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Condizione giuridica dello straniero e principio di reciprocità

Diritto all’unità familiare e ricongiungimento

La disciplina dei rapporti familiari concernenti il trattamento giuridico dello straniero risulta da un quadro normativo molto complesso, che negli anni ha portato all’emanazione di importanti interventi legislativi, sia comunitari e nazionali.
Nell’Unione europea, un ruolo importante per quanto riguarda il diritto all’unità familiare e al ricongiungimento è assunto dalla direttiva comunitaria del 2003 n .86.
Tale direttiva, ritenuta tra le più innovative in materia di immigrazione, si è consolidata successivamente con il decreto legislativo di attuazione, previsto dalla legge comunitaria del 18 aprile 2005 n. 62, in vigore dal 12 maggio 2005, ed approvato dal Consiglio dei Ministri in data 28 luglio 2006.
Il T.U. delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, ha avuto l’importanza di intendere il diritto al ricongiungimento familiare come un diritto fondamentale della persona, e, infatti, esso viene completamente svincolato dall’ambito delle norme poste a salvaguardia del lavoro ed inserito in un gruppo di disposizioni autonome, ordinate sotto il titolo IV (Diritto all’unità familiare e tutela dei minori).
L’art. 28 titolo IV del T.U. del 1998, dispone che: “il diritto a mantenere o a riacquistare l’unità familiare nei confronti dei familiari stranieri è riconosciuto, alle condizioni previste dal presente testo unico, agli stranieri titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno rilasciato per motivi di lavoro subordinato o autonomo, ovvero per asilo, per studio, per motivi religiosi o per motivi familiari”.
Dalla lettura della disposizione, si comprende con facilità che il diritto all’unità familiare, pur ritenuto fondamentale ed inviolabile, non è attribuito a tutti gli stranieri, ma esclusivamente a quelli regolari.
Tale limitazione, è d’altra parte coerente con quanto motivato dalla Corte Costituzionale nella nota sentenza n. 28 del 1995, la quale teneva a precisare che il diritto e il dovere di mantenere, istruire ed educare i figli, e perciò di tenerli con sé, e il diritto dei genitori e dei figli ad una vita comune nel segno dell’unità familiare sono diritti fondamentali della persona, che perciò spettano in via di principio anche agli stranieri.
Tuttavia, questi diritti sono assoggettati ai limiti che derivano dalla necessità di assicurare un idoneo bilanciamento con altri valori dotati di pari tutela a livello costituzionale, come nel caso in cui il rispetto dell’esigenza del ricongiungimento familiare viene subordinato alla condizione che lo straniero immigrato sia in grado di assicurare ai propri familiari normali condizioni di vita.
In questa prospettiva di limitazione si colloca il disposto del comma 3 dell’art. 29 T.U. del 1998, che fissa le condizioni materiali necessari affinché lo straniero regolare possa esercitare il diritto al ricongiungimento.
La norma stabilisce che “salvo che si tratti di rifugiato, lo straniero che richiede il ricongiungimento deve dimostrare la disponibilità:
a) di uno stabile collegamento con la società italiana;
b) di dimostrazione di una capacità reddituale per sé e la famiglia;
c) di un alloggio idoneo e stabile
d) di un’assicurazione sanitaria per la riunione con i genitori.
Per quanto riguarda lo stabile collegamento, il diritto all’unità familiare viene affermato, in base all’art. 28 del T.U.
sull’immigrazione in capo agli stranieri titolari del permesso di soggiorno SLP o di permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato o autonomo, asilo, protezione sussidiaria, motivi umanitari, studio, motivi religiosi di durata non inferiore ad un anno, nonché lo straniero titolare di permesso per ricerca scientifica di qualsiasi durata.
È escluso dal diritto al ricongiungimento familiare, pertanto, il lavoratore stagionale, nonché tutti coloro che sono autorizzati a soggiornare in Italia per brevi periodi al fine esclusivo di svolgere attività occasionali.
Il criterio della prevedibilità della stabilizzazione autorizza la coesione familiare, non soltanto a coloro che già soggiornano in Italia, ma anche per i familiari al seguito dello straniero che fa ingresso in Italia per la prima volta, purché concorrano tutti i requisiti richiesti per il ricongiungimento e cioè quelli relativi al reddito e all’alloggio (T.U. sull’immigrazione art. 29 commi 4 e 5).

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Condizione giuridica dello straniero e principio di reciprocità

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Calore
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Daniela Memmo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

FAQ

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