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Privatizzazione della famiglia. Problemi filosofici.

Storia della famiglia nel periodo moderno

Due eventi importanti diedero inizio all’età moderna: l’avvento della scrittura che aprì il mondo alle idee, ed il grande errore di Cristoforo Colombo che contribuì ad allargare gli orizzonti sia ai popoli che ai commerci.
L’avvento della scrittura non influenzò direttamente le strutture familiari, ma lo fece in modo indiretto e grazie ad essa la Chiesa riuscì ad imporre una serie di regole sia alle società europee che a quelle colonizzate, con il merito di omogeneizzare diverse culture. Dal canto suo la scoperta dell’America contribuì all’affermazione nel quadro sociale della borghesia dei commerci, con la quale si sviluppò anche la mobilità, rendendo dunque necessaria una nuova strutturazione dei rapporti sociali, i quali iniziavano a farsi vecchi ed inadeguati per una società che aveva imboccato la strada verso il capitalismo . Tali cambiamenti riguardavano anche la famiglia e le relazioni al suo interno.

Le grandi famiglie non rafforzavano più il loro potere tramite i matrimoni combinati, dove i coniugi si sceglievano o meglio venivano scelti dai genitori in base all’appartenenza ad una classe sociale piuttosto che ad un’altra, ma la scelta del coniuge avveniva ponendo attenzione a risorse più tangibili e materiali e così poteva facilmente accadere che un nobile sposasse la figlia di un commerciante; infatti la famiglia svolgeva-ora più che mai -una funzione economica, ci si preoccupava di mantenere l’unità patrimoniale, di trasmettere il mestiere, la terra ed i beni ad un unico figlio (maschio e normalmente il primogenito), per evitare il rischio di disperdere le ricchezze; ciò avveniva a discapito non solo della prole femminile, ma anche dei figli minori. Il nome della famiglia era il simbolo della immortalità del casato ed i matrimoni tra Seicento e Settecento non rappresentavano tanto l’incontro della volontà di due individui, quanto l’unione di due caste, di due patrimoni.

La famiglia ed il matrimonio, perdendo il senso puro dell’atto (quel senso che almeno cercava di dare la dottrina cristiana) erano funzionali alla conservazione di un certo ordine sociale e tanto era importante tale funzione che il padre aveva pieno arbitrio sul destino della prole: egli poteva decidere se la figlia sarebbe divenuta in futuro moglie o avrebbe intrapreso la strada della vocazione . Il modello di famiglia così descritto era proprio di quelle classi più ricche, dove più profonda e radicata era la corruzione morale, mentre era ignorata dalle classi più umili (rustici e contadini) dove era ancora viva e persisteva una più salda coesione familiare.
Altro elemento che contribuì a modificare il modo di vedere e sentire la famiglia fu la nascita e lo sviluppo del fenomeno dell’individualismo; infatti se immutati erano rimasti gli elementi base della famiglia, ereditati dalla cultura classica e medievale, ciò che cambiò fu il modo di concepire l’individuo in rapporto alle varie formazioni sociali (Stato e nucleo familiare compresi).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Privatizzazione della famiglia. Problemi filosofici.

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Monacelli
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Francesco D'Agostino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 152

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