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Art. 260 d. lgs. 152/2006: attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti

Intercettazioni telefoniche e ambientali

Le intercettazioni telefoniche sono il metodo di indagine più efficace e allo stesso tempo più anonimo, dal momento che non interferisce direttamente delle attività dell’indagato. Il campo di applicazione e quindi l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche è andato crescendo nel corso degli anni: la versione originaria del Codice del 1930 prevedeva solamente la possibilità di captare i colloqui telefonici altrui, poi in seguito, con la legge numero 98 dell’8 aprile 1974, il panorama si evolve.
Nel diritto processuale penale italiano, l’intercettazione identifica un mezzo di prova tipico, previsto nel Capo IV del titolo III del libro III del Codice di procedura penale; il Codice tuttavia non offre una definizione precisa di intercettazione, fatto che ha portato la giurisprudenza della Corte di cassazione ad impegnarsi affinché se ne sottolineino tutti gli aspetti. Essa inoltre riveste un ruolo fondamentale riguardo “la custodia dell’osservanza e dell’interpretazione della legge, a tutela dei diritti fondamentali processuali”.

La disciplina delle intercettazioni telefoniche nel processo penale è stata introdotta dalla legge numero 34 del 1973, con cui la Corte costituzionale aveva sottolineato “come sarebbe davvero esposto a gravissima menomazione” il diritto di libertà e segretezza delle comunicazioni se a carico dell’interessato “potessero valere come indizi o come prove le intercettazioni telefoniche assunte illegittimamente senza previa motivata autorizzazione dell’autorità giudiziaria”. Quindi ogni intercettazione compiuta in mancanza dell’atto motivato dell’autorità giudiziaria o al di fuori delle garanzie stabilite dalla legge deve ritenersi inutilizzabile, poiché in contrasto con la normativa vigente. La stessa sentenza riconosce la necessità comunque di contemperare i due contrapposti interessi costituzionali della libertà e segretezza delle comunicazioni, da un lato, e della prevenzione e repressione dei reati dall’altro.

Inoltre, le attività compiute sovrastando i diritti fondamentali del cittadino non possono essere giustificate o comunque a fondamento di atti processuali a carico di chi quelle attività le ha subite. Successivamente, con la citata legge 98/1974 il legislatore riconsidera l’intera materia; infatti si introduce la possibilità di intercettare le comunicazioni telegrafiche e quelle effettuate con collegamento su filo o ad onde guidate. Per intercettazione, ai giorni nostri, si intende “() la captazione, mediante l’impiego di strumenti meccanici o elettronici, di una comunicazione o conversazione riservata, quando la captazione medesima è operata in modo clandestino da un soggetto terzo rispetto agli interlocutori”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Art. 260 d. lgs. 152/2006: attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti

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Informazioni tesi

  Autore: Greta Fabiano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Operatore giuridico d'impresa
  Relatore: Giovanni De Santis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 88

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Parole chiave

rifiuti
d.lgs.152/2006
traffico illecito
testo unico ambientale
traffico illecito rifiuti
traffico rifiuti

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