''The magic of everyday things''. Realismo Magico e simbologia del cibo nella food trilogy di Joanne Harris

Negli ultimi anni anche il legame tra cibo e sesso è stato oggetto di numerosi studi. Un aspetto importante riguardo i rapporti fra tematica del cibo e immaginario letterario è quello della fitta rete di legami che intrattengono fra loro i campi semantici della nutrizione e della sessualità, di cui avremo un chiaro esempio in Chocolat.

Un primo punto di interferenza lo si ha già a livello della produzione di connotazioni simboliche operate dal folklore o dalla letteratura sul cibo, attraverso l’elaborazione di una speciale categoria di cibi, quelli ritenuti afrodisiaci. Come afferma Rosenfeld, dal momento in cui Adamo ed Eva mangiarono la mela nel giardino dell’Eden, cibo e sesso sono stati indissolubilmente legati:

When the Lord forbade Adam and Eve to eat of the Tree, He started something which has persisted throughout our history: the attachment of all sorts of forbidden meanings to food, and the use of food in a system of taboos which, though meant to regulate diet, have also had as their function—perhaps the primary one—the regulation of sexual conduct.

Tutta l’idea del mangiare ha delle connotazioni sessuali; impliciti collegamenti tra i due tipi di appetito, quello del cibo e quello del sesso, permeano gran parte della letteratura classica, soprattutto la poesia di Catullo. Anche nel Medioevo il piacere del cibo e il piacere sessuale sono collegati fra loro, ad esempio, nel capitolo sulla sessualità della sua Introduzione alla vita devota Francesco di Sales, per pudore non affronta direttamente il tema del sesso, ma lo fa in termini metaforici, parlando dei piaceri del cibo, che diventa immagine e metafora di qualcosa che non si può dire.

Ciò non vale solo per la cultura occidentale, infatti, lo studioso Frederick Mote ha esaminato le antiche opere della letteratura cinese, risalenti al XVI secolo, in cui il cibo e il sesso sono le attività principali: The experience of food leads to the experience of sex, leading again to food, and then back to sex. A questo proposito, lo storico e antropologo cinese K.C. Chang afferma:

To say that the consumption of food is a vital part of the chemical process of life is to state the obvious, but sometimes we fail to realize that food is more than just vital. The only other activity that we engage in that is of comparable importance to our lives and to the life of our species is sex.

Il sesso in relazione al cibo è uno dei principali fattori che determinano la costruzione di valori nelle diverse fasi della produzione, distribuzione e ricezione del testo, questo non significa che tutti i testi riguardanti il cibo, implicitamente o esplicitamente, abbiano a che fare con questioni sessuali, ma il sesso, anche quando sembra essere assente è presente, intenzionalmente o inconsciamente, come sottotesto. Il cibo e la cucina sono strettamente legati non solo al sesso, ma anche al genere sessuale.

Rifacendosi a Freud, Carole Counihan ricorda: Food and sex are analogous instinctive needs, both connoting intimacy as well as danger, and that therefore they are surrounded with rules and taboos. In all cultures, women’s primary responsibilities involve food provisioning and the bearing and rearing of children. . . . Women are food to the fetus and infant, and the breasts can be sources of both sexual pleasure and food. La scrittrice Laura Esquivel invece, afferma: Cooking inverts the traditional sexual order. Man is the passive recipient, while woman is the active transmitter.