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L'integrazione dei migranti nell'Unione europea

L’affermazione della politica d’immigrazione nel Patto europeo

Nel giugno del 2008 il Consiglio europeo ha adottato il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, che è stato strutturato sulla base dello schema del programma dell’Aia. Il tema dell’immigrazione illegale è infatti presente anche qui e viene affrontato secondo la prospettiva di conciliare assieme la capacità di ciascuno Stato ad accogliere nuovi individui sul proprio territorio con il progetto d’integrazione.
Tra le altre novità, il Patto ha introdotto un ridimensionamento nel sistema di asilo, attraverso un livello di armonizzazione delle procedure tra gli Stati membri dell’Ue: per il 2009 si era proposto “la creazione di un ufficio europeo di appoggio in materia di asilo (…) che avrà come obiettivo la messa in coerenza delle pratiche e delle procedure”. Al di là delle priorità fissate nel quadro specifico dell’asilo, il documento prevede moltissimi altri obiettivi, come quelli che riguardano gli strumenti e le norme per l’attuazione di una politica d’immigrazione comune, che, come anticipato, costituisce la base fondamentale del trattato di Lisbona.

Come ha affermato il Consiglio europeo, l’immigrazione deve essere il risultato di due diverse volontà, quella del migrante e quella del Paese ospitante, tenendo conto delle scelte operate dai singoli Stati membri in materia migratoria, infatti esso ha chiesto “di attuare una politica d'immigrazione dettagliata, in particolare in funzione dell'insieme delle esigenze del mercato del lavoro, e concertata, tenendo conto dell'impatto che essa può avere sugli altri Stati membri” (Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo n. doc. 13440/08 ASIM 72).

Si è scelto di costruire, sulla scia di ciò che aveva espresso anche la Commissione, un approccio molto più completo perché si punta non solo all’affermazione di norme in materia, ma anche alle fasi principali nella definizione dell’integrazione.
Infatti, puntando a definire l’immigrazione legale è stato possibile anche cogliere le particolarità dell’integrazione e dei progetti in corso per i nuovi arrivati. Senza dubbio, tra i modi migliori per definire al meglio la politica d’immigrazione vi è quello di puntare sulle dinamiche del lavoro e sul coinvolgimento dei migranti nelle settori dell’economia offerti dall’Unione europea. A tal proposito, nel 2008 si è definita l’iniziativa, promossa dalle istituzioni, denominata Nuove competenze per nuovi lavori si è studiato il modo di “collegare le competenze dei lavoratori migranti alle esigenze del mercato del lavoro dell’Ue”.

In quel contesto era auspicabile che il Consiglio e il Parlamento europeo stimolassero nuove iniziative nel campo dei diritti, attraverso maggiori concessioni per quanto concerne il permesso unico e i diritti socioeconomici dei lavoratori migranti, promuovendo al contempo anche un dialogo più attivo tra gli Stati membri e le istituzioni attraverso le relazioni annuali sull’immigrazione e sull’asilo.
La prospettiva dell’integrazione deve garantire l’acquisizione di diritti che riguardano ogni settore della vita sociale, senza dimenticare di “promuovere valori europei, migliorare la percezione che l’opinione pubblica ha degli immigrati e dell’immigrazione legale, elaborare moduli europei e definire indicatori per valutare i risultati”. (The consolidation of the EU framework on integration Report to the 2010 Ministerial Conference on Integration, SEC (2010) 357).

Oltretutto, come ha riconosciuto il Consiglio europeo, “una migliore integrazione dei migranti aiuterebbe a conseguire l’obiettivo di un tasso di occupazione del 75% per le persone di età compresa tra i 20 e i 64, previsto da Europa 2020”. (Primo rapporto annuale sull’immigrazione e l’asilo, COM ( 2010) 214 definitivo)

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'integrazione dei migranti nell'Unione europea

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Informazioni tesi

  Autore: Serena Conte
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Studi europei
  Relatore: Andrea Pierucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 134

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