suoi accessori e a tutto ciò che ha in casa: “I never could get used to it”, afferma la Cambridge.

Oltre a questi episodi non troviamo molte altre considerazioni sugli aborigeni, tranne quando l’autrice accenna a un episodio avvenuto nel Western District. La Cambridge riferisce di aver provato molta pietà nell’imbattersi in un gruppo di nativi che raccontavano di aver subito un trattamento ingiusto da parte dei missionari di un insediamento adiacente: “Theirs was a tale of tyranny and injustice to melt a heart of stone. They had been compelled to sing and pray without getting any remuneration for it”.

Probabilmente i blacks avevano subito come un grosso affronto il fatto di essere stati costretti a professare una religione che non sentivano propria, senza avere quella che per loro era una giusta ricompensa. Questo è l’ultimo accenno che l’autrice fa sui nativi, senza ulteriori riferimenti nel corso dell’opera.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Donne inglesi in Australia agli albori della colonia: i memoriali di Ada Cambridge e Rosa Praed tra bush e aborigeni

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Francesca De Grandis
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Serena Baiesi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi