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L'Avviamento: l'evoluzione della dottrina e degli strumenti di calcolo

La definizione di azienda e la sua valutazione

L’oggetto del nostro studio è l’avviamento dell’azienda. Pertanto, dovendo analizzare l’evoluzione del concetto all’interno degli studi economico-aziendalistici, si è ritenuto opportuno citare la definizione che ne diede uno dei padri fondatori di questa scienza, Gino Zappa, nel 1927, per l’inaugurazione dell’anno accademico nel Regio Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Venezia ; ovvero una “coordinazione economica in atto istituita e retta per il soddisfacimento dei bisogni umani”. Successivamente, lo stesso Zappa, nel tentativo di rendere maggiormente esaustivo il concetto, la definì “istituto economico destinato a perdurare nel tempo, che, al fine di soddisfare i bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione, la produzione, o il procacciamento, e il consumo della ricchezza”. Caratteri fondamentali dell’azienda, dunque, sono, oltre il perseguimento del fine economico, la continuità e la coordinazione ; e su questi ultimi due trova fondamento la definizione dell’avviamento. Nel suo “Reddito d’impresa” lo stesso Zappa, indagando in merito alla valutazione d’azienda, ebbe ad introdurre il concetto di capitale economico, ad essa strettamente collegato: nella valutazione economica del capitale d’impresa i redditi, che offrono un dato diretto per la soluzione del problema, sono i presunti redditi futuri. Dunque il valore dell’azienda dipenderebbe dalla sua capacità di produrre utili, valore, questo, che si discosterà in maniera più o meno rilevante dal capitale netto dell’azienda. Tale discostamento identifica l’avviamento ovvero un “elemento complementare del complesso economico-aziendale, la condizione o l’insieme delle condizioni, onde un’azienda atta a fruttare nel futuro un sopra-profitto”. Egli, pertanto, sosteneva non potesse essere oggetto di stima autonoma rispetto al complesso aziendale in quanto parte integrante e non scindibile dello stesso. D’altronde di opinione similare era già il suo maestro e mentore Fabio Besta secondo cui l’avviamento è “il valore cui l’impresa prospera ha per se stessa, indipendentemente dai beni suoi, o se volsi il maggior valore che acquistano questi beni in quanto trovandosi congiunti insieme in modo
proficuo oltre la misura normale”. Vale a dire che la particolare connessione tra i diversi elementi che costituiscono l’azienda e le peculiarità con cui questi vengono condotti crea un valore aggiunto proprio dell’istituto economico in quanto costituisce la conditio sine qua non per produrre un determinato o determinabile profitto. Di avviamento inteso come possibilità di ottenere un sopra-profitto si parla anche in una prima enunciazione per così dire “spicciola” che ne viene data nel trattato del D’Ippolito. Il sovra-reddito citato è il termine descritto da Pietro Onida in “Finanziamenti iniziali d’impresa” del 1931, ovvero il profitto conseguente alle particolari condizioni aziendali non valutabili singolarmente perché prive innanzitutto di materialità e di quantificazione certa: “il sistema di operazioni ed in genere l’amministrazione si svolge così favorevolmente, che è possibile conseguire un reddito superiore a quello ottenuto da imprese analoghe funzionanti nello stesso mercato e non ugualmente avviate”. Pertanto, assumono rilevante valore le operazioni messe in atto dall’azienda nella prospettiva della continuità aziendale e secondo il modus operandi proprio del suo organo decisionale.

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L'Avviamento: l'evoluzione della dottrina e degli strumenti di calcolo

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Informazioni tesi

  Autore: Lidia Calarco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Francesco Vermiglio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 77

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