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Spopolamento montano nel cuneese: nascita e sviluppo del fenomeno

1951 – 1960 : Lo spopolamento montano negli anni della ripresa economica.

Il periodo che considereremo ora è quello che viene definito con l'espressione "boom economico" o "miracolo economico" e che anche nel cuneese ha visto portare ad una ripresa della crescita economica e ad uno sviluppo economico sebbene in misura più contenuta rispetto al resto d'Italia. Terminati gli anni della resistenza la popolazione torna a produrre e molte delle manifatture della provincia riprendono la normale produzione dell'anteguerra.

«Gli anni cinquanta furono però anche un periodo contraddittorio per l'economia della provincia di Cuneo, contrassegnata ( come vedremo in un grafico a fine capitolo ), da un lato, da un nuovo forte calo demografico, particolarmente evidente nella montagna e nella collina, dalla marcata diminuzione della popolazione attiva in agricoltura, dalla scomparsa di parecchie aziende agrarie, da un moderato aumento dei livelli d'istruzione, dall'accentuarsi di squilibri, già evidenti prima della seconda guerra mondiale, tra le varie zone della provincia, in particolare tra la montagna e alcune aree della pianura». In questo periodo continua e si accentua quel processo di rafforzamento dell'economia dei maggiori centri già vista nel periodo precedentemente trattato, ora lo spopolamento porta direttamente alla pianura ed alle industrie, non si ferma più soltanto nella fascia pedemontana ma comincia una seconda fase del fenomeno che si lega direttamente all'industrializzazione e , di conseguenza, ad un crescente urbanesimo.

Possiamo tranquillamente affermare che la discesa dalle montagne fu tanto più precoce quanto più progredita era l'evoluzione economica della pianura sottostante e questo per quanto riguarda il nostro territorio fu ragione di ritardo rispetto alle altre zone d'Italia e in particolare d'Europa. Nel cuneese, come scritto prima, mancavano ancora molti dei prerequisiti per dare il via ad una industrializzazione consistente, l'andamento negativo della demografia che perdura fino agli anni 60' (tra il 1951 e il 1961 la popolazione della provincia cuneese scese da circa 580500 a 540500 abitanti, con una perdita secca di 40000 unità) condiziona la ricchezza della manodopera, la mancanza di capitale da investire, la crisi del settore agricolo ( calo della popolazione attiva in agricoltura che, nell'arco del decennio, scendeva da 161400 a 114500 unità ) e le proprietà erano ancora molto frazionate e per ultimo ma non per importanza la mancanza di istituti creditizi a sostegno dello sviluppo industriale. Solo in parte, questo periodo di boom economico, ma vedremo ancor più dagli anni 60', si incominciò a sviluppare una forma di industrializzazione nella provincia con industrie quali per esempio la Michelin (vedremo meglio nel prossimo capitolo in quanto si stabilì nella provincia a partire dagli anni 60') che coinvolsero direttamente migliaia di famiglie, le molte casse di risparmio già presenti diedero un grosso impulso all'economia nel cuneese in questo decennio; vi fu quindi la rottura del tradizionale rapporto risorse locali-territorio che portava la popolazione a fermarsi la dove vi erano le risorse ma si accentuarono correnti migratorie verso i centri urbani, dove il lavoro è più sicuro e retribuito, dove è possibile acquistare qualsiasi tipo di genere alimentare senza alcuna fatica, dove insomma la vita è decisamente più semplice.

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Spopolamento montano nel cuneese: nascita e sviluppo del fenomeno

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Rossi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Simone Fari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 43

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