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Il Poenulus di Plauto. Saggio di commento

La contaminatio nel Poenulus

Tra gli aspetti problematici connessi con la storia del teatro latino, uno dei più rilevanti riguarda il metodo compositivo seguito dai commediografi romani, in particolar modo da Plauto e Terenzio; infatti gli studiosi, tentando di separare gli elementi di origine romana da quelli derivanti dalla commedia greca, hanno ravvisato nella struttura delle commedie latine ripetizioni, incongruenze e contraddizioni.

Per spiegare ciò si è fatto largo ricorso, in modo particolare da Leo e dai suoi allievi Jachmann e Fraenkel, all’ipotesi della contaminatio: molte commedie di Plauto e Terenzio sarebbero state composte assemblando più originali greci. Il termine contaminatio si riferisce infatti al metodo di composizione impiegato da Terenzio per le sue commedie e attribuito da Terenzio stesso a Plauto in And. 13-16.

Tuttavia, prima di entrare nel merito della discussione e cercare di stabilire se Plauto sia realmente ricorso alla contaminatio per la composizione delle sue commedie, bisogna prendere in considerazione la questione sorta sull’esegesi del termine contaminare di cui sono attestati tre significati: “rovinare, deturpare”, “mescolare, combinare” e “rovinare mescolando”. Come è noto le ultime due accezioni si riferiscono alla pratica fatta propria dai poeti latini di adattare all’originale greco preso come modello parti tratte da una seconda commedia greca.

La questione sorta sul significato del verbo contaminare si è sviluppata soprattutto intorno ai prologhi di Terenzio e molti studiosi si sono confrontati per ciò che riguarda l’interpretazione di contaminare: alcuni intendono contamino con l’accezione negativa di “rovinare” o di “rovinare mescolando”, implicando in quest’ultimo caso la commistione tra più modelli; altri invece traducono contaminare con il valore neutrale di “combinare”.

Tuttavia fino agli inizi del Novecento gli studiosi erano concordi nel ritenere che contaminare indicasse il processo di fusione tra più originali greci e quindi l’inserzione di una scena proveniente da una seconda commedia nella struttura narrativa dell’originale greco di riferimento; dunque interpretavano contamino come sinonimo di miscendo depravare.

La discussione fu aperta da Schwering che rifiutava l’interpretazione di contaminare come miscendo depravare: contaminare originariamente avrebbe avuto un significato neutrale affine a quello di contingere che si sarebbe conservato anche nel periodo tardo della letteratura latina. Il termine avrebbe acquisito la connotazione negativa di manchevolezza estetica solo in campo letterario, nella fattispecie per i prologhi di Terenzio: in questo contesto contaminare sarebbe adottato come sinonimo di “rovinare, sporcare” dai detrattori del commediografo che lo accusano di aver deturpato gli originali greci non rispettandone l’integrità unitaria.

L’ interpretazione di contaminare come miscendo depravare, accettata comunemente dagli altri studiosi, secondo Schwering sarebbe dovuta a tre cause: una paraetimologia che attribuisce erroneamente al prefisso con- il valore della preposizione cum, mentre con- ha solo un significato perfettivo come mostrano le altre attestazioni in cui ricorre (contingere, comedo); l’interpretazione fuorviante del commento di Donato al v. 16 dell’ Andria: contaminare non decere fabulas: id est: ex multis unam non decere facere, considerata genericamente dagli studiosi una conferma per l’interpretazione di contaminare come miscendo depravare. Infine l’ambiguità del verbo contaminare così come adottato da Terenzio che, non potendo dichiarare apertamente di “aver rovinato” i modelli, si limitava ad affermare di aver “contaminato” le commedie greche.

La proposta di Schwering secondo cui contaminare nei prologhi di Terenzio ricorre come sinonimo di “rovinare” viene confermata dall’analisi condotta sui vv. 17-18 Heaut. (multas contaminasse Graecas, dum facit paucas Latinas): Schwering dimostra come le due affermazioni non siano in rapporto di causa-effetto a differenza di ciò che sostenevano gli altri studiosi per i quali contaminare era sinonimo di “combinazione di due commedie”.

I due enunciati devono essere considerati indipendenti l’uno dall’altro: il perfetto contaminasse (multas contaminasse Graecas) indica un’attività preesistente a quella descritta dal presente facit (facit paucas Latinas). Dunque contamino deve essere interpretato come “rovinare, intaccare”; per questo il significato dell’espressione di Heaut. 17-18 non è “hai combinato molte commedie greche rovinandole, ne componi poche latine”, ma “hai rovinato molte commedie greche, ne componi poche latine”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Poenulus di Plauto. Saggio di commento

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Informazioni tesi

  Autore: Rachele Di Michele
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filologia e letteratura dell'antichità
  Relatore: Lucio Ceccarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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Parole chiave

plauto
commedia latina
poenulus
modelli greci

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