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La responsabilità penale nell'attività sportiva

Il fondamento della liceità delle "lesioni" sportive

Se si parte dal centro della fenomenologia sportiva, ossia dall’attività, si rinvengono, in primo luogo, le possibili aggressioni all’integrità fisica che si possono verificare nell’esercizio di alcune pratiche. Come si ricorderà, nel capitolo precedente si è proceduto all’individuazione del criterio in base al quale classificare le varie attività sportive. Si
può aggiungere ora che agli atleti è imposto il rispetto dei regolamenti sportivi nelle gare autorizzate (art.35 D.P.R. n. 157/86); e sulla base delle regole relative alle dinamiche di giuoco, ossia al fine da raggiungere e ai mezzi e modi consentiti a tal scopo, si può evincere che non è possibile assumere un unitario significato di violenza sportiva da riferire indiscriminatamente a tutti i tipi di pratiche. Perciò la distinzione tra queste va effettuata in base al criterio del tipo di condotta sportivamente lecita, cioè desunta dai regolamenti tecnici, per conseguire la vittoria. Si ha così che il pugilato va considerato a parte, mentre in un’altra categoria possono essere raggruppati gli sports in cui il contatto fisico è eventuale (calcio o basket) o istituzionale (rugby o lotta), o in un’altra ancora tutte quelle pratiche in cui il contatto è quanto meno proibito o addirittura inconfigurabile (atletica, nuoto, tennis). E’ in questo contesto che si colloca la questione della c.d. violenza sportiva, la quale consiste in ciò, che la valutazione giuridica di alcune condotte deve sciogliere un’antinomia nel sistema. Se, da una parte, determinate pratiche sportive sembrano autorizzate legislativamente almeno a un primo sommario esame, dall’altra, tuttavia non è chiaro se, ed eventualmente entro quali limiti, si pongono in contrasto con altre disposizioni, anche gerarchicamente superiori, poste a tutela della persona. Il che può tradursi, nei casi estremi, in una possibile valutazione di illiceità del singolo sport, mentre negli altri nell’individuazione dei limiti di liceità di esercizio della pratica imposti all’atleta. Cerchiamo quindi di trattare le questioni poste da ogni singola categoria di sport, e a tal fine si rileva che nella letteratura in materia si parte quasi unanimemente dall’assunto, non dimostrato, della liceità tout court di tutte le pratiche.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La responsabilità penale nell'attività sportiva

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Marimpietri
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Andrea Girardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 154

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