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Mobilità sociale e divario Nord-Sud in Italia

Flussi migratori

Come accennato nel paragrafo precedente, è molto importante che un'economia sia basata su una società mobile che garantisca l'uguaglianza delle opportunità. Se ciò non si verificasse, una conseguenza potrebbe essere quella di non riuscire a trattenere il capitale umano formato su quell'economia stessa.
Tutto ciò, a sua volta, sarebbe molto dannoso per il territorio di provenienza, perché questo perde delle risorse subito dopo averle formate e, quindi, ai costi sostenuti per la formazione non corrisponde una remunerazione. Viceversa può essere un gran vantaggio per il territorio di destinazione, in quanto, se questa riesce subito ad utilizzarlo, si trova a sfruttare una risorsa già formata senza bisogno di sostenere i costi relativi. Prima di studiare nel dettaglio il fenomeno della mobilità sociale in Italia, con la volontà di indagare anche, e soprattutto, se ci sono delle differenze sostanziali all'interno del Paese, vediamo brevemente l'andamento dei flussi migratori dal Sud verso il Nord.

La popolazione residente in Italia nel 2009 era pari a sessantamilioni e duecentosessantatrèmila abitanti, di cui circa quaranta milioni residenti nel Centro-Nord, ventimilioni nel Mezzogiorno.
Nell'ultimo decennio, 120 mila persone ogni anno lasciano definitivamente il Mezzogiorno per il Centro-Nord.
Se coniughiamo questo dato con quello di sopra del paragrafo 2.6, e con quello che riporta Rogari [2010], secondo cui almeno il 30% degli emigranti dal Mezzogiorno è formato dai giovani laureati, abbiamo un risultato molto importante: il valore del capitale umano che emigra dal Mezzogiorno verso il Nord, un valore superiore ai sette miliardi di euro, cifra a cui va aggiunto il costo del resto degli emigrati, i quali, nella quasi totalità sono composti da giovani che hanno completato il percoso di studio obbligatorio e sono in cerca di prima occupazione.
Giovani cioè che hannomediamente venti anni: per calcolare il costo di questi basta dunque moltiplicare i restanti 80.000 emigrati per € 131.728, il costo di allevamento di un ventenne nel 2006 e si ottiene un valore superiore ai 10 miliardi di euro. L'emigrazione costa, dunque, al Mezzogiorno più di 17 miliardi di euro l'anno. E visto che gli emigrati meridionali si trasferiscono nel Centro-Nord, significa che il Sud povero finanzia il Nord ricco. Significa che il sistema economico meridionale non riesce a creare efficienti opportunità di realizzazione e valorizzazione individuale, deprimendo le potenzialità di sviluppo.
Il capitale umano diventa, infatti, fattore di sviluppo se:

-Il mercato produttivo è ampio e concorrenziale

-L'amministrazione è efficiente

-Le regole di convivenza civile sono rispettate (capitale sociale)

-La società offre possibilità concrete di realizzare le proprie aspettative

-La mobilità sociale ha livelli elevati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Mobilità sociale e divario Nord-Sud in Italia

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Informazioni tesi

  Autore: Nicola Parrinello
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Maria Berrittella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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